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Cosa state ascoltando ? Anno 2022


Madiel
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12 ore fa, Wittelsbach dice:

Georges Lentz, Birrung

Compositore lussemburghese trapiantato in Australia. E a suo tempo presi persino il cd fisico! Mah…

@Madiel @Glenn Gould

 

 

Mi sto ascoltando questo sconosciuto signore, ma sai che il pezzo non è niente male ? Mi sto informando, on line girano strane storie e pare sia una specie di personaggio isolato e "remoto".

Ascolto anche questo, che mi piace dalle prime battute. Nonostante le dinamiche basse e una certa immobilità apparente non c'è affatto il vuoto, anzi, il pezzo è "pieno" di musica! Lo trovo affascinante!

 

 

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12 ore fa, Wittelsbach dice:

Georges Lentz, Birrung

Compositore lussemburghese trapiantato in Australia. E a suo tempo presi persino il cd fisico! Mah…

@Madiel @Glenn Gould

 

Non so chi sia. Disco che ricordo recensito da Hurwitz o suoi collaboratori:

https://www.classicstoday.com/review/review-9608/?search=1

Lussemburghese che vive in Australia. Autore molto appartato, serialista. Alcuni titoli suggeriti dalla cultura aborigena.

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47 minuti fa, Madiel dice:

Mi sto ascoltando questo sconosciuto signore, ma sai che il pezzo non è niente male ? Mi sto informando, on line girano strane storie e pare sia una specie di personaggio isolato e "remoto".

Ascolto anche questo, che mi piace dalle prime battute. Nonostante le dinamiche basse e una certa immobilità apparente non c'è affatto il vuoto, anzi, il pezzo è "pieno" di musica! Lo trovo affascinante!

 

 

Questo qui mi piace di più! Con De Waart?

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12 minuti fa, Wittelsbach dice:

Questo qui mi piace di più! Con De Waart?

Sì ! Dovrebbe essere un live, ma non ne sono certo. Cercavo il cd, ma costa troppo o è introvabile, così me lo sono comprato in altra edizione con Pomarico - direttore specialista nel repertorio contemporaneo. Mi sembra un ottimo lavoro e anche quello del tuo video è interessante. Mi pare una bella scoperta (merito tuo !)

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On 28/10/2022 at 23:09, il viandante del sud dice:

Che stile ha questo compositore? Ogni tanto salta fuori nelle mie ricerche, ma non mi ci sono ancora approcciato...

Si parla di Théodore Gouvy...

On 29/10/2022 at 17:11, Majaniello dice:

Nel frattempo che ti risponde giobar dico la mia. Di base è un Mendelssohn francese, che ogni tanto guarda anche più indietro (Mozart, Schubert) e in generale, come tutti gli accademici francesi, al mondo tedesco. Ho letto riferimenti a Schumann, che io però non sento, non era così visionario, i suoi accenti tormentati suonano molto più di maniera. Ascoltai una volta un cd con un paio di sinfonie, ma non mi sembrarono granchè (chissà le altre, ne ha scritte diverse), più piacevole la musica da camera. Aveva la fissa per i soggetti della tragedia classica (non era l'unico all'epoca), ha scritto oratori con protagonisti Edipo, Elettra, Ifigenia ecc. Se lo vuoi approfondire sei fortunato, dato che la sua discografia è incredibilmente ricca, almeno rispetto alla sua scarsa rilevanza storica. 

Chiedo scusa a @il viandante del sudper il ritardo nella risposta, ma sono stato alcuni giorni fuori casa e ho una grave disabilità nell'uso dello smartphone per scrivere cose più complicate di "sto bene" o "non torno a pranzo" :D

Ad ogni modo, alcune cose salienti le ha già scritte @Majaniello:ok:

Un po' tutti i testi che ho potuto consultare, su carta e in rete, definiscono Gouvy come una sorta di Mendelssohn francese e in fondo è una definizione corretta, almeno sulla base delle non molte opere che ho finora ascoltato (un paio di sinfonie e un po' di musica da camera). L'ambivalenza tra la cultura francese e quella tedesca non gli derivava però (soltanto) dal fatto che facesse riferimento all'accademia, ma aveva radici ben più profonde. Anzitutto era di famiglia belga e non francese e poi nacque e visse l'infanzia a Saarbrucken, così che fin da piccolo era bilingue (francese e tedesco). Inoltre visse una buona parte della sua vita (tra studio ed esperienza lavorativa) in Germania e divenne formalmente cittadino francese solo da adulto.
Le opere che ho ascoltato mettono in luce una buona capacità costruttiva e una grande facilità melodica e di creazione di atmosfere per lo più serene o comunque non particolarmente drammatiche. Nella musica da camera si avverte l'ascendenza mendelssohniana filtrata dalla musicalità e dalla sensibilità timbrica di Onslow: non a caso, come quest'ultimo, Gouvy era particolarmente interessato dal quintetto per archi con due violoncelli. Si tratta - a mio avviso - di musica piacevole e di ascolto interessante. Non si tratta di un genio né di capolavori misconosciuti ma è quel tipo di musica di seconda scelta che dà bene il polso del clima culturale di un'epoca e di un ambiente. Ho in stand by i dischi col Requiem e l'oratorio Elettra e ignoro se queste opere offrano una immagine diversa del compositore.
E' un po' eccessivo parlare di discografia "incredibilmente ricca". Si contano, è vero, diverse incisioni, ma non tutto è disponibile (in realtà ignoro la situazione di Spotify e di youtube), perché molte cose sono ormai fuori catalogo. Anche JPC, che realizzò (con la collegata CPO) l'ottima integrale delle sinfonie con Jacques Mercier, non ha più disponibili i dischi singoli e vende solo il box completo. Così pure, non si trovano più diversi dischi realizzati a suo tempo dall'etichetta francese K.617.

