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glenngould

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Posts posted by glenngould

  1. 56 minuti fa, Ives dice:

    10 "cattive" registrazioni che amerai ugualmente...

    Handel: Messiah (Beecham/RCA)

    Handel: Messiah (Ormandy/Sony)

    Debussy: La Mer (Celibidache/Munich/Warner)

    Haydn: “Farewell” and “Military” Symphonies (Scherchen/Westminster)

    Tchaikovsky: Symphony No. 4 (Stokowski/Vanguard or Music and Arts)

    Bruckner: Symphony No. 5 (von Matacic/Supraphon)

    Tchaikovsky: Manfred Symphony (Toscanini/RCA)

    Chopin: Piano Concertos Nos. 1 and 2 (Zimerman/DG)

    Mahler: Symphony No. 7 (Boulez/DG)

    Wagner: Die Walküre (Wotan’s Farewell) Stokowski/Houston Symphony/Everest

    Immagino che con il Celi La Mer di Debussy sia diventato L'océan :cat_lol:

  2. Riesumo questa discussione perché da un po' di tempo sui siti amazon esteri (.fr, .de, .co.uk) non riesco più ad acquistare in quanto non accetta pagamenti tramite Postepay che al contrario viene regolarmente accettata da Amazon.it

    Qualcuno ha riscontrato lo stesso problema?

  3. 3 ore fa, Madiel dice:

    L'inizio di questo secolo è caratterizzato dall'eclettismo, non esiste più una "scuola" o una "tendenza". Spesso si fa un miscuglio di tanti elementi assolutamente distanti tra loro, a volte il pasticcio riesce, più spesso il risultato resta un pasticcio. Credo che esclusi pochi nomi storici, compositori che vanno per la settantina (se non oltre) nati e sviluppati in un'altra epoca storica, oggi ci sia ben poco di interessante o duraturo. Quando non ci sono più estetiche, o filosofie, e si è liberi di far qualsiasi cosa, nel più libero e totalizzante egocentrismo privo di entroterra culturale e tradizionale, ne consegue un appiattimento: tutto è lecito e tutto è a suo modo "bello". La musica classica di adesso è quasi tutta così, come la religiosità moderna: generica, buona e positiva, pressoché priva di messaggio spirituale, legata a tematiche dell'attualità che spariscono dall'oggi al domani ma che fanno tanto fico nell'immediato, impegnata a farsi capire anche dal volgo (anzi, insegue di proposito il volgo venendo a patti con la banalità), senza particolari significati intrinseci. Alla fine non tratta più dei massimi sistemi, se l'uomo è al centro di tutto perché cercare chissà dove ? La musica classica di oggi è superficiale come la società in cui viviamo, epidermica, per lo più innocua, ma in definitiva inutile, se non addirittura dannosa, al progresso spirituale delle persone.

    Come vedi, sono assolutamente pessimista! :D

    Sostanzialmente concordo con te, soprattutto sull'ultima parte del discorso.

    Prendendo spunto dai miei ascolti e da quanto ho potuto un po' saggiare, potrei in modo molto grossolano azzardare che vanno per la maggiore da una parte i compositori legati al minimalismo americano e dall'altra quelli legati al mondo sonoro di Sciarrino, ma anche Ferneyhough e Lachenmann dove la ricerca di nuove sonorità e di tecniche strumentali estese risulta essere una delle caratteristiche fondamentali. Nel mezzo stanno tutti gli altri: quelli che utilizzano ancora il sistema tonale, i neoromantici, mi pare che ci siano anche i neobarocchi (giusto per non farci mancare nulla), la musica elettronica e, come dicevi, quelli che prendono un po' di qua e un po' di là cercando di creare un mix di stili.

    L'idea che mi sono fatto della musica di oggi è sostanzialmente questa: fai un po' quello che ti pare :D 

    Scherzi a parte, sarebbe bella una produzione musicale che pur non rinnegando la tradizione, tenga conto delle possibilità sonore che negli ultimi anni, diciamo 70, sono state proposte per creare qualcosa di valido ed edificante. Insomma, non una produzione che sia fine a se stessa, ma che sia portatrice di una narrazione.

  4. 4 ore fa, Majaniello dice:

    Io ti posso consigliare questo, circa 600 pagine (ti copio un pezzetto dalla prefazione):

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    Il volume che il lettore ha in mano prende in considerazione la vita di Donizetti e la sua produzione, soprattutto operistica [...] Questo studio sarà suddiviso in ampi capitoli corrispondenti alle grandi fasi professionali del percorso donizettiano (non sempre coincidenti con quelle individuate dalle narrazioni tradizionali): all'interno di ciascuno il lettore troverà una sintesi biografica del periodo preso in considerazione e un esame delle opere, raggruppate per generi e tendenze comuni. [...] Il volume ha l'ambizione di offrire al lettore non specialista una sintesi che tenga conto delle numerose acquisizioni e dei profondi cambiamenti di prospettiva critica dell'ultimo quarantennio... 

    Segnalo pure l'uscita imminente di quest'interessante dvd, che ho puntato da un po':

    eyJidWNrZXQiOiJwcmVzdG8tY292ZXItaW1hZ2Vz

    A parte la curiosità di vedere Annalisa Stroppa in un ruolo da protagonista (ha Carmen e qualche commedia rossiniana in repertorio, ma io l'ho sempre beccata da comprimaria), c'è da dire che Frizza usa l'edizione critica per la prima volta nella sua integralità, compreso il divertissement di danze e la cabaletta del duetto fra Léonor e Alphonse, che fu eseguita alla prima parigina. 

