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Cosa state ascoltando ? Anno 2023


Madiel

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4 ore fa, Majaniello dice:

Bellissimo! ho scoperto che i pezzi forti del disco li aveva già incisi Kremer su Philips ed EMI, in compilation con altri autori. Kremer deve amare molto Lourié (vedi anche il disco DG) e non a torto. Pastorale è un pezzo stravinskiano dai toni molto personali, anche piuttosto avanzato (era il 1916, e non era neanche uscito Storia di un soldato!). Il Flauto e il Violino è un duetto più affine al Concerto da camera, musica apparentemente semplice ma molto intensa, che cita Bach e Debussy (o forse Rimski a mezzo Igor, chissà). Il tardo Funerale di Chronos non saprei proprio descriverlo, sembrerebbe una di quelle robe dello Stravinsky anziano, solo a livello di mood, perchè a tratti tonalissima, quasi post-romantica, e a tratti sembra essere influenzata dalle avanguardie del secondo dopoguerra. Il resto sono composizioni per lo più per strumento solo. E poi c'è questa chicca:

@Madiel

Ho ascoltato proprio ieri sera Funeral Games! Avevo letto da qualche parte che era uno dei lavori più interessanti di Lourié, e in effetti l'ho trovato molto originale. Cd messo in lista, appena posso me lo compro ^_^

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11 minuti fa, Rockmaninov dice:

Ciao ragazzi, grazie per l'accoglienza. Visto che avete apprezzato andiamo questa volta un po' più sul classico con un po' di balletto..
@Madiel a cui piacciono queste cose..

 

E bravo, ti fai pubblicità ! :cat_lol: 

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2 minuti fa, Rockmaninov dice:

Non è un mio canale, è solo omonimia, però è interessante..
a proposito non esisteva una Madiel Canale? che fine ha fatto?

Non ho nessun canale su youtube, lavoravo sui canali Wellesz, che ci sono sempre.

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Cazzeggiando nel mainstream, mi sono imbattuto in un vecchio recital dell'eclettico Mustonen. I preludi di Shostakovich non sono tra le sue cose più incise, anche se li conoscevo già... vabbè, è Shostakovich, e a me il Shosta cameristico, contrariamente a quello orchestrale, piace quasi sempre. La vera sorpresa è stata Alkan.

Il mio rapporto con Alkan? nessuno. Molti anni fa incrociai la registrazione del grande John Ogdon del Concerto, o della Sinfonia, non ricordo (tanto sono sempre sonate per piano solo), un'opera di durata mostruosa e di virtuosismo inutilmente esteriore che mi fece schifissimo, e chiusa lì con Alkan. In questi brevi preludi sembra un altro compositore: sembra lavorare per sottrazione, con grande economia di mezzi e con idee sempre centrate. Faccio fatica a pensare che sia musica "romantica", perchè non assomiglia a niente del periodo (Liszt, Chopin ecc). Suona più come post-classico o pre-neoclassico, vicino a Saint-saens o al Rossini dei "peccati", ma meno salottiero; sembra che Alkan scriva per lui stesso, mi hanno ricordato i preludi di Busoni (che deve averlo conosciuto per forza). Grande sorpresa, non l'avrei mai detto.   

Ora, sempre pianoforte:

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dedica a @besugo  

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Controdedico con quello che sto ascoltando ora:

E' un concerto che vagheggiavo di studiare da giovane, ma era decisamente troppo difficile per me. Un pezzo a suo modo, al modo di Respighi, magistrale: raffinatissimo nella parte solistica (Respighi poteva essere un grande violinista) e in quella orchestrale. Di questo concerto si ricorda soprattutto il "temone" dell'ultimo movimento, unico momento eroico di un brano che secondo me si fa apprezzare soprattutto per il clima sospeso e qualcosa di simile al misticismo contemplativo: la sospensione liquida del perenne movimento. Il difficile è ottenere quella distensione maneggiando una parte violinistica così ostica. Pure l'ottimo Capucon sovente indulge al morso e alla romanza quando sarebbe forse meglio trovare altre vie.  

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18 ore fa, il viandante del sud dice:

ti consiglio i concerti per piano di Moscheles!

Conosco gli ultimi due e mi piacciono abbastanza, musica brillante con un qualche elemento di originalità formale rispetto al biedermeier classico. Più che altro Moscheles, oggi dimenticato, ha dato un contributo davvero significativo a livello culturale come interprete, al pari di Liszt, di cui di fatto era l'alter-ego classicista. Poi magari ne scrivo nel thread dedicato, così non appesantiamo il CSA.

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WAM

Piano Concerto No. 22

Hannes Minnar

Netherlands Radio Philharmonic

Kevin Edusei

Pianista olandese dell'ultimissima generazione (credo sia nato a inizio anni 90) che apprezzo assai. Fa un pianismo deciso, vivace e dimanico ma sempre improntato a levità e nitore. Elegantissimo anche nel fraseggio in questo Mozart di notevole originalità, basti pensare alla scrittura per i fiati.

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Serata dodecafonica di un certo livello:

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Cinque Frammenti Di Saffo (dir. Prausnitz)

Due Liriche Di Anacreonte (dir. Dallapiccola)

Cinque Canti Per Baritono E Alcuni Strumenti (dir. Prausnitz)

Goethe-Lieder (dir. Dallapiccola)

Concerto Per La Notte Di Natale Dell'Anno 1956 (dir. Prausnitz)

Sono partito dal Concerto, che poi è un pezzo molto simile alle cantate di Webern, ma dal tono più introspettivo. Eppure, similitudine a parte, si sente fortissima la differenza delle tradizioni, a partire dalla scrittura per la voce: il canto di Webern è il classico declamato sillabico di scuola tedesca, mentre il canto di Dallapiccola ha il respiro vocalista tipicamente italiano - melismi compresi - che pure si ascolta in altre sue opere. Benchè la scrittura dodecafonica sia ormai più rigorosa di qualche anno prima, rimane nel canto quel fuoco post-verdiano (non se ne abbia a male il Maestro di questa mia impressione) che mi fa battere il cuore.

