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Cosa state ascoltando ? Anno 2018


Madiel

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4 minuti fa, giobar dice:

Il fatto che fosse nevrotico e scontroso trova un sacco di conferme nella biografia di Kleiber. Ma non c'entra granché col giudizio sul musicista in quanto tale. E, ripeto, ci sono parecchie testimonianze su giudizi molto lusinghieri di Bernstein a proposito di Kleiber come musicista.

Di recente ne girava uno proprio riportato da Zeffirelli nella sua recente autobiografia: Bernstein che piange di nascosto all'ascolto in disco della Traviata di Kleiber, poi non resiste più e appena vede il più giovane collega girare per la casa dell'amico italiano, lo riempie baci e abbracci appassionati dicendo che è il migliore sulla piazza :cat_lol:

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2 minuti fa, giobar dice:

Il fatto che fosse nevrotico e scontroso trova un sacco di conferme nella biografia di Kleiber. Ma non c'entra granché col giudizio sul musicista in quanto tale. E, ripeto, ci sono parecchie testimonianze su giudizi molto lusinghieri di Bernstein a proposito di Kleiber come musicista.

Sì, l'ho precisato anch'io di come non fosse un giudizio di carattere artistico. Ora non posso riportare né il passo né la fonte esatta - il volume in cui l'ho letto è a casa dei mia nonna - ma sono sicuro anche sulla negatività del giudizio artistico. Cosa vuoi che ti dica, magari anche i grandi cambiano idea...:rolleyes:

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14 ore fa, Madiel dice:

Di recente ne girava uno proprio riportato da Zeffirelli nella sua recente autobiografia: Bernstein che piange di nascosto all'ascolto in disco della Traviata di Kleiber, poi non resiste più e appena vede il più giovane collega girare per la casa dell'amico italiano, lo riempie baci e abbracci appassionati dicendo che è il migliore sulla piazza :cat_lol:

Mah, nei confronti delle sparate di Zeffirelli, io ho sempre nutrito molti dubbi...:cat_lol:

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26 minuti fa, Madiel dice:

Tra le opere più "facili" ci sono i concerti per pianoforte n.1-2, les suites orchestrali "La morte e la fanciulla" e "Gli incantesimi di maggio", il concerto per contrabbasso e quello per violino, i concerti di camera per fiati e pianoforte (uno più bello dell'altro, ma da segnalare soprattutto quello per due violini e pianoforte), alcuni estratti dalla Suite per orchestra n.2 come l'Ouverture concertante, Tema e Variazioni o il Largo sinfonico, oppure ancora la Piccola Suite per archi o le Quattro immagini sinfoniche. Se ti piace la musica popolare greca, allora da consigliare le svariate Danze greche, scritte per i più diversi organici sinfonici o da camera. Tra le opere cameristiche vanno segnalati i pezzi pianistici sopra menzionati, il primo quartetto, il primo trio e l'Ottetto, ma questi ultimi tre pur presentando spunti originali sono influenzati molto da Schoenberg. In genere, con il pianoforte Skalkottas andava a nozze e pur essendo un violinista provetto, ha lasciato le opere maggiori per la tastiera.

Esistono, infine, un certo numero di composizioni che l'autore aveva pensato forse per un pubblico più colto, caratterizzate dall'estremizzazione del suo modus operandi, cioè da durate notevoli e l'impiego di una polifonia ancora più elaborata del solito, che si addensa in ogni angolo delle partiture con un effetto che potrei definire come di "saturazione". Sono lavori tipici degli anni 1940-1949 circa e sembrano concepiti per un ascolto "astratto": 3° Concerto per pianoforte, i quartetti n.3-4, Largo Sinfonico, l'Ouverture sinfonia "Il ritorno di Ulisse". Lavori impegnativi sotto tutti i punti di vista, da studiare bene solo dopo aver metabolizzato lo stile e il percorso artistico dell'autore.

Ti ringrazio molto. Comincerò dai Concerti per pianoforte allora.

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32 minuti fa, Snorlax dice:

Ammetto di nuovo di non riuscire a riportare la fonte precisa, e chiedo venia, ma nei confronti delle sparate di Zeffirelli, io ho sempre nutrito molti dubbi...:cat_lol:

Lo Zeffa era un po' sparaballe dai...

