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Cosa state ascoltando ? Anno 2020


Madiel

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9 ore fa, Majaniello dice:

"Ma è proprio necessario ascoltare questa roba?!" testuale.

Ma pure tu, non si disturbano le signore, ascolta musica acconcia o mettiti le cuffie! :cat_lol:

°°°°°°

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In 30 anni di attività e numerosi dischi, la lenta metamorfosi dell'ensemble Gilles Binchois, il cui organico è molto cambiato, non ha modificato per niente la sua identità musicale. Le loro voci dritte dal timbro ben marcato illuminano sempre le austere consonanze del contrappunto medievale. Qui le otto voci afrontano il codice di Las Huelgas, monumentale antologia che va dal dodicesimo al quattordicesimo secolo, portandoci una preziosa testimonianza della scuola di Notre-Dame. Finora i dischi dedicati al codice erano stati pochi. Ecco, finalmente questa nuova monografia, esplora i suoi molti inediti, sempre in esecuzioni di valore assoluto. @Madiel 🙃

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9 ore fa, Majaniello dice:

Questo però non è colpa di Gould (almeno non tutta)! Io trovo che per giudicare serenamente Gould bisogna cercare di spogliarlo da tutti gli orpelli del mito che lui stesso ha cavalcato, praticamente sventolando le sue nevrosi e i suoi disagi psicologici come se fossero qualcosa di "figo". Ecco, al netto di questo aspetto (per me insopportabile), Gould mi ha interessato per i seguenti motivi:

1) aveva un approccio anti-romantico al repertorio, ed un repertorio che pur includendo il romanticismo non era romantico-centrico (quasi un unicum tra i solisti-divi, specie dell'epoca)

2) si interessava degli aspetti strutturali e sostanziali della musica cercando di demolire (o di ripensare) tutti gli aspetti puramente legati al virtuosismo dello strumento in quanto "effetto"

3) aveva senso dell'umorismo! umanamente e quindi anche in ciò che suonava

4) ha rivisto Bach in un'ottica che prefigura certi approdi filologici, non tanto nel senso del rispetto del testo, quanto in alcune idee di fondo (la gestione delle dinamiche "a terrazze", l'idea dei registri ecc)

5) ha usato la sua popolarità a scopo divulgativo in tivvù (anche qui bisognerebbe contestualizzare storicamente)

Poi uno può dissentire sulle interpretazioni singole, sul modo di fare, su certi pregiudizi di fondo ecc. però almeno è stata una voce realmente diversa in un panorama spesso molto omologato. Certo che anche lui aveva i suoi riferimenti, non è certo nato dal nulla. Magari non ti ho convinto eh, ma è che su Gould poi ci si divide sempre tra coloro che lo amano e coloro che lo detestano, senza porre l'accento sui meriti e i demeriti.

Figurati Maja, la mia era poco più che una boutade, anche piuttosto stupida. Come ho già detto, in realtà nutro una certa stima per Gould, ma a parte qualche disco, è un artista che sento molto lontano dalle mie corde e dalla mia estetica (nonostante, certi miti comuni! :rolleyes:). Come si dice, è una questione di feeling. L'originalità della sua voce è indiscutibile, lungi da me il negarla.

Tra l'altro con lui credo di aver cominciato col piede sbagliato, perché uno dei primi suoi dischi con cui ho avuto a che fare è stato questo  spacciato da un amico come lettura epocale, a riprova che il problema fondamentale non è Gould, ma i gouldiani, e questo vale anche per altri artisti, perché tra i fanatici mi ci metto dentro anch'io):

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...originale sarà originale, ma sinceramente è stato uno degli ascolti più mortificanti della mia vita...:confused:

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10 ore fa, Majaniello dice:

"Ma è proprio necessario ascoltare questa roba?!" testuale.

