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Hurwitz & co.


Majaniello

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La serie Chandos è buona, però è vero che Standage tende a fare tutto un pò uguale, risultando alla lunga noioso. Approccio un pò rigido, tipico di certa filologia inglese. Dombrecht è sicuramente superiore per colori, nuances e musicalità, disco meraviglioso come quasi tutti quelli de Il Fondamento (sentire cosa riesce a fare con un autore non grandissimo come Fasch).

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Le ultime sinfonie di Mozart dirette da Herbert Blomstedt con l'Orchestra della Radio Bavarese e captate dall'etichetta dell'orchestra. Ottime 39 e 40, splendidamente eseguite, mirabilmente fraseggiate, leggere, tese, limpide e dirette, insomma splendide. Molto meno bene la Jupiter, pesante ed esangue, priva di personalità.

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Il box DG (inclusi anche i vecchi Decca) dedicato al grande violinista francese Christian Ferras. C'è un pò tutto il repertorio standard (spesso con Karajan sul podio) e qualche gustosa rarità (Semenoff, Elizalde, Rodrigo).

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Grandi box da ristampare: i maggiori oratori handeliani dal catalogo Decca. Si va dal buono (Gardiner) all'ottimo (Hogwood e McCreesh) e c'è veramente tutto il necessario per approfondire questi capolavori barocchi.

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4 ore fa, Ives dice:

Grandi box da ristampare: i maggiori oratori handeliani dal catalogo Decca. Si va dal buono (Gardiner) all'ottimo (Hogwood e McCreesh) e c'è veramente tutto il necessario per approfondire questi capolavori barocchi.

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Questo boxino è un mio sogno proibito. Qualche mese fa su Amazon era a 150€ e un pensiero ce lo avevo fatto...poi il prezzo è triplicato

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Come diceva Pizzul "tutto molto bello" e c'è pure il raro Judas Maccabaeus di Mackerras (originale Archiv) che è un mio must, resistente al tempo e alle mode. Gardiner abbassa un pò la media ma rimane comunque molto alta. Non che siano incisioni disastrose le sue, ma per Saul e Jephtha è stato fatto molto di meglio e con cantanti più validi (McCreesh, Creed, Jacobs). L'Acis di Gardiner è invece molto bello. Anche sul Messiah si può trovare qualcosa di più "fantasioso" di Pinnock. E' comunque un prodotto fuori catalogo...

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3 ore fa, Ives dice:

Come diceva Pizzul "tutto molto bello" e c'è pure il raro Judas Maccabaeus di Mackerras (originale Archiv) che è un mio must, resistente al tempo e alle mode. Gardiner abbassa un pò la media ma rimane comunque molto alta. Non che siano incisioni disastrose le sue, ma per Saul e Jephtha è stato fatto molto di meglio e con cantanti più validi (McCreesh, Creed, Jacobs). L'Acis di Gardiner è invece molto bello. Anche sul Messiah si può trovare qualcosa di più "fantasioso" di Pinnock. E' comunque un prodotto fuori catalogo...

Ma come sono finite nel box Decca le incisioni Archiv? è tutto Universal ormai? 

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In pochi conosceranno il pianista Abbey Simon, ma è stato un musicista di primordine, virtuoso "temperato" già allievo di Bolet, di solida tecnica e grande raffinatezza musicale (ascoltare anche il suo Chopin e Ravel). Non ha badato molto a promuovere se stesso, non ha mai firmato grandi contratti ed oggi è ingiustamente dimenticato. Qui la Vox (gruppo Naxos) ristampa il Secondo e Terzo concerto di Rach con Slatkin (grande sostenitore del russo) sul podio della St.Louis Symphony Orchestra (faceva parte di un'integrale). Assolutamente meraviglioso!

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Dell'ottimo Berlioz (Nuits e Aroldo) dal ciclo di John Nelson a Strasburgo (Warner). Sebbene l'originale delle Nuits fosse stato scritto per diversi registri di canto, qui Nelson opta per la versione tenorile (non molto praticata, si fa solitamente quella per mezzo, rara anche quella con soprano) con Michael Spyres che si destreggia benissimo da Baritenore e interpretando il testo in maniera sensibilissima. Validissimo e musicalmente appagante anche l'Aroldo con il giovane Ridout alla viola. Davvero un bel disco di un ciclo berlioziano in corso d'opera.

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L'eredità discografica di Andrei Gavrilov per DG, il cofanetto deluxe della Eloquence. Grandissimo talento, forse un pò alterno e ritiratosi presto, ma musicista geniale e imprevedibile. Qui dentro ci sono ottime esecuzioni di Bach, Grieg, Prokofiev, Ravel. Altre meno idiomatiche (Chopin, Schubert). Curioso il CD dedicato al raro Britten pianistico e per voci bianche (Wiener Sangerknaben).

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Un'altra splendida ristampa della Vox (gruppo Naxos), questa volta dedicata a Mozart. I concerti 17 e 27 mirabilmente sgranati da Walter Klien, accompagnato dalla Minnesota Orchestra diretta da Skrowaczewski. Klien è un altro pianista dimenticato, austriaco giramondo dedicatosi ai classici della sua terra (sentire la sua bellissima integrale schubertiana): tocco sensibile e cristalino, equilibrio perfetto, dettagli resi in modo certosino. Ne esce un grande Mozart e Skrowa è leggero, fresco e limpido come deve essere.

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On 24/3/2023 at 13:01, Ives dice:

La serie Chandos è buona, però è vero che Standage tende a fare tutto un pò uguale, risultando alla lunga noioso. Approccio un pò rigido, tipico di certa filologia inglese.

Concordo, anche a me è parso così. Motivo per cui non ho mai preso qualche suo disco.

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Altra bellissima ristampa Vox, con alcune overtures e musiche di scena di Beethoven dirette da Skrowaczewski con la sua amata orchestra del Minnesota. Mano leggera, tempi rapidi, fraseggio curatissimo, rispetto per le indicazioni originali, nitore ed equilibrio strutturale. Peccato solo che l'originale comprendeva un altro CD che non è stato incluso 😒

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Tempi migliori ad Hollywood. Le musiche di Bernard Herrmann per Ultimatum alla Terra di Robert Wise, un classico della fantascienza anni '50, ma con l'alieno visto come angelico e superiore, ribaltando lo stereotipo aggressivo-anticomunista tipico dell'epoca. Potentissima e suggestiva (con largo uso del theremin nei titoli di testa) la colonna sonora, qui incisa da specialisti su disco Varese Sarabande.

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Dopo il tremendo ciclo sibeliano, il giovane finnico Klaus Makaela "uccide" anche Stravinsky. Sembra non aver compreso nulla dei brani qui proprosti, che sono dei capolavori del repertorio orchestrale e non solo: tutto uguale dall'inizio alla fine, tempi letargici, zero colori, noia mortale, tensione assente, ritmi sbandati e l'orchestra parigina ha un suono davvero morchioso. Questo "Ken plastificato" sembra quasi impaurito da tale musica, un mortificante disastro. Credo che abbiano pompato un pò troppo questo ragazzo...

Stravinsky: The Rite of Spring & The Firebird

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Box da ristampare: le registrazioni operistiche di Karl Bohm (DG: Beethoven, Wagner, Strauss e Mozart). E in aggiunta ci sono anche le sue mitiche Stagioni haydniane e altri bellissimi recitals di canto. Al netto del lavoro di Bohm, è da segnalare un modo di "fare" Opera in CD (tecnici, sale, cantanti, orchestre) totalmente scomparso e di altissimo livello e che tutti gli appassionati dovrebbero conoscere.

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20 ore fa, Ives dice:

Dopo il tremendo ciclo sibeliano, il giovane finnico Klaus Makaela "uccide" anche Stravinsky. Sembra non aver compreso nulla dei brani qui proprosti, che sono dei capolavori del repertorio orchestrale e non solo: tutto uguale dall'inizio alla fine, tempi letargici, zero colori, noia mortale, tensione assente, ritmi sbandati e l'orchestra parigina ha un suono davvero morchioso. Questo "Ken plastificato" sembra quasi impaurito da tale musica, un mortificante disastro. Credo che abbiano pompato un pò troppo questo ragazzo...

Stravinsky: The Rite of Spring & The Firebird

Ha ragione! Ne sto sentendo degli estratti on line, il Sacre è proprio in bianco e nero, tirato via e senza espressività

:bad:

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Fenomenale CD della New World con musiche di Ernst Toch, un grande maestro del timbro orchestrale e delle proporzioni musicali. Da segnalare soprattutto il Concerto per pianoforte e orchestra, assimilabile come linguaggio a Prokofiev e Bartok. Poi la suite dissonante e aggressiva dedicata a Peter Pan, la divertente e leggera overture Pinocchio e le Variazioni sui Westminster Chimes, di sapiente e raffinata ricerca timbrica e solida architettura musicale. Ottimo Botstein (e bravissimo il pianista Todd Crow) specialista di repertori poco battuti, qui con l'orchestra della NDR di Amburgo, registrazione perfetta.

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Nuova Nona bruckneriana diretta da Thielemann coi Wiener e captata dalla Sony al Festival di Salisburgo. Cosi come le altre della serie è totalmente insoddisfacente sotto ogni punto di vista: tiepida e priva di un disegno intepretativo plausibile, avanza a tratti pesante, a tratti troppo leggera, mancando totalmente l'afflato maestoso e potente che quest'opera deve produrre. E poi a tutti i climax si arriva in modo disordinato, strambo e pure sgradevole (dove sono i corni? gli archi sempre in secondo piano e le trombe appaiono lontanissime...).

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L'Arte della Fuga ri-arrangiata (con libere estensioni e digressioni, lo scopo è quello di farne una Bibbia per gli autori successivi, da Beethoven a Schoenberg, ma anche di sottolinearne gli influssi antecedenti che Bach fece propri) dal musicologo William Malloch per ensemble da camera con percussioni. Sul podio dello Sheffield Ensemble il compositore Lukas Foss, altro specialista del barocco "rivisitato" (ascoltare il suo Phorion).

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