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Cosa state ascoltando ? Anno 2022


Madiel
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1 ora fa, Majaniello dice:

Ottima segnalazione la tua! questo quindi com'è complessivamente?

 

7936128

Ne ignoravo persino l'esistenza.

E chi lo sa? Mai sentito. Io conosco solo il video che è coevo ma coi complessi del Covent Garden. Direzione lucidissima e dettagliatissima ma forse un tantinello trattenuta, ecco col freno a mano tirato in alcuni punti. Un pò studiata, come capitava al direttore tedesco, si pensi al suo Schumann. Cast tutto diverso tranne Protschka (c'è la Benachkova alla frutta e altri inglesi un pò alterni) che è pure un grande attore. La Schnaut era una solida professionista, potrebbe essere una sorpresa, anche se avvezza ad altro repertorio pesante tipo Wagner. Anche gli altri parrebbero superiori all'edizioni video. Ziesak-Heilmann dovrebbero essere coppia perfetta. I baritoni mestieranti un pò attempati. Andrebbe sentito e magari ristampato in un cofanetto dedicato a Dohnanyi, che tarda però a palesarsi...

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28 minuti fa, Ives dice:

E chi lo sa? Mai sentito. Io conosco solo il video che è coevo ma coi complessi del Covent Garden. Direzione lucidissima e dettagliatissima ma forse un tantinello trattenuta, ecco col freno a mano tirato in alcuni punti. Un pò studiata, come capitava al direttore tedesco, si pensi al suo Schumann. Cast tutto diverso tranne Protschka (c'è la Benachkova alla frutta e altri inglesi un pò alterni) che è pure un grande attore. La Schnaut era una solida professionista, potrebbe essere una sorpresa, anche se avvezza ad altro repertorio pesante tipo Wagner. Anche gli altri parrebbero superiori all'edizioni video. Ziesak-Heilmann dovrebbero essere coppia perfetta. I baritoni mestieranti un pò attempati. Andrebbe sentito e magari ristampato in un cofanetto dedicato a Dohnanyi, che tarda però a palesarsi...

 

A quanto sembra l'ha ristampato Brilliant una decina d'anni fa:

s-l400.jpg

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On 9/9/2022 at 20:31, Majaniello dice:

Ruolo infernale se lo fai cantare ad un tenore wagneriano che ha tutt'altra costituzione vocale. Chi canta Don Ottavio non credo abbia grosse difficoltà tecniche (quelle espressive sono un altro conto). E' un po' come la storia dell'Otello verdiano, sono tutti ruoli concepiti per una tipologia vocale di tenore acuto e chiaro che la tradizione ha poi affibbiato agli heldentenor (che di fatto sono quasi dei baritoni). Vickers a me piace più per il personaggio che tratteggia che non per la resa in sè per sè.

Credo invece che la soluzione andrebbe cercata da queste parti:

 

Schreier era un grande Jaquino. Come Florestan “ha troppo da cantare” e non è troppo adeguato. Del resto anche come Ottavio è legnoso e duretto, non ultimo per questioni linguistiche.

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3 minuti fa, Wittelsbach dice:

Schreier era un grande Jaquino. Come Florestan “ha troppo da cantare” e non è troppo adeguato. Del resto anche come Ottavio è legnoso e duretto, non ultimo per questioni linguistiche.

Witt dimmi la tua su Dermota.. 

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7 minuti fa, Majaniello dice:

Witt dimmi la tua su Dermota.. 

Un unicum interessante. Prima e unica volta con Florestan dopo anni di (grande) Jaquino. Tra gli Jaquino prestati a Florestan, rende meglio del comunque interessante Haefliger. Sul genere del tenore chiaro, malgrado il timbro meno bello, trovo quasi insuperato Patzak, seppure lo sfortunato Ernst Kozub, nel live diretto da Otto Matzerath, ci dia sotto certi aspetti il prototipo ideale del Florestan lirico.

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1 ora fa, Wittelsbach dice:

Eccolo!

