Vai al contenuto

Hurwitz & co.


Majaniello
 Condividi

Recommended Posts

  • Risposte 2,9k
  • Creato
  • Ultima Risposta

Top utenti di questa discussione

Top utenti di questa discussione

Il controverso Mozart operistico di Klemperer. Di riferimento solo il Flauto con Gedda e Janowitz, avvolto nella dorata maestosità della concertazione marmorea del grande direttore, ma privo purtroppo dei dialoghi. Benino il Cosi e il Don Giovanni, mediocri le Nozze.

71iM8yiezwL._AC_SL1251_.jpg

Link al commento
Condividi su altri siti

C'era una volta a Hollywood. Le musiche per Il ladro di Bagdad del 1924 (versione muta, poi oggetto di numerosi remake tra cui quello famoso di Michael Powell) composte da Mortimer Wilson. Un vero trionfo di fantasia e colore. Orchestra della Radio di Francoforte diretta da Fitz-Gerald.

71-Vw7jqOeL._AC_SL1500_.jpg

Link al commento
Condividi su altri siti

3 ore fa, Ives dice:

C'era una volta a Hollywood. Le musiche per Il ladro di Bagdad del 1924 (versione muta, poi oggetto di numerosi remake tra cui quello famoso di Michael Powell) composte da Mortimer Wilson. Un vero trionfo di fantasia e colore. Orchestra della Radio di Francoforte diretta da Fitz-Gerald.

71-Vw7jqOeL._AC_SL1500_.jpg

Mah, sembra uno Strauss impoverito e americanizzato... :huh:

 

Link al commento
Condividi su altri siti

Continua la serie-Kapustin della Capriccio, autore famoso per le sue sperimentazioni a cavallo tra musica classica e jazz, con un altro ottimo disco. Protagonista sempre il pianista tedesco Frank Dupree accompagnato da validissime compagini e bravi direttori.

Music | Frank Dupree | PIANIST • CONDUCTOR • MUSICIAN

Link al commento
Condividi su altri siti

L'eredità discografica di Dorati a Detroit, il box dedicato della Decca. Benissimo in Tchaikovsky, Dvorak, Enescu, Liszt, Bartok (soprattutto nelle rare Two Pictures e nella Suite No. 1), le due sinfonie di Szymanowski, il disco dedicato a Copland (Appalachian Spring forse la migliore mai registrata), ottimo il Petrushka (un mix delle sue versioni). Decente in Strauss, ma c'è molta concorrenza, buono ma non fondamentale il Sacre.01_27.jpg?v=1675438415

Link al commento
Condividi su altri siti

5 ore fa, Ives dice:

L'eredità discografica di Dorati a Detroit, il box dedicato della Decca. Benissimo in Tchaikovsky, Dvorak, Enescu, Liszt, Bartok (soprattutto nelle rare Two Pictures e nella Suite No. 1), le due sinfonie di Szymanowski, il disco dedicato a Copland (Appalachian Spring forse la migliore mai registrata), ottimo il Petrushka (un mix delle sue versioni). Decente in Strauss, ma c'è molta concorrenza, buono ma non fondamentale il Sacre.

Giudizi più o meno condivisibili, almeno per il repertorio che conosco, però il Bartok del Mandarino è abbastanza noioso. Non mi esalta neanche in Szymanowski a dirla tutta.  

Link al commento
Condividi su altri siti

7 ore fa, Ives dice:

L'eredità discografica di Dorati a Detroit, il box dedicato della Decca. Benissimo in Tchaikovsky, Dvorak, Enescu, Liszt, Bartok (soprattutto nelle rare Two Pictures e nella Suite No. 1), le due sinfonie di Szymanowski, il disco dedicato a Copland (Appalachian Spring forse la migliore mai registrata), ottimo il Petrushka (un mix delle sue versioni). Decente in Strauss, ma c'è molta concorrenza, buono ma non fondamentale il Sacre.01_27.jpg?v=1675438415

Cofanetto uniformemente eccellente che, confesso, ho acquistato immediatamente nonostante io abbia numerosi doppioni. Il Dorati terminale per Decca è sicuramente meno celebrato rispetto a quello del periodo Mercury, ma a torto: queste incisioni non hanno nulla da invidiare a quelle giovanili - ho pure alcune delle suddette in discoteca - anzi, talvolta, a mio parere riescono pure a superarle, soprattutto in termini di bellezza fonica, questa davvero eccezionale.

Non concordo con Hurwitz per quel che riguarda il Sacre: Dorati/Detroit è da sempre una personale reference - che preferisco di molto alla blasonatissima Chailly/Cleveland, sempre per restare in casa Decca - anzi, posso dire che è proprio grazie a questa particolare incisione che ho scoperto sul serio il celeberrimo balletto stravinskiano.

Pure Strauss è molto buono, anche un pezzo come lo Zarathustra, di cui non manca un certo numero di eccellenti registrazioni ne esce molto bene. 

Tutto questo per dire che è un boxino che consiglierei a occhi chiusi! :clapping::rolleyes:

Link al commento
Condividi su altri siti

On 12/2/2023 at 17:08, Madiel dice:

Giudizi più o meno condivisibili, almeno per il repertorio che conosco, però il Bartok del Mandarino è abbastanza noioso. Non mi esalta neanche in Szymanowski a dirla tutta.  

