Persephone Posted April 7, 2020 Report Share Posted April 7, 2020 2 ore fa, kraus dice: Curioso segno dei tempi: quel che ai nostri orecchi, avvezzi fin dai primi anni di passione musicale alla musica del Romanticismo (secolo d'oro quant'altri mai per la storia di quest'arte), suona indubbiamente come uno Scherzo per ritmo e per carattere, Hoffman lo sente ancora come minuetto. Lo scrittore doveva attribuire al brano una natura di danza che ormai, fin dalle prime Sinfonie, Beethoven aveva accantonato e che aveva già ripescato di tanto in tanto, nelle Sonate, solo con un intento più o meno ironicamente nostalgico! La differenza tra Scherzo e Minuetto doveva sembrargli così sottile da propendere per la danza graziosa. Nel dubbio conviene , a noi uditori del nuovo millennio, tenere bene a mente una regola che ho sentito enunciare da un maestro di musica : " II Minuetto passeggia, lo Scherzo.....vola ! " 😊 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
kraus Posted April 10, 2020 Author Report Share Posted April 10, 2020 Da Hoffman a Berlioz, che a sua volta ha lasciato ai posteri qualche impressione a tinte molto forti sulla prima della Quinta (scusate il giüoco di parole). Si fatica a credergli: "Alcuni esecutori erano paralizzati dall'emozione e si mostravano incapaci di continuare la loro parte, perfino di tener saldo l'archetto, che sfuggiva loro dalle mani. Nei palchi di prima fila ho visto molti visi che si nascondevano per soffocare singhiozzi convulsi; alcuni giovani ridevano forte, altri si strappavano i capelli, altri ancora si abbandonavano a mille contorsioni stravaganti. La signora Malibran fu addirittura colta da un attacco di nervi così forte che dovette essere trasportata fuori dalla sala; un'altra signora, in lacrime, dovette lasciare il teatro, mentre un vecchio militare, alzando le braccia al cielo, si mise a gridare: «È l'imperatore! È l'imperatore»". Della Quinta parlò, con un fare scostante a dir poco, anche Goethe, come riferisce nientemeno che Felix Mendelssohn-Bartholdy: "Il poeta se ne sta seduto come Giove, nell'angolo più buio della camera, e manda lampi di luce dai suoi occhi di vegliardo. Alla musica di Beethoven non voleva assolutamente accostarsi. Una volta gli dissi che non potevo esimermi dal fargli ascoltare almeno il primo tempo della Quinta. Questa pagina lo colpì in modo insolito. Prima disse: «Non è affatto commovente, desta soltanto stupore essendo una cosa grandiosa». Poi continuò a borbottare, e dopo qualche tempo aggiunse «È una creazione grandissima ma folle, vien da temere che persino la casa crolli. Figurarsi quando suona un'orchestra al completo!». Eppure a tavola, interrompendo un altro discorso, riprese a parlarne". Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Eduard Hanslick Posted April 12, 2020 Report Share Posted April 12, 2020 On 7/4/2020 at 15:26, kraus dice: Curioso segno dei tempi: quel che ai nostri orecchi, avvezzi fin dai primi anni di passione musicale alla musica del Romanticismo (secolo d'oro quant'altri mai per la storia di quest'arte), suona indubbiamente come uno Scherzo per ritmo e per carattere, Hoffman lo sente ancora come minuetto. Lo scrittore doveva attribuire al brano una natura di danza che ormai, fin dalle prime Sinfonie, Beethoven aveva accantonato e che aveva già ripescato di tanto in tanto, nelle Sonate, solo con un intento più o meno ironicamente nostalgico! ... ma si sta parlando del terzo movimento della quinta sinfonia di Beethoven..? Se ha ben poco di minuettoso, ha sicuramente pochissimo anche dello scherzoso (difatti mi pare manchi in partitura questa indicazione). Probabilmente è solo una questione di chiamare le cose con un nome convenzionale e il terzo tempo di una sinfonia all'inizio dell''800 è un minuetto. E se invece all'epoca il pezzo venisse eseguito con un ritmo molto più "danzante" di quello cui siamo abituati. In fondo, anche se suona più come una ! marcia, è pur sempre in 3/4... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Eduard Hanslick Posted April 12, 2020 Report Share Posted April 12, 2020 On 10/4/2020 at 10:21, kraus dice: Da Hoffman a Berlioz, che a sua volta ha lasciato ai posteri qualche impressione a tinte molto forti sulla prima della Quinta (scusate il giüoco di parole). Si fatica a credergli: "Alcuni esecutori erano paralizzati dall'emozione e si mostravano incapaci di continuare la loro parte, perfino di tener saldo l'archetto, che sfuggiva loro dalle mani. Nei palchi di prima fila ho visto molti visi che si nascondevano per soffocare singhiozzi convulsi; alcuni giovani ridevano forte, altri si strappavano i capelli, altri ancora si abbandonavano a mille contorsioni stravaganti. La signora Malibran fu addirittura colta da un attacco di nervi così forte che dovette essere trasportata fuori dalla sala; un'altra signora, in lacrime, dovette lasciare il teatro, mentre un vecchio militare, alzando le braccia al cielo, si mise a gridare: «È l'imperatore! È l'imperatore»". Della Quinta parlò, con un fare scostante a dir poco, anche Goethe, come riferisce nientemeno che Felix Mendelssohn-Bartholdy: "Il poeta se ne sta seduto come Giove, nell'angolo più buio della camera, e manda lampi di luce dai suoi occhi di vegliardo. Alla musica di Beethoven non voleva assolutamente accostarsi. Una volta gli dissi che non potevo esimermi dal fargli ascoltare almeno il primo tempo della Quinta. Questa pagina lo colpì in modo insolito. Prima disse: «Non è affatto commovente, desta soltanto stupore essendo una cosa grandiosa». Poi continuò a borbottare, e dopo qualche tempo aggiunse «È una creazione grandissima ma folle, vien da temere che persino la casa crolli. Figurarsi quando suona un'orchestra al completo!». Eppure a tavola, interrompendo un altro discorso, riprese a parlarne". Fantastiche queste testimonianze, spesso mi son chiesto come potesse suonare questo pezzo ad orecchie sostanzialmente settecentesche. La "recensione" di Berlioz sembrerebbe riferirsi alla celebre "prima" del Sacre di Stravinskij, con tafferugli annessi, anche se qui c'era solo la musica a scatenare gli animi (mentre pare che il balletto stravinskiano fosse molto provocatorio e osato in quanto a coreografia). Goethe è un "protoromantico" che evidentemente poco gradiva i protoromantici più protoromantici di lui. Tempo fa ho sentito un profondo conoscitore dell'opera del poeta dirsi certo che i lieder di Schubert scritti sui suoi testi non gli sarebbero affatto piaciuti... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
kraus Posted April 13, 2020 Author Report Share Posted April 13, 2020 11 ore fa, Eduard Hanslick dice: ... ma si sta parlando del terzo movimento della quinta sinfonia di Beethoven..? Sì; faticavo a crederci anch'io quando l'ho riportato... 11 ore fa, Eduard Hanslick dice: Se ha ben poco di minuettoso, ha sicuramente pochissimo anche dello scherzoso (difatti mi pare manchi in partitura questa indicazione). Vero: Beethoven non ha apposto in cima al brano neppure l'indicazione "Scherzo", bensì solo "Allegro". Però attenzione: per Scherzo non s'intende necessariamente alcunché di burlesco; pensiamo all'esempio battagliero della Nona, ma anche alle osservazioni dell'infida e fuorviante Wikipedia, da sempre fonte segreta degli italiani: "Rispetto al minuetto, lo scherzo è di solito più veloce: Allegro, Vivace o Presto. La sua forma è tripartita (ABA), dove la sezione centrale, chiamata trio, ha spesso tonalità diversa