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La tecnica


Guest Monkey Rufy
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a ridaje a Giovà siamo mica tutti uguali...pensare alle donne nude era una battuta...non ti preoccupare che il mio sistema ha sempre funzionato per me, e a quanto pare non sono l'unico a farlo funzionare visto che esistono queste tipologie di libri, e quindi gente che li ha usati per raggiungere alti livelli e non per la sonata alla sagra della salsiccia in parrocchia. Poi mi puoi anche dire che tu mantieni la tecnica suonando i brani o pelando le patate e io ti dirò sempre che ci sarà chi fa questi esercizi tecnici o simili e sarà sempre al di sopra di tutti noi, perché impiega meno tempo per studiare il repertorio, quindi suona di più , quindi migliora tecnicamente e musicalmente perchè riesce a suonare più cose e risolve più problemi che si possono concatenare, siano essi geni, e sarebbero per forza migliori altrimenti che geni sono, o no.

Tecnica e grammatica non sono confrontabili, se so che "ha" verbo avere si scrive con l'acca davanti, la frase "mio nonno ha perso la dentiera alla coop" continua ad essere mediocre come "mio nonno a perso la dentiera alla coop", mentre se tutti i giorni mi esercito sul pianissimo a qualsiasi velocità avrò sicuramente un pianissimo migliore...del mio di sicuro...basta poco... :ph34r:

Anzi chiudo senza fare il siNpatico: 20.gif

Carissimo,io non ho fatto altro che commentare il Post con il quale hai aperto

questa discussione.Non sono del tutto analfabeta,e mi sembrava che in quel

primo messaggio tu pensassi alla musica come a un succedaneo dei manuali

di tecnica.Ripeto la mia opinione:la tecnica è la grammatica(per favore,non

farmi esempi così banali sulle convenzioni ortografiche) che permette di

apprendere e riprodurre un linguaggio.Potrà essere noiosa,ma è necessaria.In ogni caso si tratta di un mezzo,non di un fine.

Importante,molto

importante,è anche avere un maestro che sia degno di questo nome.

Questo tuo ultimo Post mi sembra poi un po' confuso.....E' il caldo? :D

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  • Risposte 147
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ho voglia di comprare uno di quei libri tecnici tipo hanon con musicalità zero, quelli che ti permettono di pensare ad altro mentre le dita viaggiano tanto sono banali: avete qualche succoso titolo?

Va bene qualsiasi difficoltà purché siano fatti a cluster facilmente memorizzabili, valuterò poi io se è il caso o no. :ph34r:

..non farlo..perdi tempo...meglio 10 minuti concentrato che due ore con le dita che vanno e la testa altrove..

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io sono il parere che hanon sia innanzitutto un libro per principianti,intendo che serve (e c'è pure scritto nella prima parte)a sviluppare l'equaglianza delle dita.Una volta consolidata,è quasi inutile rifare a ruota gli stessi esercizi,se non per riscaldare le mani e/o tenersi in allenamento.Infatti l'insegnante me lo sta facendo fare solo come esercizio di resistenza:ad ogni lezione me ne aggiunge uno e io devo suonarli tutti di seguito fino a quello incluso.Se uno invece vuole davvero fare tecnica,non dovrebbe fare scale arpeggi e queste cose qui,ma prendersi il bel mattone op 740 di czerny dove ogni esercizio è ben mirato e ha scopo puramente tecnico.Anche se nn si portano subito a velocità non fa niente,perchè già la fase di studio di questi brani è utilissima(si ripetono cmq scale,ottave arpeggi a velocità e varianti diverse).

Il top poi sarebbe farsi tutti gli studi di chopin,e tutti quelli che lo hanno fatto che conosco sn dei pianisti formidabili(e hanno dai 17 ai 20 anni).Sn andato un po' OT ma è un po' il mio pensiero riguardo alla tecnica.

Ricapitolando,queste sn secondo me le tappe fondamentali:

- hanon e simili

- czerny 299 o cramer

- czerny 740

- clementi e chopin(quest ultimo un po' + piacevole :P )

- liszt :ph34r:

dopodichè si è diventati una divinità della tecnica pianistica :rolleyes:

beh allora faccio in tempo a morire... :ph34r:

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  • 7 months later...

Secondo voi quali sono le opere irrinunciabili per formare la tecnica di un pianista in modo che alla fine di quel percorso egli possa suonare praticamente ogni cosa che è stata scritta per il pianoforte? Qual'è il percorso di studi minimo per ottenere questo obiettivo? In altre parole scrivete quello che secondo voi è il percorso di studi fondamentale (quali opere, quali studi, in che ordine etc...) per poter sviluppare un'ottima tecnica.

P.S. Per piacere non rispondetemi di andare a consultare il programma ministeriale del conservatorio perchè li c'è molto di più in quanto nei conservatori si deve fornire un anche adeguato background culturale oltrechè tecnico.

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Guest sPaCeMaN

I programmi ministeriali per me non sono il massimo della simpatia, ma dopo che hai imparato come si deve le scale e gli studi del Gradus per me puoi passare a quelli di Chopin.

