Ospite Segnala messaggio Inviato April 10, 2018 Adesso, hurdy-gurdy dice: Dipende dai gusti. Anice e liquirizia sono forse le uniche due cose che proprio non mi piacciono, tipo la kriptonite per superman... Sì, le odio anch'io, insieme alla menta... Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Nitriero Cavalleone Segnala messaggio Inviato April 10, 2018 On 9/4/2018 at 21:18, jazzofilo dice: @Nitriero Cavalleone La Candid mi intriga molto. Purtroppo, ho davvero pochissimo di questa etichetta fondamentale per il jazz americano dei primi anni '60. Anni fa il suo catalogo venne ristampato in vinile. Poi so che sono stati riediti in CD e quell'album di Cecil Taylor che è reperibile mi interessa molto. Molto interessante la pubblicazione sull'Art Ensemble. Tra l'altro, se non ricordo male, le ristampe della Candid (su cd) viaggiavano sul medio prezzo, e si tratta davvero di un catalogo di tutto rispetto, con bei titoli di Mingus, di Taylor, del fondamentale We Insist! di Max Roach e del meraviglioso Out Front di Booker Little... ecc. ecc. ecc. Ieri sera tardi ho estratto dallo scaffale un triplo che non riascoltavo da tempo, e mi sono "sparato" con somma gioia il primo dei tre cd. Si tratta di Wildflowers, originariamente una serie di LP editi dalla Douglas (se non erro erano cinque) che documentavano delle sessions tenutesi negli anni Settanta nel loft-studio di Sam Rivers e di sua moglie (il Rivbea). Dentro c'è il meglio della scena newyorchese dell'epoca, insieme ad altri ospiti di passaggio nella Grande Mela. Veramente grande musica, difficile da "piazzare" in locali ma che nella dimensione privata tra musicisti rappresentava un'isola felice di libertà espressiva. Dallo stesso Rivers agli Air, da Randy Weston ai membri dell'AEOC, da Marion Brown ad Anthony Braxton e tanti altri. Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
jazzofilo Segnala messaggio Inviato April 10, 2018 @Nitriero Cavalleone Ho sentito parlare di quelle sessioni di Rivers. I miei ricordi di Rivers si collocano attorno proprio a metà anni '70 alla TV in occasione di riprese tratte da concerti spesso mandati in onda dopo che si usciva da scuola...non erano ancora iniziati i famigerati quiz e i programmi di cucina... Hai citato capolavori del jazz a cui mi permetto di aggiungere qualche altra perla come How Time Passes di Don Ellis e Blues To Coltrane di Cal Massey, figura di attivista radicale afroamericano che ci racconta che il jazz non è solo l'incontro tra solisti più o meno estrosi e creativi, ma è anche l'espressione di un malessere sociale che era particolarmente vivo negli anni '60 e che appunto la Candid con Mingus, Roach e Massey, pur se quest'ultimo non diede seguito ad altri album limitandosi ad un ruolo di autore e compositore, ebbe il merito di rendere manifesto. Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
jazzofilo Segnala messaggio Inviato April 11, 2018 In un altro forum, un'appassionata proveniente dalla Scozia ha segnalato questo interessantissimo pianista polacco morto prematuramente a trentotto anni nel 1969; di questo ensemble l'unico musicista che conosco è il trombettista Tomasz Stanko: Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Ospite Segnala messaggio Inviato April 13, 2018 Che Charlie l'avrà scritta per far ancheggiare ragazze primaverili in gonnella ad una festa di latinos? Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Nitriero Cavalleone Segnala messaggio Inviato April 13, 2018 On 11/4/2018 at 18:36, jazzofilo dice: In un altro forum, un'appassionata proveniente dalla Scozia ha segnalato questo interessantissimo pianista polacco morto prematuramente a trentotto anni nel 1969; di questo ensemble l'unico musicista che conosco è il trombettista Tomasz Stanko: Anch'io conosco solo lui tra i protagonisti di questo disco. Però conosco la collana Polish Jazz e ne ho qualche disco (ovviamente LP), che ogni tanto trovo sulle bancarelle dei mercatini a prezzi veramente stracciati. Se ti capitano, ti consiglio di prenderli perché sono uno più interessante dell'altro: nei Paesi dell'Est c'è sempre stata una vivacità jazzistica fuori dal comune. Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Nitriero Cavalleone Segnala messaggio Inviato April 13, 2018 Anche questo album omonimo degli Sphinx, considerato il primo album di jazz moderno greco (1979), è piuttosto godibile: Markos Alexiou : Piano Yiorgos Filippidis : Bass (Double and electric bass) Yiorgos Trantalidis : Drums , Percussions Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
jazzofilo Segnala messaggio Inviato April 13, 2018 29 minuti fa, Nitriero Cavalleone dice: Anch'io conosco solo lui tra i protagonisti di questo disco. Però conosco la collana Polish Jazz e ne ho qualche disco (ovviamente LP), che ogni tanto trovo sulle bancarelle dei mercatini a prezzi veramente stracciati. Se ti capitano, ti consiglio di prenderli perché sono uno più interessante dell'altro: nei Paesi dell'Est c'è sempre stata una vivacità jazzistica fuori dal comune. Vero. Per ciò che conosco (purtroppo poco) ho riscontrato la stessa tua impressione. Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
jazzofilo Segnala messaggio Inviato April 17, 2018 Album semisconosciuto di Herbie Hancock che documenta un aspetto inedito del pianista chicagoano a contatto con la tradizione ebraica. Vi sono alcuni partners di Speak Like A Child; il disco fu originariamente stampato da una etichetta privata in un numero limitato di copie: https://www.discogs.com/it/Herbie-Hancock-Thad-Jones-Ron-Carter-Jerome-Richardson-Grady-Tate-Jonathan-Klein-Hear-O-Israel-A-Con/master/163821 Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
jazzofilo Segnala messaggio Inviato April 20, 2018 Gli "esperimenti" con il pop di Gordon Beck, buon pianista inglese di jazz, forse un po' troppo legato allo stile di Bill Evans di cui era quasi coevo, ma di sicuro interesse soprattutto in questo contesto con John McLaughlin, Jeff Clyne e Tony Oxley, la crema del jazz britannico dei tardi anni '60: Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
jazzofilo Segnala messaggio Inviato April 27, 2018 Uno sguardo Oltralpe con Michel Portal: Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Nitriero Cavalleone Segnala messaggio Inviato April 27, 2018 Io invece in questo momento sento l'urgenza di tuffarmi nel bel tempo che fu... ...questa canzone è meravigliosa... suonata così poi, ed ascoltata da un glorioso 78 giri Columbia... wow!!! Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Nitriero Cavalleone Segnala messaggio Inviato April 27, 2018 ...e qui la versione spumeggiante (pur nel suo inevitabile languore) di Sidney Bechet con il suo caratteristico miagolio soprano Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
jazzofilo Segnala messaggio Inviato April 27, 2018 32 minuti fa, Nitriero Cavalleone dice: Io invece in questo momento sento l'urgenza di tuffarmi nel bel tempo che fu... ...questa canzone è meravigliosa... suonata così poi, ed ascoltata da un glorioso 78 giri Columbia... wow!!! Ah... Piacevolissima! Conoscevo qualcosa di lui. Ho dato una scorsa alla sua discografia ed ho visto che vi compare sempre con la stessa orchestra anche un omaggio alla canzone italiana con Volare, Come prima ecc... Mi par di capire una sorta di Nini Rosso d'Albione. Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