Comunque Kleiber è un grande... non IL più grande, ma c'è da dire che il suo periodo di mitizzazione è concluso da un pezzo. Sceglieva con oculatezza cosa dirigere per profonda empatia con la sua interiorità, infatti ha sbagliato molto poco (Traviata è poco convincente tanto quanto il Rigoletto di Kubelik o il Trovatore di Karajan, 'sti grandi direttori mitteleuropei del Verdi "popolare" non è che abbiano mai capito granchè, un linguaggio troppo distante). Io, per inciso, non lo ascolto più, solare quand'era solare, ma poi troppi piagnucolamenti...ma quella generazione dei nati attorno agli anni '30 (Abbado, Ozawa, Kleiber, Haitink, Previn, Davis, Blomstedt ecc) è stata terribilmente importante, ha imposto un nuovo stile direttoriale, per l'epoca una vera rivoluzione e il colpo definitivo ai residui del wagnerismo (il successo del Tristano di Kleiber è stato proprio un affronto, considerando che più anti-wagneriano di così non poteva farlo).

Bernstein comunque è un gradino sopra, se mi costringi a fare una classifica, a livello proprio intellettuale oltre che artistico. Kleiber figlio è un po' il Kleiber padre col moccolone al naso.

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46 minuti fa, .Andrea dice:

Ti ringrazio molto. Comincerò dai Concerti per pianoforte allora.

Se ti piace lo stile popolaresco, etnico chiamiamolo pure, potresti sentire il balletto "Il Mare".

---

Skalkottas: Concerto per violino e orchestra

Malmo SO, Christodoulou

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1 ora fa, Snorlax dice:

Ammetto di nuovo di non riuscire a riportare la fonte precisa, e chiedo venia, ma nei confronti delle sparate di Zeffirelli, io ho sempre nutrito molti dubbi...:cat_lol:

Io e te non eravamo presenti, per cui non potremmo comunque commentare il suddetto episodio :cat_lol:

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2 ore fa, Madiel dice:

Direi per niente, almeno dalla descrizione che ne hai fatto :D Il bello è che non è per niente "normalissima", perché un suo qualsiasi pezzo orchestrale o da camera non ha riscontri con altri compositori coevo, soprattutto seriale. Il suo modo di impiegare il sistema, formato da numerose serie integre o spezzate incrociate in una polifonia assai avanzata, è senza uguali tra gli allievi di Schoenberg e tutti i serialisti del XX secolo. Questo gli ha permesso di poter costruire pagine abbastanza complesse ed estese, mentre i serialisti accademici (Schoenberg compreso), lavoravano solo su una serie producendo una variazione continua del materiale. Questo, però, produce un prosciugamento e irrigidimento del materiale, inoltre l'applicazione precisa del sistema impediva l'impiego (o almeno lo rendeva difficoltoso) di alcune forme come il concerto e la sinfonia, basate sul contrasto tematico e tonale. Skalkottas segue la strada opposta, cercando un modo per scrivere musica rispettosa della tradizione, ma nello stesso tempo capace di superare le rigidità del sistema dodecafonico. Nei pezzi maggiori della maturità, questa ricchezza è chiaramente percepibile in lavori come il sopra citato Concerto per pianoforte n.2, il Largo Sinfonico, il Concerto per violino o per contrabbasso, e negli ultimi due quartetti. L'ingegnosità del suo modus operandi gli permette anche di allargare le durate dei singoli movimenti, perché incrementa di continuo il materiale senza fratture con la cornice. Aspetto già di per sè abbastanza singolare, perché la sua musica è per lo più caratterizzata da una polifonia "estrema": per esempio, nei concerti per pianoforte usa il solista come se fosse una piccola orchestra che combatte costantemente con l'orchestra vera e propria; nei quartetti per archi n.3 e 4 ci sono quattro voci che dialogano di continuo. Il virtuosismo è una delle cifre stilistiche che caratterizzano Skalkottas, non c'è mai niente di banale o sciatto, neppure nelle celebri e "sbracate" danze greche. A tutto questo si aggiunge una notevole capacità di far convivere elementi dissonanti, o per meglio dire cromatici, con altri consonanti provenienti dalla musica colta, popolare o leggera, ma senza mai fare del citazionismo. E' come se allargasse la tela e la riempisse di tanti colori, creando molta varietà cromatica ed espressiva, ma senza produrre delle fratture insostenibili. Nel dopoguerra la serialità prese una strada opposta, concentrando al massimo la sostanza e manomettendo la cornice che la contiene, questo ha portato al fallimento del sistema nel giro di un decennio. Schoenberg, nonostante le iniziali divergenze, a dire il vero più formali che di contenuto, continuò a citarlo come uno dei suoi allievi migliori fino in punto di morte (lo menziona ancora in un suo saggio del 1949). Le altre caratteristiche che rendono Skalkottas geniale sono citate sopra, la fusione nella dodecafonia di elementi derivati dal neoclassicismo e la musica popolare, aspetto che non era riuscito mai a nessuno dei tre grandi viennesi o ai loro maggiori seguaci, ha prodotto una terza via piuttosto interessante. Non insisterò mai abbastanza sulla genialità della sua orchestrazione, caratterizzata per lo più da cromie particolari e da contrasti, che ha pochi agganci con altri contemporanei (per ex cfr. il sopra citato Concerto per pianoforte n.1)

