bwv1080 Inviato Ottobre 17, 2013 Segnalazione Condividi Inviato Ottobre 17, 2013 A pentatonico direi che secondo me -parere personale- è un po' fuorviante accostarsi a Brahms iniziando dalle danze ungheresi: sono opere che cercano l'effetto -com'è giusto che sia per delle orchestrazioni di danze popolari- ma tutt'altro che rappresentative della sua produzione. Nelle Danze forse non si vede molto il Brahms "strutturale" e "architettonico" che c'è nelle sinfonie e nella musica da camera. Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione ...
Majaniello Inviato Ottobre 17, 2013 Segnalazione Condividi Inviato Ottobre 17, 2013 Burpo, un brahmsiano d'acciaio come te non può non apprezzare questo:BRAHMS - CHAILLYEccezionale! e questo, fuor dalle ironie, potrebbe interessare anche me...Mai approfondito granchè Brahms (rispetto ad altri almeno), sono rimasto fermo alle care vecchie letture ampie e strutturate (Klemperer, Giulini ecc). Quella che ogni tanto ascolto è Szell, non foss'altro che ci sono alcuni passaggi letteralmente "danzanti" nelle sinfonie che solo lui ha il coraggio di sottolineare. Karajan e Bernstein non mi piacciono, per motivi diversi. Molti consigliano Levine, che pure non ho mai provato, mentre tempo fa acquistai Rattle coi Berliner, lettura liquida e suadente, anche se per alcuni versi meno incisiva di quel che mi aspettavo. La domanda è, zeit tu che sei aperto al passato e al futuro, che c'è di nuovo (e di bello) in questo Brahms? riesce ad essere avvincente come Chailly ci ha abituato? c'è aria di rivoluzione o una semplice limatina alla tradizione? Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione ...
pentatonico Inviato Ottobre 17, 2013 Segnalazione Condividi Inviato Ottobre 17, 2013 A pentatonico direi che secondo me -parere personale- è un po' fuorviante accostarsi a Brahms iniziando dalle danze ungheresi: sono opere che cercano l'effetto -com'è giusto che sia per delle orchestrazioni di danze popolari- ma tutt'altro che rappresentative della sua produzione. Nelle Danze forse non si vede molto il Brahms "strutturale" e "architettonico" che c'è nelle sinfonie e nella musica da camera. Ho capito. Grazie mille, farò come dici. Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione ...
superburp Inviato Ottobre 17, 2013 Segnalazione Condividi Inviato Ottobre 17, 2013 Burpo, un brahmsiano d'acciaio come te non può non apprezzare questo:Eccezionale!Su jpc c'è anche un trailer : http://www.jpc.de/jpcng/classic/detail/-/art/Johannes-Brahms-Symphonien-Nr-1-4/hnum/2719930 E' così bello? Vediamo se esce su spotify o youtube, così da buttarci un orecchio. Grazie per la dritta intanto . Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione ...
bwv1080 Inviato Ottobre 17, 2013 Segnalazione Condividi Inviato Ottobre 17, 2013 E' così bello? Vediamo se esce su spotify o youtube, così da buttarci un orecchio. Grazie per la dritta intanto .C'è già su deezer.com Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione ...
pentatonico Inviato Ottobre 21, 2013 Segnalazione Condividi Inviato Ottobre 21, 2013 Accanto all'integrale di Walter, che, a quanto ho letto, è l'interprete "storico" di Brahms, quali altre interpretazioni potrei procurarmi?Ho letto ottimi giudizi su Giulini (direttore, per altro, mi sembra, che riiceva sempre ottimi consensi!)...Di Giulini ho beccato due integrali: una in 3 cd della Emi con la Philharmonia, l'altra in 4 cd della DG con la Wiener. Qual è la migliore? ...sempre che appoggiate Giulini come alternativa a Walter!Oppure cerco solo la Quarta con Giulini (se c'è).Grazie. Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione ...
