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Madiel
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Lentz: Monh, per viola e orchestra (Caeli enarrant ... VII) (2001/2005)

T. Zimmermann, viola; Orchestre Philharmonique de Luxembourg, Pomarico

@Wittelsbach i pezzi orchestrali finora registrati di Lentz, solo tre, sono tutti molto interessanti. Si caratterizzano per forti influenze di Messiaen, a dire il vero più evidenti e palpabili insieme a quelle di Boulez nel primo pezzo Ngangkar (1998/2000), ma nei successivi le ha come metabolizzate. In Monh (=Stelle), si assiste a una specie di continuo monologo della viola, che combatte con una orchestra ostile e formicolante. La tensione è palpabile, ma si svolge tra dinamiche basse estreme (pppppp !!) e sonorità argentee. La lotta sembra avere la sua risoluzione poco prima del finale con una esplosione delle percussioni metalliche cui segue il silenzio. Lentz ha concepito l'opera su precise coordinate matematiche (pare sia ossessionato da specifiche formule, o per meglio dire da simbologie numeriche), ma preferisce descrivere la sua musica con metafore poetiche: la viola è l'individuo stupefatto dal mondo che si perde nello spazio, fino ad essere inghiottito nell'infinito. Monh fa parte di un ciclo, Caeli enarrant..., formato da più pezzi dagli organici più disparati e che Lentz definisce nel suo complesso come "Mysterium".

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Dopo questo pippone altissimo di Madiel ho un po' vergogna a postare quest'inezia:

bach-jc-quintette-00028942338524.jpg

Ives parlava di CPE ma anche JC non scherzava! Non hanno composto la Creazione o il Don Giovanni, certo, ma nella musica di intrattenimento non erano da meno rispetto ai loro più celebri colleghi... ad un ascolto al buio lo avrei proprio scambiato per Mozart! 

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1 ora fa, il viandante del sud dice:

Apprezzo molto, grazie, trovo questo uno dei più bei sestetti per archi mai scritti!

Ricambio, se gradisci, con qualcosa di molto lontano nel tempo:

 

Conosco Hildegard von Bingen per le sue opere scritte, un giorno in libreria fui attratto da un suo libro ma non ho mai letto ancora niente di suo. Quanto alla musica, sicuramente è molto bella e interessante, tenendo in considerazione anche i tempi in cui si contestualizza la vita di questa santa medioevale. Credo che arriverà il giorno in cui approfondirò questo personaggio.

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21 minuti fa, Majaniello dice:

Dopo questo pippone altissimo di Madiel ho un po' vergogna a postare quest'inezia:

bach-jc-quintette-00028942338524.jpg

Ives parlava di CPE ma anche JC non scherzava! Non hanno composto la Creazione o il Don Giovanni, certo, ma nella musica di intrattenimento non erano da meno rispetto ai loro più celebri colleghi... ad un ascolto al buio lo avrei proprio scambiato per Mozart! 

Ma no, nessun pippone, avrei dovuto entrare meglio nei dettagli perché la musica di Lentz è più complicata di quello che sembra, solo che mi hanno chiamato a pranzare e ho dovuto farla breve :cat_lol:

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18 minuti fa, Madiel dice:

Ma no, nessun pippone, avrei dovuto entrare meglio nei dettagli perché la musica di Lentz è più complicata di quello che sembra, solo che mi hanno chiamato a pranzare e ho dovuto farla breve :cat_lol:

Un pipponus interruptus! :cat_lol:

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1 ora fa, Majaniello dice:

Dopo questo pippone altissimo di Madiel ho un po' vergogna a postare quest'inezia:

Ives parlava di CPE ma anche JC non scherzava! Non hanno composto la Creazione o il Don Giovanni, certo, ma nella musica di intrattenimento non erano da meno rispetto ai loro più celebri colleghi... ad un ascolto al buio lo avrei proprio scambiato per Mozart! 