e carattere contrastante, in genere più lirico. (...) Lo scherzo punta di solito all'arguzia, alla giocosità e tende ad alleggerire la tensione tra il movimento lento e il finale, distendendo la concentrazione richiesta all'ascoltatore durante i primi due movimenti. Nonostante ciò, può assumere tratti drammatici e persino grotteschi (come in Gustav Mahler e Dmitrij Šostakovič). Nelle prime tre sinfonie, Johannes Brahms rinunciò addirittura allo scherzo di stampo beethoveniano per inserire composizioni che, pur mantenendo la struttura dello scherzo, hanno tempo moderato e carattere elegiaco." Avvezzi a sentir seguire un tempo lento da un minuetto, i contemporanei devono aver preso per scontato come tale un pezzo che comincia loschissimo e serpeggia indisturbato, tra citazioni sinistre del primo movimento, fino all'apoteosi del finale (dove peraltro viene anche ripreso, cooptato e scritturato a titolo di elemento contrastante). Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Persephone Posted April 13, 2020 Report Share Posted April 13, 2020 On 10/4/2020 at 10:21, kraus dice: Da Hoffman a Berlioz, che a sua volta ha lasciato ai posteri qualche impressione a tinte molto forti sulla prima della Quinta (scusate il giüoco di parole). Si fatica a credergli: "Alcuni esecutori erano paralizzati dall'emozione e si mostravano incapaci di continuare la loro parte, perfino di tener saldo l'archetto, che sfuggiva loro dalle mani. Nei palchi di prima fila ho visto molti visi che si nascondevano per soffocare singhiozzi convulsi; alcuni giovani ridevano forte, altri si strappavano i capelli, altri ancora si abbandonavano a mille contorsioni stravaganti. La signora Malibran fu addirittura colta da un attacco di nervi così forte che dovette essere trasportata fuori dalla sala; un'altra signora, in lacrime, dovette lasciare il teatro, mentre un vecchio militare, alzando le braccia al cielo, si mise a gridare: «È l'imperatore! È l'imperatore»". Della Quinta parlò, con un fare scostante a dir poco, anche Goethe, come riferisce nientemeno che Felix Mendelssohn-Bartholdy: "Il poeta se ne sta seduto come Giove, nell'angolo più buio della camera, e manda lampi di luce dai suoi occhi di vegliardo. Alla musica di Beethoven non voleva assolutamente accostarsi. Una volta gli dissi che non potevo esimermi dal fargli ascoltare almeno il primo tempo della Quinta. Questa pagina lo colpì in modo insolito. Prima disse: «Non è affatto commovente, desta soltanto stupore essendo una cosa grandiosa». Poi continuò a borbottare, e dopo qualche tempo aggiunse «È una creazione grandissima ma folle, vien da temere che persino la casa crolli. Figurarsi quando suona un'orchestra al completo!». Eppure a tavola, interrompendo un altro discorso, riprese a parlarne". La Sig.ra Malibran probabilmente non ebbe una crisi di nervi, bensì un malore causato molto probabilmente dal corsetto eccessivamente stretto . 😊😊😊 Scherzi a parte...i critici del tempo con i loro intelletti deformati avevano ravvisato in Beeth uno slancio appassionato ma caotico , un genio assoluto ma con esiti confusi. Lo Scherzo della quinta aveva suscitato l'impressione di "Una strana e terribile voce, da provocare il brivido della paura degli spettri" (Magnani) Aridaje... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