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8 ore fa, Ives dice:

Di Lachenmann conosco abbastanza bene l'opera per piano, peraltro incisa mirabilmente da un bravissimo pianista italiano, Marino Formenti (4CD Col Legno). In sintesi, mi piacciono i brani degli anni '60 (per esempio, Wiegenmusik o Echo Andante) che dimostrano tutte le qualità di "compositore sopraffino" di Lachenmann, prima che abbracciasse materie eteroclite, testure, macchie e filamenti. Il Lachenmann della maturità è troppo insistito nella ricerca delle risonanze, di una poetica irrisolta, spasmodicamente cerebrale, persino fastidiosa nel suo incedere monotono. Detto questo, tra i brani ascoltati, soprattutto Allegro sostenuto credo che si possa ritenere tra i lavori più importanti degli anni ottanta, ancora magnificamente eseguito da un pianista italiano (Massimiliano Damerini, sempre su CD Col Legno, ormai credo quasi introvabili). @Vigione Etichetta peraltro fondamentale per la diffusione della musica del Maestro.

Helmut Lachenmann - Marino Formenti – Piano Music (2003, CD) - Discogs

Allegro Sostenuto. Pression: Lachenmann: Amazon.it: CD e Vinili}

Darò un ascolto più approfondito partendo dalle opere per piano da te citate. Conosco l'etichetta Col Legno per un cd degli Arditti ora nella mia collezione

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RAI Radio3 Suite - Il Cartellone 2 novembre 2022 20:30
in diretta dalla sala M di via Asiago, Roma
La Stanza della Musica

Trio Tharsos
Ludovico Mealli, violino
Leonardo Ascione, violoncello
Fabio Fornaciari, pianoforte

[1] Johannes Brahms : Trio n. 2 in do maggiore op. 87
- Allegro
- Thema mit variationen - Andante con moto
- Scherzo. Presto – Trio. Poco meno presto
- Finale. Allegro giocoso

[2] Bedřich Smetana : Trio op. 15 in sol minore
- Moderato assai
- Allegro, ma non agitato
- Finale. Presto

-

[1] bello cantato, di petto: un'ampiezza di suono umorosa e di sentimento positivo: un salotto che sa di mezzi e le migliori intenzioni, qualcosa di nutriente nella elegante spigliatezza brahmsiana. Questo Trio Tharsos lo sentirei bene anche in New England (Boston Six) 🙂

[2] wow han saputo rendere "l'etnico" in Smetana così: in uno schiocco di dita, per poi classicarlo a dovere 🙂

Hanno la capacità di offrire un godimento come fosse facile, d'equilibrio e simpatia. Mi associo a qualsiasi entusiasmo per questo ensemble: li vedo portare un originale humour, ma proprio di salubrità, in saldezza come fosse naturale, ovunque capiteranno: bella storia anche proprio questo dal vivo: la Stanza della Musica si riconferma luogo di condivisione di attitudini del tutto costruttive e ...divertenti 🙂 Grazie!

(PS: ih l'ascolto, davvero, stasera, in FM anziché in DAB è taaaanto più appagante, really! ci meditassero, prego....!)

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1 ora fa, zippie dice:

RAI Radio3 Suite - Il Cartellone 2 novembre 2022 20:30
in diretta dalla sala M di via Asiago, Roma
La Stanza della Musica

Trio Tharsos
Ludovico Mealli, violino
Leonardo Ascione, violoncello
Fabio Fornaciari, pianoforte

[1] Johannes Brahms : Trio n. 2 in do maggiore op. 87
- Allegro
- Thema mit variationen - Andante con moto
- Scherzo. Presto – Trio. Poco meno presto
- Finale. Allegro giocoso

[2] Bedřich Smetana : Trio op. 15 in sol minore
- Moderato assai
- Allegro, ma non agitato
- Finale. Presto

-

[1] bello cantato, di petto: un'ampiezza di suono umorosa e di sentimento positivo: un salotto che sa di mezzi e le migliori intenzioni, qualcosa di nutriente nella elegante spigliatezza brahmsiana. Questo Trio Tharsos lo sentirei bene anche in New England (Boston Six) 🙂

[2] wow han saputo rendere "l'etnico" in Smetana così: in uno schiocco di dita, per poi classicarlo a dovere 🙂

Hanno la capacità di offrire un godimento come fosse facile, d'equilibrio e simpatia. Mi associo a qualsiasi entusiasmo per questo ensemble: li vedo portare un originale humour, ma proprio di salubrità, in saldezza come fosse naturale, ovunque capiteranno: bella storia anche proprio questo dal vivo: la Stanza della Musica si riconferma luogo di condivisione di attitudini del tutto costruttive e ...divertenti 🙂 Grazie!

