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Cosa state ascoltando ? Anno 2022


Madiel
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2 ore fa, Majaniello dice:

Sono un po' contrario ai dischi di arie, del resto nessuno ascolterebbe delle compilation con movimenti singoli delle sinfonie di Mahler (per dire), ma nel caso di autori poco frequentati è un modo economico per riportare alla luce musica che viceversa rimarrebbe sepolta. La Challenge poi è un'ottima label, molto ivesiana (ormai fai scuola!).  

Concordo, anche io generalmente contrario a queste operazioni, però il disco è fatto bene, bello e soprattutto vario. E c'è pure questo altrettanto riuscito:

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1 ora fa, Wittelsbach dice:

Sentiti quella di Jongen!

La conosco già: brutta, brutta, brutta. Jongen è stato un compositore proprio mediocre, non salvo assolutamente nulla. L'altro giorno mi sono sentito anche la mediocre Sonata Eroica postata in questa discussione, mi aspettavo chissà cosa dal titolo.... C'è pure un movimento che è una imitazione pedestre di una fuga bachiana, così ridicolo.... :closedeyes:

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Maratona Leifs in corso...
Hafis è l'altro grande poema sinfonico, quello dedicato ai maestosi iceberg. Un pezzo che evoca come meglio non potrebbe la notte artica: Leifs se non è cupo e ferrigno non è più lui! La timbrica orchestrale consegue effetti unici, e pure l'impiego del canto a scopi atmosferici è tutto particolare. Una grandissima pagina.
Interessanti le Due Canzoni op. 14a: oltretutto, anche se sarebbero "Due", qui ce ne sono tre e non so perché, non avendo il libretto. Alla fine del disco viene infatti attribuita all'opus 14a anche una bellissima, tetra e commovente ninna nanna. Molto bella Fine I, e nient'affatto disprezzabili anche Gudrunarkvida e Nott.

@Madiel @giobar

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A proposito di organate, ieri ascoltavo Laudes Organi:

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un pezzo per coro e organo di Kodaly, credo uno degli ultimi importanti della sua vita. Se non avessi letto che è del 1966 (!) l'avrei datato 1916.. e niente, a parte il contrappunto e qualche momento di organo un po' più "avventuroso" non è che mi abbia colpito.

Mi colpisce invece l'ascolto che ho appena cominciato:

eyJidWNrZXQiOiJwcmVzdG8tY292ZXItaW1hZ2Vz

Ora, dovete essere obiettivi però, ascoltate i primi 3 minuti, solo l'ouverture, e ditemi se questa musica non è a livello della musica di Handel:

 

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16 ore fa, Wittelsbach dice:

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Maratona Leifs in corso...
Hafis è l'altro grande poema sinfonico, quello dedicato ai maestosi iceberg. Un pezzo che evoca come meglio non potrebbe la notte artica: Leifs se non è cupo e ferrigno non è più lui! La timbrica orchestrale consegue effetti unici, e pure l'impiego del canto a scopi atmosferici è tutto particolare. Una grandissima pagina.
Interessanti le Due Canzoni op. 14a: oltretutto, anche se sarebbero "Due", qui ce ne sono tre e non so perché, non avendo il libretto. Alla fine del disco viene infatti attribuita all'opus 14a anche una bellissima, tetra e commovente ninna nanna. Molto bella Fine I, e nient'affatto disprezzabili anche Gudrunarkvida e Nott.

@Madiel @giobar

Bellissimo anche Hafis, più che ferrigno direi sia proprio gelido e distante, uno degli aspetti del carattere musicale di Leifs. Una perfetta descrizione dei ghiacci eterni, anche se gli iceberg nei fatti non lo sono. Io ho l'imbarazzo della scelta a definire il migliore tra i poemi sinfonici di Leifs, sono tutti originali e tutti magnifici. Ottimi anche i pezzi vocali che accompagnano, che fanno parte di quelle brevi cantate su testi "vichinghi" composti soprattutto nella piena maturità. Bis ha pubblicato anche un altro ottimo disco che completa la serie con lavori del 1955/1964. Nel cd ci sono due edizioni dell'op.14a solo per aumentare il minutaggio insufficiente del disco. Fine I e II avrebbero dovuto essere impiegati come conclusione della seconda parte dell'oratorio Edda, che non aveva ancora terminato e che in effetti lasciò incompiuto. Troppo belli per essere inseriti altrove, vanno ascoltati a parte come prevedeva la concezione originaria, anche perché sono entrambi allusivi alla morte dell'autore.

