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Hurwitz & co.


Majaniello

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8 ore fa, Ives dice:

Box Naxos con concerti e opere per piano di John Field, affidate a Benjamin Frith. Artista di transizione fra lo stile classico e il romanticismo, ma anche fra il fortepiano e il pianoforte, anticipò alcune tendenze pre-romantiche nel quinto concerto L'incendie par l'Orage. Anche il settimo è interessante (costruito con una struttura a pannelli e un pò pre-lisztiano), dal sapore schumanniano, è una delle sue cose più mature. Chopin gli deve sicuramente molto. Da segnalare anche l'integrale Chandos con lo specialista irlandese O'Rourke (ha inciso anche i Nocturnes di cui Field è un pò l'inventore) e Bamert sul podio (con strumenti antichi):

Field, J.: Piano Concertos Nos. 1-7 (O'Rourke) - Album by John Field,  Miceal O'Rourke | Spotify

Non conosco le incisioni Frith-Naxos né quelle O'Rourke-Chandos, ma trovo adeguata l'integrale dei concerti Restani-Guidarini della Brilliant. Non sono capolavori ma comunque opere significative, piacevoli e anche importanti sul piano storico.

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On 6/11/2022 at 14:21, Majaniello dice:

Davvero non capisco Dave... sul sito offre anche spunti interessanti, poi quando fa questi video minestrone butta dentro i soliti consigli istituzionali. 

Mi pare che lui stesso abbia elogiato questa che in effetti, se proprio si muore dalla voglia di ascoltare questa sinfonia, è eccellente:

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Rowicki troppo veloce! (per dirlo io...). Io vado contro Hurwitz, a me piace molto l'approccio soft-handed intriso di lirismo presente qui:

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belle anche le versioni di queste sinfonie incise da Suitner, mi pare recensite pure dal grande Wittelsbach. La 6 in particolare è diventata la mia sinfonia di Dvorak preferita  (ottimi temi, contrappunto, trombonismo al minimo), assieme alla 7, e io si sa non amo particolarmente quest'autore.

Un tempo promuoveva lo Neumann analogico... le ascoltai entrambe e sentenziai che aveva ragione, la magia dell'edizione analogica non si ripeteva nel remake digitale (non so perchè ha cambiato idea). Per intenderci mi riferisco a questo:

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credo parte dell'integrale in analogico che è pure stata ristampata non molto tempo fa. Tra le edizioni "occidentali" mi piace Monteux (lo so una mia fissazione), ma il buon vecchio Ives mi suggerì Davis che è pure buona. Ma di queste ultime sinfonie ce n'è un botto: Dorati, Dohnányi, Szell, Flor più recente ecc. 

Se devo scegliere un'edizione mainstream prendo quella luminosa e dinamica di Mehta, consiglio di Snorlino mi pare (è lui il fissatone di Mehta). La verità è che ho sempre maldigerito questa sinfonia finchè non ho ascoltato certe registrazioni storiche della Filarmonica Ceca, Talich ma anche Stupka... siccome si sentono male, rimane il classico, anche se con la LSO che non è la stessa cosa:

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Hurwitz sottolinea, a ragione, come il finale (che è la parte che amo) in quest'edizione abbia un carattere rustico che non ha eguali nella discografia, sembra proprio una danza contadina! 

La 9 non mi piace granchè, troppo trombona e troppo sputtanata. Poi ci sono mille edizioni di cui ne conoscerò il 10% quindi passo.

 

Amico, ricordi bene riguardo all'Ottava... Comunque anch'io con le sinfonie di Dvorak faccio molta fatica, le uniche che ascolto con una discreta frequenza sono Settima e Ottava, per l'appunto. Oltre alle classiche esecuzioni ceche - da te già citate (specie Talich) - le mie telefonatissime references sono queste:

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...la Nona proprio non la sopporto, ma se devo ascoltarla pretendo il miglior 'o famo strano:

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Poi qualcuno spiegherà che cos'ha la Nona di Dvorak di così malvagio da suscitare tanto astio :lol:

Beninteso, anch'io ho le mie idiosincrasie che non nascondo affatto, ma è interessante capire come nascono. Io per esempio prima di detestarlo, amavo Richard Strauss; poi ho scoperto che a ogni nuovo ascolto mi "parlava" sempre meno, finché non mi ha proprio più detto nulla: naturalmente ero io ad essere cambiato, questo lo so. Ero diventato più ricettivo e sensibile ad una serie di cose a cui prima non davo assolutamente importanza, soprattutto alle ragioni - e spesso anche ai torti - degli altri. In uno stato simile, Strauss e tante altre cose che prima adoravo mi erano diventati meno che indifferenti.

