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Cosa state ascoltando ? Anno 2022


Madiel
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E' bello vedere il nostro Majaniello che, finalmente, ha trovato qualcuno in forum che ricambia i suoi amorosi sensi pipparoli :cat_lol: 

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Io, invece, mi sto ascoltando da un po' di ore (sic) questo cd, arrivato oggi dalla Grecia! :o  Trovato su youtube, praticamente impossibile da reperire, alla fine dopo molti giri ho scoperto che era disponibile da un rivenditore greco, paese dove pare si sia concentrata la distribuzione in origine (tutto ciò non ha senso, ma è quanto ho potuto verificare direttamente). Bellissimo disco, la pianista Danae Kara è sfolgorante e viscerale come non mai nel Concertino del 1948, fa apparire questa cosuccia folklorica come un lavoro maggiore di Skalkottas. L'avrei voluta solo un po' meno apollinea nel 3° Concerto, ma i tempi sono adeguati e il pezzo scivola via senza problemi. Quest'ultimo non è imponente come Madge-BIS (il migliore in assoluto nell'analisi del dettaglio, direi una lettura strutturalista), ma è nettamente migliore in quanto a cantabilità e senso delle proporzioni rispetto al confusionario Vanderwalle-Paladino. Nel complesso questa edizione è una via di mezzo tra le altre due concorrenti, per me potrebbe anche stare al primo posto su un immaginario podio. Registrazione ottima.

Nikos Skalkottas: Concertino in C major for piano and orchestra - Part 2 -  YouTube

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10 ore fa, Madiel dice:

E' bello vedere il nostro Majaniello che, finalmente, ha trovato qualcuno in forum che ricambia i suoi amorosi sensi pipparoli :cat_lol: 

zippie ha già scritto "Grazie alla prox..." per evitare che io continuassi a pipponeggiare 🤣

10 ore fa, Madiel dice:

Quest'ultimo non è imponente come Madge-BIS (il migliore in assoluto nell'analisi del dettaglio, direi una lettura strutturalista), ma è nettamente migliore in quanto a cantabilità e senso delle proporzioni rispetto al confusionario Vanderwalle-Paladino. Nel complesso questa edizione è una via di mezzo tra le altre due concorrenti, per me potrebbe anche stare al primo posto su un immaginario podio. Registrazione ottima.

Ci fu un periodo in cui mi fissai con questo mostruoso concerto, non tanto perchè mi attirasse quanto per sfida... l'edizione Paladino sarà pure confusionaria, ma è più dinamica e in definitiva dura di meno :cat_lol: scherzi a parte, se questa è una via di mezzo la provo appena ho le condizioni giuste per l'ascolto. 

°°°°

Io credo che sto facendo pace con Malipiero, non che avessimo mai litigato davvero (nonostante le sue simpatie un po' fasciste, di cui fortunatamente vi è traccia solo nelle lettere e non nella musica)... solo che in alcune composizioni ad un certo punto mi perdevo. Mi è venuto in testa ancora Stravinsky (ancora??? sì!), non solo per le evidenti influenze, quanto per la densità di idee: con le cellule tematiche che Malipiero mette in una composizione di 15 minuti un altro ci fa dieci sinfonie, questo ti costringe a rimanere concentrato in ogni momento, perchè è la musica ad essere concentrata, pura scrittura, senza gesti, contrasti, prevedibilità e ridondanze a beneficio della memoria. Ieri ho riascoltato con soddisfazione questo, altra mia fissazione:

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Ho trovato un orientamento interno nel fitto contrappunto imitativo, dove i temi vengono ricomposti e ribaditi tra le parti a diverse quote, al mio orecchio questo compensa il tipico modo di procedere "a ruota libera" che può apparire senza direzione. Tra l'altro, in questo Endecatode, gli undici movimenti sono evidentemente il frutto di metamorfosi (non le chiamerei variazioni), come se la musica germogliasse dai rami di un albero, generandone sempre di nuovi. @Madiel non mi smontare queste immagini!

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23 minuti fa, Ives dice:

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Non lo sto ascoltando, segnalo per @Wittelsbach e la sua rassegna armena...tra l'altro bellissime donne (e infatti segnalata nelle copertine top). L'ultimo brano è di un autore americano (l'etichetta è noto sponsor di Hurwitz), Peter Boyer, ispirato però dal biblico monte Ararat.

Già citato nel topic delle migliori copertine, hai ragione. E in parte l’ho pure sentito!