(Io ho tutto il disco)

Bellissimo non lo conoscevo! Mi piace pure la direzione... Patzak se non sbaglio è il Florestan di Furtone, un Fidelio che ho ascoltato molto tempo fa e di cui non ricordo nulla sinceramente. Quello di Matzerath me lo procuro. 

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27 minuti fa, Majaniello dice:

Bellissimo non lo conoscevo! Mi piace pure la direzione... Patzak se non sbaglio è il Florestan di Furtone, un Fidelio che ho ascoltato molto tempo fa e di cui non ricordo nulla sinceramente. Quello di Matzerath me lo procuro. 

Matzerath dirige in maniera reazionaria e piuttosto pomposa comunque! Pay attention! C’è una mia antica recensione:

 

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17 ore fa, Majaniello dice:

A quanto sembra l'ha ristampato Brilliant una decina d'anni fa:

s-l400.jpg

Mai visto. E' vero pure che non compro cd di repertorio operistico standard da ben prima. Tranne qualcosa del barocco per "aggiornare" vecchie edizioni. Comunque sia, Patzak piace pure a me, tra quelli storici.

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Ritorno sul balletto Sahdij di Still. Noto ora alcune pagine sentimentali che all'inizio mi erano sfuggite, direi molto in linea con il gusto hollywodiano degli USA del tempo. Ci sono anche influenze evidenti degli spirituals.

Black Composer Series, Vol. 7: William Grant Still, Fela Sowande & George  Walker - Sony: G010003978870R - download | Presto Music

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12 ore fa, Wittelsbach dice:

Matzerath dirige in maniera reazionaria e piuttosto pomposa comunque! Pay attention! C’è una mia antica recensione:

 

In effetti c'è un po' troppa enfasi sugli archi... peccato perchè i tempi mi piacciono.

12 ore fa, Wittelsbach dice:

@Majaniello poi ho scoperto anche in questa parte Anders, altro grande!

 

Altro Fidelio che non conosco! (vabbè io non sono forte sul repertorio operistico tedesco). Conosco il Fidelio DG di Fricsay... che dire, è un classico e sulla carta aveva quasi tutto per piacermi a partire dalla modernità della direzione e dalla scelta dei cantanti (in pratica una registrazione hip ante-litteram!), ma... quando ero giovine non me lo sono filato molto, lo trovavo complessivamente troppo edulcorato, troppo perfettino, nonostante ci siano alcuni momenti esplosivi, a partire dall'ouverture. 

°°°°

Io ho cominciato ad ascoltare l'Ecuba di Manfroce, da questa ripresa Rai di pochi anni fa. Manfroce in quanto a sfiga batte tutti, essendo morto nel 1813 a 22 anni, malato, ma qualcuno dice suicida. Ha fatto in tempo a sfornare un paio di opere, tra le quali questa, definita da molti "un capolavoro". Probabilmente non lo è, almeno non a livello di Medea, Fidelio, Vestale (è pur sempre il lavoro di un ragazzo che aveva appena avviato la carriera) eppure, oltre ad essere un'opera altamente godibile ed originale, ha scatenato diversi studi musicologici (Carli Ballola parla addirittura di "caso Manfroce"). In due parole il nostro, calabrese trapiantato a Napoli (quindi scuola napoletana doc!) manifesta fin da subito uno stile anfibio franco-napoletano che non si era mai sentito a quelle latitudini. L'orchestra è quella sontuosa non dico neanche di Beethoven ma proprio di Spontini (quindi post-gluckiana), e spesso si impegna in passaggi drammatici di grande effetto; in mezzo però compare lo stile napoletano che oggi potremmo definire "pre-rossiniano" per capirci. Una fusione a freddo che non sempre è naturale ma che è sorprendentemente moderna. Il fatto che un'opera del genere non venisse data in Francia (ti piace vincere facile) o in altre parti d'Europa (penso alle esperienze russe di Traetta o a quelle tedesche di Jommelli) ma proprio al San Carlo di Napoli - e con successo - è probabilmente l'aspetto storico più interessante della faccenda. Dell'opera esiste anche una più vecchia ripresa live su disco con la Antonacci. Vado a pranzo, buon appetito!