Rinaldino Inviato Ottobre 21, 2013 Segnalazione Condividi Inviato Ottobre 21, 2013 Accanto all'integrale di Walter, che, a quanto ho letto, è l'interprete "storico" di Brahms, quali altre interpretazioni potrei procurarmi?Ho letto ottimi giudizi su Giulini (direttore, per altro, mi sembra, che riiceva sempre ottimi consensi!)...Di Giulini ho beccato due integrali: una in 3 cd della Emi con la Philharmonia, l'altra in 4 cd della DG con la Wiener. Qual è la migliore? ...sempre che appoggiate Giulini come alternativa a Walter!Oppure cerco solo la Quarta con Giulini (se c'è).Grazie. Giulini-Wiener (volendo anche Giulini-Los Angeles Philharmonic, anche se non è un'integrale). Ti consiglierei, se ti piace Giulini come credo, di procurarti il boxino The art of Carlo Maria Giulini, economico e strapieno di gioielli (compresa l'integrale Brahms-Wiener)! Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione ...
superburp Inviato Ottobre 22, 2013 Segnalazione Condividi Inviato Ottobre 22, 2013 Accanto all'integrale di Walter, che, a quanto ho letto, è l'interprete "storico" di Brahms, quali altre interpretazioni potrei procurarmi? Ho letto ottimi giudizi su Giulini (direttore, per altro, mi sembra, che riiceva sempre ottimi consensi!)... Di Giulini ho beccato due integrali: una in 3 cd della Emi con la Philharmonia, l'altra in 4 cd della DG con la Wiener. Qual è la migliore? ...sempre che appoggiate Giulini come alternativa a Walter! Oppure cerco solo la Quarta con Giulini (se c'è). Grazie. A me il Brahms di Walter non piace molto. Giulini, per quanto lo conosco, lo vedo meglio (o almeno più vicino ai miei gusti). Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione ...
pentatonico Inviato Ottobre 22, 2013 Segnalazione Condividi Inviato Ottobre 22, 2013 A me il Brahms di Walter non piace molto. Giulini, per quanto lo conosco, lo vedo meglio (o almeno più vicino ai miei gusti). Perché non ti piace Walter? Perché preferisci Giulini? Chi è secondo te il miglior interprete... e perché? Ti ringrazio. Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione ...
superburp Inviato Ottobre 22, 2013 Segnalazione Condividi Inviato Ottobre 22, 2013 Perché non ti piace Walter? Perché preferisci Giulini? Chi è secondo te il miglior interprete... e perché? Ti ringrazio. Walter è più elegante e meno energico e a me Brahms piace energico. Le sinfonie le ho dirette da Furtwängler. Dico che Giulini a naso mi piacerebbe più di Walter perchè aveva un modo "poderoso" di fare musica, per certi versi analogo a Furtwängler. Ma un altro direttore di cui ho sentito belle cose alla radio è Abbado. Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione ...
pentatonico Inviato Ottobre 22, 2013 Segnalazione Condividi Inviato Ottobre 22, 2013 Mi sa che mi sto facendo un'idea sbagliata di Giulini (pensavo fosse molto elegante e poco energico). Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione ...
giobar Inviato Ottobre 22, 2013 Segnalazione Condividi Inviato Ottobre 22, 2013 Accanto all'integrale di Walter, che, a quanto ho letto, è l'interprete "storico" di Brahms, quali altre interpretazioni potrei procurarmi? Ho letto ottimi giudizi su Giulini (direttore, per altro, mi sembra, che riiceva sempre ottimi consensi!)... Di Giulini ho beccato due integrali: una in 3 cd della Emi con la Philharmonia, l'altra in 4 cd della DG con la Wiener. Qual è la migliore? ...sempre che appoggiate Giulini come alternativa a Walter! Oppure cerco solo la Quarta con Giulini (se c'è). Grazie. Al di là dei gusti, Walter ha sempre ricevuto consensi critici molto positivi e per moltissimi è interprete di elezione di Brahms. Per quello che può valere, lo è anche per me.Giulini va benissimo in entrambe le integrali, ma anche Karajan, Szell, Klemperer e Abbado. Sono tutti interpreti eccelsi delle sinfonie ed è veramente soltanto questione di gusti. Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione ...
