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Cosa state ascoltando ? Anno 2022


Madiel

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On 17/9/2022 at 20:37, Wittelsbach dice:

8-559791.jpg

Finora ha sentito Kiev 2014 e due movimenti del Concerto per violino.
Mi viene da dire: una vera furbata.
Più ancora che Kiev 2014, pezzo tutto sommato di facile accesso, il Concerto mi sembra proprio l'opera di un furbetto paramodernista, che comunque non mi è nemmeno dispiaciuta!

@Ives @Madiel @zippie

Ih, se era un invito a esprimere un giudizio personale, sentiamo!
Ovvero non è per varie ragioni CD nella mia fonoteca ma quest'oggi non mi tiro indietro, yeah.   

Allora, io in preascolto completo (da iscritto) via:
https://app.idagio.com/albums/saul-kiev-2014-violin-concerto-and-overture-for-the-jubilee

81ZUG1chQ8L.jpg


Walter Saul : miscellanea
CD 2014 Naxos 0636943979129

Roba ben suonata (e all'ascolto via Internet "a orecchio" discretamente incisa, normalmente la linea American Classics essendo tra le più curate da Naxos),
che diremo infine, cioè riassumendo, strappa più sorrisi di simpatia lieta che deferenze:

perché non eccessivamente artificiosa, nelle sue cinematografie [es. la Rapsodia, l'Overture] e, in qualche modo, ovvietà d'atmosfere [es. il Concerto, Metamorphosis]:
che direi condotta sostanzialmente in cifra di rappresentazione di presenza, più ancora che di partecipazione, mi spiego, come si andasse esprimendo "questa scena è la mia, non priva d'omaggio alle mie tante ascendenze, e che vivo come m'intenderei di portare anche voi a condividere istintivamente".

In questo senso di fatto si appella di continuo a notizie e cermonialità (costumanze) in comune, tra seriosità, garbo divertito, volontà di "bella figura".
Con tutto il rischio di una qualche noiosità scolastica, oppure di una sperdutezza come a dire non proprio sanissima. Ma si tratta di un riempire elegante che ...in qualche modo non fa male a nessuno.
Di fatto mai frivolo né folclorico né del tutto "già sentito" (neppure a Natale...) ma anche denso di misura, senza grigiori depressivi, ma sia detto: deboluccia ogni suspense e insomma finisce più per tirarla sempre "in lunga" che non approfondirla sorprendentemente.

E quindi via, difficile non lasciarlo fare, condurre la sua surplace
...per poi lasciarlo ai suoi ascoltatori, cioè più possibili di me intendo 🙂

Solisti e primi di fila eccellenti direi, di carattere, specie nella ricerca d'un proprio timbro vocale importante all'ascolto pubblico: "sto suonando per catturare te che sei venuto al concerto, in un dialogo, una volontà di correlazione, tra la mia e la tua intelligenza musicale".

Mmh mi spiace aver detto solo poca cosa e senza grandi sbilanciamenti, però non forzosamente, ma solo con un rispetto non anche purtroppo acceso di vertigine ed entusiasmo.

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9 ore fa, Madiel dice:

Sul sito dell'autore non si evince gran cosa riguardo allo stile e alla poetica. Mi pare di capire, almeno dalle date dei pezzi sopra citati e da quello che scrivi, che lo stile abbia avuto una evoluzione limitata o perfino nulla. Mi sorge spontanea la curiosità riguardo al disco Naxos, perché sembra la solita roba autoprodotta dal carneade di turno. Se noti, sul suo sito le commissioni prestigiose latitano...

Probabilmente la dedicazione del primo pezzo alla rivolta di Kiev ha ingolosito l'orchestra ucraina, che non se l'è fatto ripetere due volte.
L'evoluzione stilistica si ha quando c'è uno stile. Qui non se ne riconosce alcuno. Potrei parlare di eclettismo, ma sinceramente si va davvero troppo vicino alla colonna sonora da telefilm. L'ultimo movimento della Christmas Symphony non stonerebbe in un western di serie b. L'unico pezzo dove l'autore si scosta da questa faciloneria mi sembra essere il concerto violinistico.