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Quindi provo a fare un riassunto, se studiamo nell'ordine:

1) Scale e Arpeggi

2) 15 Studi Czerny op. 299

3) 10 Studi Czerny op. 740

4) 10 Studi Cramer

5) 3 Studi Liszt op. 1

6) 23 Studi del Gradus Ad Parnassum

7) 24 Studi di Chopin

8) 12 Studi di Liszt

Tutto condito con 24 Preludi e Fughe dal CBT dovremmo avere acquisito una discreta tecnica giusto?

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Quindi provo a fare un riassunto, se studiamo nell'ordine:

1) Scale e Arpeggi

2) 15 Studi Czerny op. 299

3) 10 Studi Czerny op. 740

4) 10 Studi Cramer

5) 3 Studi Liszt op. 1

6) 23 Studi del Gradus Ad Parnassum

7) 24 Studi di Chopin

8) 12 Studi di Liszt

Tutto condito con 24 Preludi e Fughe dal CBT dovremmo avere acquisito una discreta tecnica giusto?

Aggiungi qualche goccia di camomilla,la fretta può esser cattiva consigliera,

ed affoga il tutto in una sana e robusta riflessione su "come" si studia.

Ciao.

Fryderyk

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Fryderyk ha perfettamente ragione, la tecnica va acquisita con metodo ed essenzialmente si articola in agilità, dominio del peso, dominio ritmico, resistenza fisica, gesto tecnico e soprattutto pazienza....ma è altresì evidente che può risultare deltutto inutile se non si possiede una saggia idea musicale da raggiungere a mezzo della tecnica.

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Cosa vuoi dire? Come si studia a tuo avviso?

Sta proprio qui il problema e credo che la presenza di un buon insegnante

sia un dato molto importante di cui tener conto,primo.

Secondo,quoto ciò che ha detto Cziffra.

Aggiungo che studiare secondo un approccio meccanico,squisitamente meccanico non giovi e non porti ad un apprendimento consapevole.Infatti secondo me,(ma è da poco che ho iniziato gli studi) uno studio di qualità

si misura proprio tenendo conto di questo aspetto:la consapevolezza di ciò che stiamo facendo,banalizzando:studiare con la testa e non con le dita.

Ciao

Fryderyk

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Dunque io ho preso lezioni di pianoforte da un'ottima insegnante assiduamente dall'età di 8 anni fino a 20 anni. Causa università mi sono fermato un paio d'anni e ora vorrei riprendere. Tuttavia mentre la frequenza alle lezioni della mia insegnante era assidua non altrettanto si può dire del mio studio personale a casa. Per questo pur avendo acquisito una buona impostazione della mano e pur avendo compreso "come si suona il pianoforte in teoria", non ho sviluppato un tecnicismo trascendentale. Adesso la mia insegnante non da più lezioni perchè si dedica solo all'attività concertistica per cui non avevo voglia di andare a cercare un prof nuovo dopo 12 anni di studio con la stessa maestra. E così avevo pensato di mettermi a studiare da solo.

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Sta proprio qui il problema e credo che la presenza di un buon insegnante

sia un dato molto importante di cui tener conto,primo.

Secondo,quoto ciò che ha detto Cziffra.

Aggiungo che studiare secondo un approccio meccanico,squisitamente meccanico non giovi e non porti ad un apprendimento consapevole.Infatti secondo me,(ma è da poco che ho iniziato gli studi) uno studio di qualità

si misura proprio tenendo conto di questo aspetto:la consapevolezza di ciò che stiamo facendo,banalizzando:studiare con la testa e non con le dita.

Ciao

Fryderyk

Ecco, io quoto questo aspetto dello studio del pianoforte, ma non in toto: per esempio io sono definita dal mio professore "molto musicale" e dice che non ho problemi di sorta a capire i brani che suono; però ho ancora tanta carenza tecnica. E' vero che l'importante è quanto si "suona" non quanto si "percuotono i tasti", però non va sottovalutato a mio avviso neppure l'aspetto puramente meccanico. Infatti io sono ancora a estremo disagio quando mi trovo per esempio a dover suonare ottave sciolte, doppie terze, tecnica massiccia in generale. E per quanto io possa esser musicale non so se questo sarà d'aiuto nel superare alcuni limiti "meccanici"... : )

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Guest sPaCeMaN
Ecco, io quoto questo aspetto dello studio del pianoforte, ma non in toto: per esempio io sono definita dal mio professore "molto musicale" e dice che non ho problemi di sorta a capire i brani che suono; però ho ancora tanta carenza tecnica. E' vero che l'importante è quanto si "suona" non quanto si "percuotono i tasti", però non va sottovalutato a mio avviso neppure l'aspetto puramente meccanico. Infatti io sono ancora a estremo disagio quando mi trovo per esempio a dover suonare ottave sciolte, doppie terze, tecnica massiccia in generale. E per quanto io possa esser musicale non so se questo sarà d'aiuto nel superare alcuni limiti "meccanici"... : )

Anche io sono di quel club :D

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Specifico una cosa che forse non è passata.