Ives Inviato Ottobre 23, 2013 Segnalazione Condividi Inviato Ottobre 23, 2013 in questo Brahms? riesce ad essere avvincente come Chailly ci ha abituato? c'è aria di rivoluzione o una semplice limatina alla tradizione? Sentito Chailly/Brahms/Decca su spotify. Mi è parso un Brahms acceso e vitale, molto dettagliato, fluido, direi di fulgida lucentezza. Massima chiarezza nella forma, presenza viva e costante di tutte le sezioni dell’orchestra, nonché incisività del discorso musicale, direi che costituiscono la ragione principale dell’indagine di Chailly, il quale, anche scegliendo tempi talvolta molto serrati, obbedisce ad un proprio personale, ossessivo e modernissimo bisogno di sintesi (da segnalare l’utilizzo sapiente della dinamica nel terzo movimento della Terza). Insomma, non c'è traccia di quel fraseggio eccessivamente allargato ed enfatico tipico della tradizione interpretativa tardoromantica, che, secondo me, mal si concilia con il bisogno di leggerezza e morbidezza di suono che le sinfonie di Brahms esigono. Io continuo a ritenere l'integrale di Abbado (DGG) eccellente, ai vertici della discografia, ma gradisco pure, con orchestre americane, Levine/Chicago (RCA, ma il suono è un pò "ovattato") e pure quella di Dohnányi/Cleveland (Teldec, iper-dettagliata e che costa nulla). Se vuoi fare il "rivoluzionario" c'è sempre Gardiner (SDG), direi da sentire, nel bene o nel male, dipende dai punti di vista. Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione ...
Guest zeitnote Inviato Ottobre 23, 2013 Segnalazione Condividi Inviato Ottobre 23, 2013 Sentito Chailly/Brahms/Decca su spotify. Mi è parso un Brahms acceso e vitale, molto dettagliato, fluido, direi di fulgida lucentezza. Massima chiarezza nella forma, presenza viva e costante di tutte le sezioni dell’orchestra, nonché incisività del discorso musicale, direi che costituiscono la ragione principale dell’indagine di Chailly, il quale, anche scegliendo tempi talvolta molto serrati, obbedisce ad un proprio personale, ossessivo e modernissimo bisogno di sintesi (da segnalare l’utilizzo sapiente della dinamica nel terzo movimento della Terza). Insomma, non c'è traccia di quel fraseggio eccessivamente allargato ed enfatico tipico della tradizione interpretativa tardoromantica, che, secondo me, mal si concilia con il bisogno di leggerezza e morbidezza di suono che le sinfonie di Brahms esigono. Io continuo a ritenere l'integrale di Abbado (DGG) eccellente, ai vertici della discografia, ma gradisco pure, con orchestre americane, Levine/Chicago (RCA, ma il suono è un pò "ovattato") e pure quella di Dohnányi/Cleveland (Teldec, iper-dettagliata e che costa nulla). Se vuoi fare il "rivoluzionario" c'è sempre Gardiner (SDG), direi da sentire, nel bene o nel male, dipende dai punti di vista. Concordo con la tua analisi su Chailly/Brahms/Decca Ives. Da segnalare, ma questo su Spotify emerge meno, la spettacolare presa del suono. Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione ...
pentatonico Inviato Ottobre 23, 2013 Segnalazione Condividi Inviato Ottobre 23, 2013 Secondo voi questo:http://www.arkivmusic.com/classical/album.jsp?album_id=565499riunisce i 4 dischi singoli della DG?O sono registrazioni diverse? Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione ...
Majaniello Inviato Ottobre 23, 2013 Segnalazione Condividi Inviato Ottobre 23, 2013 Sentito Chailly/Brahms/Decca su spotify. Mi è parso un Brahms acceso e vitale, molto dettagliato, fluido, direi di fulgida lucentezza. Massima chiarezza nella forma, presenza viva e costante di tutte le sezioni dell’orchestra, nonché incisività del discorso musicale, direi che costituiscono la ragione principale dell’indagine di Chailly, il quale, anche scegliendo tempi talvolta molto serrati, obbedisce ad un proprio personale, ossessivo e modernissimo bisogno di sintesi (da segnalare l’utilizzo sapiente della dinamica nel terzo movimento della Terza). Insomma, non c'è traccia di quel fraseggio eccessivamente allargato ed enfatico tipico della tradizione interpretativa tardoromantica, che, secondo me, mal si concilia con il bisogno di leggerezza e morbidezza di suono che le sinfonie di Brahms esigono. Io continuo a ritenere l'integrale di Abbado (DGG) eccellente, ai vertici della discografia, ma gradisco pure, con orchestre americane, Levine/Chicago (RCA, ma il suono è un pò "ovattato") e pure quella di Dohnányi/Cleveland (Teldec, iper-dettagliata e che costa nulla). Se vuoi fare il "rivoluzionario" c'è sempre Gardiner (SDG), direi da sentire, nel bene o nel male, dipende dai punti di vista. grazie Ives... mmm Gardiner l'ho ascoltato in Schumann e non mi ha convinto, anche se il suo Mendelssohn è molto bello... prima o poi proverò Harnoncourt, che potrebbe rivelarsi più adatto (ma forse troppo "pesante"?!). I concerti per piano diretti da lui mi piacciono molto. Chailly tendenzialmente è un direttore che è nelle mie corde, e il fatto che l'integrale sia recente (e quindi faccia tesoro dei princìpi dell'interpretazione contemporanea pur essendo "tradizionale") gioca a favore. Lo proverò su spotify appena ripristino il pc "grande", chissà mi fa piacere Brahms. Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione ...