@zippie nella sua disamina, di cui lo ringrazio, arriva su per giù alle mie conclusioni: musica che non fa male a nessuno, ma nemmeno arricchisce.

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On 12/9/2022 at 14:35, Madiel dice:

E finalmente trovo una edizione del Concerto Grosso (1928) di Mitropoulos, lavoro che gli diede una certa fama come compositore (sì, era nato come autore!) Mi pare eseguito in Germania e Francia con ottimo successo. L'incipit è bartokiano, una autentica novità per la media coeva dei compositori greci. Da notare: le dissonanze e le manipolazioni dodecafoniche anti-accademiche; la densità dell'orchestrazione (nel Corale è disposta "a strati", come in una torta); nel secondo movimento il motivo di danza (ripreso e sviluppato nell'ultimo movimento) e l'impiego delle tre trombe; nel finale la parte del pianoforte (assolutamente incredibile in questo contesto!) e gli originali impasti sonori (trombe, pianoforte, batteria). Non c'è niente di preciso a cui ricollegarlo, anche gli influssi etnici sono totalmente trasfigurati, sembra una follia musicale scaturita dal nulla. Genio! 

Più che altro ci sono dentro almeno cinque o sei influenze diverse mischiate. Il Corale sembra un pezzo di Ives a cui si sovrappongono dei legni neoclassici, ma il mood è misterioso e quasi ancestrale alla maniera impressionista... ad un certo punto sembra avere un'apertura quasi sentimentale. La fugacciona finale è un po' tedesca un po' bartokiana (sembra un concerto a tratti), poi però arriva un'idea che è puro Stravinsky periodo russo... è un lavoro folle! 

Il tuo amico goodmanmusica ha caricato un'edizione diretta da Bernstein addirittura (che si sente pure bene):

 

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2 ore fa, Majaniello dice:

Più che altro ci sono dentro almeno cinque o sei influenze diverse mischiate. Il Corale sembra un pezzo di Ives a cui si sovrappongono dei legni neoclassici, ma il mood è misterioso e quasi ancestrale alla maniera impressionista... ad un certo punto sembra avere un'apertura quasi sentimentale. La fugacciona finale è un po' tedesca un po' bartokiana (sembra un concerto a tratti), poi però arriva un'idea che è puro Stravinsky periodo russo... è un lavoro folle

Stava fuori come un balcone! :D Proprio folle, mescola tutto, ma poi non troppo a ben vedere. Ci sono evidenti riferimenti alla musica popolare, però sono come stravolti. Il Corale più che Ives, potrebbe avere il suo modello in certa musica influenzata dal folk di Bartok e Stravinsky giovanile, nei loro momenti più arcaici e "remoti".  La fuga è di marca tedesca, ma non è neoclassica e direi piuttosto una parodia del modello accademico sia per orchestrazione che per il materiale etnico di cui è costituita (un motivo di danza). A questo proposito, trovo interessante come Mitropoulos avesse nel corso della sua vita una evidente allergia per il neoclassicismo, i suoi interessi erano rivolti al post romanticismo e alla dodecafonia. L'aspetto che più mi ha colpito è l'orchestrazione, non ha precisi modelli e, soprattutto, non c'era niente di simile nella Grecia del tempo. Bello l'impiego virtuosistico delle trombe nei movimenti veloci (forse un eco della musica popolare), l'impiego riempitivo dei corni per dare spessore al suono degli archi, e gli interventi dissonanti del pianoforte (una parodia dell'accompagnamento del cembalo) con le percussioni. 

Alla fine dei conti, un peccato che Mitropoulos non abbia scritto altro dopo il Concerto Grosso, con queste premesse sarebbe divenuto un compositore d'avanguardia per il suo paese. Era dotatissimo, per esempio c'è anche un video del poema sinfonico "Sepolcro" scritto a 19 anni in cui sa usare con grande maestria il linguaggio straussiano. Cosa più unica che rara nella Grecia del 1915. Negli anni venti aveva scritto dei pezzi modernisti per pianoforte e una raccolta di liriche da camera su testo di Kavafis, e da quel che si legge on line sembra musica di ottima qualità. 