Quando banalizzando citavo che l'importante è suonare con la testa e mi si faceva notare che invece

non si può prescindere dalla meccanicità del gesto,allora aggiungo che si può studiare l'Hanon con la testa,un arpeggio con la testa ecc... ecc... ecc...

Fryderyk

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salve a tutti,

ho da qualche mese iniziato a studiare "seriamente" il pianoforte ma visto che la mia insegnante (che è anche mia moglie) ha terminato gli studi circa 15 fa, ho il presentimento che studio con un metodo passato. E anche vero che se con quel metodo lei è riuscita ad arrivare ad un buon livello, sicuramente ci dovrei riuscire anche io!. Comunque vi elenco i miei libri, se qualcuno di voi ha suggerimenti da darmi è il benvenuto.

Per il momento uso: beyer, ho saltato le prime pagine (corso preparatorio)

Longo Tecnica 1a (corso preparatorio)

Rochner 1 (corso preparatorio) è possibile che se nell'esercizio dove devo usare solo le dita 4-5 per tutta l'ottava non devo assolutamente alzare nessun altro dito dai tasti pena la ripetizione dell'esercizio!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Czerny 1(corso preparatorio)

Per il momento l'impostazione della mano e del braccio è buona.

Ringrazio anticipatamente.

Ciao

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salve a tutti,

ho da qualche mese iniziato a studiare "seriamente" il pianoforte ma visto che la mia insegnante (che è anche mia moglie) ha terminato gli studi circa 15 fa, ho il presentimento che studio con un metodo passato. E anche vero che se con quel metodo lei è riuscita ad arrivare ad un buon livello, sicuramente ci dovrei riuscire anche io!. Comunque vi elenco i miei libri, se qualcuno di voi ha suggerimenti da darmi è il benvenuto.

Per il momento uso: beyer, ho saltato le prime pagine (corso preparatorio)

Longo Tecnica 1a (corso preparatorio)

Rochner 1 (corso preparatorio) è possibile che se nell'esercizio dove devo usare solo le dita 4-5 per tutta l'ottava non devo assolutamente alzare nessun altro dito dai tasti pena la ripetizione dell'esercizio!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Czerny 1(corso preparatorio)

Per il momento l'impostazione della mano e del braccio è buona.

Ringrazio anticipatamente.

Ciao

In effetti questi libri non rappresentano proprio le ultime frontiere della didattica del pianoforte, però generazioni di pianisti si sono formate su quelle pagine! C'è anche da aggiungere che le ultime novità sono metodi tipo il "Musigatto", o "Musicogatto" come lo chiama il mio prof sbagliando ogni volta :D , che a me non piace troppo. Oltretutto i metodi moderni sono pensati per bambini che iniziano ad una sempre più tenera età e quindi hanno facilitazioni come note colorate o fumetti che mi sembrerebbero un po' fuori luogo per te :P

Il Rochner non lo conosco, non l'ho mai sentito nominare :ph34r: , quindi non mi esprimo; se non sbaglio però sia Beyer che Longo che Czerny hanno entrambe le mani scritte in chiave di violino. Didatticamente sarebbe meglio partire subito a leggere anche la chiave di basso, così in pochissimo tempo l'avrai acquisita senza neanche accorgertene. Un buon metodo, che oltre a questo vantaggio avrebbe anche quello, indubbio, di abituare l'orecchio a sonorità un po' più moderne dello Czerny, è il Mikrokosmos di Bela Bartok, in sette o più volumi, che guida l'alunno attraverso la maggior parte delle difficoltà tecniche.

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Beh, visto che la discussione è tornata in prima pagina.... dico la mia.

E' da novembre che faccio esercizi di Brahms e li trovo straordinariamente utili.

Quindi quoto tutti i messaggi che mi hanno preceduto, nei quali si magnificava l'effetto benefico, soprattutto per quanto riguarda l'abitudine alle posizioni scomode e l'elasticità della mano e l'indipendenza del 4° e 5° dito.

Poi non è che siano bellissimi, soprattutto alcuni, ma sono sicuramente meglio di Hanon. E certi, come il n. 8, sono anche bellini. Adesso sono alle prese con quelli sui trilli a quattro ritmi, e tra un po' impazzirò, se non cominciano a venire, perchè sono dei veri rompicapo.

La mia tecnica si basa quindi su esercizi Brahms e gradus ad parnassum come se piovesse... sto sudando sul n. 15 (doppie terze), e ho già fatto il 21 (ottave spezzate), il 3 (quarto e quinto), il 5 e il 9 (arpeggi) ed il 12 (arpeggi spezzati). Fanno BENISSIMO.

Però, contemporaneamente, il mio prof. mi fa lavorare anche sugli studi di chopin, e si è detto contrario a quella "superata" impostazione didattica per cui agli studi di chopin si arriva solo dopo aver già fatto tutta la tecnica del corso medio...

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  • 5 months later...

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