superburp Inviato Ottobre 23, 2013 Segnalazione Condividi Inviato Ottobre 23, 2013 Secondo voi questo: http://www.arkivmusic.com/classical/album.jsp?album_id=565499 riunisce i 4 dischi singoli della DG? O sono registrazioni diverse? Credo siano gli stessi. La Newton, come la Brilliant, ripubblica registrazione famose di proprietà delle etichette più importanti. Io ho i quartetti di Bartok fatti dal Q. Hagen (se non sbaglio è un'altra registrazione DG). Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione ...
pentatonico Inviato Ottobre 23, 2013 Segnalazione Condividi Inviato Ottobre 23, 2013 Credo siano gli stessi. La Newton, come la Brilliant, ripubblica registrazione famose di proprietà delle etichette più importanti. Io ho i quartetti di Bartok fatti dal Q. Hagen (se non sbaglio è un'altra registrazione DG). Grazie mille. Perché l'integrale della DG non l'ho trovato (ho trovato solo le 4 sinfonie sfuse). Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione ...
Rinaldino Inviato Ottobre 23, 2013 Segnalazione Condividi Inviato Ottobre 23, 2013 Grazie mille. Perché l'integrale della DG non l'ho trovato (ho trovato solo le 4 sinfonie sfuse). Ecco qua! Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione ...
faber_57 Inviato Ottobre 23, 2013 Segnalazione Condividi Inviato Ottobre 23, 2013 Al di là dei gusti, Walter ha sempre ricevuto consensi critici molto positivi e per moltissimi è interprete di elezione di Brahms. Per quello che può valere, lo è anche per me.Giulini va benissimo in entrambe le integrali, ma anche Karajan, Szell, Klemperer e Abbado. Sono tutti interpreti eccelsi delle sinfonie ed è veramente soltanto questione di gusti. Aggiungerei alla schiera degli eletti anche Wand: ho da poco acquistato la sua integrale e, tra le tante perle preziosissime, Brahms splende di una luce particolare... Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione ...
pentatonico Inviato Ottobre 23, 2013 Segnalazione Condividi Inviato Ottobre 23, 2013 Ecco qua! Oh già! Sicuramente questa: http://www.amazon.it/Brahms-Symphonies-Carlo-Maria-Giulini/dp/B000AA7DOG/ref=sr_1_47?ie=UTF8&qid=1382556271&sr=8-47&keywords=brahms+giulini è uguale ma per il mercato giapponese. Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione ...