kraus Posted April 13, 2020 Author Report Share Posted April 13, 2020 18 ore fa, Eduard Hanslick dice: Goethe è un "protoromantico" che evidentemente poco gradiva i protoromantici più protoromantici di lui. Tempo fa ho sentito un profondo conoscitore dell'opera del poeta dirsi certo che i lieder di Schubert scritti sui suoi testi non gli sarebbero affatto piaciuti... Infatti non sopportava di doversi trovare alla pari con chicchessia in termini di livello artistico: non a caso gli stava benissimo che musicasse molti dei suoi testi un compositore non di primo piano come Zelter (noto paradossalmente più per l'amicizia con Goethe che per il valore delle sue composizioni), mentre non volle aver che fare con Schubert, non rispondendo alle sue missive, e si tenne musicalmente a debita distanza da Beeth. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Wittelsbach Posted April 14, 2020 Report Share Posted April 14, 2020 Probabilmente Zelter non mostrò mai i lieder al poeta. In tarda età finalmente riuscì ad ascoltare il Re degli Elfi nell'interpretazione della Schroder-Devrient e si commosse profondamente. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
kraus Posted April 14, 2020 Author Report Share Posted April 14, 2020 All'improvviso uno sconosciuto: Signori, ecc'a voi il prototipo della Sinfonia n. 6 di Beethoven. No, fermi tutti: non si tratta di un autore espropriato delle sue composizioni poi riattribuite alla triade classica grazie al solito complotto, bensì d'una sinfonia del 1784, intitolata "Le portrait musical de la nature" che reca lo stesso programma e sottotitoli dei movimenti simili a quelli del celebre capolavoro. Se il registro è lo stesso, la musica, come sentirete, c'entra poco con quella della Pastorale beethoveniana. Qui di seguito i sottotitoli della sinfonia knechtiana: "1. Une belle contrée où le soleil luit, les doux zéphyrs voltigent, les ruisseaux traversent le vallon, les oiseaux gazouillent, un torrent tombe du haut en murmurant, le berger siffle, les moutons sautent et la bergère fait entendre sa douce voix. 2. Le ciel commence à devenir soudain et sombre, tout le voisinage a de la peine de respirer et s'effraye, les nuages noirs montent, les vents se mettent à faire un bruit, le tonnerre gronde de loin et l'orage approche à pas lents. 3. L'orage accompagné des vents murmurants et des pluies battantes gronde avec toute la force, les sommets des arbres font un murmure et le torrent roule ses eaux avec un bruit épouvantable. 4. L'orage s'apaise peu à peu, les nuages se dissipent et le ciel devient clair. 5. La Nature transportée de la joie élève la voix vers le ciel et rend au créateur les plus vives grâces par des chants doux et agréables." (https://imslp.org/wiki/Pastoral_Symphony%2C_'Portrait_musical_de_la_nature'_(Knecht%2C_Justin_Heinrich)) Beethoven ebbe modo di conoscere quest'opera, tanto più che il relativo annuncio pubblicitario e quello delle sue tre Sonate giovanili per il Principe elettore WoO 47 vennero pubblicati sullo stesso giornale e nella stessa pagina. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
ken Posted April 14, 2020 Report Share Posted April 14, 2020 Anche il musicologo Tarcisio Balbo, nel suo saggio dedicato alla Sesta Sinfonia, cita questa composizione come modello ispiratore della Pastorale, benché poi quest'ultima sia musicalmente diversa. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
kraus Posted April 14, 2020 Author Report Share Posted April 14, 2020 41 minuti fa, ken dice: Anche il musicologo Tarcisio Balbo, nel suo saggio dedicato alla Sesta Sinfonia, cita questa composizione come modello ispiratore della Pastorale, benché poi quest'ultima sia musicalmente diversa. Se ne parla anche qui: https://www.lvbeethoven.it/opus068/ "La musica descrittiva o a programma, intesa nel senso più esteso, ha offerto sempre ai musicisti mediocri facili possibilità di sfruttamento. Particolarmente vicino a Beethoven per l’epoca e il soggetto, e da lui forse non ignorato, è un modesto Ritratto musicale della natura del compositore svevo J. H. Knecht, pubblicato circa nel 1784. Ma dichiarando che aveva voluto esprimere dei sentimenti piuttosto che fare della pittura Beethoven volle probabilmente significare che, a differenza della maggior parte dei suoi predecessori e nonostante l’analogia della struttura esteriore rafforzata dai sottotitoli stessi, la sostanza della composizione corrispondeva ad una interiorità; vera musica, cioè, e non curiosità o scherzo o artificio, o semplice pittura." Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Eduard Hanslick Posted April 18, 2020 Report Share Posted April 18, 2020 Ieri ascoltavo l'opera 111 in una bellissima esecuzione di Richter (registrata perfettamente dal vivo) e mi sono accorto di non essermi mai accorto di quanto la prima parte del secondo tempo ricordi questo celebre pezzo di Schubert... Forse Richter lo suona in modo particolarmente schubertiano... Da 1:15 Scusate, somiglia più a questo Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Ives Posted June 16, 2020 Report Share Posted June 16, 2020 Annie Fischer a chi piaceva? @giobar Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Majaniello Posted June 16, 2020 Report Share Posted June 16, 2020 4 ore fa, Ives dice: Annie Fischer a chi piaceva? @giobar Vabbè ma sono i dischi che consigliano tutti da sempre (Fischer compresa), mi aspettavo qualche scelta più coraggiosa. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Ives Posted June 16, 2020 Report Share Posted June 16, 2020 55 minuti fa, Majaniello dice: Vabbè ma sono i dischi che consigliano tutti da sempre (Fischer compresa), mi aspettavo qualche scelta più coraggiosa. Alla fine si, si sta imborghesendo pure Hurwitz...tra un pò consiglierà Perahia e Pollini 🤣 Colpo di coda con Brautigam, però. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
giordanoted Posted June 16, 2020 Report Share Posted June 16, 2020 Be' però parla del nuovo ciclo di Igor Levit; voi ne avete ascoltato qualcosa? Pareri? Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Ives Posted June 18, 2020 Report Share Posted June 18, 2020 Schuricht, Kletzki, Karajan (1977), Mackerras (Liverpool), Jochum (London Symphony), Blomstedt (Leipzig), Barenboim, Szell, Wand Mai sentito Kletzki in Beethoven, direttore ormai dimenticato 😮 Concordo con l'inserimento di Mackerras, ma io preferisco di gran lunga il secondo ciclo con la Scottish Chamber Orchestra (1-8). Ce ne sono per tutti i gusti, ma non si avventura nei cicli hip più contemporanei. Harnoncourt e Gardiner li avrei inseriti. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
giordanoted Posted June 18, 2020 Report Share Posted June 18, 2020 4 minuti fa, Ives dice: Schuricht, Kletzki, Karajan (1977), Mackerras (Liverpool), Jochum (London Symphony), Blomstedt (Leipzig), Barenboim, Szell, Wand Mai sentito Kletzki in Beethoven, direttore ormai dimenticato 😮 Concordo con l'inserimento di Mackerras, ma io preferisco di gran lunga il secondo ciclo con la Scottish Chamber Orchestra (1-8). Ce ne sono per tutti i gusti, ma non si avventura nei cicli hip più contemporanei. Harnoncourt e Gardiner li avrei inseriti. Be', se metti Jochum o Karajan non puoi dimenticare Klemperer. Tuttavia all'inizio del video, il nostro Dave illustra i suoi cervellotici criteri per cui alcuni "set" ci sono e altri no, e forse Klemp non c'è per una di quelle ragioni. Kletzki, Schuricht e Jochum non li conosco in Beethoven, ma mi piacerebbe conoscerli, visto che sono tre direttori che stimo. La Nona di Mahler di Kletzki con, mi pare, la Israel Philharmonic, è un classico (però è tagliata). Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Ives Posted June 18, 2020 Report Share Posted June 18, 2020 E' presente su Spotify. Anche nel '900 storico Kletzki ha lasciato ottime prove, discograficamente fu un pò "sfigato". Non c'è Jochum con la LSO, ma @Snorlax sicuramente può dire la sua. Szell e Wand sono ottime. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Majaniello Posted June 18, 2020 Report Share Posted June 18, 2020 2 ore fa, Ives dice: E' presente su Spotify. Anche nel '900 storico Kletzki ha lasciato ottime prove, discograficamente fu un pò "sfigato". Non c'è Jochum con la LSO, ma @Snorlax sicuramente può dire la sua. Szell e Wand sono ottime. Questo è bello, tempi più rilassati ma fraseggio teso. Tipo Ancerl per intenderci. Tra le mie reference storiche, non sapevo la segnalasse anche lui. Hurwitz comunque - nel grande repertorio - ha gusti un po' scontanti e passatisti, sono anni che si becca critiche da chiunque e non capisco perchè, non mi pare per niente controcorrente... mette ogni tanto qualche chicca (che sono le cose che mi interessano di più) per il resto è allineato con la critica storica. Se c'è un rimprovero che devo fargli è proprio la prevedibilità e il cerchiobottismo, sembra il Forlani della critica musicale. Anche io mi sto divertendo in questi giorni a guardare qualche suo video... tra le terze migliori di Brahms ci sono Walter, Jochum, Klemperer, Levine coi Wiener... non cita Solti e Abbado ma sul sito sì. Ma che scoperta!! Insomma sempre i soliti nomi e le solite etichette. L'unica "chicca" è Dohnányi (tanto per dire, direttore di punta DECCA). Ovviamente le mie "terze preferite" non ci sono, ma non è questo il problema, mi piacerebbe leggere qualcuno con una visione della musica precisa, anche diversa dalla mia, come accade tra di noi in forum, qualcuno che abbia le palle di distruggere qualche mito (facile sparare sui bizzarri Horenstein o Norrington) magari spiegandoci il perchè, offrendoci una lettura, una chiave, che non sia "pochi ottoni", "troppo veloce", "pessimo suono" ecc. Oggi la critica mi pare tutta così, almeno quella sul web, e da questo punto di vista, è vero, Dave mi pare il più preparato. Quinta di Mahler? ci sono tutti: Rosbaud, Abbado, Karajan, Mehta, Barenboim, Barbirolli... tutti stili diversi, uno uno che ti piace lo trovi per forza, sarà una questione di marketing, dato che il suo sito è in abbonamento (e costa pure). Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Ives Posted June 18, 2020 Report Share Posted June 18, 2020 47 minuti fa, Majaniello dice: Questo è bello, tempi più rilassati ma fraseggio teso. Tipo Ancerl per intenderci. Tra le mie reference storiche, non sapevo la segnalasse anche lui. Hurwitz comunque - nel grande repertorio - ha gusti un po' scontanti e passatisti, sono anni che si becca critiche da chiunque e non capisco perchè, non mi pare per niente controcorrente... mette ogni tanto qualche chicca (che sono le cose che mi interessano di più) per il resto è allineato con la critica storica. Se c'è un rimprovero che devo fargli è proprio la prevedibilità e il cerchiobottismo, sembra il Forlani della critica musicale. Anche io mi sto divertendo in questi giorni a guardare qualche suo video... tra le terze migliori di Brahms ci sono Walter, Jochum, Klemperer, Levine coi Wiener... non cita Solti e Abbado ma sul sito sì. Ma che scoperta!! Insomma sempre i soliti nomi e le solite etichette. L'unica "chicca" è Dohnányi (tanto per dire, direttore di punta DECCA). Ovviamente le mie "terze preferite" non ci sono, ma non è questo il problema, mi piacerebbe leggere qualcuno con una visione della musica precisa, anche diversa dalla mia, come accade tra di noi in forum, qualcuno che abbia le palle di distruggere qualche mito (facile sparare sui bizzarri Horenstein o Norrington) magari spiegandoci il perchè, offrendoci una lettura, una chiave, che non sia "pochi ottoni", "troppo veloce", "pessimo