2 ore fa, Majaniello dice:

Il tuo amico goodmanmusica ha caricato un'edizione diretta da Bernstein addirittura (che si sente pure bene):

 

Sentito, ma non mi piace proprio, nel finale fa pure dei pasticci grossolani correndo come un treno!

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RAI Radio3 Suite - Il Cartellone 20 settembre 2022 21:00
in diretta dal Conservatorio di Torino

MITO Settembre Musica

Edvard Grieg : Holberg Suite op. 40
per orchestra d'archi
- Preludio. Allegro vivace
- Sarabanda. Andante
- Gavotta. Allegretto
- Aria. Andante religioso
- Rigaudon. Allegro con brio

Jean Sibelius : Suite campestre, op. 98 n. 2
per orchestra d'archi
- Pièce caractéristique
- Mélodie élégiaque
- Danse

Jean Sibelius : Andante festivo
per orchestra d'archi

Antonín Dvořák : Serenata per archi in mi maggiore op. 22
per orchestra d'archi
- Moderato
- Tempo di Valse
- Scherzo. Vivace
- Larghetto
- Finale. Allegro vivace

I Cameristi della Scala

-

La presentazione l'ha detta lunga (e quel tanto anche la poca sapidezza di quest'interpretazione stasera poi) sulla difficoltà (dell'accademia nonché il sostrato commerciale sud- e mittel- europeo) di comprendere la musica nordica: ma cosa vanno suonando lassù e perché? sfugge anzitutto il loro piacere di far musica, che se dicessimo un qualcosa di famigliare forse ci avvicineremmo. Certamente anche qualcosa di perduto e quindi trattato romanticamente. Ma anche su una persistenza di intenzione astratta, propria, boreale, che nessuna scuola continentale può catturare. Sfarfallii quindi? no, marine... degeometriche, e terre-cielo di una irriducibile ampiezza, e risonanza senza punto iniziale ...per un animo tremante capace di colore imprevisto giusto in un bozzetto come in una pièce ben priva di fretta...

No, ho sbagliato: il nord incontra la mitteleuropa, entrambi affetti di languore somatico. Quel che non viene incontrato è il concettualismo sia franco- che anglo- che tedesco, come a dire la cifra, il modulo, portante della musica classica più comunemente intesa e ricalcata.

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Ravel

Tzigane

Chausson

Poéme

Zino Francescatti

New York Philharmonic

Leonard Bernstein

Soprattutto Ravel, qui affascinato da stanche seduzioni tzigane, ma anche il povero Chausson, ha fatto decisamente di meglio rispetto a questo "asfaltatissimo" e brumosissimo poema sinfonico con violino solista. Noiosetto anzichenò. Bravissimo Francescatti, gran virtuoso della scuola francese.

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2 ore fa, Ives dice:

Soprattutto Ravel, qui affascinato da stanche seduzioni tzigane, ma anche il povero Chausson, ha fatto decisamente di meglio rispetto a questo "asfaltatissimo" e brumosissimo poema sinfonico con violino solista. Noiosetto anzichenò. Bravissimo Francescatti, gran virtuoso della scuola francese.

Ma asfaltato in musica è sinonimo di trombone? per capire...

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2 ore fa, Ives dice:

No, intendevo qualcosa di sempre mortalmente uguale, senza picchi, piatta e grigia come un'autostrada.

Bella, poi me la riciclo quest'espressione... :D In effetti quel Poème vaga nel niente per un quarto d'ora.