Mi pare che lo dica, consigliando l'edizione Mercury. Anche se questa Decca è registrata molto meglio. Su Szymanowski pure concordo, meglio i vari direttori polacchi per Naxos, sebbene anche loro non hanno orchestre che puntano molto alla preziosità timbrica. Su Strauss, considerando che l'orchestra non ha il suono dei Wiener o di compagini tedesche similari, Dorati fa un lavoro tutto sommato buono/discreto, traendo un suono luminoso e duttile. Certo, la concorrenza è spietata. Poi riproporre un'opera dimenticata come la Elena Egiziaca, fu comunque un merito.

Link al commento
Condividi su altri siti

On 12/2/2023 at 18:54, Snorlax dice:

Non concordo con Hurwitz per quel che riguarda il Sacre: Dorati/Detroit è da sempre una personale reference - che preferisco di molto alla blasonatissima Chailly/Cleveland, sempre per restare in casa Decca - anzi, posso dire che è proprio grazie a questa particolare incisione che ho scoperto sul serio il celeberrimo balletto stravinskiano.

E infatti Hurwitz cita proprio Chailly come riferimento, per lui assoluto, quantomeno in casa Decca. Che diciamolo subito è un disco tecnicamente ineccepibile, però capisco i tuoi rilievi in quanto forse si sente un pò troppo lo studio di registrazione, a discapito della passionalità e del calor bianco che dovrebbe emergere al massimo grado da questa pagina capitale. Comunque, non ne parla male del Sacre di Dorati, dice che è molto buona, come un pò tutto il suo Stravinsky.

Link al commento
Condividi su altri siti

On 12/2/2023 at 17:08, Madiel dice:

Giudizi più o meno condivisibili, almeno per il repertorio che conosco, però il Bartok del Mandarino è abbastanza noioso. Non mi esalta neanche in Szymanowski a dirla tutta.  

 

17 minuti fa, Ives dice:

Su Szymanowski pure concordo, meglio i vari direttori polacchi per Naxos, sebbene anche loro non hanno orchestre che puntano molto alla preziosità timbrica.

Secondo me la 2 di Dorati è bellissima e, come direbbe Ives, molto idiomatica. Semmai è la 3 che non gli si addice molto. 

Link al commento
Condividi su altri siti

8 ore fa, Ives dice:

Mi pare che lo dica, consigliando l'edizione Mercury. Anche se questa Decca è registrata molto meglio. Su Szymanowski pure concordo, meglio i vari direttori polacchi per Naxos, sebbene anche loro non hanno orchestre che puntano molto alla preziosità timbrica. Su Strauss, considerando che l'orchestra non ha il suono dei Wiener o di compagini tedesche similari, Dorati fa un lavoro tutto sommato buono/discreto, traendo un suono luminoso e duttile. Certo, la concorrenza è spietata. Poi riproporre un'opera dimenticata come la Elena Egiziaca, fu comunque un merito.

Sì, direi anche io che la versione Mercury sia molto meglio. Non so se ti ricordi, ma un paio di estati fa avevo fatto degli ascolti comparati perché volevo comprarmi una buona edizione del Mandarino, e delle due di Dorati avevo preferito la prima. Poi la scelta è caduta su Boulez-Sony. Ottimo anche in Strauss, anni fa avevo un po' di dischi e lodavo un luminoso Macbeth. Invece, non apprezzo il suo Stravinsky, un po' noioso (anzi nel Oiseau è proprio noiosissimo) anche se le splendide registrazioni lo rendono attraente. Dieci e lode per Copland, tra il migliore mai ascoltato.

Link al commento
Condividi su altri siti

5 ore fa, Madiel dice:

Sì, direi anche io che la versione Mercury sia molto meglio. Non so se ti ricordi, ma un paio di estati fa avevo fatto degli ascolti comparati perché volevo comprarmi una buona edizione del Mandarino, e delle due di Dorati avevo preferito la prima. Poi la scelta è caduta su Boulez-Sony. Ottimo anche in Strauss, anni fa avevo un po' di dischi e lodavo un luminoso Macbeth. Invece, non apprezzo il suo Stravinsky, un po' noioso (anzi nel Oiseau è proprio noiosissimo) anche se le splendide registrazioni lo rendono attraente. Dieci e lode per Copland, tra il migliore mai ascoltato.

Concordo in pieno sul Oiseau di Dorati, direttore che stimo grandemente. E' come se non riuscisse ad uscire da una logica di servizio ad un palcoscenico inesistente. Noioso perché, con tutto il rispetto, inutile al godimento puramente fonico del brano.

Link al commento
Condividi su altri siti

Unisciti alla conversazione

Puoi rispondere adesso e registrarti subito dopo. Se hai un account, ACCEDI.

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Pasted as rich text.   Paste as plain text instead

  Only 75 emoji are allowed.

×   Your link has been automatically embedded.   Display as a link instead

×   Your previous content has been restored.   Clear editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

 Condividi


×
×
  • Crea Nuovo...

Accettazione Cookie e Privacy Policy

Questo sito o gli strumenti di terzi, usano cookie necessari al funzionamento. Accettando acconsenti al loro utilizzo - Privacy Policy