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opera lirica, poesia e altre cose di cui non so il nome
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Le recensioni operistiche discografiche di Wittelsbach
Pinkerton replied to Wittelsbach's topic in Generale
Grazie Wittel, Principe di Baviera, rabdomante di incisioni rare. Antonio Spruzzola Zola in questa Turandot, come Calaf non mi entusiasma. Rotacismo a parte, il timbro è bello, la mezzavoce pure, ma l'appoggio non sempre tiene appieno e qualche acuto a gola spiegata risulta piuttosto stimbrato. interessante invece è qui , nel Werther, dove l'attacco languido e sognante, quasi evanescente, bene configura lo stato psicologico esausto e snervato dell'infelice protagonista. Nota poi a 1:05 ( a te non può sfuggire) il virtuosismo della smorzatura sul La acuto di "ridestar", vero sesto grado della vocalità tenorile. In controdedica: -
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Pinkerton replied to Wittelsbach's topic in Generale
Non ne ho idea. Comunque vocalmente è a posto. -
Le recensioni operistiche discografiche di Wittelsbach
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Anche se dal punto di vista attoriale non si può dire che si faccia in quattro, sotto l'aspetto vocale ( come il Principe ha ben descritto) Hans Hopf è un Canio di primo livello. Il fraseggio è composto ma intenso e se il centro-grave è baritonale, gli acuti sono tenorili, nitidi, facili, ben timbrati. -
Le recensioni operistiche discografiche di Wittelsbach
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La vita è crudele, non ami, ma noi abbiamo le spalle larghe. Quanto a Illica, senza Giacosa, che aveva il senso della misura, lui si faceva prendere la mano, ci andava giù pesante e gigionava non poco. Tra il libretto di Boheme e quello di Chenier c'è un abisso. Tant'è che io, lo ammetto, avrei avuto qualche difficoltà a versificare meglio di Boheme, mentre, per Chenier, concorderai, avrei vinto a mani basse. -
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Pinkerton replied to Wittelsbach's topic in Generale
Credimi sulla parola, ma non mi riferivo al musicista! Il massimo sarebbe stato che TU avessi composto lo Chenier. Ma non si può avere tutto dalla vita. -
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Pinkerton replied to Wittelsbach's topic in Generale
Lo credo anch'io. Il mio amico Giordano non ha paura di nulla, trova sempre il modo di venircene fuori. -
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Pinkerton replied to Wittelsbach's topic in Generale
Bravi Corelli e Hopf, Wittel ( per tacere del grande Del Monaco a cui insegnò la parte Giordano in persona). Ma Bergonzi è un'altra cosa. -
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Pinkerton replied to Wittelsbach's topic in Generale
Non è mai troppo tardi, Giordano. Al mio paese della Valcamonica c'è un detto: "Col tempo e con la paglia maturano anche le nespole". -
Sottopongo all'attenzione dei forumisti amanti della poesia l'ultimo capolavoro di Pink poeta: COMUNICAZIONI DI SERVIZIO (in due quartine di doppi quinari rimati) Metà più vale del tutto intero, Soffio è il pensiero, macigno l’atto; Nulla è per certo, nulla è per vero, Se non l’istante che tiene il fatto. Vinta o perduta la tua partita Tutta vanisce nell’illusione; Puo' stare dentro tutta la vita In quattro note di una canzone. L.D. ("Il giardino dei semplici", 2019)
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Grazie Maja! Divertentissima l'operina! Ma dove le scovi queste cose? A 15:50 inizia una scena che oggigiorno porterebbe Donizetti nelle aule di un tribunale ( per non parlare delle manifestazioni "rosa" in piazza, con tanto di slogan e di cartelli).
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Scusa Maja. Sono stato ingeneroso col tuo bell'intervento che ha il pregio di sottolineare (partendo dal video di Muti) il concetto di "linea di canto" e di accennare a quello di "saldatura di registri", e, in seconda battuta, di "uguaglianza di registri".Tu , partendo dall'antinomia storica Rubini-Duprez, forse semplifichi un po' troppo le cose identificando il canto lirico "moderno" con l'emissione di petto. Poi dici che un acuto a piena voce non si può non fare senza metterci una corona ( e perché?). Ma lasciamo perdere, questi sono dettagli. Cosa sia invece, o meglio, cosa sia diventato, il canto lirico "moderno" meriterebbe un lungo discorso. E questo e' un problema serio.
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Come d'abitudine, Maja, su questioni vocalità hai fatto un discreto casino, però sullo splendido, leggendario, Do di Lauri Volpi nell'"A t e o cara", hai avuto il coraggio di contraddire noi pipparoli del canto. E hai detto una cosa giusta. Magnifica che sia,la nota del grande Giacomo è fuori luogo: troppo forte, ostentata, avulsa dalla linea di canto, estranea allo stile, sostanzialmente effettistica, plateale. Continua su questa strada.
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Il Sonetto IX di Ugo Foscolo, Glenn,carme avverbiale governato dalla musica, è una delle cose magnficentissime della poesia italiana. Nota il respiro ampio del lungo periodo ininterrotto che copre le prime tre strofe. E nota, Glenn, il virtuosismo metrico dell'ambivalenza rimico-semantica delle desinenze in "onde" e in "acque", a creare un clima marino, acquatico, amniotico, materno...
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Nella Lehmann (soprattutto), Maja, e nella Ponselle apprezzabile l'omogeneità della linea di canto.La Lehmann vanta anche una straordinaria uguaglianza di registro mentre la Ponselle sfoggia un respiro ritmico piu ampio. Il canto della Muzio invece è molto espressivo ma di gusto tardoromantico, quasi veristicheggiante.
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Provvederò e ti farò sapere. (Sulla felpa di M.me Kiri non ho notizie...)