Guest Stefano Conti Posted February 17, 2007 Report Share Posted February 17, 2007 Cari tutti,ho vouluto aprire questo topic perché, quando ho iniziato a suonare il flauto io, intorno agli anni '70, presso una scuola di musica privata (ero un fanciulletto) Gazzelloni era il flautista più famoso in Italia. Grande esecutore di musica contemporanea, proveniva dalla scuola di Arrigo Tassinari che, come testimonia Lazzari, era un deciso avversario della scuola francese. Quando, per la prima volta ho ascoltato Rampal, mi sono subito accorto delle grandi differenze di suono: scuro e profondo in Gazzelloni (responsabile anche il flauto: un Johannes hammig d'oro a 14 carati), chiaro e molto flessibile in Rampal (flauti L. Lot a 19 carati e successivamente un Haynes a 14). I flautisti si divisero allora tra Gazzellonisti e Rampallisti; Gazzelloni, come riferisce il figlio Armando in un intervista, parla molto bene di Nicolet e, tra i due, vi sono, certamente delle analogie. A prescindere dal flauto, all'ascolto quali sono, secondo voi le differenze di imboccatura di questi due grandi flautisti tali da produrre suoni così diversi?A mio avviso, la ricerca di Gazzelloni era volta ad un suono estremamente pulito e che privileggiasse le fondamentali piuttosto che le armoniche e il suono, sostenuto dal diaframma, era prodotto con ridotti movimenti di labbro. In Rampal e la scuola francese, invece, i movimenti del labbro sono ben più importanti fino ad assumere, in certe emissioni la forma ad U. Il suono "filato" di Rampal é un attento uso delle labbra, quello di Gazzelloni, invece, della respirazione. Sottopongo queste discutibili osservazioni a voi tutti per un confronto. Grazie. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
fgpx78 Posted February 19, 2007 Report Share Posted February 19, 2007 Mi pare fra l'altro che Rampal tendesse a suonare nell'imboccatura con un foro fra le labbra leggermente laterale (non centrato). Credo le seppur minime differenze nei flussi d'aria nella nostra cassa-armonica-bocca-gola possano aver caratterizzato il suono dei due, come fra l'altro succede a mio parere fra tutti i flautisti.Ma in generale credo che la principale differenza stia nella diversa scuola di appartenenza.Poi non so, a mio parere come carattere i due si somigliano molto in tante esecuzioni....GazzelloniRampal Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
alby Posted February 19, 2007 Report Share Posted February 19, 2007 Forse Gazzelloni è riuscito a sviluppare più sonorità rispetto a Rampal, ovviamente ne parlo per quanto ne so e per quanto ho potuto notare ascoltando le interpretazioni dei due grandissimi flautisti citati Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Guavaira Posted February 19, 2007 Report Share Posted February 19, 2007 Ehm...per fortuna Fg ha postato le foto di entrambi.Come potete notare hanno entrambi la tipica impostazione a sorriso, che porta a trovare un suono molto chiaro, cristallino, ma ha la sfortuna di portare a "stonare" (le acute con quella impostazione tendono a crescere e le gravi a calare).Ma stiamo parlando anche di 50 anni fa. Una capacità come quella di Rampal di fare nuances credo che a quell'epoca fosse più unica che rara*. Stefano scusa, ma non capisco questa tua osservazione:Il suono "filato" di Rampal é un attento uso delle labbra, quello di Gazzelloni, invece, della respirazione.in base a cosa sostieni tale tesi? Intendi che Rampal gestisce il tutto solo con le labbra mentre Gazzelloni tende a fissare l'imboccatura e a gestire col diaframma? Davvero non capisco. La capacità di Rampal di gestire l'aria e creare volume è veramente straordinaria, soprattutto con un'impostazione del genere che limita tanto - certo, in questo modo mi sono sbilanciata a favore di Rampal... - ma da come scrivi sembra che Gazzelloni faccia le dinamiche togliendo o mettendo aria, mentre Rampal con le labbra. E non mi sembra che sia così...Potresti darmi delucidazioni? * da Galway in poi un'impostazione di quel tipo non è più ammessa oramai, anche se è molto diffusa - ohimè - perchè porta a stonare! Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Guest Stefano Conti Posted February 19, 2007 Report Share Posted February 19, 2007 Ehm...per fortuna Fg ha postato le foto di entrambi.Come potete notare hanno entrambi la tipica impostazione a sorriso, che porta a trovare un suono molto chiaro, cristallino, ma ha la sfortuna di portare a "stonare" (le acute con quella impostazione tendono a crescere e le gravi a calare).Su questo punto, Guavy, non mi trovi d'accordo. Che Gazzelloni abbia un'impostazione a sorriso é vero si vede in questa foto come in altre ma che Rampal abbia la stessa, proprio non mi sembra tant'é vero che, se si ascoltano le registrazioni di Rampal, il difetto mi sembra opposto: cala nelle acute (ad esempio in Mercadante Re maggiore o in Mozart diretto da Mehta). La famosa cantabilità di rampal é, a mio avviso, dovuta proprio alla flessibilità delle labbra che possono assumere le più svariate forme. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Guest Stefano Conti Posted February 19, 2007 Report Share Posted February 19, 2007 Intendi che Rampal gestisce il tutto solo con le labbra mentre Gazzelloni tende a fissare l'imboccatura e a gestire col diaframma? No, non gestisce tutto con le labbra ma certo anche con l'aria ma mi sembra che il cosiddetto "sostegno" sia più curato dal nostro Gazzelloni.Poi, volevo dire che tra i motivi che mi hanno indotto a scrivere un topic come questo c'é il tentativo di capire in cosa consisteva la cosiddetta scuola italiana del flauto perché, se flautisti come Bignardelli, Petrucci e qualcun altro, paladini di questa scuola, si sono precipitati a riscoprire metodi, esercizi, studi, pezzi da salotto, ben poco si sa circa l'ideale sonoro di tale scuola. Si può pensare che fino a Gazzelloni l'imboccatura del flauto in Italia fosse 'tesa' come quella tedesca o inglese di fine ottocento (vedi Bennett che ancora predica il sorriso) e che poi, con il diffondersi della scuola francese si sia maggiormente diffusa quella 'distesa'? E quali sono i pregi e i difetti di entrambi i modi? Gazzelloni aveva una tavolozza di colori straordinaria, basta sentire Density o Gymel di Castiglioni il suo suono a mio avviso, non tendeva alla chiarezza ma qui sto sull'opinabile perché bisognerebbe sapere anche come rispondeva il suo Hammig a 14 kt. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
compositore1980 Posted February 19, 2007 Report Share Posted February 19, 2007 approfitto del topic per ricordare che Gazzelloni fu il dedicatario di un infinita' di composizioni per flauto da parte di autori noti e meno noti...so che anche Schostakovich poco prima di morire stava prendedo accordicon Gazzelloni per scrivergli un pezzo.ps. conoscete Onyreves di Maderna? avete mai provato a leggere il titolo al contrario? Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Guest Stefano Conti Posted February 19, 2007 Report Share Posted February 19, 2007 * da Galway in poi un'impostazione di quel tipo non è più ammessa oramai, anche se è molto diffusa - ohimè - perchè porta a stonare!Eppure ripeto Bennett predica il sorriso eppure é intonatissimo. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Guavaira Posted February 19, 2007 Report Share Posted February 19, 2007 si ascoltano le registrazioni di Rampal, il difetto mi sembra opposto: cala nelle acute (ad esempio in Mercadante Re maggiore o in Mozart diretto da Mehta).Su questo Stefano non mi trovi d'accordo ( )Rampal suonava direzionando le gravi verso il basso e le acute verso l'alto (tipico di quella scuola e di quel periodo) e ciò non può che portare a crescere le ultime e calare le prime. Ovviamente tutto questo si ribaltava nei piani, dove il concetto di gestire l'intonazione con l'apertura o chiusura delle labbra manco esisteva. E' quindi ovvio che nelle sonorità più deboli tenda a calare anche nelle acute.Eppure ripeto Bennett predica il sorriso eppure é intonatissimo.Bennet non predica proprio il "sorriso", ma un'impostazione a labbra ben distese ma mai tirate (come dici tu a "U") e foro più piatto invece che rotondo. Per questo che è intonatissimo PS: ma cavolo Stefano! Fai 80mila post per una risposta e quando uno ti risponde deve modificare tutto Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Guest Stefano Conti Posted February 19, 2007 Report Share Posted February 19, 2007 approfitto del topic per ricordare che Gazzelloni fu il dedicatario di un infinita' di composizioni per flauto da parte di autori noti e meno noti...so che anche Schostakovich poco prima di morire stava prendedo accordicon Gazzelloni per scrivergli un pezzo.ps. conoscete Onyreves di Maderna? avete mai provato a leggere il titolo al contrario? Certo e come non ricordare il rapporto proprio con maderna, con Darmstadt.... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Guavaira Posted February 19, 2007 Report Share Posted February 19, 2007 approfitto del topic per ricordare che Gazzelloni fu il dedicatario di un infinita' di composizioni per flauto da parte di autori noti e meno noti...so che anche Schostakovich poco prima di morire stava prendedo accordicon Gazzelloni per scrivergli un pezzo.ps. conoscete Onyreves di Maderna? avete mai provato a leggere il titolo al contrario? Grazie Compositore1980 Meno male che ci sei tu a impartire a noi poveri strumentisti queste lezioni di storia del flauto... 