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Hurwitz & co.


Majaniello

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5 ore fa, Wittelsbach dice:

Ah: @glenngould scusa se ho cannato a taggarti l'altro giorno...

Figurati, non c'è problema...piuttosto penso al mio povero quasi omonimo Glenn Gould che ogni tanto si vede recapitare notifiche che non lo riguardano :D

4 ore fa, Ives dice:

La croccantissima, freschissima e coloratissima musica da balletto (dalle opere liriche, pressochè dimenticate eccetto il Samson) di Saint-Saens (Naxos, Märkl).

Residentie Orkest Den Haag & Jun Märkl

Mah...quasi quasi un pensierino, giusto per un assaggio

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12 ore fa, Snorlax dice:

Io per questa vado matto. Sarà aliena da tutto, ma nella sua peculiarità la trovo una lettura riuscitissima, e nel suo essere costantemente sospesa innervata da un pathos che solo pochi altri direttori hanno saputo infondere. Le mie altre references sono telefonatissime:

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Ho il requiem fatto da De Santa, ma lo ricordo con tempi troppo rapidi ed una generale sensazione di frettolosità. Lo riascolterò, ma è lo stesso difetto che ho riscontrato altre volte con De Santa (un Barbiere dal vivo per la precisione).

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12 ore fa, glenngould dice:

Mah...quasi quasi un pensierino, giusto per un assaggio

Non conosco quei balletti. Andrei sul Samson se ti piace l'Opera, ovviamente, credo sia il suo capolavoro (se già non lo conosci):

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L'opera Henry VIII di S.S. ha avuto un curioso ritorno di interesse in questi ultimi decenni, tanto da inciderla completa in disco. A chi piace... 

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Verissimo. Anche in teatro. La Bru Zane (sempre editorialmente impeccabile) ha in catalogo altre opera-comique di raro ascolto, con interpreti francesi molto bravi:

Phryné - Palazzetto Bru Zane

Recentemente sono usciti anche ben due saggi in italiano su SS (credo prima volta in assoluto):

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52 minuti fa, Ives dice:

Recentemente sono usciti anche ben due saggi in italiano su SS (credo prima volta in assoluto):

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In effetti il titolo è corretto, a suo modo era uno sperimentatore anche se partiva da presupposti classici e voleva restare nel classicismo. Il suo catalogo, solo rimanendo al fattore timbrico, è pieno zeppo di organici sui generis per l'epoca.

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6 minuti fa, Madiel dice:

In effetti il titolo è corretto, a suo modo era uno sperimentatore anche se partiva da presupposti classici e voleva restare nel classicismo. Il suo catalogo, solo rimanendo al fattore timbrico, è pieno zeppo di organici sui generis per l'epoca.

Uno dei suoi lavori che apprezzo di più e che ogni tanto ritiro fuori in forum:

Sestetto per tromba, archi e pianoforte (questo è super-pre-neoclassicismo francese!). 

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12 ore fa, superburp dice:

Ho il requiem fatto da De Santa, ma lo ricordo con tempi troppo rapidi ed una generale sensazione di frettolosità. Lo riascolterò, ma è lo stesso difetto che ho riscontrato altre volte con De Santa (un Barbiere dal vivo per la precisione).

Ma De Sabata intendi? :cat_lol::cat_lol:

Comunque attenzione al riversamento: circolano parecchie edizioni pessime, con l'intonazione che risulta quasi un semitono sopra, quindi deducine pure quanto abbiano velocizzato la matrice originale. Fortunatamente la Naxos è corretta, anche se comunque l'audio è piuttosto precario.

De Sabata, come spesso capita con questo geniale direttore, è talvolta estremo con le agogiche, il suo è un Requiem quasi operistico infuso di un dramma palpabilissimo, quasi terreno. In questo per molti versi è praticamente l'opposto di Celibidache, che è come sospeso, enigmatico, inafferrabile, come una nuvola di un dipinto di Magritte. Due letture speculari, che io trovo entrambi persuasive. D'altronde Celi non aveva grande stima - di cui sicuramente non era prodigo - nei confronti del direttore triestino?

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S.S. sicuramente è sperimentatore ma nel senso più artigianale del termine, a mio avviso. Talento poliedrico, superdotato musicalmente, virtuoso del piano e dell'organo e certosino conoscitore del violino e del cello. Uno dei suoi ultimi brani, La Muse et le Poete, è del 1910 ma praticamente è un poema sinfonico romanticissimo, che strizza l'occhio al doppio concerto. Legatissimo al romanticismo tedesco, ancorato alla tradizione classica (da Bach in poi), ma con una sua sensibilità armonica e melodica tipicamente francese.

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3 ore fa, Snorlax dice:

De Sabata, come spesso capita con questo geniale direttore, è talvolta estremo con le agogiche, il suo è un Requiem quasi operistico infuso di un dramma palpabilissimo, quasi terreno. In questo per molti versi è praticamente l'opposto di Celibidache, che è come sospeso, enigmatico, inafferrabile, come una nuvola di un dipinto di Magritte.