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10 ore fa, Florestan dice:

Poi qualcuno spiegherà che cos'ha la Nona di Dvorak di così malvagio da suscitare tanto astio :lol:

 

A me la Nona piace molto. Purtroppo, come è avvenuto per altre composizioni (Quinta e Nona di Beethoven, ad esempio), è amata dal pubblico per motivazioni che spesse volte sono solo superficiali ed epidermiche, però credo che nessuno possa mettere in dubbio la maestria di Dvorak nella scrittura, nell'orchestrazione (basti pensare al finale del Largo). Che sia anche abbastanza retorica in alcuni aspetti credo che sia pacifico per tutti, penso che anche il buon Antonin sarebbe d'accordo con noi :D (e magari ci direbbe pure che l'ha fatto di proposito...d'altra parte con il suo lavoro ci doveva pure mangiare!).

 

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Sostanzialmente, direi perchè è un'opera "sputtanatissima" (cit. @Majaniello) in ogni dove e in ogni tempo, ripresa e riadattata in sigle tv, film, videogiochi e spot pubblicitari, ultimo quello della Renault. Ha creato un effetto saturazione all'ascolto, che ovvio non dipende dal povero Dvorak. E poi le citazioni di antichi canti negro-americani sono solo uno specchietto per le allodole, essendo di per sè fasulli. In realtà, è una sinfonia "europeissima" e anche la famosa melodia del Largo è quanto di più boemo-ceko sia stato mai scritto. Quindi, dopo l'entusiasmo iniziale, l'ascoltatore più esperto l'abbandona al suo destino. Detto questo, strutturalmente è impeccabile, i temi sono belli squadrati e l'orchestrazione è efficace quanto mai, semplice e diretta, e quindi il successo in sala garantito ancor oggi, anche in esecuzioni mediocri. Piuttosto, Dvorak non credo sia un autore "ripensabile", forse perchè sempre un pò accademico e monodimensionale. Non riesco a consigliare ad esempio tante versioni diverse di sue opere come fa Hurwitz, proprio perchè non evidenzio tantissime differenze e quando i direttori provano ad uscire dal contesto battendo sentieri inesplorati (vedi Stokowski, l'ultimo Bernstein con tempi larghissimi o Celibidache) vengono fuori noiose versioni troppo personali e sbilanciate, lontanissime dallo spirito popolare e ottimistico del compositore.

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1 ora fa, glenngould dice:

A me la Nona piace molto. Purtroppo, come è avvenuto per altre composizioni (Quinta e Nona di Beethoven, ad esempio), è amata dal pubblico per motivazioni che spesse volte sono solo superficiali ed epidermiche, però credo che nessuno possa mettere in dubbio la maestria di Dvorak nella scrittura, nell'orchestrazione (basti pensare al finale del Largo). Che sia anche abbastanza retorica in alcuni aspetti credo che sia pacifico per tutti, penso che anche il buon Antonin sarebbe d'accordo con noi :D (e magari ci direbbe pure che l'ha fatto di proposito...d'altra parte con il suo lavoro ci doveva pure mangiare!).

 

Pure a me piace, mi sembra un'opera geniale....

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2 ore fa, Ives dice:

Sostanzialmente, direi perchè è un'opera "sputtanatissima" (cit. @Majaniello) in ogni dove e in ogni tempo, ripresa e riadattata in sigle tv, film, videogiochi e spot pubblicitari, ultimo quello della Renault. Ha creato un effetto saturazione all'ascolto, che ovvio non dipende dal povero Dvorak. E poi le citazioni di antichi canti negro-americani sono solo uno specchietto per le allodole, essendo di per sè fasulli. In realtà, è una sinfonia "europeissima" e anche la famosa melodia del Largo è quanto di più boemo-ceko sia stato mai scritto. Quindi, dopo l'entusiasmo iniziale, l'ascoltatore più esperto l'abbandona al suo destino. Detto questo, strutturalmente è impeccabile, i temi sono belli squadrati e l'orchestrazione è efficace quanto mai, semplice e diretta, e quindi il successo in sala garantito ancor oggi, anche in esecuzioni mediocri. Piuttosto, Dvorak non credo sia un autore "ripensabile", forse perchè sempre un pò accademico e monodimensionale. Non riesco a consigliare ad esempio tante versioni diverse di sue opere come fa Hurwitz, proprio perchè non evidenzio tantissime differenze e quando i direttori provano ad uscire dal contesto battendo sentieri inesplorati (vedi Stokowski, l'ultimo Bernstein con tempi larghissimi o Celibidache) vengono fuori noiose versioni troppo personali e sbilanciate, lontanissime dallo spirito popolare e ottimistico del compositore.