jazzofilo Segnala messaggio Inviato April 27, 2018 30 minuti fa, Nitriero Cavalleone dice: ...e qui la versione spumeggiante (pur nel suo inevitabile languore) di Sidney Bechet con il suo caratteristico miagolio soprano Sempre affascinante Bechet con quel timbro! Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Nitriero Cavalleone Segnala messaggio Inviato April 27, 2018 6 ore fa, jazzofilo dice: Uno sguardo Oltralpe con Michel Portal: Bello questo pezzo! E il registro basso che usa nel pattern... notevole! Non sapevo che avesse inciso con l'Harmonia Mundi, una garanzia. Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Nitriero Cavalleone Segnala messaggio Inviato April 27, 2018 4 ore fa, jazzofilo dice: Ah... Piacevolissima! Conoscevo qualcosa di lui. Ho dato una scorsa alla sua discografia ed ho visto che vi compare sempre con la stessa orchestra anche un omaggio alla canzone italiana con Volare, Come prima ecc... Mi par di capire una sorta di Nini Rosso d'Albione. Sì, erano orchestre che in quegli anni si muovevano a metà tra musica sincopata americana, il foxtrot e la musica leggera tradizionale, comprese le canzoni italiane. Mi viene in mente un altro direttore britannico, Ken Mackintosh, di cui ho un gustoso 78 giri jazzistico, uscito per la Voce del Padrone. Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Nitriero Cavalleone Segnala messaggio Inviato April 27, 2018 I love this stuff Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
jazzofilo Segnala messaggio Inviato April 28, 2018 12 ore fa, Nitriero Cavalleone dice: I love this stuff Non lo conoscevo. Lo trovo molto godibile in linea con lo stile di Glenn Miller che credo avesse lasciato un ottimo ricordo di sé ai tempi della sua permanenza al fianco delle forze armate americane in Europa nel secondo conflitto mondiale. Della scena britannica conosco un po' Chris Barber che è considerato una sorta di padre nobile anche dai bluesmen inglesi che poi diedero impulso notevole alla nascita del rock, fra tutti i Rolling Stones. È divertente ricostruire l'albero genealogico che parte da Chris Barber ed arriva ai Rolling Stones. Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
jazzofilo Segnala messaggio Inviato April 28, 2018 13 ore fa, Nitriero Cavalleone dice: Sì, erano orchestre che in quegli anni si muovevano a metà tra musica sincopata americana, il foxtrot e la musica leggera tradizionale, comprese le canzoni italiane. Mi viene in mente un altro direttore britannico, Ken Mackintosh, di cui ho un gustoso 78 giri jazzistico, uscito per la Voce del Padrone. Purtroppo il piacere di ascoltare un 78 giri mi è precluso...Ma ora con il revival del vinile, escono tante ristampe e noto un sensibile fermento nel mercato dei "padellini" a 7 pollici anche nel jazz e nei suoi immediati "dintorni". Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
jazzofilo Segnala messaggio Inviato April 28, 2018 13 ore fa, Nitriero Cavalleone dice: Bello questo pezzo! E il registro basso che usa nel pattern... notevole! Non sapevo che avesse inciso con l'Harmonia Mundi, una garanzia. Non ho suoi dischi. In questo caso, la mia conoscenza risale a lontani ascolti radiofonici perlopiù proposti da Franco Fayenz quando la RAI mostrava un interesse più profondo verso il jazz... È un musicista polistrumentista eclettico che spazia in diversi stili e trova la sua collocazione ideale nell'avanguardia; è dedito anche ad incursioni in ambito colto (Mozart, Brahms, Poulenc, Stockhausen). Non sapevo di sue registrazioni per questa pregiata etichetta francese, ma non ne sono sorpreso conoscendo il suo curriculum. Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