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12 ore fa, Majaniello dice:

Serata dodecafonica di un certo livello:

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Cinque Frammenti Di Saffo (dir. Prausnitz)

Due Liriche Di Anacreonte (dir. Dallapiccola)

Cinque Canti Per Baritono E Alcuni Strumenti (dir. Prausnitz)

Goethe-Lieder (dir. Dallapiccola)

Concerto Per La Notte Di Natale Dell'Anno 1956 (dir. Prausnitz)

Sono partito dal Concerto, che poi è un pezzo molto simile alle cantate di Webern, ma dal tono più introspettivo. Eppure, similitudine a parte, si sente fortissima la differenza delle tradizioni, a partire dalla scrittura per la voce: il canto di Webern è il classico declamato sillabico di scuola tedesca, mentre il canto di Dallapiccola ha il respiro vocalista tipicamente italiano - melismi compresi - che pure si ascolta in altre sue opere. Benchè la scrittura dodecafonica sia ormai più rigorosa di qualche anno prima, rimane nel canto quel fuoco post-verdiano (non se ne abbia a male il Maestro di questa mia impressione) che mi fa battere il cuore.

Quando hai tempo, ascolta qui:

https://www.raiplaysound.it/audio/2018/05/RADIO3---LEZIONI-DI-MUSICA-c82772a3-1e6d-45c5-b37f-31a56df9768d.html

 

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Rai Radio3 Suite - Il Cartellone, 16 febbraio 2023 19:30
in diretta dal Parco della Musica, Roma

Accademia Nazionale di Santa Cecilia - Stagione Sinfonica

Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Myung-Whun Chung, direttore

Johannes Brahms : 

Sinfonia n. 3 in fa maggiore op. 90
- Allegro con brio
- Andante
- Poco allegretto
- Allegro

Sinfonia n. 4 in mi minore op. 98
- Allegro non troppo
- Andante moderato
- Allegro giocoso
- Allegro energico e appassionato

-

Ha dell'incredibile come anche una sinfonia fine Ottocento, una scrittura matura di letture e sistematiche fin estenuate, possa essere qualcosa di ...fragile: ma proprio perché le tante anime, floreali scenografiche narranti umorose, che tentano camei d'epopea, di gusto, di tecnologia, di poesia senza conclamazioni, ecc, vorrebbero si presenterebbero a un esercizio semplice, cioè sul momento, di presenza vitalistica e quindi così incerta timida nell'intimo, da richiedere solo una compassione sensazionale determinante, una concentrazione priva di funzionalismi e tutta trasparenze ...così oggettive.

Nelle J. Brahms #3 e #4 l'Accademia Nazionale Santa Cecilia, con M.-W. Chung: dà? non dà? (porge abbastanza?) certo mi ha fatto pensare! 🙂 

Mi è anche piaciuto figurarmi in queste interpretazioni un'intenzione di ...slegare quel tanto, in sequenza di precipitarsi intelligenti, densi ma non necessariamente risolti accademicamente, come a ricordare come ogni passo di una scrittura tardo-romantica riproduce nell'esercizio dell'invenzione lo stupore appassionato dell'incontro di una progressione di diversità, seppure "esplorabili", in Natura.

 

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Radio3 Suite - Il Cartellone 17 febbraio 2023 20:00
in diretta dall'Auditorium RAI "Arturo Toscanini" di Torino

Orchestra Nazionale della Rai, Concerto n. 12
Petr Popelka, direttore

Luigi Dallapiccola : Three Questions with Two Answers (1962-1963)
- Sostenuto - sottovoce
- Moderato - tranquillo
- Impetuoso - violento
- Largamente - sostenutissimo

-

Nel 1963 Luigi Dallapiccola può ancora, anzi proprio può iniziare a, giocolare con simulazioni progressiste di nuovi modi mode: c'è attenzione, nel senso della delicatezza cioè prudenza, per una plastificazione curiosa e tranquillamente incerta: sempre molto accogliente Luigi Dallapiccola apre a sonorità divertentemente dislocanti, architettoniche e insomma fraterne, verginalmente, o arditamente, non tossicodipendenti, ma ebbre di affetti sperimentali e inutili, manco fosse rap, quel tanto rallentato, ancora anni '50 🙂

 

 

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On 15/2/2023 at 14:05, Majaniello dice:

Conosco gli ultimi due e mi piacciono abbastanza, musica brillante con un qualche elemento di originalità formale rispetto al biedermeier classico. Più che altro Moscheles, oggi dimenticato, ha dato un contributo davvero significativo a livello culturale come interprete, al pari di Liszt, di cui di fatto era l'alter-ego classicista. Poi magari ne scrivo nel thread dedicato, così non appesantiamo il CSA.

I compositori biedermeier li apprezzo anche perché hanno scritto per ensemble "stravaganti" (Moscheles, per esempio, ha scritto, tra le altre cose, un settimino per clarinetto, corno, piano, contrabbasso, violino, viola e violoncello; vedi anche i settimini di Hummel).

Adesso ascolto qualcosa che piace molto a Madiel ( :spiteful:)

@Majaniello

t'interessa D'Indy?

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