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Cosa state ascoltando ? Anno 2023


Madiel

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58 minuti fa, il viandante del sud dice:

I compositori biedermeier li apprezzo anche perché hanno scritto per ensemble "stravaganti" (Moscheles, per esempio, ha scritto, tra le altre cose, un settimino per clarinetto, corno, piano, contrabbasso, violino, viola e violoncello; vedi anche i settimini di Hummel).

Vero, era musica conservatrice che cercava di essere originale. Hummel secondo me è un compositore di una certa importanza, che ha scritto ottimi concerti, musica da camera e musica sacra (le messe!) che un classicista deve conoscere. Moscheles mi pare meno rilevante, almeno sul piano compositivo. Io poi avevo una passione per Czerny, non quello dei millemila studi tecnici, ma quello delle sonate e degli aforismi. Avevo aperto un thread tempo fa sul biedermeier... 

58 minuti fa, il viandante del sud dice:

t'interessa D'Indy?

Sì e no. Nel senso che è un personaggio ai miei occhi controverso. Di base ti direi che la sua musica, impestata di armonie wagneriane abbastanza evidenti, mi interessa poco. Poi però, a latere della produzione maggiore, coltivava questa mania tipicamente accademica del culto del passato, e quindi ha scritto cose "nello stile antico" - come si diceva nell'800 - abbastanza in anticipo sul neoclassicismo propriamente detto (insieme a Saint-saens e qualche altro). Non solo, da revisore ed editore si spese nella diffusione di opere barocche, da Monteverdi a Lully a Rameau soprattutto. Diciamo che non si è saputo evolvere, è rimasto piuttosto fermo lì dov'era, anche nelle opere di quarant'anni dopo è restato inchiodato al suo proto-neoclassicismo di fine '800 (qui stiamo nel 1927 addirittura, ma avrebbe potuto essere anche il 1887):

Questo è comunque un genere che ascolto volentieri. Altri pezzi che mi piacciono suoi, oltre al Concerto grosso e altre robe simili, sono la Sinfonia "De bello gallico" e il ciclo pianistico Tableaux de voyage.

 

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1 ora fa, il viandante del sud dice:

I compositori biedermeier li apprezzo anche perché hanno scritto per ensemble "stravaganti" (Moscheles, per esempio, ha scritto, tra le altre cose, un settimino per clarinetto, corno, piano, contrabbasso, violino, viola e violoncello; vedi anche i settimini di Hummel).

Adesso ascolto qualcosa che piace molto a Madiel ( :spiteful:)

@Majaniello

t'interessa D'Indy?

👍

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47 minuti fa, Majaniello dice:

Vero, era musica conservatrice che cercava di essere originale. Hummel secondo me è un compositore di una certa importanza, che ha scritto ottimi concerti, musica da camera e musica sacra (le messe!) che un classicista deve conoscere. Moscheles mi pare meno rilevante, almeno sul piano compositivo. Io poi avevo una passione per Czerny, non quello dei millemila studi tecnici, ma quello delle sonate e degli aforismi. Avevo aperto un thread tempo fa sul biedermeier... 

Non ho ancora avuto il piacere di ascoltare musica sacra hummeliana, ma ho adocchiato il cofanetto Chandos con l'integrale delle messe. Czerny lo conosco anche meno, ma quel poco non mi è dispiaciuto.

47 minuti fa, Majaniello dice:

Sì e no. Nel senso che è un personaggio ai miei occhi controverso. Di base ti direi che la sua musica, impestata di armonie wagneriane abbastanza evidenti, mi interessa poco. Poi però, a latere della produzione maggiore, coltivava questa mania tipicamente accademica del culto del passato, e quindi ha scritto cose "nello stile antico" - come si diceva nell'800 - abbastanza in anticipo sul neoclassicismo propriamente detto (insieme a Saint-saens e qualche altro). Non solo, da revisore ed editore si spese nella diffusione di opere barocche, da Monteverdi a Lully a Rameau soprattutto. Diciamo che non si è saputo evolvere, è rimasto piuttosto fermo lì dov'era, anche nelle opere di quarant'anni dopo è restato inchiodato al suo proto-neoclassicismo di fine '800 (qui stiamo nel 1927 addirittura, ma avrebbe potuto essere anche il 1887):

Questo è comunque un genere che ascolto volentieri. Altri pezzi che mi piacciono suoi, oltre al Concerto grosso e altre robe simili, sono la Sinfonia "De bello gallico" e il ciclo pianistico Tableaux de voyage.

 

di D'Indy sono affezionato al suo Wallenstein (ed ero già da tempo affezionato al Wallenstein schilleriano).

Il finale de "La morte di Wallenstein" lo reputo uno dei più belli nella storia della musica classica.

Per il resto le influenze wagneriane (e franckiane) non mi dispiacciono. Mi piacerebbe ascoltare le sinfonie (conosco solo la seconda), così come la sua musica pianistica. Capisco però quando dici che è un compositore "fuori tempo massimo", un altro compositore che mi viene in mente che scriveva negli anni '10 del Novecento come scriveva negli anni '60 dell'800 è Bruch. Quando si dice restare ferreamente fedeli a se stessi fino alla fine ...

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10 ore fa, Majaniello dice:

Sì e no. Nel senso che è un personaggio ai miei occhi controverso. Di base ti direi che la sua musica, impestata di armonie wagneriane abbastanza evidenti, mi interessa poco. Poi però, a latere della produzione maggiore, coltivava questa mania tipicamente accademica del culto del passato, e quindi ha scritto cose "nello stile antico" - come si diceva nell'800 - abbastanza in anticipo sul neoclassicismo propriamente detto (insieme a Saint-saens e qualche altro). Non solo, da revisore ed editore si spese nella diffusione di opere barocche, da Monteverdi a Lully a Rameau soprattutto. Diciamo che non si è saputo evolvere, è rimasto piuttosto fermo lì dov'era, anche nelle opere di quarant'anni dopo è restato inchiodato al suo proto-neoclassicismo di fine '800 (qui stiamo nel 1927 addirittura, ma avrebbe potuto essere anche il 1887):

Devoto wagneriano senza dubbio, ma io ci sento più Franck che Wagner. E poi c'è tutta una seduzione "mediterranea" e paesaggistica francese nella sua musica, che è totalmente avulsa da Wagner. Pure certo esotismo (Istar, per alcuni il suo capolavoro) e venature folcloriche lo rimandano semmai a Berlioz (la seconda sinfonia è un Aroldo che si è perso nelle Cevenne col pianoforte) e a inclinazioni comunque fortemente transalpine.

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4 ore fa, Ives dice:

Devoto wagneriano senza dubbio, ma io ci sento più Franck che Wagner. E poi c'è tutta una seduzione "mediterranea" e paesaggistica francese nella sua musica, che è totalmente avulsa da Wagner. Pure certo esotismo (Istar, per alcuni il suo capolavoro) e venature folcloriche lo rimandano semmai a Berlioz (la seconda sinfonia è un Aroldo che si è perso nelle Cevenne col pianoforte) e a inclinazioni comunque fortemente transalpine.

Tutto giusto Ives, ma a livello armonico (senza contare l'orchestrazione o la retorica di certe frasi), certa sua musica è wagneriana doc, come alcune cose di Franck, Chausson ecc. Poi ci sono molti altri ingredienti estranei a Wagner, come il neoclassicismo e uno pseudo-impressionismo (i soliti della musica francese), ma... Ascoltai tempo fa il Dittico Mediterraneo (tra l'altro un disco di Pretre) nella speranza di sentire davvero il mediterraneo... era un trappolone pieno di archi e modulazioni alla sensibile 😅 

Voglio dire che il problema di alcuni di questi è che quando c'è Wagner di mezzo non viene metabolizzato a dovere e "si sente troppo". Ecco, viandante suggerisce un ascolto che pare giusto preso di peso, chessò, dal Lohengrin (non conoscevo questo pezzo):

 

Vero è che in Francia, in quel periodo Chabrier, Massenet, Dukas, Fauré, Schmitt e altri erano tutti matti per Wagner (ovvio, era il compositore tedesco più francese di sempre), ma insomma, alcuni erano meno spudorati di altri, forse perchè più dotati (?).

