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Su Pinkerton
- Compleanno 27/08/1952
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Maschio
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Travagliato ( Bs)
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opera lirica, poesia e altre cose di cui non so il nome
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I successi di Pinkerton

4000 sono pochi! (9/21)
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Si parlava recentemente in un altro topic del personaggio di Rigoletto e dei suoi interpreti. Malgrado un canto tendenzialmente monocorde e qualche limite sul piano interpretativo, merita di essere ricordato il cremonese Aldo Protti, per la genuina e robusta tempra baritonale unita a una tecnica eccellente che gli consentiva un controllo completo della gamma. Qui nel grande duetto del II Atto affiancato dall'ottima Gilda di Hilde Guden: Meno preparato tecnicamente di Protti ma altrettanto dotato di uno schietto colore baritonale di straordinaria caratura timbrica è Piero Cappuccilli, giustamente famoso per il travolgente la bemolle della " vendetta". Ripeto, la dimensione congeniale a questi due baritoni era quella teatrale, a diretto contatto col pubblico: Nato come baritono brillante, Leo Nucci , forse per motivi prevalentemente commerciali, divenne col tempo un "verdiano" e quindi anche un Rigoletto fra i più richiesti. Anche se gli riconosco una più approfondita sfaccettatura del personaggio io lo ritengo, per mezzi naturali , inferiore sia a Cappuccilli che a Protti, che gli è nettamente superiore, quest'ultimo, anche per impostazione tecnico vocale.
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Appena ho un po' di tempo faccio qualche confronto nel topic corrispondente. Senza dimenticare Protti, Cappuccilli e Nucci che dal vivo, in teatro,hanno avuto numerose performances esaltanti.
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Di quest'incisione, dove, per il gusto attuale, sia la Capsir che Borgioli, appaiono artificiosi e manierati, rimane valido il solo Stracciari, tuttora uno dei migliori Rigoletto incisi:
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Vedo che ricordi bene il mio punto di vista su Muti, di cui salvo pochi titoli ( Nabucco,Macbeth,Traviata...). Quanto al Rigoletto diretto da Franci, merita di essere ascoltato solo per la presenza di Bruscantini, mentre il Duca di Bottion è mediocre e la Gilda della Ravaglia, artificiosa nel fraseggio oltre che asprigna e fissa in acuto, è a tratti insopportabile. Bruscantini invece ha momenti notevoli come l'attacco dell'Andante "Deh non parlare al misero", pregevole per l'eccellente fonazione, il bel "legato" e la costante tensione espressiva
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Mi pare brava. Che ne dicono gli esperti?
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Che brava questa pianista! Che ne pensano gli esperti?
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Ottima edizione Viandante, grazie. In controdedica l'aria del tenore italiano in un'esecuzione inarrivabile. Lo splendore vocale di Pavarotti qui è all'apice. Estendo a Wittelsbach che sicuramente sarà d'accordo.
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Grazie Wittel. A te la Fedora della grande Maria Caniglia. Qui c'è tutta la vocalità propria dell'arioso verista, di cui Giordano è un capostipite.
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Le recensioni operistiche discografiche di Wittelsbach
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Tozzi qui eccede in buffonaggine. Il riferimento assoluto del brano è quello del grande Tancredi Pasero: una voce privilegiata impostata al meglio( l'immascheramento degli acuti è pressoché perfetto) e il senso del comico reso con gusto e misura -
Grazie Viandante. Questo Rigoletto ha il suo punto di forza in Bjorling, già in lieve declino ma ancora il fuoriclasse che conosciamo. Perlea dirige con mestiere mentre Merril e Tozzi si disimpegnano bene. Sulla Gilda della Peters concordo con Celletti che la definisce "meccanica".
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Sarebbe troppo facile,Glenn, dire che anche questa regia ha raschiato il fondo del barile, che, in nome dell'inedito e dell'eccentrico, ogni trovata è lecita se non persino benaccetta. Tosca che muore uccisa a revolverate dalla Marchesa "beltade ignota,cinta di chiome bionde", sembra una stravaganza registica tirata per i capelli, ma, a ben guardare, ha una sua logica stringente perché riprende il filo della gelosia, interrotto nel primo atto dal fascinoso Andante sostenuto "Qual occhio al mondo" con cui il bel Mario lusinga e ammansisce la gelosissima Floria. A ben vedere è proprio la gelosia di Tosca la miccia che innesca la tragedia. E non a caso il perfido Scarpia si paragona a Jago. Quindi la trovata del regista per il finale è più che giustificata.
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Le recensioni operistiche discografiche di Wittelsbach
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Ho riascoltato le due esecuzioni: sono due approcci vocali piuttosto diversi: Valletti modula sapientemente una mezzavoce mista, mentre Boccia si affida a un canto spiegato facilitato da un timbro fresco e brillante risolvendo le modulazioni attenuate con suoni falsettistici, prevalentemente di testa. Entrambi sostengono bene, ciascuno a suo modo,la tessitura del brano che non è acutissima ma ha una modulazione sul passaggio piuttosto ostica ("...che amore vi chiamo"). Forse al primo ascolto sono stato sviato dalla freschezza e dall'elasticità vocale del giovane tenore. La mia osservazione qui sopra quindi è fuori luogo. Grazie Wittel. -
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Concordo Maja. Giulini ottimo e una buona prova dei cantanti, su tutti la voce pastosa e il fraseggio cordiale del Figaro di Panerai, per una resa scenica divertente e briosa. Sarà "vintage" questo Barbiere Rai del '54, ma a distanza di settant'anni regge bene ed è ancora godibilissimo. -
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La linea di canto di Valletti, Wittel, malinconica e prodiga di modulazioni, compensa i limiti di timbro e di estensione e si rifà al modello di Tito Schipa. Meno articolato nel fraseggio ma sicuramente più a suo agio nella tessitura oltre che timbricamente più attraente, è questo giovane tenore di cui vorrei un tuo parere: -
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Concordo Wittel: Valletti è il punto di forza di questo Barbiere. Questo tenore, per natura non dotatissimo ( il timbro era ordinario e l'estensione appena sufficiente per un tenore lirico), possedeva però un gusto e una tecnica di prim'ordine. Qui, in Schubert, è ammirevole per l'omogeneità dei suoni, la dosatura dei colori, il perfetto sostegno del fiato, nonché per il "legato" impeccabile. @Wittelsbach @Majaniello @Ives @superburp