'a compositò...e annamo su... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Guest Stefano Conti Posted February 19, 2007 Report Share Posted February 19, 2007 Su questo Stefano non mi trovi d'accordo ( )Rampal suonava direzionando le gravi verso il basso e le acute verso l'alto (tipico di quella scuola e di quel periodo) e ciò non può che portare a crescere le ultime e calare le prime. Ovviamente tutto questo si ribaltava nei piani, dove il concetto di gestire l'intonazione con l'apertura o chiusura delle labbra manco esisteva. E' quindi ovvio che nelle sonorità più deboli tenda a calare anche nelle acute.PS: ma cavolo Stefano! Fai 80mila post per una risposta e quando uno ti risponde deve modificare tutto Guavy non sono d'accordo nemmeno io con quello che dici!! Anche galway nel suo libro 'Flute' sostiene che per le note gravi l'aria va direzionata verso il basso e per le acute verso l'alto eppure la sua intonazione é perfetta; il concetto di gestire l'intonazione con l'apertura e chiusura delle labbra esisteva e come, ne parla Jaunet. PS ogni tanto, con i post il pc fa lo strano!!! Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
compositore1980 Posted February 19, 2007 Report Share Posted February 19, 2007 Grazie Compositore1980 Meno male che ci sei tu a impartire a noi poveri strumentisti queste lezioni di storia del flauto... 'a compositò...e annamo su... volevo solo omaggiare una figura importante del 900..(che insieme a Holliger per l'oboe),che oltre ad essere stato un grande strumenista ha contribuitoalla diffusione e alla produzione di musica "contemporanea"(anche se non credo tutta dello stesso livello qualitativo) Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Guest Stefano Conti Posted February 19, 2007 Report Share Posted February 19, 2007 Bennet non predica proprio il "sorriso", ma un'impostazione a labbra ben distese ma mai tirate (come dici tu a "U") e foro più piatto invece che rotondo. Per questo che è intonatissimo Vuol dire che ha cambiato modo di suonare perché in una masterclass al castello di belveglio da M. Kessik lo predicava e come e noi tutti ci trovavamo in difficoltà. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
turnaround Posted February 19, 2007 Report Share Posted February 19, 2007 Grazie Compositore1980 Meno male che ci sei tu a impartire a noi poveri strumentisti queste lezioni di storia del flauto... 'a compositò...e annamo su... Scusate se intervengo ma, di Finazzi che mi dite? Rispetto a Gazzelloni? Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Flaux Posted February 20, 2007 Report Share Posted February 20, 2007 Rampal suonava direzionando le gravi verso il basso e le acute verso l'alto (tipico di quella scuola e di quel periodo) e ciò non può che portare a crescere le ultime e calare le prime. anche a me viene insegnato tutt'oggi così.... Le gravi verso il basso e le acute verso l'alto! Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
fgpx78 Posted February 20, 2007 Report Share Posted February 20, 2007 Oddio....some sono ignorante.In ogni caso Flaux anche a me avevano insegnato così...ed avevo così tanti problemi di intonazione che non ti dico! Ora invece le cose stanno migliorando... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
dezmo Posted February 20, 2007 Report Share Posted February 20, 2007 ciao a tutti!mi chiamo alberto romano, sono di osimo in provincia di ancona...io ho avuto la fortuna di studiare per tre anni (dal 2003 al 2006) ogni estate in Svizzera da James Galway come effettivo...volevo far notare a tutti come il 90% del suono dipenda quasi esclusivamente dalla respirazione!infatti i movimenti delle labbra non sono che un "riflesso" di quello che sta facendo la nostra colonna d'aria!quindi credo che discutere a lungo su come flautisti del calibro di gazzelloni e rampal tenessero le labbra, sia oltremodo fuorviante!Vi posso assicurare che ho fatto provare a galway il mio modesto flauto muramatsu d'argento AD e il SUO suono è sempre lo stesso...quello che ho avvertito è che la qualità di armonici non era quella che ha quando suona con i suoi costosissimi flauti!!! Un consiglio da amico: ricordatevi sempre di curare la respirazione!!!!Ciao a tutti, visitate www.chitaulos.com! Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
hyperdoll Posted February 20, 2007 Report Share Posted February 20, 2007 Oddio ... a me viene detto esattamente il contrario e non devo nemmeno pensare di muovere le labbra!Non solo devo direzionare l'aria verso il basso ma paradosslamente per suonare le acute prendere il suono piu dal fondo.Quando faccio le scale mi viene impedito di "salire" perche pur sembrando la via piu facile il suono che ne esce non è pieno, devo fare esattamente il contrario, piu salgo con le note piu devo scavare!Mamma mia che confusione, con tutte queste "scuole" non ci capisco nulla. C'è un'anima pia che abbia voglia di farci un piccolo prospetto/tabella anche sintetica? anche a me viene insegnato tutt'oggi così.... Le gravi verso il basso e le acute verso l'alto! Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