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1 ora fa, Majaniello dice:

Altro Fidelio che non conosco! (vabbè io non sono forte sul repertorio operistico tedesco). Conosco il Fidelio DG di Fricsay... che dire, è un classico e sulla carta aveva quasi tutto per piacermi a partire dalla modernità della direzione e dalla scelta dei cantanti (in pratica una registrazione hip ante-litteram!), ma... quando ero giovine non me lo sono filato molto, lo trovavo complessivamente troppo edulcorato, troppo perfettino, nonostante ci siano alcuni momenti esplosivi, a partire dall'ouverture. 

Nemmeno io ho mai ascoltato questo Fidelio ginevrino. L’ho scoperto perché mi era venuta l’illuminazione di cercare Anders in questa parte. Il cast mi pare interessante soprattutto in Metternich, che ha le carte in regola per essere eccellente. Frick sicuramente farà Rocco come sapeva ben fare, mentre la Werth l’ho sentita solo nell’Olandese.

Giudici su Manfroce dice le stesse tue cose, ossia che era un potenziale genio.

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Tigran Mansurian (1939)
REQUIEM

Anja Petersen   Soprano
Andrew Redmond   Baritono
RIAS Kammerchor  
Münchener Kammerorchester  
Alexander Liebreich   

 

La fighettissima, ultrapatinata casa discografica ECM nel suo catalogo ha non meno di otto dischi di musiche dell'armeno Tigran Mansurian, personaggio di spicco (a quanto pare) dell'Armenia musicale.
Il Requiem adotta la forma della Messa da Requiem della liturgia romana, ed è stato composto per commemorare il Genocidio armeno del 1915. Fu commissionato congiuntamente dal Rias Kammerchor e dall'Orchestra da Camera di Monaco, che qui lo eseguono.
La composizione segue due binari: un misticismo intimo e pudico in certi numeri, e la marcata influenza della musica popolare armena in altri.
Su youtube è presente un'altra esecuzione, affidata a forze musicali armene.
Qui la composizione completa in quest'ultima esecuzione:

 

Qui invece il Kyrie dalla registrazione di mio ascolto:

Dedica a @Madiel

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RAI Radio3 Suite - Ex Novo Musica 11 settembre 2022 20:30

Ex Novo Musica : Incantati Lirismi
registrato il 12 dicembre 2021 a Venezia, Gran Teatro La Fenice, Sale Apollinee

Ex Novo Ensemble
Daniele Ruggieri, flauto
Carlo Teodoro, violoncello
Aldo Orvieto, pianoforte

Carl Maria von Weber : Trio in sol minore op. 63 per flauto, violoncello e pianoforte

Elena Firsova : Meditation in a Japanese garden op. 54 per flauto, violoncello e pianoforte

Eliott Carter : Enchanted Preludes, per flauto in sol e violoncello

Daniela Terranova White : cloud over purple, per flauto in sol, violoncello e pianoforte
prima esecuzione assoluta

Tristan Murail/Robert Schumann : Une relecture des Kinderszenen op. 15, per flauto violoncello e pianoforte

-

[C.M. von Weber] Interpretare "ex novo" mi piace intenderlo, in questo loro tocco modellante, un "far propria" una scrittura, rivisitare un'epoca con l'abito giusto ...confezionato or ora, per questa serata 🙂

[E. Firsova] Né metafisico ma neppure panico, il flauto animalesco, il pianoforte variamente acquatico, il cello cielo, curiosamente riescono a far scomparire il soggetto osservatore, che si fa vuoto...

Con questo E. Carter le note, ricercate nel senso di piuttosto dichiarate, si fanno sorprendentemente distaccate dagli strumenti, nei continui agganci reciproci, per disegnare in aria figure un poco astratte un poco surrealiste, mai pesanti.