Insomma, non si riduce a qualche jazzata superficiale piazzata là tanto per... e non è neppure un neoclassico... :cat_lol:

 

Grazie della spiegazione.
Allora sarà questione di gusti, perché al netto dei tecnicismi che (mi fido) ne fanno un genio, trovo la sua musica di una noia mortale. :)

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7 minuti fa, Nitriero Cavalleone dice:

Grazie della spiegazione.
Allora sarà questione di gusti, perché al netto dei tecnicismi che (mi fido) ne fanno un genio, trovo la sua musica di una noia mortale. :)

Dunque, riepilogando: mi hai fatto sprecare 23 righe di post, mezz'ora di tempo nello scriverlo e almeno dieci minuti per correggerlo, alcune centinaia di caratteri e mi hai fatto fare una notevole sudata con 34° all'ombra. Non so se ti rendi conto.. -_-<_< Speriamo servano comunque a qualche lettore.

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45 minuti fa, Madiel dice:

Dunque, riepilogando: mi hai fatto sprecare 23 righe di post, mezz'ora di tempo nello scriverlo e almeno dieci minuti per correggerlo, alcune centinaia di caratteri e mi hai fatto fare una notevole sudata con 34° all'ombra. Non so se ti rendi conto.. -_-<_<

Ok, scusa, non ti disturberò più. E comunque mi sembra di averti ringraziato per la spiegazione, non di averti dato un calcio nel didietro.

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31 minuti fa, Madiel dice:

Io e te non eravamo presenti, per cui non potremmo comunque commentare il suddetto episodio :cat_lol:

Ahahah sì... comunque, a parte la mia diffidenza (e non nascondo c'è pure dell'antipatia) per Zeffirelli, proprio della Traviata doveva parlare, che è la registrazione più loffia di Kleiber...:rolleyes:

1 ora fa, Majaniello dice:

Lo Zeffa era un po' sparaballe dai...

Comunque Kleiber è un grande... non IL più grande, ma c'è da dire che il suo periodo di mitizzazione è concluso da un pezzo. Sceglieva con oculatezza cosa dirigere per profonda empatia con la sua interiorità, infatti ha sbagliato molto poco (Traviata è poco convincente tanto quanto il Rigoletto di Kubelik o il Trovatore di Karajan, 'sti grandi direttori mitteleuropei del Verdi "popolare" non è che abbiano mai capito granchè, un linguaggio troppo distante). Io, per inciso, non lo ascolto più, solare quand'era solare, ma poi troppi piagnucolamenti...ma quella generazione dei nati attorno agli anni '30 (Abbado, Ozawa, Kleiber, Haitink, Previn, Davis, Blomstedt ecc) è stata terribilmente importante, ha imposto un nuovo stile direttoriale, per l'epoca una vera rivoluzione e il colpo definitivo ai residui del wagnerismo (il successo del Tristano di Kleiber è stato proprio un affronto, considerando che più anti-wagneriano di così non poteva farlo).

Bernstein comunque è un gradino sopra, se mi costringi a fare una classifica, a livello proprio intellettuale oltre che artistico. Kleiber figlio è un po' il Kleiber padre col moccolone al naso.

Sulla caratura intellettuale e musicale di Bernstein con me sfondi una porta aperta.

Concordo inoltre sul fatto la generazione del '30 abbia contribuito - nel bene o nel male - ad una rivoluzione in campo direttoriale, tuttavia io non ho mai compreso che cosa abbia di più Kleiber rispetto ai nomi della lista che hai fatto, specie se ci inserisci un Blomstedt o un Ozawa. Ma vabbé, probabilmente mi sfuggirà qualcosa, e non voglio iniziare una sorta di polemica anti-kleiberiana (risottolineo: non sono anti-Kleiber, ma di sicuro non gli attribuisco tutto quel che peso che negli ultimi anni gli è stato affibbiato)...

"Kleiber figlio è un po' il Kleiber padre col moccolone al naso" me la devo segnare sul taccuino, è da Pulitzer...:clapping:

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6 minuti fa, Snorlax dice:

Ahahah sì... comunque, a parte la mia diffidenza (e non nascondo c'è pure dell'antipatia) per Zeffirelli, proprio della Traviata doveva parlare, che è proprio la registrazione più loffia di Kleiber...:rolleyes:

Sulla caratura intellettuale e musicale di Bernstein con me sfondi una porta aperta.

Concordo inoltre sul fatto la generazione del '30 abbia contribuito - nel bene o nel male - ad una rivoluzione in campo direttoriale, tuttavia io non ho mai compreso che cosa abbia di più Kleiber rispetto ai nomi della lista che hai fatto, specie se ci inserisci un Blomstedt o un Ozawa. Ma vabbé, probabilmente mi sfuggirà qualcosa, e non voglio iniziare una sorta di polemica anti-kleiberiana (risottolineo: non sono anti-Kleiber, ma di sicuro non gli attribuisco tutto quel che peso che negli ultimi anni gli è stato affibbiato)...

"Kleiber figlio è un po' il Kleiber padre col moccolone al naso" me la devo segnare sul taccuino, è da Pulitzer...:clapping:

Sa essere commovente, le lacrime di Lenny lo testimoniano :cat_lol:

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10 minuti fa, .Andrea dice:

Non mi fa impazzire in realtà, ma potrei provare. Per le esecuzioni consigli la serie BIS? 

Certo, anche perché per la maggior parte dei pezzi non esistono incisioni alternative. Per fortuna, la serie in genere è eccellente, ho solo delle riserve sugli ultimi due numeri di musica orchestrale pubblicati con Fidetzis sul podio. I cd cameristici sono tutti da dieci e lode.

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4 minuti fa, Madiel dice:

Certo, anche perché per la maggior parte dei pezzi non esistono incisioni alternative. Per fortuna, la serie in genere è eccellente, ho solo delle riserve sugli ultimi due numeri di musica orchestrale pubblicati con Fidetzis sul podio. I cd cameristici sono tutti da dieci e lode.

Perfetto, perché sono tutti disponibili su Spotify. Grazie ancora dei consigli.

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12 ore fa, Majaniello dice:

Lo Zeffa era un po' sparaballe dai...

Comunque Kleiber è un grande... non IL più grande, ma c'è da dire che il suo periodo di mitizzazione è concluso da un pezzo. Sceglieva con oculatezza cosa dirigere per profonda empatia con la sua interiorità, infatti ha sbagliato molto poco (Traviata è poco convincente tanto quanto il Rigoletto di Kubelik o il Trovatore di Karajan, 'sti grandi direttori mitteleuropei del Verdi "popolare" non è che abbiano mai capito granchè, un linguaggio troppo distante). Io, per inciso, non lo ascolto più, solare quand'era solare, ma poi troppi piagnucolamenti...ma quella generazione dei nati attorno agli anni '30 (Abbado, Ozawa, Kleiber, Haitink, Previn, Davis, Blomstedt ecc) è stata terribilmente importante, ha imposto un nuovo stile direttoriale, per l'epoca una vera rivoluzione e il colpo definitivo ai residui del wagnerismo (il successo del Tristano di Kleiber è stato proprio un affronto, considerando che più anti-wagneriano di così non poteva farlo).

Bernstein comunque è un gradino sopra, se mi costringi a fare una classifica, a livello proprio intellettuale oltre che artistico. Kleiber figlio è un po' il Kleiber padre col moccolone al naso.

Non a caso Kleiber jr. è quotatissimo ancora oggi tra i direttori giovani (pubblicai un sondaggio qualche anno fa di una celebre rivista) come esempio di apertura a un nuovo stile direttoriale, se vogliamo nervoso, mobile, vibratile, privo del peso specifico della vecchia scuola austro-tedesca, forse più vicino al testo (più vicino a istanze hip ante litteram?). Si respira un'aria diversa nelle letture di Kleiber, un vento nuovo, è innegabile. Proprio il suo Tristan io l'ho sempre visto come risposta critica a quello di Furtone. Le sue pochissime letture operistiche sono fondamentali (per me, anche Traviata, dove è il cast ad essere mediocre), molto meno il repertorio sinfonico. Quanto ai rapporti con Bernstein credo ci fossero delle idiosincrasie caratteriali reciproche che, a seconda delle paturnie di Kleiber e del whishky di Bernstein, si accentuavano o si placavano. Anche io lessi dell'episodio a casa Verdone e quello nella villa di Zeffirelli, anche se era riferito al video della Boheme che i due videro insieme e alla fine del quale Bernstein abbracciò con trasporto e in lacrime il collega dicendo che era "il più grande di tutti"...convinto anche io che Bernstein fosse parecchie spanne sopra intellettualmente e musicalmente (proprio come formazione musicale).

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16 ore fa, Madiel dice:

E' proprio il contenuto a doverci colpire, non il contenitore come per lo più succede. Per esempio, si potrebbero citare la dissonantissima litigata tra moglie e marito con tanto di pupo frignante (i cui spunti si ritrovano poi nelle opere liriche successive "espressioniste" ), o il magnifico "fugone" a tre voci conclusivo concepito pensando a Bach. E' musica coltissima. Secondo me, Symphonia Domestica si può ascoltare come musica assoluta, senza pensare troppo ad eventuali programmi o agli effetti descrittivi che possono al massimo aiutare la comprensione complessiva, ma alla fine vanno relegati in secondo piano. Io li dimentico proprio :D

Sono tra quelli che la Domestica non l’hanno mai amata. Ma a parte questo, che esecuzioni consigli? La tua preferita qual è?

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A proposito di Verdi (si parlava di Traviata), io stamattina mi sono alzato malissimo.... menomale che 10 minuti di questo ti svoltano la giornata, anzi, ti svoltano la vita:

@superburp @Wittelsbach @Pinkerton @Snorlax e al nuovo arrivato @.Andrea

Proseguirò poi con:

 

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2 ore fa, giordanoted dice:

Sono tra quelli che la Domestica non l’hanno mai amata. Ma a parte questo, che esecuzioni consigli? La tua preferita qual è?

Mah, non ho una edizione di riferimento. Mi piace, ma solo per gusto personale, quella di Jarvi con la Scottish, molto spiccia e pungente. Posso dire, invece, come non mi piace eseguita: con leziosità, calcando troppo la mano sull'umorismo oppure sul bozzetto piccolo borghese, insomma sui quei particolari narrativi che trovo secondari o dannosi. Non mi piace, per fare un esempio, come la dirigeva von Karajan.

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37 minuti fa, Madiel dice:

Mah, non ho una edizione di riferimento. Mi piace, ma solo per gusto personale, quella di Jarvi con la Scottish, molto spiccia e pungente. Posso dire, invece, come non mi piace eseguita: con leziosità, calcando troppo la mano sull'umorismo oppure sul bozzetto piccolo borghese, insomma sui quei particolari narrativi che trovo secondari o dannosi. Non mi piace, per fare un esempio, come la dirigeva von Karajan.

Che è quella che ho io. Grazie, ascolto adesso Jarvi/Scottish.

Tra parentesi, Jarvi/Scottish è stato un ottimo binomio, per me la loro integrale delle sinfonie di Prokofiev è la migliore, complessivamente.

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