Piuttosto, il disco Rameau-Gardiner che ascoltavo ieri è davvero molto bello, ci sarebbe da sentire l'opera che sicuramente è migliore della somma degli estratti strumentali. Un Gardiner idiomatico come era del resto ai tempi d'oro, unico pelo nell'uovo è che avrei preferito un colore più sontuoso e scintillante, più da aristocrazia francese e meno da sagrestia di Lipsia, a parte questo gran disco. 

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20 ore fa, Majaniello dice:

Piuttosto, il disco Rameau-Gardiner che ascoltavo ieri è davvero molto bello, ci sarebbe da sentire l'opera che sicuramente è migliore della somma degli estratti strumentali. Un Gardiner idiomatico come era del resto ai tempi d'oro, unico pelo nell'uovo è che avrei preferito un colore più sontuoso e scintillante, più da aristocrazia francese e meno da sagrestia di Lipsia, a parte questo gran disco. 

C'è Marc Minkowski, ca va sans dire... 😁Ascolto questo:

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Uno dei migliori CD dell'alterno Gardner. Questo si distingue per una costante ricerca di tutti gli elementi prettamente musicali delle belle partiture proposte, per creare unità, tensione e coesione, ma soprattutto di un dialogo serrato fra le varie parti dell’orchestra e dei solisti. Un dialogo cercato e divenuto possibile tra il linguaggio della melodia e quello della parola cantata, che si esplica mirabilmente nella cantata Phaedra.

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7 ore fa, Ives dice:

C'è Marc Minkowski, ca va sans dire

Per l'opera intera però, non per la suite! Dell'opera c'è anche un nuovo Pichon:

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°°°

un concerto per pianoforte che non ho mai ascoltato, precede di poco il grandioso concerto per viola. Non bello come quello ma mica male eh! 

Ora mi ascolto anche Ireland, un ascolto molto viandantesco @il viandante del sud :

 

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16 ore fa, Majaniello dice:

Per l'opera intera però, non per la suite! Dell'opera c'è anche un nuovo Pichon:

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Ah, io intendevo Les Boreades 😑...poco male, Gardiner va bene anche per l'opera completa. E non mi pare poi che Minkowski l'abbia mai incisa. Ovviamente se piace quel tipo di declamato francese. Per le suites, che funzionano perfettamente come organismi a se stanti, posso suggerire questo bel cofanetto di Bruggen:

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Buona Giornata a tutti gli amici e a tutte le amiche ForuMattinieri/e con la Grande Sonata per l'Offertorio in Re maggiore di Gaetano Donizetti da me eseguita all'organo di Santa Galla a Roma. Il brano è la trascrizione autografa della Sinfonia dell'opera "Anna Bolena":
https://www.youtube.com/watch?v=ruwlQXAgRnY

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1 ora fa, Ives dice:

Ah, io intendevo Les Boreades 😑...poco male, Gardiner va bene anche per l'opera completa. E non mi pare poi che Minkowski l'abbia mai incisa. Ovviamente se piace quel tipo di declamato francese.

Se parliamo di Dardanus, Minko c'è e ha anche un cast altisonante:

dardanus2.jpg

1 ora fa, Ives dice:

Per le suites, che funzionano perfettamente come organismi a se stanti, posso suggerire questo bel cofanetto di Bruggen

In effetti Bruggen sembra proprio adatto a questo repertorio. 

 

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4 minuti fa, Majaniello dice:

Se parliamo di Dardanus, Minko c'è e ha anche un cast altisonante:

Si-si conosco e apprezzo. Parlavo, fraintendendo il tuo messaggio, de Les Boreades:

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Va benissimo Gardiner sia per le suites che per l'opera completa.

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2 ore fa, Majaniello dice:

In effetti Bruggen sembra proprio adatto a questo repertorio.

Lo è, ce l'ho fisicamente e racchiude anche le vecchie incisioni della Philips anni '80 e poi quelle 2000 con le suites non incise all'epoca. Cura editoriale massima e ampio libretto come da tradizione Glossa.

°°°°°°

Respighi

La Sensitiva

Janet Baker - mezzo

City of London Sinfonia

Richard Hickox

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7 ore fa, Antiphonal dice:

Buona Giornata a tutti gli amici e a tutte le amiche ForuMattinieri/e con la Grande Sonata per l'Offertorio in Re maggiore di Gaetano Donizetti da me eseguita all'organo di Santa Galla a Roma. Il brano è la trascrizione autografa della Sinfonia dell'opera "Anna Bolena":
https://www.youtube.com/watch?v=ruwlQXAgRnY

Grande! 

°°°

659.jpg

Il testamento di una grande artista. Sinceramente uno dei dischi di cembalo più belli mai ascoltati. La musica maggiormente riflessiva del terzo libro si attaglia perfettamente alla malinconia delicata e cantabile di questa ultima, poetica Verlet. Il cembalo è una copia anni '80 di un Ruckers del 1636, un cembalo fiammingo molto ricercato in Francia, dal suono esile ma dolce e brillante, accordato col la a 405. Ripresa audio di inaudita presenza e trasparenza. Da recuperare anche le registrazioni couperiniane targate Astreé (oggi Naive) della fine degli anni '70, che - caso unico tra i cembalisti - sembrano registrate l'altro ieri, come tutte le sue cose del resto.

@hurdy-gurdy @Ives

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14 ore fa, Majaniello dice:

Il testamento di una grande artista. Sinceramente uno dei dischi di cembalo più belli mai ascoltati. La musica maggiormente riflessiva del terzo libro si attaglia perfettamente alla malinconia delicata e cantabile di questa ultima, poetica Verlet. Il cembalo è una copia anni '80 di un Ruckers del 1636, un cembalo fiammingo molto ricercato in Francia, dal suono esile ma dolce e brillante, accordato col la a 405. Ripresa audio di inaudita presenza e trasparenza. Da recuperare anche le registrazioni couperiniane targate Astreé (oggi Naive) della fine degli anni '70, che - caso unico tra i cembalisti - sembrano registrate l'altro ieri, come tutte le sue cose del resto.

@hurdy-gurdy @Ives

Mitica. Forse un pò dimenticata tra i grandi nomi del cembalo bachiano, ma a torto, musicista raffinata e mai leziosa, anche nelle vecchie incisioni Philips. E anche le sue versioni più recenti sono bellissime. Ricambio con un suo allievo prediletto:

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9 ore fa, Ives dice:

Mitica. Forse un pò dimenticata tra i grandi nomi del cembalo bachiano, ma a torto, musicista raffinata e mai leziosa, anche nelle vecchie incisioni Philips. E anche le sue versioni più recenti sono bellissime. Ricambio con un suo allievo prediletto:

Rondeau e Esfahani sono gli enfant terrible del clavicembalo! :D Di Rondeau conoscono il cd di Scarlatti e quello dedicato al cembalismo seicentesco, il primo molto bello, suonato con uno stile ispanico spontaneo ma sorvegliato, il secondo molto ambizioso (forse troppo) con un repertorio però eccellente e stimolante. Le sue recenti Goldberg (integralissime, dobbiamo dirlo, e coi ritornelli variati) non mi hanno convinto, troppa affettazione (di già?). Rondeau più che la sua maestra mi ricorda Rousset, anche a livello mediatico era dagli anni '90 che non c'era questo entusiasmo "di massa" per il repertorio cembalistico. 

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On 19/2/2023 at 17:31, Majaniello dice:

Per l'opera intera però, non per la suite! Dell'opera c'è anche un nuovo Pichon:

?tit=Dardanus&aut=Jean%2BPhilippe%2BRame

°°°

un concerto per pianoforte che non ho mai ascoltato, precede di poco il grandioso concerto per viola. Non bello come quello ma mica male eh! 