jazzofilo Segnala messaggio Inviato April 28, 2018 Ecco Chris Barber... Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Nitriero Cavalleone Segnala messaggio Inviato April 29, 2018 On 28/4/2018 at 10:06, jazzofilo dice: Non ho suoi dischi. In questo caso, la mia conoscenza risale a lontani ascolti radiofonici perlopiù proposti da Franco Fayenz quando la RAI mostrava un interesse più profondo verso il jazz... È un musicista polistrumentista eclettico che spazia in diversi stili e trova la sua collocazione ideale nell'avanguardia; è dedito anche ad incursioni in ambito colto (Mozart, Brahms, Poulenc, Stockhausen). Non sapevo di sue registrazioni per questa pregiata etichetta francese, ma non ne sono sorpreso conoscendo il suo curriculum. Nemmeno io sapevo molto di lui, lo conoscevo di nome o poco più. Credo che valga la pena di approfondire qualcosa, data la sua versatilità. Quel pezzo che hai postato è molto interessante, e pare che il relativo cd, pieno di ospiti illustri e variamente ispirato, contenga diversi altri spunti degni di nota. Tra l'altro è considerato uno dei suoi dischi migliori, se non il migliore in assoluto in ambito jazzistico. Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Nitriero Cavalleone Segnala messaggio Inviato April 29, 2018 On 28/4/2018 at 09:54, jazzofilo dice: Purtroppo il piacere di ascoltare un 78 giri mi è precluso...Ma ora con il revival del vinile, escono tante ristampe e noto un sensibile fermento nel mercato dei "padellini" a 7 pollici anche nel jazz e nei suoi immediati "dintorni". Io ne ho pochi, e talvolta ne ascolto qualcuno con una fonovaligia. Esistono giradischi moderni con cui si possono ascoltare i dischi a tutte le velocità, persino i 16 giri, ma trattandosi della stessa puntina per tutti, non mi fiderei troppo. Questo ritorno del "vinile" (denominazione trendy che a me piace poco) mi vede con sentimenti un po' altalenanti: da una parte ne sono felice perché vedo tornare disponibili dischi fondamentali che da tempo mancavano all'appello, dall'altra mi innervosisce perché ha implementato a dismisura l'aspetto collezionistico (leggasi: aumento vertiginoso dei prezzi) a discapito del valore artistico della musica contenuta nel supporto. Ma mi sembra che ne avessimo già parlato in passato, quindi pianto qui il sermone Posto invece un video spassosissimo in cui alcuni bambini americani vengono messi alle prese con un giradischi, che ovviamente non conoscono bene (tranne una bimba che alla fine si porta via pure il disco per ascoltarlo a casa col suo piatto) Vale la pena vederlo perché la loro spontaneità fa veramente ridere: Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
jazzofilo Segnala messaggio Inviato April 29, 2018 6 ore fa, Nitriero Cavalleone dice: Io ne ho pochi, e talvolta ne ascolto qualcuno con una fonovaligia. Esistono giradischi moderni con cui si possono ascoltare i dischi a tutte le velocità, persino i 16 giri, ma trattandosi della stessa puntina per tutti, non mi fiderei troppo. Questo ritorno del "vinile" (denominazione trendy che a me piace poco) mi vede con sentimenti un po' altalenanti: da una parte ne sono felice perché vedo tornare disponibili dischi fondamentali che da tempo mancavano all'appello, dall'altra mi innervosisce perché ha implementato a dismisura l'aspetto collezionistico (leggasi: aumento vertiginoso dei prezzi) a discapito del valore artistico della musica contenuta nel supporto. Ma mi sembra che ne avessimo già parlato in passato, quindi pianto qui il sermone Posto invece un video spassosissimo in cui alcuni bambini americani vengono messi alle prese con un giradischi, che ovviamente non conoscono bene (tranne una bimba che alla fine si porta via pure il disco per ascoltarlo a casa col suo piatto) Vale la pena vederlo perché la loro spontaneità fa veramente ridere: Spassoso! Sui prezzi, si naviga a vista nel senso che si riscontra una notevole variabilità di quotazione e quindi vale la pena di spulciare le varie opzioni disponibili. Su questo punto, alla luce di esperienze personali, portali come Discogs, Cdandlp, Musicstack offrono opportunità interessanti tenendo presente che su quei portali vi sono negozi europei ed americani in buona parte ma non solo, che vendono all'appassionato che vi mette piede in carne ed ossa ed utilizzano anche il canale della vendita per corrispondenza. Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti