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Cosa state ascoltando ? Anno 2017


Madiel
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5 minuti fa, Madiel dice:

tutto questo Schutz ti fa male, attento con la salute!!!! :P

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Ligeti: Concerto per violoncello

Palm, de Leeuw

E chi m'ammazza a me! Sono altri i compositori che potrebbero attentare alla mia salute....
E poi... dai che forse ce la faccio! Ho quasi finito, sono alla voce "Varie ed eventuali"...

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Dal cofano "Art of Kempe" della Scribendum

Anton Bruckner, Sinfonia n. 4 (versione 1878/80)
Filarmonica di Monaco
direttore Rudolf Kempe

Dopo i primi cd, contemplanti un brahms discretamente rigoroso, ecco Kempe in una registrazione con la sua Filarmonica di Monaco. Tempi non troppo veloci, ma ben diversi dalla contemplazione estetizzante (e anche affascinante) del successore Celibidone.

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15 ore fa, hurdy-gurdy dice:

E chi m'ammazza a me! Sono altri i compositori che potrebbero attentare alla mia salute....

Fuori i nomi!

°°°°

partiamo dall'inizio va:

Metastasis e Pithoprakta (dal min. 20)

@Madiel a me i risultati sembrano prossimi a quelli della serialità, parlo di percezione... colpa del mio orecchio inesperto?

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8 ore fa, Majakovskij dice:

Fuori i nomi!

°°°°

partiamo dall'inizio va:

Metastasis e Pithoprakta (dal min. 20)

@Madiel a me i risultati sembrano prossimi a quelli della serialità, parlo di percezione... colpa del mio orecchio inesperto?

è solo un'impressione apparente. Xenakis si era già posto fuori dall'avanguardia post weberniana nel 1955, quando fu eseguito per la prima volta Metastasis dal buon vecchio Rosbaud. E' vero che c'è una breve sezione seriale nel mezzo (un passaggio introduttivo per soli archi per la precisione) e l'organizzazione del suono atomizzato lo farebbe sembrare in apparenza weberniano, ma è poco di più un omaggio alla moda del tempo. L'organizzazione del materiale è rigorosamente matematica e va al di là della serie, i glissandi e gli intervalli sono sempre calcolati sulla base della sezione d'oro e di altre regole costruttive dell'architettura. In Pithoprakta, invece, il materiale è organizzato sulle regole della musica stocastica, fondata sul calcolo delle probabilità applicata ad alcune leggi della fisica. Eonta è ancora più spinto in avanti, perché interamente concepito con un calcolatore elettronico sempre su basi rigorosamente scientifiche, non c'è una virgola lasciata al caso. In quel periodo Xenakis era mille km avanti rispetto a Boulez e soci. Per esempio, nei primi due pezzi trovo originale e geniale il modo di organizzare lo spazio sonoro e il movimento del suono al suo interno, con un sofisticato marchingegno musicale che tocca tutte le parti reali dell'orchestra e che le "muove" dall'interno nelle maniere più diverse. Se penso alla pena che fa Stockhausen, nel coevo Gruppen, nel tentativo di rendere vivo il suono immobile postweberniano usando ben tre orchestre... senza riuscirci... :P 

Il disco in questione è eccellente.

---

Stravinsky: Le chant du rossignol

Orchestre National de France, Boulez

e a seguire

 

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6 ore fa, superburp dice:

Mentre prima ho sentito il concertino per 12 strumenti di Stravinskij che ha ascoltato ieri Madiel, ma non mi ha detto molto.

in effetti non è nulla di particolare, è un lavoro minore.

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Io invece battesimo di questo

MI0001187459.jpg

Devo dire che mi è sembrato un neoclassico come tanti altri, senza originalità.
Per me la scarsa originalità neoclassica è molto peggio della scarsa originalità romanticheggiante.
Ammetto che speravo in un imitatore di Shostakovich, mi è andata male.
Ringraziamo Spotify, che ci consente di dribblare acquisti a scatola chiusa evitabilissimi.

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40 minuti fa, Wittelsbach dice:

Io invece battesimo di questo

MI0001187459.jpg

Devo dire che mi è sembrato un neoclassico come tanti altri, senza originalità.
Per me la scarsa originalità neoclassica è molto peggio della scarsa originalità romanticheggiante.
Ammetto che speravo in un imitatore di Shostakovich, mi è andata male.
Ringraziamo Spotify, che ci consente di dribblare acquisti a scatola chiusa evitabilissimi.

il primo compositore storico dell'Azerbaijan. S'ispirò molto a colore folkorico tipico di quelle zone del Caucaso, ma per buona parte della sua vita artistica rimase nel solco del realismo sovietico. Diventò famoso con il balletto Le sette bellezze, un classico del secondo novecento sovietico, in quella parte del mondo è addirittura un pezzo popolare inserito nelle antologie insieme a Ciaikovskij. Non credo ci siano contatti, neppure intellettuali, con lo spirito di Shostakovich - i due, però, si frequentarono. Non conosco con esattezza la sua parabola artistica, ma tempo fa mi ero imbattuto su youtube in una composizione sinfonica della tarda maniera, fine anni settanta. Piuttosto "modernista", si caratterizzava per le dissonanze e uno spirito piuttosto cupo, quasi involuto, depresso. Niente di trascendentale rispetto a cosa facevano altri autori dell'avanguardia sovietica del tempo, figurarsi di quella occidentale, ma appariva abbastanza strano rispetto al suo standard solito. C'era un sincero desiderio, un po' naif, di adeguarsi allo spirito dei tempi. Forse, una volta ne accennai di sfuggita anche in forum.

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Mozart, Messa in Do minore (KV427).

Completamento curato da Robert Levin, il quale ha attinto da alcuni abbozzi ("KV417b") e dalla Cantata "Davide penitente" (che riutilizza materiale della Messa). A differenza di quanto avviene, per esempio, con la Nona di Bruckner o con l'Ottava di Schubert qui invece un'esigenza di completamento la sento, vediamo (e soprattutto ascoltiamo) cosa accade. A quanti debba controdediche.

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8 ore fa, superburp dice:

A giordano che mi pare apprezzi Krips.

Sì mi piace molto, ha lasciato incisioni bellissime, come le ultime sinfonie di Mozart (e anche la piccola in sol min., la 25, con un gran senso del dramma) e versioni molto tornite, brillanti, delle sinfonie di Beethoven, in un ciclo con la London Symphony. Tutto secondo un'estetica di misura e equilibrio marcatamente viennesi. Anche il suo Don Giovanni con Siepi è meritatamente celebre. Questa Nona di Schubert invece non la conosco.

Già che siamo tra ammiratori di Furtwaengler, oggi ho ascoltato - in più sessioni, data la mole - la Seconda, incisa da lui, con i Berliner. E direi che non merita l'oblio concertistico in cui versa, mentre dal lato discografico, con l'esecuzione relativamente recente di Barenboim e la Chicago Symphony che si aggiunge a quelle del compositore, non possiamo lamentarci.

 

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2 ore fa, giordanoted dice:

Già che siamo tra ammiratori di Furtwaengler, oggi ho ascoltato - in più sessioni, data la mole - la Seconda, incisa da lui, con i Berliner. E direi che non merita l'oblio concertistico in cui versa, mentre dal lato discografico, con l'esecuzione relativamente recente di Barenboim e la Chicago Symphony che si aggiunge a quelle del compositore, non possiamo lamentarci.

 

Concordo. So che a Furt la registrazione in studio non piaceva, ma non la trovo male e/o così tanto diversa da quella dal vivo con i Wiener. Esiste anche un'esecuzione dal vivo diretta da Jochum.

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Mi son trovato stamattina a sentire il finale della 5.a di Mahler in un'esecuzione per me bellissima, vivace e scherzosa come dovrebbe essere (senza trascurare i momenti più riflessivi). Unico appunto le ultimissime battute di chiusura, eseguite molto veloci per mantenere il carattere "circense" (in questo caso esagerando secondo me). Comunque era Dudamel con l'orchestra Simon Bolivar, da applausi oggettivamente.

 

Ora Petrushka (Abbado):

A Madiel, Kovskij e chi altro apprezza.

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