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8 ore fa, Majaniello dice:

zippie ha già scritto "Grazie alla prox..." per evitare che io continuassi a pipponeggiare 🤣

Ha solo ripreso fiato, vedrai dopo.. saranno dolori! :cat_lol: A parte gli scherzi, io adoro i pipponi e credo anche altri utenti, non sono inutile sfoggio di erudizione e ci sono spunti interessanti.

8 ore fa, Majaniello dice:

Ci fu un periodo in cui mi fissai con questo mostruoso concerto, non tanto perchè mi attirasse quanto per sfida... l'edizione Paladino sarà pure confusionaria, ma è più dinamica e in definitiva dura di meno :cat_lol: scherzi a parte, se questa è una via di mezzo la provo appena ho le condizioni giuste per l'ascolto. 

Certo, ma tutta questa fretta per arrivare dove ? :cat_lol:

8 ore fa, Majaniello dice:

°°°°

Io credo che sto facendo pace con Malipiero, non che avessimo mai litigato davvero (nonostante le sue simpatie un po' fasciste, di cui fortunatamente vi è traccia solo nelle lettere e non nella musica)... solo che in alcune composizioni ad un certo punto mi perdevo. Mi è venuto in testa ancora Stravinsky (ancora??? sì!), non solo per le evidenti influenze, quanto per la densità di idee: con le cellule tematiche che Malipiero mette in una composizione di 15 minuti un altro ci fa dieci sinfonie, questo ti costringe a rimanere concentrato in ogni momento, perchè è la musica ad essere concentrata, pura scrittura, senza gesti, contrasti, prevedibilità e ridondanze a beneficio della memoria. Ieri ho riascoltato con soddisfazione questo, altra mia fissazione:

Malipiero aveva scritto una delle prime monografie su Stravinsky in Italia, era una sua fissa. Nello specifico il passaggio tra periodo folklorico e neoclassicismo.

8 ore fa, Majaniello dice:

Ho trovato un orientamento interno nel fitto contrappunto imitativo, dove i temi vengono ricomposti e ribaditi tra le parti a diverse quote, al mio orecchio questo compensa il tipico modo di procedere "a ruota libera" che può apparire senza direzione. Tra l'altro, in questo Endecatode, gli undici movimenti sono evidentemente il frutto di metamorfosi (non le chiamerei variazioni), come se la musica germogliasse dai rami di un albero, generandone sempre di nuovi. @Madiel non mi smontare queste immagini!

Invece hai scritto giusto, la musica di Malipiero è proprio così. Il tardo periodo è il migliore perché ha aspettato tutta la vita per togliersi da dosso i residui del classicismo e del post romanticismo. La sua musica funziona per gemmazione, non ci sono sviluppi tematici accademici, per cui queste schegge che si rinnovano di continuo possono funzionare meglio in un contesto miniaturista tipico del secondo dopo guerra. Forse è l'unica lezione che trasse da Webern, autore che gli era totalmente estraneo - ma va specificato che l'idea degli sviluppi minimi o assenti è forse stata suggerita a Malipiero, quando ancora scriveva "tonale", dalla frequentazioni di una vita con Vivaldi e da altri compositori italiani barocchi coevi.

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(in attesa della seratona francese in diretta, copioincollo il paio di reazioni all'ascolto rimaste negli appunti)

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RAI Radio3 Suite - Il Cartellone 14 ottobre 2022 22:00

Nuova consonanza
"Arianna e il Minotauro"
registrato il 17 novembre 2021 nel Teatro Palladium di Roma

Claude Debussy
Six Épigraphes antiques (1914-5)
versione per 10 musicisti orchestrata da Jean-Claude Petit
- Pour invoquer Pan, dieu du vent d’été
- Pour un tombeau sans nom
- Pour que la nuit soit propice
- Pour la danseuse aux crotales
- Pour l’Égyptienne
- Pour remercier la pluie au matin

Silvia Colasanti : Arianna e il Minotauro (2019)
melologo per voce recitante, soprano ed ensemble libretto di Giorgio Ferrara e René De Ceccatty
prima esecuzione italiana

Paris Mozart Orchestra
Claire Gibault, direttore
Elio De Capitani, voce recitante
Omo Bello, soprano

-

La capacità di C. Debussy di rappresentare lo sprigionarsi nel modo dell'effluvio: il gesto incalzante quando non è soggettivo ma (beh sì credo sia già stato ben ampiamente così riferito) pànico: gli strumenti musicali  riverberano un'anima come solo le fiabe rivelano del bosco.