Majaniello Inviato Dicembre 20, 2013 Segnalazione Condividi Inviato Dicembre 20, 2013 Mi sembra giusto proseguire qui la carrellata di mie umili impressioni sulle varie interpretazioni della prima sinfonia di Brahms. Abbiamo i thread dedicati, usiamoli no? così evito anche di "intasare" la discussione sugli ascolti. Per chi avrà voglia di leggere, ci possiamo confrontare in questo spazio. Nel frattempo posto i link alle "puntate precedenti" con un breve sommario:Harnoncourt - Gardiner Harnoncourt propone un Brahms che vorrebbe essere riflessivo e filosofico, di una profondità ieratica. Non riesce tuttavia a spogliarsi di una certa pesantezza, cura molto i dettagli ma trascura il disegno complessivo. Ne esce un ricamo minuzioso ma sfilacciato. Gardiner ha svariati momenti perfettibili, ma il suo Brahms "rivoluzionario" è appassionato e caldo, getta le mani nella terra, nelle riminiscenze antiche popolari e colte (non solo Beethoven ma anche Bach e Mozart), colorandosi al contempo di una stupefacente varietà emozionale.Abbado (Berliner) - Abbado (Wiener) Abbado realizza coi Wiener una lettura rivoluzionaria, abbattendo la dimensione eroico-titanica in favore di una visione intima, quasi psicologica della musica, che si anima di tormento interiore insinuante e celato. Purtroppo cede sotto il peso dei Berliner, che fagocitano parte della sua lettura aggiungendovi la loro dose di tradizionale e maestosa veemenza. Ne esce una lettura buona ma fondamentalmente irrisolta, in bilico tra grandeur e desiderio di raccoglimento.Wand - Maag Wand è, tra i direttori tedeschi, il più equilibrato, ossequioso, "filologico" diremmo. La sua lettura è nitida e precisa, i suoi tempi sono pertinenti, le parti ben concertate. Si fatica però a ravvisare qualcosa di più. Maag propone invece, con la stessa sobrietà, un Brahms "domestico" ma non privo di slancio, capace di variare con assoluta pertinenza il suono laddove è richiesta dolcezza piuttosto che scabrosità. I fraseggi cantabili e i dialoghi fra gli strumenti fanno pensare ad una visione teatrale del quotidiano.Munch - Celibidache (1952) Tesissime le due letture dei nostri. Munch presenta un Brahms nevrotico, fatto di archi sottili e taglienti che fendono gli strati gorgoglianti dei fiati, come pensieri che affettano le diverse sovrapposizioni della coscienza. La lettura di Celibidache è al pari "dissociata" ma in maniera più straziante e dicotomica, laddove viene continuamente accentuato il divario tra i momenti decisamente affannosi e smarriti e i momenti di tenero e rassicurante abbandono. Invidiabile in entrambi, nonostante l'andamento tumultuoso, la trasparenza della fitta trama della scrittura brahmsiana.Sawallisch - Haitink I due maestri condividono lo stesso difetto, quello di voler far parte di una generazione rivoluzionaria (quella nata intorno agli anni '30 degli Abbado e dei Kleiber) ma di fatto avere la testa e il cuore ben piantato nella tradizione. Ne risultano due visioni che nella forma acquistano la trasparenza e la sobrietà propria di quella generazione, ma nel contenuto rimandano a visioni della musica brahmsiana appartenenti alla tradizione, che già Klemperer e Walter avevano esplorato in maniera assai più convincente (benchè più estrema). Su Dausgaard - Fischer vorrei tornare per affrontare un discorso più ampio, così come meritano più attenzione Levine, Chailly, Rattle, Cantelli appena citati... più quelli che verranno, ovviamente. Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione ...
Majaniello Inviato Dicembre 22, 2013 Segnalazione Condividi Inviato Dicembre 22, 2013 L'idea di un Brahms sinfonico "da camera", a pensarci, non è così astrusa. Non solo perchè la scrittura brahmsiana è fondamentalmente a parti distinte (perdonate non so come si dice in gergo tecnico), insomma è una scrittura fittamente e finemente contrappuntata (Brahms è profondo e autentico conoscitore della tradizione tedesca barocca e classica, e la maneggia con abilità), ma pure perchè, a ben guardare, è proprio lui il primo che, volontariamente o no, si contrappone al concetto di wagnerismo e di orchestra wagneriana. Dico una cosa scontata se sottolineo la distanza (e anche l'intolleranza) che intercorreva tra i protagonisti della nostra vicenda, ma questo attiene più alla storiografia del pettegolezzo, quel che ci interessa è come questa distanza si traduce poi in una profonda differenza stilistica. Ben prima di Mahler e Strauss, che già propongono modelli alternativi a quello che sembrava essere il massimo dei massimi raggiungibile in fatto di trattamento dell'orchestra, Brahms attira le attenzioni di Schoenberg (un altro tedesco che ridurrà l'orchestra "a brandelli", in senso metaforico), fors'anche per la sua caratteristica "cameristica". Lo stesso Schoenberg dedicherà parte del suo prezioso tempo nella trascrizione per orchestra del primo quartetto con piano, il cui risultato è assolutamente convincente e vicino alla scrittura sinfonica brahmsiana. Forse non è una prova definitiva, ma quantomeno quel che ne vien fuori dimostra la versatilità e l'intercambiabilità di tale modello di scrittura, quasichè Brahms concepisse tutte le sue