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Cosa state ascoltando ? Anno 2022


Madiel
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17 ore fa, Madiel dice:

Non lo metto in dubbio, solo che a me la 7a non è mai piaciuta ! :unsure:

Mi accodo, mai piaciuta e la ascolto ormai rarissimamente (ho in CD il Karajan terminale coi Wiener e Dohnanyi nella sua quasi-integrale Decca). L'ho sempre considerato un Bruckner abbastanza piatto, retorico (i movimenti estremi) e "scontato". Mi piace solo lo Scherzo vorticoso. Offuscando peraltro 5 e 6 che sono nettamente superiori, dal punto di vista armonico e contrappuntistico. Non a caso era una sinfonia che inserivano nelle miscellanee di classica (quantomeno l'Adagio) per ascoltatori alle prime armi, assieme alla Quarta. Mai sentito Sanderling in Bruckner. Ricambio a @Florestan con:

CPE Bach, Amandine Beyer (violin), Edna Stern (fortepiano) - CPE Bach:  Sonatas for Violin & Pianoforte - Amazon.com Music

L'estrema chiarezza delle parti a cui queste meravigliose esecuzioni ci hanno abituato contribuisce a rendere ancor più evidenti le ricerche timbriche e melodiche compiute da C.P.E. Bach in queste pagine (a queste caratteristiche si deve l’identificazione del cosiddetto Empfindsamer Stil o stile della sensibilità); la comprensione della loro importanza storica è accompagnata dalla scorrevolezza dell’esecuzione che rende l’ascolto gradevolissimo. E le preferisco pure a molte sonate mozartiane 😮Per tacere delle tre sonate per viola da gamba, che sono tra i gioielli del tardo repertorio per questro splendido strumento:

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7 ore fa, Ives dice:

Mi accodo, mai piaciuta e la ascolto ormai rarissimamente (ho in CD il Karajan terminale coi Wiener e Dohnanyi nella sua quasi-integrale Decca). L'ho sempre considerato un Bruckner abbastanza piatto, retorico (i movimenti estremi) e "scontato". Mi piace solo lo Scherzo vorticoso. Offuscando peraltro 5 e 6 che sono nettamente superiori, dal punto di vista armonico e contrappuntistico. Non a caso era una sinfonia che inserivano nelle miscellanee di classica (quantomeno l'Adagio) per ascoltatori alle prime armi, assieme alla Quarta. Mai sentito Sanderling in Bruckner.

Un'opera ovviamente può piacere o meno, ma queste motivazioni mi sembrano un po' strane. Mi spiego, o tento di farlo: di tutte le cose che ho sentito dire su Bruckner, non mi è mai capitato che qualcuno definisse la Settima più retorica o piatta della Quinta o della Sesta. Di solito succede l'esatto contrario, e cioè che si trovi la Quinta insopportabile per la lunghezza e la povertà tematica (di fatto tutti i temi di tutti i movimenti sono variazioni del primo) e per la monotonia dell'orchestrazione (troppi archi in pizzicato, ad esempio) e che la si trovi esageratamente magniloquente nel Finale, peraltro gravato di una doppia fuga estenuante che lo rende ancora più pesante; per tacere della Sesta con il suo Haupttema che molti accostano alla colonna sonora di Lawrence d'Arabia, e col suo Finale con fanfare a botta e risposta che sembrano o una presa in giro o una trombonata. Ovviamente non condivido nessuno di questi rilievi critici, ma riesco a comprenderli di più.

Per me la Settima è alla pari delle ultime due sinfonie di Bruckner e superiore a tutte le precedenti per complessità del linguaggio armonico e bellezza dei temi, ed è appunto questa espansività lirica che maschera il sapiente contrappunto della partitura, ma ci sta che possa non piacere (tutti abbiamo le nostre idiosincrasie, anche questo è il bello della musica) perché magari troppo utilizzata dall'industria discografica: tuttavia non è colpa dell'opera.

P.S.: io invidio davvero tanto gli ascoltatori alle prime armi, perché di solito riescono a cogliere di un brano cose che sfuggono a noi musicofili agguerriti, che oramai guardiamo con atteggiamento un po' snob a un certo tipo di repertorio che crediamo di conoscere a memoria, e molte volte è vero (ma altre no: a me ad esempio è capitato a volte, con qualche interprete, di ritrovare in successivi ascolti nel Beethoven pianistico particolari che non avevo rilevato in tutti i precedenti, e sono stati tantissimi).