La virilità verginale ferina di Minotauro viene ridotta e governata senza sbocco senza futuro nel dedalo geometrico, ma è anche lì quale legge di supremazia irragionata. Arianna la lega in forma di corona, l'etica in formazione sulla base dell'amore che però uccide l'universo intero intorno e ne resterà alienato, mentre Teseo è la mente presente, e per Arianna non sarà quindi che assenza. Tutti scenari di superamenti importanti quanto desiderati, per una umanità la più adulta, sullo sfondo di riverberi marini:

così tragiche invece le sorti storiche che a Debussy preferiranno gli stermini novecenteschi di 7 più 7 giovinetti ancora e ancora e ancora.

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RAI Radio3 Suite - Il Cartellone 19 ottobre 2022 22:30
La Stanza della Musica
in diretta dalla sala M di via Asiago, Roma

Gustav Mahler : Klavierquartett a-moll
Johannes Brahms : Klavierquartett Op. 26

Quartetto Klimt 
Matteo Fossi, pianoforte
Duccio Ceccanti, violino
Edoardo Rosadini, viola
Jacopo Di Tonno, violoncello

-

Torbida e sorridente, sempre immediatissima la pagina del "pianoquartetto nel cassetto" (di un compositore che voleva assolutamente portare un vero lavoro nell'arte) qui alla raccolta stanza della musica si carica di un tale squisito risuonare insieme: e il Mahler 1877~ aiuta certamente di contrasto a creare il contesto del particolare e rischioso ensemble (3+1=1+3 una misura che obbliga a pensare continuamente a cosa si sta dicendo) che il Klimt regala, con il Brahms portato d'impeto modellante, in intensità competenza-nella-simpatia e misterioso umore: l'effetto è di trasversalità e singole determinazioni, ma aperte e con contatti reciproci quasi fisici, presenti nel breve momento dell'occasione. 

Vabbé insomma mi ha preso bene l'offerta delle sfiziose gemme della ricercatezza ottocentesca. Grazie, che bello.

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Incuriosito da @giobar, ascolto la stessa cosa, ma in diversa edizione

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In effetti, pezzo ideale prima di dormire, non definitemi pazzo.
E soprattutto ora che ho cambiato casa e che il mio vicino più vicino è a cinquecento metri posso permettermi di ascoltare roba a tutto volume anche alle due di notte senza patemi d'animo...

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Da qui:

Concerto per violoncello e orchestra
Erkki Rautio, solista
Orchestra da Camera dell'Ostrobotnia
Juha Kangas, direttore

@Madiel non so cosa tu pensi di questo tizio, ma sfodera un neoclassicismo nordico non disprezzabile in questo pezzo.

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21 ore fa, Wittelsbach dice:

Già citato nel topic delle migliori copertine, hai ragione. E in parte l’ho pure sentito!

La violoncellista è dolcissima ❤️

°°°°

Beh mi avete messo curiosità, l'ascolto nell'edizione di @giobar presente su Wellesz:

Dutilleux è un altro compositore con cui sto facendo pace, l'avevo accantonato a causa di una certa fumosità post-impressionista, ma in realtà mi sto accorgendo che la sua scrittura è più classica di quello che si possa pensare in apparenza.

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4 ore fa, Wittelsbach dice:

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Da qui:

Concerto per violoncello e orchestra
Erkki Rautio, solista
Orchestra da Camera dell'Ostrobotnia
Juha Kangas, direttore

@Madiel non so cosa tu pensi di questo tizio, ma sfodera un neoclassicismo nordico non disprezzabile in questo pezzo.

Non penso nulla, perché non ho sentito il pezzo in questione e Nordgren praticamente mi è noto solo in astratto!

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2 ore fa, Majaniello dice:

Beh mi avete messo curiosità, l'ascolto nell'edizione di @giobar presente su Wellesz:

Dutilleux è un altro compositore con cui sto facendo pace, l'avevo accantonato a causa di una certa fumosità post-impressionista, ma in realtà mi sto accorgendo che la sua scrittura è più classica di quello che si possa pensare in apparenza.

Molto acuto, in effetti è un classicista sotto mentite spoglie! Questa edizione è eccezionale e merita ogni secondo della nostra attenzione. Provare per credere!

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46 minuti fa, Wittelsbach dice:

Ma tanto quell’utente non ti risponderà, sta’ sereno…

Serenissimo :D Mi son goduto la squisita musicalità del quartetto di Tokyo: è una loro cifra caratteristica la fluidità del fraseggio e del dialogo strumentale. Anche quando il pezzo richiede tensione, asprezza, esitazione, queste non derivano da imposizioni dimostrative degli interpreti ma vengono fuori con naturalezza e genuinità dalla musica stessa.

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