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Cosa state ascoltando ? Anno 2022


Madiel

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2 ore fa, Wittelsbach dice:

Nell'economia complessiva del pezzo, il fiorista potrebbe pure non esserci.

Il pezzo è una cag*** pazzesca! Due accordi messi in croce e tirati via per quasi venti minuti, ma il problema è che quel materiale è pure comune in un qualsiasi film d'orrore o suspence che si rispetti. 

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"Organi d'artista"

Oltralpe mi capitò di ammirare affascinato grandi impalcature in ...legno! in uso in edilizia.
Mentre in Italia da quasi un secolo uno dei tanti geni d'un Paese per certi versi tramontato, Ferdinando Innocenti, sì quello della Lambretta (giusto un tubo a motore, perché di un genio del tubo 🙂 stiamo parlando), aveva messo a punto una giunzione per tubi che avrebbe letteralmente sorretto di lì in avanti la storia delle costruzioni, da allora fatta di "tubi Innocenti" con la I maiuscola appunto.

Credo di non essere il solo ad aver sempre ammirato anche tali ponteggi (quel tanto ...piranesiani) di solidi e svettanti tubi metallici.
Ma ecco non so a quanti sia mai venuta la visione d'accostarli alle canne d'organo.
E' da qualche anno che ne è venuta una ideazione all'artista toscano Massimo Bartolini, riproposta nella sua personale "Hagoromo" che ne ripercorre la carriera al Centro per l'arte contemporanea "Luigi Pecci" di Prato: dove a comporre la  musica che vien fatta percorrere le autentiche impalcature in tubi Innocenti come fossero altrettante canne d'organo, in articolazioni spazialmente diverse, è stato chiamato nientemeno che Gavin Bryars, da sempre più interessato alle percezioni psicofisiche degli eventi musicali che non agli azzuffamenti computazionali di note.

Al volo non sono riuscito a trovare una valida registrazione se non qualcosa da passate realizzazioni

a Art Basel 2010


e alla Fondazione Merz di Torino nel 2017

dove gli organi, nel senso di macchine, musicali erano di ben quattro tipi diversi.

Dedico questo mio intervento all'utente @Antiphonal 🙂


 

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22 ore fa, glenngould dice:

 

@Ives @Snorlax

tra le varie edizioni che ho ascoltato questa e quella di Bruggen sono le mie favorite

Approvo, ottima edizione quella di Pinnock, direzione leggera, precisa ma incisiva al tempo stesso e buonissimi solisti e coro (la Bonney una spanna sopra tutti); cosi come le Messe di Haydn fatte in quel periodo sempre per Archiv.

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Anche Schreier (vecchio Philips) mi piaceva, ma non lo sento da una vita. Era abbinata al Requiem pure buono, un Mozart magari non esplosivo o rivelatorio, ma mai rinunciatario o di routine (un pò come il suo Bach sempre a Dresda). Ricambio con questo recente concerto:

Berlioz

Le Corsaire - Overture

Beethoven

Piano Concerto No. 2 Op. 19

Tchaikovsky

Symphony No. 4 Op. 36

Rafal Blechacz - piano

Tonhalle Orchester Zürich

Michael Sanderling

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2 ore fa, giobar dice:

Sergei PROKOFIEV
Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra in sol minore op. 16

Yakov Zak
Orchestra sinfonica della radio dell'URSS
Kurt Sanderling

Lo ascoltavo l'altro giorno, col grande Jorge Bolet!

Ora sto ascoltando questo concerto clamoroso anche se relativamente poco noto, che mi pare che qualche reminiscenza dei concerti di Proko ce l'abbia, strano a leggere il nome dell'autore, ma così mi pare:

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On 5/12/2022 at 09:14, Ives dice:

Ah, pensavo ti buttassi anima e corpo su Rach...😄

🤣 sì come no.... Scherzi a parte, Bolet, che ascoltavo l'altro giorno, era un espertone di Racchio, ricordo su Classica molti anni fa dei masterclass molto belli sul secondo concerto, mai più rivisti online (c'è solo quello sul terzo concerto). La sostanza era: niente sboronate in primo piano a scapito del profilo melodico, niente indulgenze agogiche, niente accentuazioni strane. Così fatto si riesce ad ascoltare anche Racchio:

So che sei fan del suo Liszt.