Esattamente, condivido ogni parola. 

Rispecchia un po' quell'antipatia che ti viene quando qualcuno ti parla sempre della stessa persona con toni agiografici!

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5 ore fa, glenngould dice:

A me la Nona piace molto. Purtroppo, come è avvenuto per altre composizioni (Quinta e Nona di Beethoven, ad esempio), è amata dal pubblico per motivazioni che spesse volte sono solo superficiali ed epidermiche, però credo che nessuno possa mettere in dubbio la maestria di Dvorak nella scrittura, nell'orchestrazione (basti pensare al finale del Largo). Che sia anche abbastanza retorica in alcuni aspetti credo che sia pacifico per tutti, penso che anche il buon Antonin sarebbe d'accordo con noi :D (e magari ci direbbe pure che l'ha fatto di proposito...d'altra parte con il suo lavoro ci doveva pure mangiare!).

 

Anche a me, come a @Madiel e a te, piace molto. Ha degli ottimi temi e obiettivamente è scritta benissimo sia dal punto di vista formale che orchestrale, però capisco anche i rilievi di @Ives e concordo sul fatto che sia coerente con il resto della produzione del musicista boemo.

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On 11/11/2022 at 08:45, Ives dice:

Box Naxos con concerti e opere per piano di John Field, affidate a Benjamin Frith. Artista di transizione fra lo stile classico e il romanticismo, ma anche fra il fortepiano e il pianoforte, anticipò alcune tendenze pre-romantiche nel quinto concerto L'incendie par l'Orage. Anche il settimo è interessante (costruito con una struttura a pannelli e un pò pre-lisztiano), dal sapore schumanniano, è una delle sue cose più mature. Chopin gli deve sicuramente molto. Da segnalare anche l'integrale Chandos con lo specialista irlandese O'Rourke (ha inciso anche i Nocturnes di cui Field è un pò l'inventore) e Bamert sul podio (con strumenti antichi):

Field, J.: Piano Concertos Nos. 1-7 (O'Rourke) - Album by John Field,  Miceal O'Rourke | Spotify

L'unica incisione che ho dei Notturni di Field è proprio quella di O'Rourke per la Chandos e sinceramente mi basta quella; da ciò che ho ascoltato non credo che mi verrà mai intenzione di approfondire questo autore.

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1 ora fa, Florestan dice:

Anche a me, come a @Madiel e a te, piace molto. Ha degli ottimi temi e obiettivamente è scritta benissimo sia dal punto di vista formale che orchestrale, però capisco anche i rilievi di @Ives e concordo sul fatto che sia coerente con il resto della produzione del musicista boemo.

Non mi piace il paaaaa pa pa paaaa pappa' :D non credo ci siano altri motivi, non so se è un capolavoro, nel senso che non la trovo molto diversa dalle altre, ha sicuramente temi più iconici. Un'altra sinfonia estrema che non riesco più ad ascoltare è la Patetica, che obbiettivamente è importante ed ispirata. In generale credo di avere una passione per le sinfonie più sfigate, ma è davvero un caso. 

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18 ore fa, Florestan dice:

Poi qualcuno spiegherà che cos'ha la Nona di Dvorak di così malvagio da suscitare tanto astio :lol:

Sono un altro convinto estimatore della sinfonia Dal nuovo mondo. Fa parte del mio imprinting con la musica classica ed è un po' come la mamma, a cui si vuole sempre bene anche se col tempo impari a conoscerne pure i difetti. E poi, non è l'unica opera a rischio di saturazione, e non capisco perché gli strali cadano più spesso sul povero Dvorak e non sul Bach dell'Aria sulla quarta corda, sull'Handel dell'Allelujah, sul Beethoven del Chiaro di luna, sull'Habanera della Carmen  eccetera: tutti pezzi che, sebbene sfruttati dovunque in modo opportuno e inopportuno, non perdono il loro valore intrinseco e sono ancora idonei a suscitare ammirazione ed entusiasmo se eseguiti bene e in un contesto adeguato.