Ora mi ascolto anche Ireland, un ascolto molto viandantesco @il viandante del sud :

 

E ti ringrazio, è da un po' che mi ci sto applicando su Ireland, ma non ho ancora trovato la chiave giusta...

Ricambio con qualcosa di "pastellato":

 

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1 ora fa, il viandante del sud dice:

E ti ringrazio, è da un po' che mi ci sto applicando su Ireland, ma non ho ancora trovato la chiave giusta...

La chiave giusta è quella che lo chiude nel cassetto una volta per sempre! :cat_lol:

-------

 

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Buona Giornata a tutti gli amici e a tutte le amiche ForuMattinieri/e con la Toccata di Charles Marie Widor suonata da Pierre Cochereau nel 1959 all'organo di Notre-Dame di Parigi. Fa impressione come Cochereau suoni tutto staccato fregandosene delle legature della partitura di Widor, ma lui se lo poteva permettere:
https://www.youtube.com/watch?v=_Xe3hnhtI5k

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Nuova uscita... Attratto dal sottotitolo ho provato ad ascoltare qualcosa di questo perfetto sconosciuto, allievo di Reicha e amico di Onslow. Le registrazioni sono quasi tutte prime assolute, trattasi quindi davvero di un recupero dall'oblio. Ne è valsa la pena? diciamo che la copertina non mantiene esattamente quello che promette, dato che si tratta della classica musica biedermeier, di discreta fattura e piacevole ascolto, solite coordinate Mozart/Hummel/Rossini. L'unica evidente bizzarria è l'uso larghissimo del flauto, a cui sono dedicati pezzi a solo, duetti, trii e persino quartetti (di soli flauti intendo). 

 

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7 ore fa, Majaniello dice:

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Nuova uscita... Attratto dal sottotitolo ho provato ad ascoltare qualcosa di questo perfetto sconosciuto, allievo di Reicha e amico di Onslow. Le registrazioni sono quasi tutte prime assolute, trattasi quindi davvero di un recupero dall'oblio. Ne è valsa la pena? diciamo che la copertina non mantiene esattamente quello che promette, dato che si tratta della classica musica biedermeier, di discreta fattura e piacevole ascolto, solite coordinate Mozart/Hummel/Rossini. L'unica evidente bizzarria è l'uso larghissimo del flauto, a cui sono dedicati pezzi a solo, duetti, trii e persino quartetti (di soli flauti intendo). 

 

Anche in questo caso, complimenti alla copertina orrenda (ammetto che questa volta è colpa anche del compositore...)

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Altra uscita fresca fresca. Dopo aver sdoganato lo Schmitt tardo e più aggressivamente neoclassico, mi accingo a rivalutare anche quello più celebre di inizio secolo. Certo, devo tenere duro durante i passaggi debussy-wagneriani, però in effetti c'è molto altro, i maestri Faurè e Massenet, l'ombra di Dukas, insomma cose che mi piacciono. E c'è ancor di più in questa registrazione dell'edizione originale del 1907 di questo "drame muet", scritto per ensamble da camera e poi trasformato tre anni dopo in un più sintetico e vendibile poema sinfonico per grande orchestra e così diffuso e registrato ormai almeno due decine di volte. La presente registrazione, realizzata durante uno spettacolo multimediale, è praticamente solo la seconda che immortala l'opera così come concepita, e segue una vecchia incisione anni '90 MarcoPolo poi acquisita da Naxos (non so se ormai oop). Qui, rispetto alla precedente incisione, che presentava un organico solo leggermente ridotto, le forze in gioco sono decisamente più esigue:

Schmitt-Tragedie-de-Salome-Masmondet.jpg

il risultato è un cambio di atmosfera abbastanza radicale e per nulla spiacevole per chi come me ha la passione per i piccoli organici, anche se forse qualche arco in più io ce l'avrei messo. Poi l'opera è dedicata a lui, quindi.....

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