°°°°

Bis, mi riascolto anche questo:

1200x1200bf-60.jpg

meglio Tamayo, qui l'orchestra suona in maniera più scalcinata. Peccato, anche perchè Canino, col suo tocco gouldiano, è un pianista che apprezzo.  

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1 ora fa, Majaniello dice:

🤣 sì come no.... Scherzi a parte, Bolet, che ascoltavo l'altro giorno, era un espertone di Racchio, ricordo su Classica molti anni fa dei masterclass molto belli sul secondo concerto, mai più rivisti online (c'è solo quello sul terzo concerto). La sostanza era: niente sboronate in primo piano a scapito del profilo melodico, niente indulgenze agogiche, niente accentuazioni strane. Così fatto si riesce ad ascoltare anche Racchio:So che sei fan del suo Liszt.

Oddio, fan di Liszt è una parola grossa 😄, però il vecchio Jorge la sapeva lunga e su Rach aveva straragione. Lo tengo con Graffman, Janis, Argerich, Katchen e Kocsis. Tra i giovani contemporanei forse Trcepski ma l'ho sentito solo in tv e distrattamente. Mi sembrava avesse un approccio molto concreto e oggettivo a questa musica (c'è comunque l'integrale in disco con Petrenko).

°°°°°°

Dowland

Come again, sweet love

Anna Dennis & AAM

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Handel

Semele, HWV 58, Act 3: "No, No, I’ll Take No Less"

Lea Desandre . mezzo

The Jupiter Ensemble . Thomas Dunford

Sarebbe un'aria per soprano (cavallo di battaglia della Battle, in tempi recenti della Bartoli nel famoso spettacolo zurighese di Carsen), ma il carattere anfibio della sua voce, la luminosa musicalità e l'accento piccante, le consentono di portarla a casa abbastanza agevolmente, nonostante il tempo staccato sia velocissimo e le agilità risultino forse un pò meccaniche. Comunque, un gran bel cd di arie handeliane.

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15 ore fa, glenngould dice:

Fa paura la Bartoli.

Ho provato a guardare il video senza audio: sembra l'esorcista.

Però tecnicamente impeccabile, sembra una mitragliatrice 

10 ore fa, hurdy-gurdy dice:

Ammetto che a volte faccio un po' fatica con la Bartoli. La trovo sempre un po' troppo muscolare, "ginnica", un po'... troppo. Ricordo un commento di un utente su YT ad un suo "Disserratevi, o porte d'Averno" che più o meno diceva: "Cecilia it's an angel not a truck driver!"

Grandissima artista, ma rilievi che ci stanno, al netto delle esigenze teatrali. A volte, calca troppo la mano, meglio in studio dove riescono a contenerla. Sparate cosi quelle agilità paiono gargarismi casuali. Ma poi alla fine della fiera, anche il tempo staccato da Christie è troppo precipitoso, è un normale "allegro":

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Johannes BRAHMS
Concerto n. 2 in si bemolle maggiore per pianoforte e orchestra op. 83

Yakov Zak
Orchestra filarmonica di Leningrado
Kurt Sanderling

Interpretazione che, a un primo ascolto, si segnala per l'approccio particolare del direttore, che tende quasi a sempre a smussare le asprezze e ad evidenziare gli aspetti intimi e nostalgici, di dolcezza e tenerezza, della partitura. In questo non è sempre seguito dal pianista, che spesso invece insiste sugli aspetti più muscolari. Ma nonostante questa apparente contraddizione, è una lettura nel complesso originale e appassionante.

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