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1 ora fa, giobar dice:

E poi, non è l'unica opera a rischio di saturazione, e non capisco perché gli strali cadano più spesso sul povero Dvorak e non sul Bach dell'Aria sulla quarta corda, sull'Handel dell'Allelujah, sul Beethoven del Chiaro di luna, sull'Habanera della Carmen  eccetera

No dai non è vero, sono tutti pezzi che odiamo in egual modo :lol:

Anzi, forse la Nuovo Mondo è almeno emblematica della musica di Dvorak, gli altri che hai citato non tanto dei loro autori. 

Bravo Snorlino che ha ricordato Silvestri! 

3 ore fa, Florestan dice:

L'unica incisione che ho dei Notturni di Field è proprio quella di O'Rourke per la Chandos e sinceramente mi basta quella; da ciò che ho ascoltato non credo che mi verrà mai intenzione di approfondire questo autore.

Come dimenticare il ministro Calderoli ci parla di John Field, meglio di Hurwitz:

https://fb.watch/gLBJvPGUjQ/

 

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5 ore fa, Majaniello dice:

Un'altra sinfonia estrema che non riesco più ad ascoltare è la Patetica, che obbiettivamente è importante ed ispirata. In generale credo di avere una passione per le sinfonie più sfigate, ma è davvero un caso. 

Io ho proprio qualche problema con Cajkovskij, lo trovo quasi sempre esageratamente sentimentale in senso deteriore. La Patetica è bellissima, ma non la ascolto mai per lo stesso motivo (ma neppure la Quinta se è per questo, pur essendo obiettivamente ugualmente bella). Io poi l'imprinting della Patetica ce l'ho con l'esecuzione più estrema di tutte, quella di Bernstein, che soprattutto nell'Adagio lamentoso è veramente disperata... 😢😢😢

Comunque con Calderoli mi hai svoltato la serata 🤣

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On 12/11/2022 at 10:32, Ives dice:

Sostanzialmente, direi perchè è un'opera "sputtanatissima" (cit. @Majaniello)

Per conto mio, in realtà non è proprio così. Ascolto musiche altrettanto sputtanate con molto più godimento:P:D. Semplicemente la trovo meno riuscita rispetto alle due precedenti, molto più debole, e viziata un finale che alle mie orecchie suona del tutto inconsistente, se non insopportabile. C'è da dire che il mio rapporto con Dvorak - a differenza di quello di Davidone - non è affatto idialliaco: se proprio devo mettere sul piatto qualcosa, questo qualcosa si riduce a tre/quattro opere in croce...:sorry:

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13 ore fa, Florestan dice:

Io ho proprio qualche problema con Cajkovskij, lo trovo quasi sempre esageratamente sentimentale in senso deteriore. La Patetica è bellissima, ma non la ascolto mai per lo stesso motivo (ma neppure la Quinta se è per questo, pur essendo obiettivamente ugualmente bella). Io poi l'imprinting della Patetica ce l'ho con l'esecuzione più estrema di tutte, quella di Bernstein, che soprattutto nell'Adagio lamentoso è veramente disperata... 😢😢😢

Ecco, per dire, rispetto a Dvorak, con Ciaikovskij ho tutt'altro rapporto, nel senso che potrei riascoltarlo all'infinito senza alcun problema. Non so nemmeno quante registrazioni della Patetica io abbia in discoteca (perlomeno una ventina), eppure io quel sentimentalismo, soprattutto se esagerato e sublimato da una lettura à la Bernstein non riesce mai a stancarmi...

A proposito di succitato orgoglio ceco: la migliore sinfonia di Dvorak è la Prima di Ives! Mi pare che pure il grande @Majaniello forse una volta abbia detto/sottointeso una cosa simile...;):P

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1 ora fa, Ives dice:

Dave's Faves: i dischi preferiti di Hurwitz. I concerti handeliani per organo con Simon Preston (Archiv).