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On 1/11/2022 at 22:16, Wittelsbach dice:

Georges Lentz, Birrung

Compositore lussemburghese trapiantato in Australia. E a suo tempo presi persino il cd fisico! Mah…

@Madiel @Glenn Gould

 

 

Me ne accorgo solo ora, ma il brano in questione era dedicato a me?

Se sì (dato che spesse volte capita che si confondano i vari gould del forum), ti ringrazio!

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On 29/10/2022 at 14:14, Ives dice:

Trovo McCreesh globalmente superiore, ma è questione pure di gusti (bellissimo anche Christie eh, meglio in video però). Il controtenore Blaze fatica assai e pare uscito dagli anni '80 per timbro asfittico. Tolto questo, il resto è notevolissimo e molto più controllato e "studiato". Meno teatrale e più oratoriale, ma sempre estremamente comunicativo. Ma puoi iniziare dove vuoi, anche dal russo sbarbatone appena uscito...ecco non ho controllato se fa tutti i ritornelli come l'inglese, ma credo di si, quindi edizione integralissima. E il coro è nel numero esatto uguale a quello di McCreesh (30 elementi). Da melomane (o ex tale) anzi dovresti apprezzare questa edizione all-stars...

Ives ho ascoltato l'edizione Erato appena uscita... i rilievi che fai sono da intenditore, dato che l'ho trovata davvero stupenda! mi piace molto questa tendenza (non so in verità se lo è, più generalmente dico) contemporanea di rendere la musica di Handel non solo più dinamica, ma anche più sensuale quasi, votata ad una più immediata comunicatività dei sentimenti. Non credo neanche sia una forzatura, la musica contiene diverse soluzioni che guardano verso quella direzione (sarà l'influenza dei vari Bononcini, Porpora, Vinci ecc? chissà). E' vero che i cori, che rappresentano invece la "componente inglese", non sono di grandiosità sfavillante, ma è vero pure che si integrano molto bene nello scorrere della musica e della vicenda, come fossero veri interventi drammatici. 

Maxim Comesichiama è bravissimo devo dire, riprenderò il Serse che avevo cominciato e non più finito non ricordo perchè, e anche Agrippina. Mi pare che hai anche sponsorizzato qualche sua prova ottocentesca, sentirò. 

Segnaliamo anche a @Florestan 

 

30 minuti fa, glenngould dice:

Se sì (dato che spesse volte capita che si confondano i vari gould del forum), ti ringrazio!

Hai un nick troppo generico, devi personalizzarlo... potresti cambiarlo in Gouldiello ad esempio!

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3 ore fa, Florestan dice:

Per me la Settima è alla pari delle ultime due e superiore a tutte le precedenti per complessità del linguaggio armonico e bellezza dei temi, ma ci sta che possa non piacere (tutti abbiamo le nostre idiosincrasie, anche questo è il bello della musica) perché magari troppo utilizzata dall'industria discografica: non è colpa della partitura, però.

Secondo me è proprio colpa della partitura:

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3 ore fa, Majaniello dice:

Secondo me è proprio colpa della partitura:

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E solo nella Settima di Bruckner si sente l'influenza di questo signore? Nell'Ottava e nella Nona non si sente? Nella Terza? A questo punto buttiamo via tutto Bruckner, facciamo prima. Pure Richard Strauss però 😇

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45 minuti fa, Florestan dice:

E solo nella Settima di Bruckner si sente l'influenza di questo signore? Nell'Ottava e nella Nona non si sente? Nella Terza? A questo punto buttiamo via tutto Bruckner, facciamo prima. Pure Richard Strauss però 😇

In tutte si sente, ma nella 7 è fin dai primi minuti, melodia ed armonia sembrano un chiaro omaggio. 

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2 ore fa, Pollini dice:

Ralph Vaughan Williams (1872-1958), Variations for Brass Band.

C'è anche un'orchestrazione completa, di Gordon Jacob. A quanti debba controdediche.

Bello proprio questo pezzo, non lo conoscevo neanche per il titolo! VW fa il verso a sé stesso e al folk british, ma che classe a ottant'anni suonati!