(PS: ih l'ascolto, davvero, stasera, in FM anziché in DAB è taaaanto più appagante, really! ci meditassero, prego....!)

Purtroppo il passaggio al DAB e la progressiva dismissione dell'FM è ineluttabile

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1 ora fa, Florestan dice:

Credetemi sulla parola, una delle migliori letture di questo capolavoro:

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Dedicato a @Madiel , @Ives , @Wittelsbach , @Majaniello , @giobar e a chiunque apprezza.

Non lo metto in dubbio, solo che a me la 7a non è mai piaciuta ! :unsure: Vabbeh, ricambio con l'ascolto corrente

Guarnieri: Choro per violoncello e orchestra (1961)

M. de Oliveira Pinto, violoncello; Orchestra Sinfonica di Sao Paulo diretta da R. Tibiriçà

Tra le cose migliori di Guarnieri, questo autore andava a nozze con la forma concertante e credo abbia scritto i suoi capolavori nei concerti. Bellissimi tutti i temi impiegati nel pezzo (l'inizio vigoroso in forma di toccata, il lirismo sognante del movimento centrale, il finale come una danza piena di slancio ottimista), variati minuziosamente e con una totale padronanza dell'orchestrazione. A tratti ricorda quasi un Ginastera in salsa brasiliana. Il 2° volume dei Choros pubblicato da Naxos è ancora più affascinante del primo.

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On 2/11/2022 at 17:41, giobar dice:

Si parla di Théodore Gouvy...

Chiedo scusa a @il viandante del sudper il ritardo nella risposta, ma sono stato alcuni giorni fuori casa e ho una grave disabilità nell'uso dello smartphone per scrivere cose più complicate di "sto bene" o "non torno a pranzo" :D

Ad ogni modo, alcune cose salienti le ha già scritte @Majaniello:ok:

Un po' tutti i testi che ho potuto consultare, su carta e in rete, definiscono Gouvy come una sorta di Mendelssohn francese e in fondo è una definizione corretta, almeno sulla base delle non molte opere che ho finora ascoltato (un paio di sinfonie e un po' di musica da camera). L'ambivalenza tra la cultura francese e quella tedesca non gli derivava però (soltanto) dal fatto che facesse riferimento all'accademia, ma aveva radici ben più profonde. Anzitutto era di famiglia belga e non francese e poi nacque e visse l'infanzia a Saarbrucken, così che fin da piccolo era bilingue (francese e tedesco). Inoltre visse una buona parte della sua vita (tra studio ed esperienza lavorativa) in Germania e divenne formalmente cittadino francese solo da adulto.
Le opere che ho ascoltato mettono in luce una buona capacità costruttiva e una grande facilità melodica e di creazione di atmosfere per lo più serene o comunque non particolarmente drammatiche. Nella musica da camera si avverte l'ascendenza mendelssohniana filtrata dalla musicalità e dalla sensibilità timbrica di Onslow: non a caso, come quest'ultimo, Gouvy era particolarmente interessato dal quintetto per archi con due violoncelli. Si tratta - a mio avviso - di musica piacevole e di ascolto interessante. Non si tratta di un genio né di capolavori misconosciuti ma è quel tipo di musica di seconda scelta che dà bene il polso del clima culturale di un'epoca e di un ambiente. Ho in stand by i dischi col Requiem e l'oratorio Elettra e ignoro se queste opere offrano una immagine diversa del compositore.
E' un po' eccessivo parlare di discografia "incredibilmente ricca". Si contano, è vero, diverse incisioni, ma non tutto è disponibile (in realtà ignoro la situazione di Spotify e di youtube), perché molte cose sono ormai fuori catalogo. Anche JPC, che realizzò (con la collegata CPO) l'ottima integrale delle sinfonie con Jacques Mercier, non ha più disponibili i dischi singoli e vende solo il box completo. Così pure, non si trovano più diversi dischi realizzati a suo tempo dall'etichetta francese K.617.

Grazie anche a te, e no scuse, non c'è una data di scadenza per rispondere :D

Grazie al tuo e al contributo di Majaniello ora ho un quadro più chiaro, anche se per il momento, come già detto in precedenza, passo.

Vi dedico, se gradite, il seguente ascolto:

sono in periodo inglese :whistle:

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5 ore fa, Madiel dice:

Non lo metto in dubbio, solo che a me la 7a non è mai piaciuta ! :unsure:

 

Avevo visto che avevi postato la Settima con Karajan e i Berliner... 🤔

Vabbè, ne approfitto per estendere la precedente dedica anche a @il viandante del sud che non riuscivo a taggare.

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