opere in forma di parti dialoganti, in senso orizzontale e verticale (anche nel forum spesso si è ricordato come la musica cameristica brahmsiana sia tra i vertici di questo genere, almeno nell'800). La premessa è doverosa per giustificare quella che apparentemente potrebbe apparire una follia, o la solita operazione pretenziosa di qualche hipster esaltato, ovvero suonare Brahms con un organico ridotto. Aldilà degli studi storici, epistolari e quant'altro, che ci interessano relativamente, l'opportunità di ascoltare Brahms in questa veste quindi ha prima di tutto ragioni di carattere musicale. Intendiamoci, parliamo non della verità, ma di un'opzione interpretativa come un'altra che, date le premesse, potrebbe però rivelarsi sorprendentemente convincente. Le registrazioni che ho scelto sono: La tenzone è abbastanza singolare, due direttore più o meno della stessa generazione, non più giovanissimi, che si cimentano in piena maturità con una sfida tutt'altro che dal sapore "conservatore". Tantopiù che parliamo di direttori che, nella loro epoca d'oro, erano associati a ben altro repertorio (Janacek per Mackerras e Sibelius per Berglund, per citare due autori). Vediamo nel dettaglio cosa combinano. Il suono di Mackerras è terso ma molto compatto, gli archi della Scottish, pur essendo in numero minore rispetto al solito, hanno un suono solido, molto liscio corposo (in relazione al loro numero), il vibrato è ridotto ma nient'affatto assente. L'introduzione è al solito appassionata e più dettagliata del solito, ma non mostra sostanziali novità. Dopo il "gong" del timpano si parte più o meno a rotta di collo. Il tempo non è serratissimo, ma i fraseggi sono tesi e il fuoco è subito vivo. Il momento centrale è abbastanza anonimo, prima che gli archi riprendano i loro affondi, sempre con grande precisione. C'è però qualcosa che manca in questo primo tempo, la sensazione anche quì che si perda il senso di un discorso. Forse l'errore di Mackerras è proprio puntare su un grado di tensione costante, differenziando molto i piani sonori e poco la dinamica e il carattere in una scrittura che, nella rielaborazione continua dei suoi temi, risulta così ripetitiva. Ho letto da alcune parti commenti di appassionati che sostengono che la prima è forse la più debole del suo ciclo, non stento a crederci, è la sinfonia più complessa per questo tipo d'approccio e forse la più complessa per il carattere di questo direttore. Il Mackerras maturo si è dimostrato essere campione di "brillantezza" in Haydn, Mozart, Mendelssohn (stupenda l'Italiana con l'AOE) e nel Beethoven più spigliato e frizzante (4,7,8 e sinfonie giovanili). Per assurdo se il presunto "grigiore" di Sawallisch (sul quale immagino si farà ironia per i prossimi 200 anni) poteva essere un limite (solo dal mio punto di vista, è chiaro), lo è anche la naturale "brillantezza" di Mackerras, che probabilmente non riesce a trovare la quadra con questo tipo di musica, rifugiandosi così in un generico sentimento "sturm". Ne è prova che gli ultimi movimenti sono i più riusciti, specie l'allegretto, che da intermezzo pastorale si trasforma in vero e proprio "scherzo", e specie ad un terzo del suo svolgimento, in un vero e proprio tripudio di buffe imprevedibilità neo-haydniane (mai così accentuate), dimostrando che anche Brahms poteva avere un lato ironico, anche in un pezzo dall'avvio così imponente e greve.E quindi se prima ero in disaccordo con zeit, ora lo sono con Ives quando si dice l'indipendenza di giudizio... Cosa combina Berglund? Fin da subito colpisce la differenza di suono di questa Chamber Orch. of Europe, dagli archi più sottili e leggermente aspri, diciamo più propriamente cameristici. Berglund parte più elusivo, con un fraseggio più vario e misterioso, sospeso, che lascia presagire qualcosa, ma in realtà non lascia intendere nulla. Lo scoppio dell'allegro è quindi più sorprendente, e Berglund sceglie un approccio parimenti rapido ma più musicale, soprattutto nella dinamica insolitamente contenuta. Gli archi, è vero, sono meno incisivi che nella versione di Mackerras, ma questa scelta stilistica permette a Berglund di "risparmiarsi" nell'esposizione per creare un range più ampio su cui lavorare, specie sui crescendo, con la possibilità di darci dentro con maggior impeto nella riesposizione, realizzando così una maggiore varietà del discorso musicale che risulta così più d'impatto. Il tempo nell'intermezzo centrale è tenuto serrato, perchè Berglund è comunque capace (forte della sua esperienza sibeliana) di lavorare sui timbri, specie dei fiati, operazione che con un organico ridotto assume un'evidenza ed un'importanza ancora maggiore. Più che affannoso, il ritmo è sospinto da continui afflati, come dei sospiri che, a seconda di come la si vuol vedere, fanno pensare alle folate tra i picchi delle gelide montagne in copertina, o ad un'inquietudine interiore che più che disperata sembra permeata da una accorata malinconia.Per me un'incisione misconosciuta moderna e poetica da non sottovalutare, sempre per chi ha voglia di provare un approccio inedito alla musica del tedesco. Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione ...