Vedi, a me va pure peggio. Ho tentato di rispettare lo spirito natalizio, di cui non sono mai stato pervaso, ascoltando questa cosa qui:

4340004

...dopo una decina di minuti il grido di disappunto di mia madre non è tardato ad arrivare: "Cava via 'sta messa da morto!". Forse era meglio se ascoltavo Rouse.:cat_lol::arrowhead:

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7 ore fa, Madiel dice:

Sì, sono proprio d'accordo: io non l'ho mai combattuto proprio perché ne riconosco la grandezza culturale, ma la sua sostanza religiosa più profonda mi è estranea. E' come un qualcosa che permea tutto il nostro mondo, non si può distruggere, annichilire e rinnegare senza annullare la nostra essenza più profonda. Io, poi, ho sempre ammirato il cattolicesimo trionfante, controriformista, barocco, esagerato ed esasperato! La sua potenza creatrice mi ha sempre affascinato. Forse è un retaggio culturale inconscio, al quale è difficile resistere. D'altronde, se non ci fossero tali radici e non ci fosse un minimo di coscienza per il passato, non staremmo ancora qui a sentire Messe e Oratori con infinito diletto e gratitudine verso i nostri antenati. Invece, ho sempre avuto una notevole diffidenza per il mondo dell'Estremo Oriente. Oggi forse si è attenuata e credo anche di poter apprezzare certi aspetti delle culture di quella parte del mondo, ma c'è sempre stato qualcosa che mi dice di starmene lontano -_- Non fa parte di me, è istintivo, lo devo addomesticare al mio essere occidentale. 

Verso il 1910 l'opera di dissoluzione si era completata e le nuove strade si erano definitivamente aperte. Tra il 1888 e il 1910 si è costruito il Novecento musicale, il 1910 è il portone d'ingresso in un certo senso.

Cita

La pietas cristiana che appare nel finale, nella figura di Agave, e che crea un forte contrasto con la spietatezza del destino, rappresentata da Dionisio trionfante che impone il suo culto con il sangue e la forza.

Esatto, che si contrappone anche ai "two enormous primitive fertility idols of an African or South Seas type" della scena finale. Il trionfo di Dioniso è ritratto con pessimismo. In Henze-Auden nessuno a Tebe trova scampo, nemmeno gli adepti (qui una notevole differenza rispetto a Euripide). Le uniche figure positive sono Cadmo e Beroe, che accettano la potenza del dio senza abbandonarsi ad essa. Entrambi subiscono il mutato ordine, ma la loro fedeltà resta a Penteo, senza cui Tebe cade. Penteo stesso , rispetto al personaggio euripideo, possiede dignità intellettuale e una sfumatura quasi eroica. Dioniso, Tiresia e le menadi non si salvano dall' ironia audeniana, del resto non estranea allo stesso Henze. 

Totalmente d'accordo con quanto scrivi sul Cattolicesimo barocco.

------------------------ 

ora sto ascoltando:

OC835.jpg

@Ives 

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36 minuti fa, Yeats dice:

ora sto ascoltando:

OC835.jpg

@Ives 

Grazie. Questo era allievo "di peso" di Josquin. Ricambio con pezzi di Caldara da qui:

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Si potrebbe definire Caldara un musicista italiano "d’esportazione", accostandolo ad alcuni nomi del nostro barocco musicale: Bononcini, Steffani, Porpora, Geminiani, solo per citare i più noti. Nel 1716 divenne, infatti, vice Kappelmeister dell’imperatore a Vienna, collaborando con il titolare, Johann Joseph Fux, nella fornitura di composizioni ed esecuzioni per una delle corti musicalmente più "voraci" d’Europa. La sua fu una produzione orientata soprattutto all’opera: 78 lavori teatrali di genere per lo più drammatico; alle opere si affiancano anche composizioni strumentali, oratori e una nutrita serie di pezzi sacri (tra cui il mesto Stabat Mater, proprio del periodo viennese). Sempre godibile e appassionata la perizia vocale dei The Sixteen.

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2 ore fa, Ives dice:

Ma pure tu, non si disturbano le signore, ascolta musica acconcia o mettiti le cuffie! :cat_lol:

°°°°°°

81QQK-pfoeL._SL1200_.jpg

In 30 anni di attività e numerosi dischi, la lenta metamorfosi dell'ensemble Gilles Binchois, il cui organico è molto cambiato, non ha modificato per niente la sua identità musicale. Le loro voci dritte dal timbro ben marcato illuminano sempre le austere consonanze del contrappunto medievale. Qui le otto voci afrontano il codice di Las Huelgas, monumentale antologia che va dal dodicesimo al quattordicesimo secolo, portandoci una preziosa testimonianza della scuola di Notre-Dame. Finora i dischi dedicati al codice erano stati pochi. Ecco, finalmente questa nuova monografia, esplora i suoi molti inediti, sempre in esecuzioni di valore assoluto. @Madiel 🙃

:o

Ricambio con

Peter Dickinson, Suite for the Centenary of Lord Berners, per clavicordo

:cat_lol:

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42 minuti fa, Ives dice:

Grazie. Questo era allievo "di peso" di Josquin. Ricambio con pezzi di Caldara da qui:

81RU7K6T9tL._AC_SL1500_.jpg

Si potrebbe definire Caldara un musicista italiano "d’esportazione", accostandolo ad alcuni nomi del nostro barocco musicale: Bononcini, Steffani, Porpora, Geminiani, solo per citare i più noti. Nel 1716 divenne, infatti, vice Kappelmeister dell’imperatore a Vienna, collaborando con il titolare, Johann Joseph Fux, nella fornitura di composizioni ed esecuzioni per una delle corti musicalmente più "voraci" d’Europa. La sua fu una produzione orientata soprattutto all’opera: 78 lavori teatrali di genere per lo più drammatico; alle opere si affiancano anche composizioni strumentali, oratori e una nutrita serie di pezzi sacri (tra cui il mesto Stabat Mater, proprio del periodo viennese). Sempre godibile e appassionata la perizia vocale dei The Sixteen.

sì, la maggiore differenza rispetto al maestro è lo sviluppo (o più probabilmente involuzione) del contrappunto in senso più verticale e volumetrico, che finisce quasi  per dare una impressione "omofonica". in ogni caso, pochi melismi, pochissimi liberi passaggi melodici, e la declamazione è chiara e concisa: si avverte il clima riformato. la “musica nova” è una collezione stampata nel 1559 e contiene 27 mottetti e 25 madrigali a 4, 5, 6 e 7 voci.
non conoscevo Caldara, in giornata lo ascolto!

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14 ore fa, Madiel dice:

 Verso il 1910 l'opera di dissoluzione si era completata e le nuove strade si erano definitivamente aperte. Tra il 1888 e il 1910 si è costruito il Novecento musicale, il 1910 è il portone d'ingresso in un certo senso.

Sto ascoltando il Libro dei giardini pensili e noto che la data di creazione è proprio il 1910.

Ti riferisci anche a quest'opera nello specifico, come portone d'ingresso?

@Ives@Madiel; @Majaniello@Snorlax; @superburp; @Wittelsbach

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25 minuti fa, il viandante del sud dice:

Sto ascoltando il Libro dei giardini pensili e noto che la data di creazione è proprio il 1910.

Ti riferisci anche a quest'opera nello specifico, come portone d'ingresso?

@Ives@Madiel; @Majaniello@Snorlax; @superburp; @Wittelsbach

Non solo, perchè in questi casi ci sono più opere di più autori venute alla luce attorno al quell'anno (come per il 1888). Ricambio con l'ascolto che sto facendo in questo momento

Rouse: Supplica, per orchestra (2013)

Nashville SO, Guerrero

 

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8 ore fa, Snorlax dice:

Figurati Maja, la mia era poco più che una boutade, anche piuttosto stupida. Come ho già detto, in realtà nutro una certa stima per Gould, ma a parte qualche disco, è un artista che sento molto lontano dalle mie corde e dalla mia estetica (nonostante, certi miti comuni! :rolleyes:). Come si dice, è una questione di feeling. L'originalità della sua voce è indiscutibile, lungi da me il negarla.

Tra l'altro con lui credo di aver cominciato col piede sbagliato, perché uno dei primi suoi dischi con cui ho avuto a che fare è stato questo  spacciato da un amico come lettura epocale, a riprova che il problema fondamentale non è Gould, ma i gouldiani, e questo vale anche per altri artisti, perché tra i fanatici mi ci metto dentro anch'io):

81IeDq6G6GL._AC_SL1500_.jpg

...originale sarà originale, ma sinceramente è stato uno degli ascolti più mortificanti della mia vita...:confused:

Oh mamma, Snorl, io questo disco l'ho consumato a furia di ascoltarlo :D

Anche se, nonostante sia un gouldiano convinto, non la ritengo un'esecuzione di riferimento, quanto piuttosto un documento che ricalca la filosofia gouldiana applicata al concerto in questione (è interessante leggere le considerazioni fatte proprio sul libro "L'ala del turbine intelligente"). Oltretutto, ed è interessante anche sottolineare questo, il primo a non essere convinto dell'esecuzione fu proprio Bernstein, ma, e qui sta la grandezza di questo musicista, asseconda il pensiero di Gould per provare una strada non battuta fino ad allora.