Nel dettare i propri tempi e dimensionalità, certamente queste nuvole, ma non così sospese, anzi piuttosto ambientali, abitative, di D. Terranova possono certo far sognare, ma anche riflettere quel tanto sul singolo movimento, senza necessità di decisione ma con un certo comfort più che con inquietudine.

Toh nel padiglioncino in centro ai garden cielo terra di prima dànno le Kinderszenen... Dalle cortine leggiere ne escono colori fluttuanti... e i giocattoli! i fai piano che dorme, un cavallino ancora... per un racconto che si fa via via spazio più pensoso ...

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6 ore fa, Wittelsbach dice:

Un programma davvero eterogeneo! La Firsova come scrive?

Non credo ti piacerà, girare a largo...

10 ore fa, Wittelsbach dice:

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Tigran Mansurian (1939)
REQUIEM

Anja Petersen   Soprano
Andrew Redmond   Baritono
RIAS Kammerchor  
Münchener Kammerorchester  
Alexander Liebreich   

Dedica a @Madiel

Di questo signore se ne accennò una volta in forum, mi pare :huh: Non vorrei scrivere scemenze andando a memoria, ma credo se ne sia parlato anche maluccio... Comunque, se è "roba" ECM è di sicuro qualche "pacco" :D

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IDAGIO's tribute to Lars Vogt (1970-2022)

In aggiunta alla segnalazione, nell'apposita conversazione, del canale IDAGIO di musica classica in streaming (previa iscrizione gratuita), oggi vi noto la formula playlist a cura del canale stesso,

e mi ascolto dalla proposta in memoria del pianista Lars Vogt, morto prematuramente lunedì scorso, RIP,

le sue ben portate, in delicatezza densità sveltezza senza affettazioni né impazienze salvo quel tanto di simpatico gusto per la performazione, Goldberg BWV 988,

e a seguire la bella bella Op. 40 (1934) di D. Shostakovich affianco nientemeno che di Truls Mork [Mørk]: e sì, il duo vi sa proprio intuire anime musicalità, le temperate fantasie le imprevedibili suggestive ponderevolezze del noto Compositore: e sarebbe riduttivo dire per anzitutto gioco di ritmiche (di rubato interiorizzante) ma proprio per carico di vocalità persino più di (ovvero privilegiante il) significato che non di (una più facile) sola sapidità strumentale.

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E finalmente trovo una edizione del Concerto Grosso (1928) di Mitropoulos, lavoro che gli diede una certa fama come compositore (sì, era nato come autore!) Mi pare eseguito in Germania e Francia con ottimo successo. L'incipit è bartokiano, una autentica novità per la media coeva dei compositori greci. Da notare: le dissonanze e le manipolazioni dodecafoniche anti-accademiche; la densità dell'orchestrazione (nel Corale è disposta "a strati", come in una torta); nel secondo movimento il motivo di danza (ripreso e sviluppato nell'ultimo movimento) e l'impiego delle tre trombe; nel finale la parte del pianoforte (assolutamente incredibile in questo contesto!) e gli originali impasti sonori (trombe, pianoforte, batteria). Non c'è niente di preciso a cui ricollegarlo, anche gli influssi etnici sono totalmente trasfigurati, sembra una follia musicale scaturita dal nulla. Genio! 

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Disco Naxos molto gradevole con famose overture da opere comiche tra metà '800 e inizi '900. Friedel è un americano di stanza in Slovacchia, non quotatissimo ma uno di quei "manovali" della direzione che servono sempre, i geni sono ben pochi al giorno d'oggi. Lui è molto bravo, leggero e spigliato come deve essere. L'orchestra risponde con un bel suono limpido e compatto. Certo, non ha la freschezza di Paul Paray, insuperabile in questo repertorio, ma si ascolta con gusto. Cercando su amazon anche una sua Quinta bruckneriana con la LSO :o

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