    Le edizioni italiane a cui siamo abituati sono pessime e pasticciate, e anche quelle francesi sono incomplete, quindi ben venga quest'allestimento bergamasco. Spiega il direttore: 

    «Andando alla conquista di Parigi Donizetti fece un lavoro accurato per impadronirsi della lingua e della prosodia francesi. Di più: la versione dell’opera tradotta in italiano fu particolarmente maltrattata dalla censura, circostanza del resto inevitabile, nell’Italia preunitaria, per un soggetto che mette in scena un monaco che si spreta e un Re che ha un’amante. Se si legge il libretto italiano, si fa davvero fatica a capire di che cosa parli l’opera, e alcuni snodi drammatici restano incomprensibili o almeno nebulosi. Aggiungo che la traduzione diventa un tradimento quando, per adattare le note a parole per le quali non erano state scritte, cambia anche la musica».

    Grazie mille! Vedrò se riesco a prenderlo, finanze permettendo ;)

  5. Periodo questo dedicato alla "musica brutta", ovvero quella di oggi.

    Ho iniziato a seguire questo canale YouTube e mi sono imbattuto in questa resa sonora del "Cantico delle creature" di San Francesco del compositore Filidei, che già conosco da anni.

    Il brano mi ha piacevolmente sorpreso e mi ha ricordato, per vari motivi, il Salmo XIX di Castiglioni.

    @Madiel molla un secondo Puccini e ascoltati questo.

    Tra l'altro diretto in modo superbo dal grande George Benjamin

     

  6. Scopro in questo momento che precisamente due anni fa, il 19 settembre 2021, moriva Sylvano Bussotti (ricordavo che era recente, ma non proprio il 19/09!).

    Incredibile il fatto che, proprio stamattina, ho ascoltato il suo Der Bergkristall (mai sentito prima) diretto da Sinopoli.

    Qui, invece, sotto la bacchetta di Bruno Maderna

    A quanti gradiscono

  7. 4 ore fa, BachandRach dice:

    Sì, ho un insegnante qui, ma è un po’ fuori “dal giro” quindi grazie, ma perché tu studi o insegni a Milano o a Como oppure sei “nel giro”? @glenngould

    Io non abito più a Milano, ma ho ancora contatti con la mia insegnante. Tuttavia mi lascia perplesso la richiesta se sia o meno "nel giro" dato che non saprei che dirti. A questo punto, tanto vale tenersi il proprio insegnante che, insomma, poveretto, mi dispiace vedere "scaricato" così :mellow:

  8. 26 minuti fa, BachandRach dice:

    Ciao.

    mi chiamo matteo e vengo dal piemonte, ma vivo da due anni in lombardia.

    suono da 10 anni, dalla prima elementare, il pianoforte, con un insegnante privato, senza soste ne niente, il mio livello attuale è: bach sinfonie, diverse sonate di clementi (tra cui op 33 n. 1), musica romantica non sono molto ferrato.

    Poso tentare l’ammissione al propedeutico, anche senza appoggi in cons.?

    Hai un insegnante lì in Lombardia? Altrimenti potrei indirizzarti io

  9. 1 ora fa, Ives dice:

    Per carità, parliamo sempre di grandi autori, quindi mai nulla di scontato o facile. Però, rispetto a un colossale Brahms, è molto più schematico. E' uno dei pezzi più regolari che abbia mai sentito, il che non vuol dire banale, intendiamoci. Il secondo tema del primo movimento, pare già Ravel. Non ci sono modulazioni, tutto rimane nella modalità d'impianto e ripetuto schematicamente. La cadenza è tra Chopin e Liszt ma magicamente non rielabora nulla, certo ci sono scale, arpeggi ma tutto rimane entro i limiti di una tecnica solida ma non trascendentale. E tra l'altro a me piace molto. Lo fa ad esempio Julia Fischer, che è una valente violinista, per dire. L'orchestrazione anche'essa essenzialissima ma sottile (il flauto nel finale non è già Debussy?). A suo modo, credo sia un capolavoro.

    Sì, concordo, piace molto anche a me, come in generale tutto il Grieg pianistico

  10. 1 ora fa, BachandRach dice:

    Grazie mille dei preziosi consigli… @Ives e @glenngould chiaramente, rispondendo a glenngould, intendevo “relativamente” facili, ho un buon livello pianistico, ho appena fatto il diploma del 5 anno. Quindi sì, facili rispetto allo standard dei concerti… sicuramente sin da oggi darò un occhiata a quello di grieg e ai concerti di mozart accennati sopra, vi chiederei però anche un altro consiglio, dato che sono piuttosto bravo con contrappunto, polifonia ecc. se potete consigliarmene uno di bach, anche qui il più facile o comunque uno dei più facili.

    BWV1052 in re minore

  11. 18 ore fa, Ives dice:

    Tra i romantici, è il più semplice tecnicamente, detto anche da famosi pianisti. Poi si anche i primi di Mozart.

    Allora devo guardare la parte perché, probabilmente per un falso ricordo, sapevo che in particolare il finale risultasse ostico per i pianisti. 

    Tra le altre cose, ho riletto una vecchia discussione più o meno sulla falsa riga nel quale consigliavo il IV di Beethoven come concerto "facile" :D

  12. 2 ore fa, Ives dice:

    Tecnicamente, direi il concerto di Grieg...

    Ammazza, facilino eh? :D

    Io pensavo ai primi concerti per cembalo (pianoforte) e orchestra di Mozart, proprio quelli creati a partire da opere cembalistiche di autori della generazione precedente alla sua e cioè i K 37, 39, 40, 41.

    Per il resto, è difficile trovare concerti facili dato che, proprio per la stessa funzione del concerto solistico (la vanità dell'interprete :P), per definizione dovrebbe essere "difficile"

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