E sta qua il problema con Celi, a mio modesto parere. E' tutto un flaccidume che tende all'incorporeo. Non è un problema di tempi lenti, anche Bernstein aveva le sue paturnie, quanto di tensione emotiva, drammatica (e quindi musicale) che evapora nel nulla. Filologicamente, l'edizione di Bernstein (che sceglie la Beyer) è anche assai interessante, sebbene poi se ne sbatta altamente della prassi esecutiva. Lo ascolto poco, dei grandi direttori del passato forse solo Bernstein mi piace ancora, altrimenti vado qua:

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1 ora fa, Ives dice:

E sta qua il problema con Celi, a mio modesto parere. E' tutto un flaccidume che tende all'incorporeo. Non è un problema di tempi lenti, anche Bernstein aveva le sue paturnie, quanto di tensione emotiva, drammatica (e quindi musicale) che evapora nel nulla. Filologicamente, l'edizione di Bernstein (che sceglie la Beyer) è anche assai interessante, sebbene poi se ne sbatta altamente della prassi esecutiva. Lo ascolto poco, dei grandi direttori del passato forse solo Bernstein mi piace ancora, altrimenti vado qua:

71xaXmA2nUL._AC_SX522_.jpg

Se proprio devo avventurarmi in territorio HIP, per me, al solito, rimane solo lui:

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...ne esiste un'incisione precedente, ma questa la supera nettamente. C'è anche quest'altra cosa che aveva destato il mio interesse, con la stranezza che contiene esclusivamente il materiale composto da Mozart (se non ricordo male):

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19 ore fa, Snorlax dice:

Se proprio devo avventurarmi in territorio HIP

Pensa che tempo fa ho letto qualcuno qui, credo Florestan, secondo cui un Bach non Hip oggi non è proponibile. Opinione rispettabile ma che non condivido per niente, anzi.

In ogni caso, conosco l'edizione precedente di Harnoncourt, e non è eccezionale. Per certi aspetti, è molto più pesante e paludata di quella di Bernstein!

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26 minuti fa, Wittelsbach dice:

Pensa che tempo fa ho letto qualcuno qui, credo Florestan, secondo cui un Bach non Hip oggi non è proponibile. Opinione rispettabile ma che non condivido per niente, anzi.

Io sono per la totale libertà di ascolto. Ognuno si ascolti ciò che più gli aggrada.

Personalmente non ce la faccio ad ascoltare musica antica suonata non HIP, sebbene molti dischi siano stati tra i primi che ho ascoltato fin da bambino. I vari Mauersberger, Karajan, Musici, ecc... li trovo inascoltabili ormai. Li vedo come i gettoni del telefono quando ormai non ci sono più nemmeno le cabine.

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Savall dirige le ultime sinfonie di Schubert (Alia). Un bel disco, con molti spunti interessanti anche se non scalfisce la fama delle migliori registrazioni, ma superiore con strumenti d'epoca rispetto a quell'obbrobrio di Jacobs.

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1 ora fa, Wittelsbach dice:

In ogni caso, conosco l'edizione precedente di Harnoncourt, e non è eccezionale. Per certi aspetti, è molto più pesante e paludata di quella di Bernstein!

Non solo in Mozart, Harno è il Furt dell'era hip. Il disco segnalato da Snorl non lo ricordo cattivo però, l'edizione precedente è dell'81, mai sentita, ma era un'epoca di transizione in cui le cose suonavano spesso legnosissime e quindi peggiori delle letture tradizionali.

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20 ore fa, Wittelsbach dice:

Pensa che tempo fa ho letto qualcuno qui, credo Florestan, secondo cui un Bach non Hip oggi non è proponibile. Opinione rispettabile ma che non condivido per niente, anzi.

In ogni caso, conosco l'edizione precedente di Harnoncourt, e non è eccezionale. Per certi aspetti, è molto più pesante e paludata di quella di Bernstein!

Se parlate di quella contenuta nel cofanetto con tutta la musica sacra di Mozart fatto da Harnoncourt, è tutto pesante e noiosetto.

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Due Das Lied von der Erde di recente registrazione, Fischer (Channel) e Jurowski (Pentatone): identico decente tenore (Dean Smith), contralto superiore nella prima versione (Romberger) ma direzione più flessibile, potente e incisiva da parte di Jurowski.

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Il box di ben 22CD della Brilliant dedicato agli studi virtuosistici per piano, da Czerny a Glass. Preso nella sua totalità, è un ottimo cofanetto con scelte accurate sui brani ed esecuzioni di rilievo, spesso poco note.

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Otto Klemperer e la musica sacra, il cofanetto Warner/EMI: Bach (famose Messa e San Matteo), Beethoven (Missa, altrettanto celebre e inserita ovunque tra i riferimenti) e Handel (Messiah, con qualche taglio se non ricordo male).

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Tutto Bernstein-DG (60CD, Parte1)...Beethoven, Brahms, Bizet, Britten, Bernstein, Bruckner, Copland, Debussy, Dvorak, Elgar, Franck, Roussel, Harris, W. Schuman, Haydn, Hindemith, Ives, Liszt, Boito, Saint-Saens.

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On 4/1/2023 at 16:36, Ives dice:

La Terza e la Settima sinfonia di Weinberg ottimamente dirette per DG dalla Gražinytė-Tyla.

Ho sentito la 7, un po' una noia, ma io non faccio testo, non impazzisco neanche per Shostakovich figuriamoci per gli epigoni.

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2 ore fa, Majaniello dice:

Ho sentito la 7, un po' una noia, ma io non faccio testo, non impazzisco neanche per Shostakovich figuriamoci per gli epigoni.

A me Weinberg mai piaciuto! 

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