bwv1080 Inviato Dicembre 22, 2013 Segnalazione Condividi Inviato Dicembre 22, 2013 L'idea di un Brahms sinfonico "da camera", a pensarci, non è così astrusa. Non solo perchè la scrittura brahmsiana è fondamentalmente a parti distinte (perdonate non so come si dice in gergo tecnico), insomma è una scrittura fittamente e finemente contrappuntata (Brahms è profondo e autentico conoscitore della tradizione tedesca barocca e classica, e la maneggia con abilità), ma pure perchè, a ben guardare, è proprio lui il primo che, volontariamente o no, si contrappone al concetto di wagnerismo e di orchestra wagneriana. Dico una cosa scontata se sottolineo la distanza (e anche l'intolleranza) che intercorreva tra i protagonisti della nostra vicenda, ma questo attiene più alla storiografia del pettegolezzo, quel che ci interessa è come questa distanza si traduce poi in una profonda differenza stilistica. Ben prima di Mahler e Strauss, che già propongono modelli alternativi a quello che sembrava essere il massimo dei massimi raggiungibile in fatto di trattamento dell'orchestra, Brahms attira le attenzioni di Schoenberg (un altro tedesco che ridurrà l'orchestra "a brandelli", in senso metaforico), fors'anche per la sua caratteristica "cameristica". Lo stesso Schoenberg dedicherà parte del suo prezioso tempo nella trascrizione per orchestra del primo quartetto con piano, il cui risultato è assolutamente convincente e vicino alla scrittura sinfonica brahmsiana. Forse non è una prova definitiva, ma quantomeno quel che ne vien fuori dimostra la versatilità e l'intercambiabilità di tale modello di scrittura, quasichè Brahms concepisse tutte le sue opere in forma di parti dialoganti, in senso orizzontale e verticale (anche nel forum spesso si è ricordato come la musica cameristica brahmsiana sia tra i vertici di questo genere, almeno nell'800).Interessante. Avevo già letto da qualche parte che la musica sinfonica di Brahms avesse connotati "cameristici". Non solo, ma sarebbe vero -secondo quello che avevo letto- anche il viceversa: la sua musica cameristica avrebbe tratti "orchestrali" (veniva fatto l'esempio dei trèmoli -effetto "orchestrale"- del violoncello presenti in una delle due Sonate per cello e piano)... Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione ...
Majaniello Inviato Dicembre 23, 2013 Segnalazione Condividi Inviato Dicembre 23, 2013 Interessante. Avevo già letto da qualche parte che la musica sinfonica di Brahms avesse connotati "cameristici". Non solo, ma sarebbe vero -secondo quello che avevo letto- anche il viceversa: la sua musica cameristica avrebbe tratti "orchestrali" (veniva fatto l'esempio dei trèmoli -effetto "orchestrale"- del violoncello presenti in una delle due Sonate per cello e piano)... Prendile come mie considerazioni, magari qualcuno più esperto di storia della musica (o qualche diplomato/studente al conservatorio) saprebbe contribuire con qualche informazione più documentata... Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione ...
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