1722618

Concordo! Personalmente, preferisco la serie dell'opus 7, più vivace e briosa anche come esecuzione.

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4 ore fa, Snorlax dice:

Ecco, per dire, rispetto a Dvorak, con Ciaikovskij ho tutt'altro rapporto, nel senso che potrei riascoltarlo all'infinito senza alcun problema. Non so nemmeno quante registrazioni della Patetica io abbia in discoteca (perlomeno una ventina), eppure io quel sentimentalismo, soprattutto se esagerato e sublimato da una lettura à la Bernstein non riesce mai a stancarmi...

A proposito di succitato orgoglio ceco: la migliore sinfonia di Dvorak è la Prima di Ives! Mi pare che pure il grande @Majaniello forse una volta abbia detto/sottointeso una cosa simile...;):P

Ho detto questa cosa? se sì allora è una cazzata :D No magari l'ho detta a mo' di provocazione, dato che il giovane Ives, tra i suoi modelli, aveva anche Dvorak. Ma come ricordava Ives (il forumista!) c'era poco di autenticamente americano nella musica di Dvorak, almeno a me la 9 sembra una sinfonia non meno ceca delle altre. Bisogna ammettere però che poche sinfonie nella storia hanno tutti e 4 i movimenti che sono entrati nell'immaginario collettivo. Per me questo dipende dall'influenza di Beethoven, e da quel modo di scolpire le idee, palese nello scherzo ma piuttosto evidente un po' ovunque. Nella nona torna poi l'influenza di Wagner seppure ricontestualizzata in modo più classico (non il Wagner tristaniano della settima di Bruckner, ma quello dei primi episodi del Ring). Dico Wagner ma potrei dire Liszt. 

Alla mia disaffezione verso questa sinfonia, come spesso accade, hanno contribuito imprinting negativi, alludo alle registrazioni patinate ed educate che avevo sotto mano quando ero ragazzo: Karajan, Kubelik e... sì, anche Muti! tutte buone/ottime esecuzioni (queste come mille altre) lontane però da quel che credo essere il vero spirito del compositore (sì, per me anche Kubelik). Cosa invece mi piacerebbe sentire: 1) un suono ruvido e aspro all'occorrenza, 2) dei tempi veloci, che la scrittura in più punti chiama con figurazioni rapide e ritmi puntati, e che anche Dvorak esplicita con superlativi come Allegro molto, Molto vivace, Allegro con fuoco (possibile che quasi tutti stiano sopra i 40 minuti?), 3) un approccio drammatico, viscerale, e scevro tanto da sentimentalismi quanto da intellettualismi, dato che la musica mi pare non contenga alcun elemento edonistico o filosofico. Non so se ho una registrazione ideale, direi che il problema non me lo sono posto, se devo suggerire due scelte non scontate che mi piacciono dico queste, una storica e una moderna:

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Sennò si va sul classico:

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poi magari ce ne sono tante belle, quelle che ho sentito io negli anni però le butterei a mare per motivi diversi.

PS: ogni tanto mi piaceva ascoltare lo Scherzo fatto da Toscanini, tostissimo!

 

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3 ore fa, Majaniello dice:

Cosa invece mi piacerebbe sentire: 1) un suono ruvido e aspro all'occorrenza, 2) dei tempi veloci, che la scrittura in più punti chiama con figurazioni rapide e ritmi puntati, e che anche Dvorak esplicita con superlativi come Allegro molto, Molto vivace, Allegro con fuoco (possibile che quasi tutti stiano sopra i 40 minuti?), 3) un approccio drammatico, viscerale, e scevro tanto da sentimentalismi quanto da intellettualismi, dato che la musica mi pare non contenga alcun elemento edonistico o filosofico.