suono" ecc. Oggi la critica mi pare tutta così, almeno quella sul web, e da questo punto di vista, è vero, Dave mi pare il più preparato. Quinta di Mahler? ci sono tutti: Rosbaud, Abbado, Karajan, Mehta, Barenboim, Barbirolli... tutti stili diversi, uno uno che ti piace lo trovi per forza, sarà una questione di marketing, dato che il suo sito è in abbonamento (e costa pure). Ma infatti la critica ricorrente secondo cui Hurwitz disprezzerebbe i direttori "storici" è un falso. Se si legge con attenzione si scopre che Wand, Jochum, Szell, Klemperer, Ormandy sono tra i suoi preferiti, per dire. Certo, Furtwangler non è tra i suoi beniamini ma credo ci possa stare, Dave ha una visione più oggettiva del far musica, molto da "praticone" non gli interessa il direttore "stregone" (anche il nume Bernstein è dimenticato sui "classici" a parte Mahler e Haydn). I video si rivolgono a un pubblico ampio, di gusti vari, quindi presumo lo spettro scelto sul repertorio classico, debba comprendere qualcosa che possa piacere all'ascoltatore "passatista" e all'ascoltatore "hipster". In Beethoven ci mette pure Barenboim, l'ntegrale in tempi recenti più "passatista" che c'è (cita addirittura Karajan '77!!). Mackerras/Liverpool è una chicca (ed è una bella integrale hip-oriented) tanto quanto Kletzki o la meno famosa integrale di Jochum con la LSO. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
giordanoted Posted June 18, 2020 Report Share Posted June 18, 2020 A questo punto allora mettiamoci sotto noi, proponiamo noi una lista di integrali beethoveniane preferita, con un commento finto-stile Hurwitz, così, per giocare un po'. Io me la studio e ve la infliggo! (sicuramente una cosa del genere già è stata fatta, ma allora rifarla varrebbe come aggiornamento) Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
giobar Posted June 18, 2020 Report Share Posted June 18, 2020 5 ore fa, giordanoted dice: Be', se metti Jochum o Karajan non puoi dimenticare Klemperer. Tuttavia all'inizio del video, il nostro Dave illustra i suoi cervellotici criteri per cui alcuni "set" ci sono e altri no, e forse Klemp non c'è per una di quelle ragioni. Kletzki, Schuricht e Jochum non li conosco in Beethoven, ma mi piacerebbe conoscerli, visto che sono tre direttori che stimo. La Nona di Mahler di Kletzki con, mi pare, la Israel Philharmonic, è un classico (però è tagliata). Per capire il senso delle sue scelte vanno lette anche le sue risposte ai vari commenti. E' molto pragmatico e in alcuni casi (sia per le sinfonie ei LvB di cui ora stiamo parlando che in altre recensioni) dice candidamente che ha omesso alcune edizioni semplicemente per questioni di durata del video e perché sa che non è tollerabile sentirlo parlare troppo a lungo. Ma a specifiche indicazioni risponde che per lui sono ok e che si possono aggiungere alla sua lista del video memtre per altre dice che no, secondo lui non sono al livello delle sue prime scelte. Quanto a Klemperer, poi, dice in modo preciso che il suo criterio per questa recensione era la valutazione dell'integrale in quanto tale - cioè badando al livello del valore medio (ovviamente sempre secondo lui, precisazione che, per lodevole onestà, non omette mai) - e che si riserva specifiche recensioni per le singole sinfonie preannunciando che in quei casi ci saranno senz'altro altri nomi: cita ad esempio proprio Klemperer e Bohm. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Majaniello Posted June 18, 2020 Report Share Posted June 18, 2020 1 ora fa, Ives dice: Ma infatti la critica ricorrente secondo cui Hurwitz disprezzerebbe i direttori "storici" è un falso. Se si legge con attenzione si scopre che Wand, Jochum, Szell, Klemperer sono tra i suoi preferiti, per dire. Certo, Furtwangler non è tra i suoi beniamini ma credo ci possa stare, lui ha una visione più oggettiva del far musica, non gli interessa il direttore "stregone" (anche Bernstein è dimenticato sui "classici" a parte Mahler e Haydn). I video si rivolgono a un pubblico ampio, di gusti vari, quindi presumo lo spettro scelto sui classici debba comprendere qualcosa che possa piacere all'ascoltatore "passatista" e all'ascoltatore "hipster". In Beethoven ci mette pure Barenboim, l'ntegrale in tempi recenti più "passatista" che c'è. Mackerras/Liverpool è una chicca tanto quanto Kletzki o la meno famosa integrale di Jochum con la LSO. Sì gliel'ho riconosciuto, però sembra che a fronte della chicca debba quasi giustificarsi con una valanga di incisioni istituzionali. Non che Jochum o Szell fossero cattivi direttori, tutt'altro, solo che... lo sapevamo già da un pezzo! E' vero anche, però, che quando escono nuove incisioni che ritiene valide, anche di giovani interpreti, le segnala. Gli ho sentito parlare sporadicamente bene di diversi nomi "nuovi", solo che raramente questi si impongono come nuovi riferimenti. E uno dirà: perchè i vecchi sono imbattibili. Vero, tra Abbado e Harding prendo il primo anche io. E questo perchè a Hurwitz in fondo piacciono i giovani che ricordano i vecchi. E questo perchè la vera rivoluzione del nuovo millennio, la pratica storicamente informata, lui la giudica un bluff o quasi: However, I am not convinced that they couldn’t do as well without him, or with Thomas Dausgaard, or Thomas Fey, or Paavo Järvi, or René Jacobs, or David Zinman, or any of the numerous conductors today who adopt that vaguely generic, “historically informed” approach to music of the classical period. Nella recensione Mendelssohn Casado/Faust esordisce con: The hypocrisy of the period performance movement is nowhere more evident than in this release. Ok il concerto per violino ha fatto schifo anche a me (credo sia un concorso di colpe tra direttore e solista) ma la sinfonia è buona, come le altre registrate dal quel piacione di Casado. Ancora, non mi infastidisce il giudizio sul disco, ma se parli di "ipocrisia hip" prendi una posizione estetica-intellettuale legittima ma oggettivamente fuori dalla contemporaneità, il che mi conferma che sei un passatista a priori. Ciononostante, mi piacciono le rubriche Under the Radar, Filling di gaps, Historical gems, Rediscover ecc. dove segnala registrazioni un po' dimenticate. 6 ore fa, giordanoted dice: Be', se metti Jochum o Karajan non puoi dimenticare Klemperer. Tuttavia all'inizio del video, il nostro Dave illustra i suoi cervellotici criteri per cui alcuni "set" ci sono e altri no, e forse Klemp non c'è per una di quelle ragioni. Kletzki, Schuricht e Jochum non li conosco in Beethoven, ma mi piacerebbe conoscerli, visto che sono tre direttori che stimo. La Nona di Mahler di Kletzki con, mi pare, la Israel Philharmonic, è un classico (però è tagliata). Gio ma guarda che proprio Klemperer è uno degli amori di Davidone, è riferimento in tutto il repertorio tedesco da Bach a Strauss passando per Haydn, Beethoven, Bruckner, Brahms ecc. Se ti spulci il sito è un profluvio di lodi. Lo ama persino in Berlioz, Dvorak, Tchaikovsky, più fanatico lo volevi? Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Wittelsbach Posted June 18, 2020 Report Share Posted June 18, 2020 4 ore fa, Ives dice: E' presente su Spotify. Anche nel '900 storico Kletzki ha lasciato ottime prove, discograficamente fu un pò "sfigato". Non c'è Jochum con la LSO, ma @Snorlax sicuramente può dire la sua. Szell e Wand sono ottime. Conosco benissimo la Nona Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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