Di Chausson mi piacciono poche cose e generalmente poco considerate, ad esempio trovai per caso in un disco di musica corale francese questa Ballata su testi di Dante, che credo sia la cosa più bella che di suo ho ascoltato:

Sono andato alla ricerca dei dieci mottetti per vari organici che ha scritto nella sua vita, ma pare che non siano mai stati registrati. Alcune mélodies sono pure da riscoprire, in quelle giovanili ad esempio c'è meno Franck e più Massenet (che per me non è un male):

(disco DG "da salotto bene", ma molto bello, devo ammettere). 

Ora mi ascolto questo:

s-l500.jpg

Secondo me molto più interessante e raffinato del ben più celebre "Concerto", è l'esempio più evidente di come Chausson si stesse progressivamente liberando delle scorie wagneriane metabolizzandole in uno stile più vicino a Faurè. Peccato che poi è morto.

dedica a @il viandante del sud

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52 minuti fa, Majaniello dice:

Bella, poi me la riciclo quest'espressione... :D In effetti quel Poème vaga nel niente per un quarto d'ora.

Di Chausson mi piacciono poche cose e generalmente poco considerate, ad esempio trovai per caso in un disco di musica corale francese questa Ballata su testi di Dante, che credo sia la cosa più bella che di suo ho ascoltato:

Sono andato alla ricerca dei dieci mottetti per vari organici che ha scritto nella sua vita, ma pare che non siano mai stati registrati. Alcune mélodies sono pure da riscoprire, in quelle giovanili ad esempio c'è meno Franck e più Massenet (che per me non è un male):

(disco DG "da salotto bene", ma molto bello, devo ammettere). 

Ora mi ascolto questo:

Secondo me molto più interessante e raffinato del ben più celebre "Concerto", è l'esempio più evidente di come Chausson si stesse progressivamente liberando delle scorie wagneriane metabolizzandole in uno stile più vicino a Faurè. Peccato che poi è morto.

dedica a @il viandante del sud

Concordo. E molto bello e raro quel disco Haenssler. Oppure tra le cose migliori a mio parere voglio citare la Chanson Perpetuelle, struggente meditazione sull'amore sfortunato:

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1 ora fa, Ives dice:

Concordo. E molto bello e raro quel disco Haenssler. Oppure tra le cose migliori a mio parere voglio citare la Chanson Perpetuelle, struggente meditazione sull'amore sfortunato:

Vero, è un'opera anche abbastanza citata tra le più riuscite del maestro. La Timpani ha (aveva) l'integrale delle musica vocale da camera di Chausson, che sarà di livello quanto quella di Faurè (piuttosto dimenticata anche quella).

Io continuo sulla stessa lunghezza d'onda, anzi vado verso l'evanescenza:

eyJidWNrZXQiOiJwcmVzdG8tY292ZXItaW1hZ2Vz

altro bel disco DG.

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5 ore fa, Ives dice:

Si. Meriterebbero un box dedicato, i Wien-Berlin. E poi c'è lei:

Hai detto niente... :P

°°°°

Primo ascolto:

Pasquini-la-sete-di-Cristo-fronte.jpg?fi

Veramente una sorpresa quest'oratorio, dato che, come molti, conoscevo Pasquini solo per l'eccellente produzione per tastiera. E invece qui ascoltiamo un lavoro di alto magistero tecnico e grande intensità emotiva, in cui l'economia di mezzi strumentali non impedisce (come pure accade nei coevi Stradella e Scarlatti) giochi contrappuntistici sofisticati, ma soprattutto in cui l'adesione della musica al testo drammatico è forte e le forme nel loro entrare l'una nell'altra, dal recitativo melodico, all'arioso, all'aria fino a duetti e concertati, creano un continuum narrativo di notevole modernità. Equilibrata e godibile anche l'esecuzione, che si giova di un audio cristallino.

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Carl NIELSEN
Suite sinfonica op. 8

Herman Koppel, pianoforte

Composizione di chiara impronta brahmsiana (es. sonata op. 5). A un primo ascolto, ha alcuni momenti affascinanti, altri che paiono un po' irrisolti. Pianista legnoso e dal fraseggio non propriamente fluido. Uno di quei pezzi che forse ha bisogno dell'interprete giusto.  

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