I direttori che nella Nona non vanno oltre i 40 minuti non è perché abbiano tempi particolarmente veloci o più veloci di altri, è perché non fanno le ripetizioni (vedi Szell e Ancerl). Il "suono patinato", che tu denunci come una storpiatura di un "autentico" Dvorak (che a questo punto debbo confessare candidamente di non conoscere, dato che almeno nella Nona anche le incisioni di Ancerl, Neumann e Kertesz mi sembrano abbastanza lontane dai tuoi desiderata...), da altro non dipende che dagli standard orchestrali di tutte le orchestre di rilievo fino agli anni Ottanta. I più "patinati" di tutti erano e sono rimasti i Wiener Philharmoniker e i Berliner Philharmoniker, che allora erano considerati praticamente da tutti le più grandi orchestre del mondo, e ai loro standard guardavano anche oltreoceano (dove la Nona di Dvorak è stata quasi sempre eseguita più o meno come fece il sopra citato Szell). Anzi, proprio per i tempi stretti, preferisco di gran lunga Szell a Ancerl, visto che nella sezione dello sviluppo del primo movimento e in generale in tutta la sinfonia Szell scandisce tempi sensibilmente più brevi di quelli di Ancerl. I tempi di Kubelik sono gli stessi di Szell - e a volte anche più veloci - ma con le ripetizioni, peraltro previste in partitura.

Con queste premesse si può capire che Kubelik in Dvorak non ti piaccia, dato che la sua integrale è proprio con i Berliner Philharmoniker e non con la banda comunale di Nyrany :cat_lol:

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8 ore fa, Snorlax dice:

Ecco, per dire, rispetto a Dvorak, con Ciaikovskij ho tutt'altro rapporto, nel senso che potrei riascoltarlo all'infinito senza alcun problema. Non so nemmeno quante registrazioni della Patetica io abbia in discoteca (perlomeno una ventina), eppure io quel sentimentalismo, soprattutto se esagerato e sublimato da una lettura à la Bernstein non riesce mai a stancarmi...

Ma Cajkovskij rispetto a Dvorak era un intellettuale, se vogliamo anche un po' poseur. E Bernstein non sublima nulla, aggiunge il suo sentimentalismo a quello di Cajkovskij: io sono restio a usare l'argomento della durata in musica, ma in questo caso specifico è indicativo, e vorrà pur dire qualcosa che la Patetica diretta dal maestro americano dura quasi un'ora contro la quarantina di minuti di quasi tutti gli altri interpreti. Te ne parlo con tanta sicurezza perché quel cd dell'etichetta gialla con quel tramonto campestre in copertina l'ho consumato a furia di ascoltarlo. Ovviamente è tutto stupendo, ma francamente non penso che Cajkovskij sia quello - né tantomeno soltanto quello, anche se affascinante.

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5 ore fa, Majaniello dice:

Ho detto questa cosa? se sì allora è una cazzata :D No magari l'ho detta a mo' di provocazione, dato che il giovane Ives, tra i suoi modelli, aveva anche Dvorak. Ma come ricordava Ives (il forumista!) c'era poco di autenticamente americano nella musica di Dvorak, almeno a me la 9 sembra una sinfonia non meno ceca delle altre.

Maja, credo tu abbia frainteso il senso della mia affermazione. Il quale, in realtà è molto semplice, se non semplicistica: intendevo dire che il condensato della Prima ivesiana per me è pure meglio di tutte le sinfonie del ceco messe assieme (vabbé, sto esagerando, ma neanche troppo!:P). Insomma, in questo caso la copia è meglio dell'originale!:D

Dei presunti americanismi di Dvorak, sinceramente, mi interessa ben poco...

 

34 minuti fa, Florestan dice:

Ma Cajkovskij rispetto a Dvorak era un intellettuale, se vogliamo anche un po' poseur. E Bernstein non sublima nulla, aggiunge il suo sentimentalismo a quello di Cajkovskij: io sono restio a usare l'argomento della durata in musica, ma in questo caso specifico è indicativo, e vorrà pur dire qualcosa che la Patetica diretta dal maestro americano dura quasi un'ora contro la quarantina di minuti di quasi tutti gli altri interpreti. Te ne parlo con tanta sicurezza perché quel cd dell'etichetta gialla con quel tramonto campestre in copertina l'ho consumato a furia di ascoltarlo. Ovviamente è tutto stupendo, ma francamente non penso che Cajkovskij sia quello - né tantomeno soltanto quello, anche se affascinante.

Quel disco l'ho consumato anch'io, è una delle mie incisioni preferite in assoluto. Un compositore non può essere mai solo quello, ma si ricrea ogni volta come differente in ogni differente esecuzione.

Dvorak è un Ciaikovskij che non ce l'ha fatta!:cat_lol::cat_lol: Un gran bel pezzo l'ha scritto però, che per me rimane il suo vero capolavoro: la Serenata per archi...