Come disse provocatoriamente Debussy (mi pare), i figli di JSB sono molto più importanti del padre😮...boutade impressionistiche a parte, lui lo conosco ben poco, rispetto a CPE. Sono rimasto fermo al vecchio disco Philips di David Zinman con le sinfonie, nelle quali c'è una felice mescolanza di stile italiano e scuola di Maanheim, quali lo stesso Mozart avrebbe assorbito in toto. Gradevolissima anche la strumentazione, spesso di natura concertante (fiati e intro dei clarinetti, finora esclusi). Molto apprezzato dagli appassionati pure il Requiem e brani sacri su testo latino (Rademann, HM). La CPO ha in catalogo gli oratori, che dovrebbero essere molto vicini a un mix tra l'Handel inglese e quello italiano della opere.

J.C. Bach - Netherlands Chamber Orchestra, David Zinman – Sinfonias Op.6,  9, 18 (Complete) / Ouverture "La Calamità" (1994, CD) - Discogs

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@Majaniello ma non era mia intenzione, e immagino neppure di @Ives, sminuire l'influenza di Wagner su Bruckner, solo sottolineare che nel secondo c'è molto altro e complessivamente sono del tutto diversi non solo come individui, il che è ovvio, ma proprio come compositori. Il Te Deum per esempio Wagner non lo avrebbe mai scritto, si sente benissimo che non è roba sua: tanto che lo apprezzò addirittura Hanslick, quello originale. Ebbene, pensa a quanto della severa polifonia del Te Deum, di chiara derivazione dalla tradizione corale cattolica e italiana in particolare, si può rinvenire nelle sinfonie di Bruckner: la Quinta ne è piena, ma ci sono molti temi (e generalmente sono sempre i terzi temi) che rimandano ad essa in tutte le sinfonie. Ci sono anche tante altre influenze, Beethoven e Schubert in primis, ma qui il discorso si fa lungo e complesso e rischiamo di annoiare chi è qui per condividere esperienze d'ascolto, com'è giusto che sia. E non aver paura che qualcuno ti prenda per neofita, anzi... 😅

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In attesa di poter riascoltare CPE e JC, e di ascoltare la nuova Theodora del Pomo d'Oro (io ero rimasto alle splendide letture del Gabrieli Consort e di Christie), ripropongo un vecchio classicone in un'interpretazione per me esemplare...

... e lo accompagno alla dedica a @Ives , @Majaniello e a chiunque gradisca

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4 ore fa, Madiel dice:

Lentz: Monh, per viola e orchestra (Caeli enarrant ... VII) (2001/2005)

T. Zimmermann, viola; Orchestre Philharmonique de Luxembourg, Pomarico

@Wittelsbach i pezzi orchestrali finora registrati di Lentz, solo tre, sono tutti molto interessanti. Si caratterizzano per forti influenze di Messiaen, a dire il vero più evidenti e palpabili insieme a quelle di Boulez nel primo pezzo Ngangkar (1998/2000), ma nei successivi le ha come metabolizzate. In Monh (=Stelle), si assiste a una specie di continuo monologo della viola, che combatte con una orchestra ostile e formicolante. La tensione è palpabile, ma si svolge tra dinamiche basse estreme (pppppp !!) e sonorità argentee. La lotta sembra avere la sua risoluzione poco prima del finale con una esplosione delle percussioni metalliche cui segue il silenzio. Lentz ha concepito l'opera su precise coordinate matematiche (pare sia ossessionato da specifiche formule, o per meglio dire da simbologie numeriche), ma preferisce descrivere la sua musica con metafore poetiche: la viola è l'individuo stupefatto dal mondo che si perde nello spazio, fino ad essere inghiottito nell'infinito. Monh fa parte di un ciclo, Caeli enarrant..., formato da più pezzi dagli organici più disparati e che Lentz definisce nel suo complesso come "Mysterium".

Dunque un autore che a te ha saputo dire qualcosa! Buono a sapersi, ogni tanto ascolto anch'io qualcosa di fecondo...

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2 ore fa, Florestan dice:

@Majaniello ma non era mia intenzione, e immagino neppure di @Ives, sminuire l'influenza di Wagner su Bruckner, solo sottolineare che nel secondo c'è molto altro e complessivamente sono del tutto diversi non solo come individui, il che è ovvio, ma proprio come compositori. Il Te Deum per esempio Wagner non lo avrebbe mai scritto, si sente benissimo che non è roba sua: tanto che lo apprezzò addirittura Hanslick, quello originale. Ebbene, pensa a quanto della severa polifonia del Te Deum, di chiara derivazione dalla tradizione corale cattolica e italiana in particolare, si può rinvenire nelle sinfonie di Bruckner: la Quinta ne è piena, ma ci sono molti temi (e generalmente sono sempre i terzi temi) che rimandano ad essa in tutte le sinfonie. Ci sono anche tante altre influenze, Beethoven e Schubert in primis, ma qui il discorso si fa lungo e complesso e rischiamo di annoiare chi è qui per condividere esperienze d'ascolto, com'è giusto che sia. E non aver paura che qualcuno ti prenda per neofita, anzi... 😅

Volevo dire semplicemente che non ci sento tutto questo Wagner all'interno, anzi. Non a caso, Bruckner ha trovato la sua fortuna solo tardissimo, quando per Wagner non ci fu più un'ammirazione sconfinata, anzi si era passati ad un attegiamento critico, se non ostile. Per me, ripeto, c'è qualche nesso, le tube tenori e basse, una generale devozione per il personaggio, qualche armonia, ma già l'orchestrazione (a terrazze) NON è per nulla wagneriana, men che meno il discorso sinfonico complessivo, tutto inquadrato in ben altra creatività musicale. Ovviamente c'è Schubert e moltissimo, accenni a Liszt (forse Berlioz per certo gigantismo sonoro), Schumann, Mendelssohn, la tradizione polifonica classica (Palestrina) però riletta dalla provincia austriaca (Fux per il sacro) ma tutto filtrato chiaramente dalla sua precipua personalità musicale. Ricambio con:

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1 ora fa, Wittelsbach dice:

Dunque un autore che a te ha saputo dire qualcosa! Buono a sapersi, ogni tanto ascolto anch'io qualcosa di fecondo...

Penso che fra non molto mi comprerò anche il disco Naxos che hai segnalato qualche post fa. 

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3 ore fa, glenngould dice:

Per colpa di @Majaniello @Florestan e @Ives sto ascoltando il Rheingold di Wagner con Adam Fischer alla direzione

Decine di interventi sull'opera italiana... e questo è il risultato :mega_shok:

Niente, non lo devo neanche nominare :D

6 ore fa, Florestan dice:

In attesa di poter riascoltare CPE e JC, e di ascoltare la nuova Theodora del Pomo d'Oro (io ero rimasto alle splendide letture del Gabrieli Consort e di Christie), ripropongo un vecchio classicone in un'interpretazione per me esemplare...

... e lo accompagno alla dedica a @Ives , @Majaniello e a chiunque gradisca

Grande direttore! 

°°°°

1200x1182.jpg

Confalonieri: «...questa Messa racchiude nella sua intimità più profonda un vago senso pastorale, un raccoglimento d'uomo solitario che incontra Iddio senza troppi fulgori di luci, senza gran pompa di suoni osannanti; lo stupore di un botanico che nel verde della natura vede stemperarsi gli arcobaleni celesti. Non è soltanto per la tonalità di fa maggiore ch'io vorrei chiamare Pastorale la Messa di Chimay, così come Pastorale fu detta la VI Sinfonia di Beethoven, ma perché queste due opere, presso a poco coeve, rispecchiano in senso generale la pacificazione dei loro due autori e rappresentano quel momento nel quale anche il dolore va assumendo una sua segreta dolcezza».

 

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1 ora fa, Majaniello dice:

Decine di interventi sull'opera italiana... e questo è il risultato :mega_shok:

Niente, non lo devo neanche nominare :D

In realtà lo faccio per indispettirti, poi nel privato mi ammazzo di Porpora, Jommelli, Galuppi, Piccinni e Cimarosa :D

Ascolto anche Verdi, anzi, soprattutto Verdi, ma resto umile 

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3 ore fa, glenngould dice:

In realtà lo faccio per indispettirti, poi nel privato mi ammazzo di Porpora, Jommelli, Galuppi, Piccinni e Cimarosa :D

Ascolto anche Verdi, anzi, soprattutto Verdi, ma resto umile 

Ma lo so che postate Wagner per fare i fighi ma poi di nascosto Ernani a palla :P

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11 ore fa, Ives dice:

Interessanti gli aneddoti su Furtwangler e Karl Bohm. @Majaniello

Parla anche di Toscanini (almeno un quarto d'ora), Szell, Monteux, Walter, De Sabata ecc. Molto interessante, anche se un po' egoriferita, in pratica sono tutti i suoi colleghi/amici che gli dicono che lui è il migliore del mondo :D Non mi stupisce la vicinanza emotiva tra Lenny e Furtone, erano due irrisolti che esprimevano il loro tormento personale nella musica in maniera molto istintiva. In generale emerge come ad influenzare i grandi fosse la personalità di altri grandi, è molto chiaro quando parla di Bohm come del direttore più distante da lui, sul piano musicale, eppure - se ho ben capito - con la grande capacità di restare giovane anche quando era decrepito (c'è poi un riferimento alle relazioni tra i tempi che non ho ben capito). Molto divertente anche la testimonianza sull'anziano Toscanini!

PS: Ovviamente Karajan è quello che, fugacemente, ne esce più a pezzi sotto il profilo umano, ma questo lo sapevamo già.

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9 ore fa, Majaniello dice:

Parla anche di Toscanini (almeno un quarto d'ora), Szell, Monteux, Walter, De Sabata ecc. Molto interessante, anche se un po' egoriferita, in pratica sono tutti i suoi colleghi/amici che gli dicono che lui è il migliore del mondo :D Non mi stupisce la vicinanza emotiva tra Lenny e Furtone, erano due irrisolti che esprimevano il loro tormento personale nella musica in maniera molto istintiva. In generale emerge come ad influenzare i grandi fosse la personalità di altri grandi, è molto chiaro quando parla di Bohm come del direttore più distante da lui, sul piano musicale, eppure - se ho ben capito - con la grande capacità di restare giovane anche quando era decrepito (c'è poi un riferimento alle relazioni tra i tempi che non ho ben capito). Molto divertente anche la testimonianza sull'anziano Toscanini!

PS: Ovviamente Karajan è quello che, fugacemente, ne esce più a pezzi sotto il profilo umano, ma questo lo sapevamo già.

Si è molto autoreferenziale ma ci sta, visto il personaggio e l'occasione celebrativa (la medaglia Kennedy per le arti), però rimane un documento interessante. La prima parte la conoscevo, c'era un vecchio vhs anni fa riversato su YT, quasi nulla invece della seconda, da quando parla del quasi-incontro con Furtone e poi di Bohm. Credo che si ritrovasse quantomeno nell'ultimo periodo (qui siamo già a inizio anni '80 epoca del Tristan per la Philips) nella libertà espressiva e agogica di Furt. Peraltro, per l'85esimo compleanno del maestro austriaco, Bernstein scrisse questa roba qua e gliela inviò a Vienna incisa su una musicassetta 😁Poi la cantò la Ludwig credo a Salisburgo:

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26 minuti fa, Madiel dice:

Hurvizzo consiglia Gernsheim e il tubo mi segnala in particolare la 3a Sinfonia... proviamo...

Boh, mi pare la solita robaccia germanica gonfia di retorica pseudo-beethoveniana in voga attorno al 1880 :huh:

Madiel, hai mai sentito tale Graener?

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