 

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16 ore fa, Majaniello dice:

A proposito di organate, ieri ascoltavo Laudes Organi:

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un pezzo per coro e organo di Kodaly, credo uno degli ultimi importanti della sua vita. Se non avessi letto che è del 1966 (!) l'avrei datato 1916.. e niente, a parte il contrappunto e qualche momento di organo un po' più "avventuroso" non è che mi abbia colpito.

Mi colpisce invece l'ascolto che ho appena cominciato:

eyJidWNrZXQiOiJwcmVzdG8tY292ZXItaW1hZ2Vz

Ora, dovete essere obiettivi però, ascoltate i primi 3 minuti, solo l'ouverture, e ditemi se questa musica non è a livello della musica di Handel:

 

"  ditemi se questa musica non è a livello della musica di Handel"

.........infatti non è a livello...... è proprio musica  di Handel.

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1 ora fa, polnav dice:

"  ditemi se questa musica non è a livello della musica di Handel"

.........infatti non è a livello...... è proprio musica  di Handel.

Chi ha plagiato chi? 😅 Lo hanno fatto allegramente entrambi, direi. E Handel apprezzava molto Porpora. Anche le arie di quell'oratorio sono notevoli. Più banali, a mio orecchio, gli inserti corali, non paragonabili al senso spaziale e del fasto handeliano. Comunque, ottimo ascolto.

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14 minuti fa, Majaniello dice:

Volevi dimostrare che anche la DG storica faceva copertine orride? :cat_lol:

L'ascolto è molto interessante...

Non è che oggi sia meglio :cat_lol: Pensa, ieri notte sono andato a farmi un giro sul sito DG per curiosità, è da tempo immemorabile che non compro un disco di questa etichetta appena uscito - o comunque, recente. Volevo rendermi conto di come gira il mercato da quelle parti. Sono rimasto tramortito, ormai vendono per lo più porcherie e i pochi autori interessanti sono affidati ai loro artisti di punta, quasi tutti fenomeni mediatici che lasceranno molto poco. Che decadenza, le cose migliori sono le ristampe di incisioni d'epoca.

Il pezzo di Druckman è tra i suoi ultimi, scritto per la Orpheus CO nel 1990 e inciso proprio per quell'album. Lavoro interessantissimo per la mobilità dei timbri, c'è proprio un gusto voluttuoso per le sonorità che impregna ogni istante e un artigianato di grande virtuosismo. Druckman nella fase finale della sua parabola artistica era divenuto un autentico edonista, non gli interessavano altro che i giochi timbrici sempre più raffinati. Sarà strano, ma il modello di questo modus operandi sta in Berio e in Donatoni, autori assai ammirati dal collega statunitense

 

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11 minuti fa, Madiel dice:

Il pezzo di Druckman è tra i suoi ultimi, scritto per la Orpheus CO nel 1990 e inciso proprio per quell'album. Lavoro interessantissimo per la mobilità dei timbri, c'è proprio un gusto voluttuoso per le sonorità che impregna ogni istante e un artigianato di grande virtuosismo. Druckman nella fase finale della sua parabola artistica era divenuto un autentico edonista, non gli interessavano altro che i giochi timbrici sempre più raffinati. Sarà strano, ma il modello di questo modus operandi sta in Berio e in Donatoni, autori assai ammirati dal collega statunitense

Prism è di questo periodo vero? Anche la scrittura però mi sembra interessante, non lo ridurrei solo ad un gioco timbrico...  Di Druckman ricordo anche il periodo avanguardista un po' cageiano, questo mi piace nonostante non sia un fan del genere, ci avete anche messo un commento sintetico ed eloquente:

Druckman inserì il brano Synapse, realizzato nel 1971, come efficace preludio elettronico alla composizione Valentine, per solo contrabbasso, del 1969 creando così un felice connubio nel quale la materia sonora sembra trasformarsi da sintetica ad acustica in modo naturale e spontaneo.

 

17 minuti fa, Madiel dice:

 

 

Maestro!

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5 ore fa, Ives dice:

Chi ha plagiato chi? 😅 Lo hanno fatto allegramente entrambi, direi. E Handel apprezzava molto Porpora. Anche le arie di quell'oratorio sono notevoli. Più banali, a mio orecchio, gli inserti corali, non paragonabili al senso spaziale e del fasto handeliano. Comunque, ottimo ascolto.

E' vero, non penso ci fosse qualcuno in grado di eguagliarlo sui cori. Poi anche in quel caso bisognerebbe sospendere il giudizio, che formuliamo sempre sulla base delle poche registrazioni disponibili dei suoi competitor.

Le arie di quest'oratorio di Porpora sono molto belle e queste abbastanza diverse dallo stile handeliano, così pure mi hanno colpito alcuni momenti strumentali dal carattere pittorico ed evocativo. Porpora poi conservava ancora un gusto per la complessità ritmica delle melodie (se ne parlava a proposito di Bellini e Chopin), che non si trova in altri coevi più "commerciali" tipo Vinci, e che rende la sua scrittura come più ricercata. E poi era un grande contrappuntista! Ci siamo un po' abituati all'idea che il contrappunto sia una roba tedesca, quando da Palestrina in giù, passando per Corelli, Stradella, Scarlatti ecc. l'Italia era piena di grandi contrappuntisti. 

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4 ore fa, Majaniello dice:

Prism è di questo periodo vero? Anche la scrittura però mi sembra interessante, non lo ridurrei solo ad un gioco timbrico...  Di Druckman ricordo anche il periodo avanguardista un po' cageiano, questo mi piace nonostante non sia un fan del genere, ci avete anche messo un commento sintetico ed eloquente:

Druckman inserì il brano Synapse, realizzato nel 1971, come efficace preludio elettronico alla composizione Valentine, per solo contrabbasso, del 1969 creando così un felice connubio nel quale la materia sonora sembra trasformarsi da sintetica ad acustica in modo naturale e spontaneo.

Prism è del periodo maturo, anzi è stato il suo personale modello per il ritorno al citazionismo, alla strutturazione discorsiva della musica e alla tonalità. Strada che fu aspramente criticata nel suo paese, si accusò Druckman di essersi venduto al mercato, di essere diventato reazionario o eclettico. Stupidaggine gigantesca! Se si tiene conto che era stato un allievo di Maderna e si analizza con attenzione la sua parabola artistica, si nota che il nostro seguì una strada analoga diventando in un certo senso post moderno. Druckman, comunque, era passato per un periodo dodecafonico, un altro aleatorio, si era dedicato all'elettronica ecc., seguendo il corso delle correnti avanguardistiche europee, ma rimanendo mentalmente libero come uno statunitense. 

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Che musica ragazzi! Il Quartetto n. 9 mi ha ispirato la voglia di sentire anche gli altri due cd coi quartetti di questa autrice, che conoscevo ma che non praticavo da qualche anno. E' composto da due movimenti con timbriche particolarissime, che creano una specie di "naturlaut artificiali", se posso dirlo.
La Sonata per Violino parte con una sorta di omaggio a Bach e si sviluppa con personalità, mentre il lirismo della Suite Lirica è quello del pezzo forse più conservatore del lotto, ma sempre efficace.

@Madiel

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6 minuti fa, Wittelsbach dice:

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Che musica ragazzi! Il Quartetto n. 9 mi ha ispirato la voglia di sentire anche gli altri due cd coi quartetti di questa autrice, che conoscevo ma che non praticavo da qualche anno. E' composto da due movimenti con timbriche particolarissime, che creano una specie di "naturlaut artificiali", se posso dirlo.
La Sonata per Violino parte con una sorta di omaggio a Bach e si sviluppa con personalità, mentre il lirismo della Suite Lirica è quello del pezzo forse più conservatore del lotto, ma sempre efficace.

@Madiel

Concordo, che musica ragazzi! E se ti senti tutti i quartetti insieme, ti assicuro che ne esce fuori una compositrice gigantesca. Da tenere in considerazione in particolare il n.7 e il n.8, scritti nel 2000/2001, in evidenza soprattutto per l'aspetto timbrico. Il 7° è per organo e quartetto, un organico stranissimo impiegato per ottenere curiosi effetti dinamico-drammatici.

 

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Da notare che il Requiem è stato inciso nella Cattedrale di Salisburgo rispettando lo schema originale della disposizione degli interpreti, divisi in cinque parti, due comprendenti i soli in concerto, con oboi e continuo, due di ottoni, con tamburi, organi e continuo, posizionati in alto sulle quattro tribune degli organi poste agli angoli della crociera della cattedrale, mentre gli archi sono stati posti in basso al centro del coro. Il risultato che ne scaturisce è di grande suggestione, frutto anche dell’ottimo lavoro di Savall e dei tecnici del suono che hanno saputo sfruttare al massimo il riverbero della chiesa e amplificare gli effetti stereofonici della composizione.

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