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17 ore fa, Majaniello dice:

Ives ho ascoltato l'edizione Erato appena uscita... i rilievi che fai sono da intenditore, dato che l'ho trovata davvero stupenda! mi piace molto questa tendenza (non so in verità se lo è, più generalmente dico) contemporanea di rendere la musica di Handel non solo più dinamica, ma anche più sensuale quasi, votata ad una più immediata comunicatività dei sentimenti. Non credo neanche sia una forzatura, la musica contiene diverse soluzioni che guardano verso quella direzione (sarà l'influenza dei vari Bononcini, Porpora, Vinci ecc? chissà). E' vero che i cori, che rappresentano invece la "componente inglese", non sono di grandiosità sfavillante, ma è vero pure che si integrano molto bene nello scorrere della musica e della vicenda, come fossero veri interventi drammatici. 

Maxim Comesichiama è bravissimo devo dire, riprenderò il Serse che avevo cominciato e non più finito non ricordo perchè, e anche Agrippina. Mi pare che hai anche sponsorizzato qualche sua prova ottocentesca, sentirò. 

Segnaliamo anche a @Florestan

Ma infatti ero sicuro che ti sarebbe piaciuta. Ed è un'altra bellissima uscita dello sbarbatone russo. Ho scritto un "pippone" ma per dire sostanzialmente che sono versioni che hanno pregi e difetti (non eclatanti) ma entrambe ragguardevoli, seppur da ottiche interpretative differenti. Si, è una tendenza, quella di fare un Handel più "operistico" anche negli oratori, sviluppatasi negli ultimi anni, soprattutto fuori dal Regno Unito. Anche l'ultimo Christie (Belshazzar) è cosi o l'argentino Alarcon. O l'ultimo Jacobs. Ad esempio, i daccapo delle arie sono molto più variati nell'edizione col giovane russo (di repertorio standard ha fatto credo solo la Grande per la Linn, scritto anche qui qualcosa settimane fa). Anche il Serse per DG è riuscitissimo, il migliore della discografia (non fortunatissima), a mio giudizio. Lascio un ascolto comparativo con le due versioni in quest'aria di rassegnazione:

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On 6/11/2022 at 15:20, Florestan dice:

P.S.: io invidio davvero tanto gli ascoltatori alle prime armi, perché di solito riescono a cogliere di un brano cose che sfuggono a noi musicofili agguerriti, che oramai guardiamo con atteggiamento un po' snob a un certo tipo di repertorio che crediamo di conoscere a memoria, e molte volte è vero (ma altre no: a me ad esempio è capitato a volte, con qualche interprete, di ritrovare in successivi ascolti nel Beethoven pianistico particolari che non avevo rilevato in tutti i precedenti, e sono stati tantissimi).

Non era una diminutio dell'ascoltatore alle prime armi, ci mancherebbe, tutti lo siamo stati. Intendevo dire che la Settima, pur presentandosi assolutamente coerente con il messaggio bruckneriano, può far presa più facilmente sull'ascoltatore, sia per la bellezza dei temi, sia per una logica discorsiva meno contrastante con la consuetudine sonatistica. Mi sembra molto più "semplice" della Quinta, molto più "accogliente" per l'ascoltatore, e non a caso direttori che fanno poco Bruckner fanno sempre la Settima. Poi ovvio che c'è un sentore personale nel mio giudizio. E i nessi wagneriani, più o meno impliciti e ridotti ad accenni o all'uso delle tube, non mi sconvolgono più di tanto, nel senso che credo che la musica di Bruckner sia globalmente proprio altra cosa.

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5 ore fa, Ives dice:

Non era una diminutio dell'ascoltatore alle prime armi, ci mancherebbe, tutti lo siamo stati. Intendevo dire che la Settima, pur presentandosi assolutamente coerente con il messaggio bruckneriano, può far presa più facilmente sull'ascoltatore, sia per la bellezza dei temi, sia per una logica discorsiva meno contrastante con la consuetudine sonatistica. Mi sembra molto più "semplice" della Quinta, molto più "accogliente" per l'ascoltatore, e non a caso direttori che fanno poco Bruckner fanno sempre la Settima. Poi ovvio che c'è un sentore personale nel mio giudizio. E i nessi wagneriani, più o meno impliciti e ridotti ad accenni o all'uso delle tube, non mi sconvolgono più di tanto, nel senso che credo che la musica di Bruckner sia globalmente proprio altra cosa.

Questi sono rilievi che sottoscrivo tranquillamente. L'ultimo periodo poi è da scolpire nella pietra.

@Majaniello: la Settima presenta ovviamente degli omaggi a Wagner, ma non più di altre sinfonie di Bruckner: gli ultimi due movimenti con Wagner hanno ben poco da spartire; perfino nell'Adagio pochi temi sono più intimamente bruckneriani del secondo o della coda, in cui Bruckner cita il proprio Te Deum. E' vero che qui è proprio il primo tema del primo movimento ad essere molto wagneriano, e l'alone si estende sull'intera sinfonia.

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2 ore fa, Florestan dice:

Questi sono rilievi che sottoscrivo tranquillamente. L'ultimo periodo poi è da scolpire nella pietra.

@Majaniello: la Settima presenta ovviamente degli omaggi a Wagner, ma non più di altre sinfonie di Bruckner: gli ultimi due movimenti con Wagner hanno ben poco da spartire; perfino nell'Adagio pochi temi sono più intimamente bruckneriani del secondo o della coda, in cui Bruckner cita il proprio Te Deum. E' vero che qui è proprio il primo tema del primo movimento ad essere molto wagneriano, e l'alone si estende sull'intera sinfonia.

Che la musica di Bruckner contenga anche molto altro è fuori discussione (a meno che non pensiate di parlare con un neofita :P ). Io non scolpirei le parole di Ives nella pietra, perchè mi pare che minimizzi ad "accenni" e a qualche accorgimento coloristico quella che io sento come un'influenza pesante a livello di scrittura, ripeto: modo di costruire certe melodie e incatenamenti armonici, è un modo così peculiare che è inconfondibile. E in questo hai ragione a dire che la musica di Bruckner è piena di questi riferimenti, sin dalla prima sinfonia. Che poi questi strumenti, sostanziali e non decorativi a mio avviso, siano utilizzati in un contesto diverso, con obiettivi diversi, mischiati ad influenze più lontane beh... da un punto di vista psicologico Bruckner era proprio l'antitesi di Wagner, ma insomma... il mio discorso è che a furia di minimizzare l'influenza di Wagner, come sento spesso (quasi sia una cosa di cui vergognarsi, e questa qualcuno me la deve spiegare dato che Bruckner la rivendicava con orgoglio), non si ammetta il fatto che quest'influenza è evidentissima, che la si veda come un merito o un demerito quello è il dato.

Controprova ne è che la musica di Brahms è invece completamente (!) impermeabile all'armonia e alla melodia wagneriana (dal mio punto di vista sa essere molesta per altri motivi, ma è un altro discorso :D ), e anche questo dato di fatto si sente. In Dvorak invece c'è una cesura con la quinta sinfonia, con la quarta a fare da transizione: sembra che in quel momento abbia deciso di chiudere con quel tipo di scrittura (che padroneggiava anche in maniera ben più goffa, va detto) e di passare a qualcosa di diverso. Insomma il "fattore W" ti accorgi subito quando c'è e quando non c'è, è così sostanziale da essere condizionante, altro che dettagli.

Scusate se faccio la voce fuori dal coro...

mario-giordano-donato-fuori-dal-coro_FB2

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11 ore fa, Ives dice:

 

Beh bellissimo anche McCreesh ma, appunto, si guarda di più al disegno complessivo come fosse un basso-rilievo, nell'edizione più recente c'è meno gusto per la proporzione e più per la pulsazione emotiva, più concretezza. Poi subentrano le abitudini di ascolto nelle preferenze, il bello è poter scegliere. Mi è capitato di pensare, ascoltando questa Theodora, a Beethoven, non tanto dal punto di vista tecnico quanto del mood... magari è una suggestione la mia, ma credo che questo percepirsi come "post-handeliano" da parte di Beethoven fosse qualcosa di più profondo di un'influenza stilistica o banalmente del fatto che Handel era il musicista tedesco più celebre della generazione precedente. C'è proprio un filo conduttore emotivo, forse anche etico, e capisco anche un certo disprezzo di Beethoven per Mozart (non per il talento ma per la "postura artistica" mettiamola così), che in questa linea si pone come elemento di discontinuità.

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