Ecco, Gould potrà non piacere ed è sacrosanto pensarla come si vuole, ma ha il pregio di non essere mai banale: la sua visione si basa su un'estetica ben precisa e da quella parte la sua riflessione che si manifesta poi nelle scelte musicali e nell'interpretazione.

Per il resto non preoccuparti che da parte mia non ci saranno fustigazioni: da bravo protestante ho ben chiara la funzione del secondo comandamento sul non farsi scultura o immagine da adorare :D

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37 minuti fa, glenngould dice:

Oh mamma, Snorl, io questo disco l'ho consumato a furia di ascoltarlo :D

Anche se, nonostante sia un gouldiano convinto, non la ritengo un'esecuzione di riferimento, quanto piuttosto un documento che ricalca la filosofia gouldiana applicata al concerto in questione (è interessante leggere le considerazioni fatte proprio sul libro "L'ala del turbine intelligente"). Oltretutto, ed è interessante anche sottolineare questo, il primo a non essere convinto dell'esecuzione fu proprio Bernstein, ma, e qui sta la grandezza di questo musicista, asseconda il pensiero di Gould per provare una strada non battuta fino ad allora.

Ecco, Gould potrà non piacere ed è sacrosanto pensarla come si vuole, ma ha il pregio di non essere mai banale: la sua visione si basa su un'estetica ben precisa e da quella parte la sua riflessione che si manifesta poi nelle scelte musicali e nell'interpretazione.

Per il resto non preoccuparti che da parte mia non ci saranno fustigazioni: da bravo protestante ho ben chiara la funzione del secondo comandamento sul non farsi scultura o immagine da adorare :D

Ahah, ti ringrazio per la comprensione Glenn. In effetti l'unica cosa che mi era piaciuta di quella famigerata incisione per l'appunto era quella sorta di disclaimer pre-concerto di Bernstein. Tra l'altro dovrei avere ancora il disco da qualche parte, sarei curioso di riascoltarlo dopo molto anni, chissà...:rolleyes:

Intanto, vado sempre di ascolti a tema natalizio in salsa britannica:

A.A.V.V., A Meditation on Christ's Nativity, W. Squire, Choir of St. John's College, Cambridge, Sir George Guest

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Qui il discorso si fa un po' più interessante rispetto al Festival of lessons and carols, tradizionale prerogativa del College rivale, il King's. Qui al posto di una pletora di sermoni anglicani - riguardo ai quali il tasto fast forward si rivela un alleato indispensabile - sono raccolte una serie di letture che riguardano la natività di Cristo di autori come Donne, Shakespeare, Milton ed Eliot, declamate dalla voce calda di William Squire. Ovviamente queste fanno da trait d'union alla serie di canti più o meno tradizionali intonati con sicuro mestiere dallo splendido coro universitario inglese, guidato dalla mano esperta di George Guest. Un ascolto sicuramente appropriato - anche per chi non ha un grande spirito religioso, come il sottoscritto - per una sera come questa.

Lo dedico a tutti, con i miei più sinceri auguri di Buone Feste... :santa::drinks:

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Ciao a tutti,

torno a distanza di qualche anno (purtroppo il lavoro non mi permette di scrivere con continuità) per fare auguri di buone feste a tutti voi.

a chi gradisce Casella in questa eccellente interpretazione di cui, purtroppo, non posseggo il disco.

All'organo Martin Haselboeck che ho recentemente approfondito ed apprezzato in veste di direttore Beethoveniano e Lisztiano

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3 minuti fa, dejure dice:

Ciao a tutti,

torno a distanza di qualche anno (purtroppo il lavoro non mi permette di scrivere con continuità) per fare auguri di buone feste a tutti voi.

a chi gradisce Casella in questa eccellente interpretazione di cui, purtroppo, non posseggo il disco.

All'organo Martin Haselboeck che ho recentemente approfondito ed apprezzato in veste di direttore Beethoveniano e Lisztiano

Un altro ritorno eccellente! Ben ritrovato e tanti auguri :D

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25 minuti fa, dejure dice:

Ciao a tutti,

torno a distanza di qualche anno (purtroppo il lavoro non mi permette di scrivere con continuità) per fare auguri di buone feste a tutti voi.

a chi gradisce Casella in questa eccellente interpretazione di cui, purtroppo, non posseggo il disco.

All'organo Martin Haselboeck che ho recentemente approfondito ed apprezzato in veste di direttore Beethoveniano e Lisztiano

Bentornato!

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