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1 ora fa, Florestan dice:

I direttori che nella Nona non vanno oltre i 40 minuti non è perché abbiano tempi particolarmente veloci o più veloci di altri, è perché non fanno le ripetizioni (vedi Szell e Ancerl). Il "suono patinato", che tu denunci come una storpiatura di un "autentico" Dvorak (che a questo punto debbo confessare candidamente di non conoscere, dato che almeno nella Nona anche le incisioni di Ancerl, Neumann e Kertesz mi sembrano abbastanza lontane dai tuoi desiderata...), da altro non dipende che dagli standard orchestrali di tutte le orchestre di rilievo fino agli anni Ottanta. I più "patinati" di tutti erano e sono rimasti i Wiener Philharmoniker e i Berliner Philharmoniker, che allora erano considerati praticamente da tutti le più grandi orchestre del mondo, e ai loro standard guardavano anche oltreoceano (dove la Nona di Dvorak è stata quasi sempre eseguita più o meno come fece il sopra citato Szell). Anzi, proprio per i tempi stretti, preferisco di gran lunga Szell a Ancerl, visto che nella sezione dello sviluppo del primo movimento e in generale in tutta la sinfonia Szell scandisce tempi sensibilmente più brevi di quelli di Ancerl. I tempi di Kubelik sono gli stessi di Szell - e a volte anche più veloci - ma con le ripetizioni, peraltro previste in partitura.

Con queste premesse si può capire che Kubelik in Dvorak non ti piaccia, dato che la sua integrale è proprio con i Berliner Philharmoniker e non con la banda comunale di Nyrany :cat_lol:

Kubelik è troppo "pensato" e nel contempo troppo sentimentale, e comunque troppo occidentale nel risultato, mi serve una cosa più de panza, niente trombonismi da salotto. I Berliner sono tra l'altro l'orchestra che più odio tra le grandi, meglio i Wiener anche se sono più lagnosi mi paiono più duttili. Kertesz-Wiener infatti lo trovo molto bello, la sua fama è meritata, dicono più bello della versione dell'integrale (che non conosco), Neumann è bello complessivamente come ciclo (uno di quelli che ho ascoltato "di più") ma la 9 non è la sua migliore. 

Dovessi comprare un'integrale di Dvorak prenderei Neumann analogico (ristampato da non molto) o Kertesz (pure ristampato di recente), a limite Suitner. Szell è un genio, ma la sua Nuovo Mondo mi lasciò davvero indifferente, a prescindere dai tempi sembra una di quelle incisioni commerciali... e dire che la ascoltai proprio perchè il suo Dvorak era molto quotato, bah. Per dire che non è solo un fatto di tempi.

Ancerl non è così lento eh! e anche quando stacca il tempo più largo articola in maniera da dare la sensazione di un tempo più stretto (vedasi una mia vecchia rece di Brahms, a tale proposito). E poi ha senso tragico e architettonico, e dirige un'orchestra che secondo me ha il suono giusto, rustico e un po' granuloso, non lucido come le orchestre occidentali. Hurwitz giustamente lo segnala.

I tempi che ho in testa io sono folli, un genere di urgenza vicina a questa:

che però purtroppo non è rifinita come l'edizione coi Wiener, a sua volta bella ma un po' patinata. Insomma la mia incisione ideale non esiste, anche se non posso dirlo, perchè molte non le conosco, sono veramente troppe! Quanto ai tagli, non vanno fatti, ma se la musica è trombona sono concessi perchè alleviano la sofferenza! 🤣 (questi sono in realtà nuovi spunti per la rubrica di Wittelsbach sulle intemerate dei forumisti).

53 minuti fa, Snorlax dice:

Maja, credo tu abbia frainteso il senso della mia affermazione. Il quale, in realtà è molto semplice, se non semplicistica: intendevo dire che il condensato della Prima ivesiana per me è pure meglio di tutte le sinfonie del ceco messe assieme (vabbé, sto esagerando, ma neanche troppo!:P). Insomma, in questo caso la copia è meglio dell'originale!:D

Ah ok! anche io preferisco qualsiasi cosa di Ives a Dvorak, che nelle giuste interpretazioni ho anche imparato ad apprezzare (un tempo non mi suscitava davvero alcun interesse). Pensa se ci fossero tante edizioni delle sinfonie di Ives quante ce ne sono di quelle di Dvorak!

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