fgpx78 Posted February 20, 2007 Report Share Posted February 20, 2007 Tu pensa a seguire l'insegnante e basta Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Guest Stefano Conti Posted February 20, 2007 Report Share Posted February 20, 2007 ciao a tutti!volevo far notare a tutti come il 90% del suono dipenda quasi esclusivamente dalla respirazione!infatti i movimenti delle labbra non sono che un "riflesso" di quello che sta facendo la nostra colonna d'aria!quindi credo che discutere a lungo su come flautisti del calibro di gazzelloni e rampal tenessero le labbra, sia oltremodo fuorviante!visitate www.chitaulos.com! quando parli della respirazione mi trovi pefettamente d'accordo, anche io, per i due anni che ho studiato con Adorjan mi sono convinto che il suono dipenda per il 90 per cento da questa (per lo meno con me funziona così). Ciò non di meno Lazzari nel suo trattato fa una bella distinzione tra imboccatura distesa e tesa attribuendo la prima alla scuola francese e la seconda a quella inglese di fine ottocento e tedesca. Alla luce di questo, discutere l'impostazione labiale di un Gazzelloni o di un Rampal non mi sembra poi fuorviante se queste possono ricondursi ad una scuola e indurci a riflettere sui pregi o svantaggi, per noi, di quello o quell'altro modo di suonare. A sostegno di quello che dici tu, comunque, Adorjan, come tu dici, reputava che, se un tempo, movimenti di labbra erano quasi necessari, ciò era dovuto al bisogno costante di correggere l'intonazione in strumenti che non erano perfetti come quelli di oggi e che eccessivi movimenti labiali sugli strumenti odierni causano notevoli disuguaglianze tra i registri. Ripeto comunque che il post da me aperto era volto alla scoperta di quali fossero le caratteristiche di suono della cosiddetta scuola italiana......se essa é mai esistita non essendo sufficienti per me solo le riscoperte di studi, pezzi da salotto, esercizi etc. etc. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Guest Stefano Conti Posted February 20, 2007 Report Share Posted February 20, 2007 volevo solo omaggiare una figura importante del 900..(che insieme a Holliger per l'oboe),che oltre ad essere stato un grande strumenista ha contribuitoalla diffusione e alla produzione di musica "contemporanea"(anche se non credo tutta dello stesso livello qualitativo)e fai bene, compositore perché qui in italia c'é un'attitudine alla rimozione per cui grandi artisti vengono più celebrati all'estero che da noi.........tale oblio collettivo io sostengo che sia voluto politicamente altrimenti come non ricordare che quando hanno chiuso le orchestre della RAI di Roma, Milano e Napoli presidente della RAI era Letizia Moratti e che dopo questo atto di amore per la cultura italiana é divenuto ministro alla pubblica istruzione? Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
fgpx78 Posted February 20, 2007 Report Share Posted February 20, 2007 Gianluca Petrucci da qualche buona osservazione qui:http://www.falaut.it/posta.htm Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
hyperdoll Posted February 21, 2007 Report Share Posted February 21, 2007 Questo è sicuro anche perche i risultati si vedono! Credo sia fondamentale seguire il proprio maestro, ma devo anche dire che una buona parte dei vostri consigli mi sono stati utilissimi indipendentemente dalla vostra scuola di appartenenza.Si tratta solo di una curiosità, visto che sul forum si legge spesso delle varie impostazioni, giusto qualche linea guida sulla "Storia dell'evoluzione della tecnica flautistica"...ma immagino mi rimanderete a qualche testo sulla materia! Tu pensa a seguire l'insegnante e basta Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Flaux Posted February 21, 2007 Report Share Posted February 21, 2007 In ogni caso Flaux anche a me avevano insegnato così...ed avevo così tanti problemi di intonazione che non ti dico! Ora invece le cose stanno migliorando...Scuola francese dunque? volevo far notare a tutti come il 90% del suono dipenda quasi esclusivamente dalla respirazione!Ma certo, mi è stato insegnato anche questo.. e senza diaframma non si va molto lontano.. Tu pensa a seguire l'insegnante e basta Se vale anche per me continuo con il metodo Rampal!! Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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