
giobar
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1 ora fa, Luca001 dice:
avrei intenzione di cimentarmi con l'epistolario mozartiano, ma prima di procedere con l'acquisto, volevo sapere se qualcuno di voi conosce questo lavoro (in tre tomi) curato da Marco Murara.
in alternativa ci sarebbe anche il lavoro curato da Cliff Eisen (in 4 tomi di cui solo 2 già pubblicati) che sembrerebbe molto simile (entrambi considerano l'intero epistolario) seppur maggiormente improntato sui viaggi. Eviterei di acquistarli entrambi, ma non trovo nessuna recensione che confronti queste due opere e mi so decidere...
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Non conosco le due pubblicazioni antagoniste ma mi sento di darti un suggerimento "metodologico". Perché non provi a consultarle prima in una biblioteca (il sistema bibliotecario pubblico è tutto in rete e puoi trovare facilmente il posto giusto) o in una libreria ben fornita (ammesso che questo non sia un ossimoro e che dunque esistano ancora librerie ben fornite che possono far vedere i libri ai potenziali acquirenti...)?
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E' morto a 93 anni di età il tenore austriaco Kurt Equiluz, notissimo interprete di Bach e stretto collaboratore di direttori come Harnoncourt, Leonhardt e Rilling.
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3 ore fa, Ives dice:
Gran bel Schubert per violino e piano con la Fischer e Helmchen (Pentatone).
Questo è stupendo.
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19 minuti fa, Wittelsbach dice:
Alla fine, per quanto criticabile sia, la musica più famosa di Rachmaninov ha la caratteristica di essere del tutto idiomatica, riconoscibile, riferibile a lui. E questo, malgrado tutto, vuol dire qualcosa.
E' proprio così. E anche la "roba spara-note per piano solo" ha un carattere tutto suo, pressoché inconfondibile, graniticamente connotato. Per molti è prendere o lasciare, ma spesso l'interazione con l'interprete porta a risultati entusiasmanti: Richter, Sokolov, Berman, Sofronitzky e, più di recente, Lugansky, Mustonen o la Zilberstein hanno saputo offrire un'immagine di Rachmaninov tutt'altro che trascurabile.
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2 ore fa, Florestan dice:
Lo sapevo, ma mi pare ora che cominci a incidere anche qualcos'altro, oppure che si ritiri e pensi solo alla sua salute.
Assolutamente d'accordo. Scrivevo infatti che dopo la sua infelicissima rentrée di qualche anno fa mi sono rifiutato di sentirlo ancora. Adesso pare che si sia risistemato un po', ma ho un gran timore di avere una delusione cocente. Come una bellissima ragazza e donna che hai adorato anni fa e che ora ti riappare in versione "strega di mezzanotte".
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12 ore fa, Florestan dice:
Io però volevo rispondere a @Ives che aveva proposto un cofanetto antologico con vecchi leoni come Arrau e Bolet insieme a interpreti dagli esiti qui altalenanti come Ashkenazy (ottime le sue Ballate, ma i Notturni forse sono le letture chopiniane più piatte del Nostro; avessi lavorato per quella etichetta, li avrei sostituiti con quelli dello stesso Arrau...) e il compianto Kocsis (nei suoi discussi Valzer).
Poi sei arrivato tu con il divo Ivo e hai fatto saltare il banco
P.S.: al vecchio Pogo gli si vol bene.
E anche al nuovo dopo il rientro in scena a seguito della malattia e della morte della moglie - maestra. Assistetti anni fa a un suo concerto straziante in cui le difficoltà psicologiche e finanche psichiatriche che stava vivendo suscitavano sentimenti di profonda compassione. In seguito mi sono rifiutato di sentirlo ancora.
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56 minuti fa, Florestan dice:
Un cofanetto con tutte le opere importanti si può ascoltare a pezzi, si può saltare ciò che non piace e soffermarsi solo su ciò che è di proprio gradimento; una raccolta in cui c'è poco interpretata da pianisti idiosincratici come Pogorelich, cioè che si amano o si odiano, può anche non piacere per niente o dare un'idea fuorviante sul compositore.
Solo i miei due centesimi di contributo alla discussione.
Ma sì, la mia era una battuta servita bene da @Ives
E poi adoro il vecchio Pogorelich...
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Albert ROUSSEL
Suites da Padmavati op. 18Orchestre national d'Ile-de-France
Jacques Mercier -
10 minuti fa, Ives dice:
Ecco, per me l'utente che ha chiesto consigli ci sta capendo meno di prima 😁 Secondo me, meglio pochi dischi ben scelti che uno sleppone che potrebbe sortire effetti indesiderati.
E allora, Pogo ma buono!
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8 minuti fa, Ives dice:
Storicamente "incorretto" ma musicalmente superbo. La risposta credo sia questa.
Come le suites di Handel di Sviatoslav Richter...
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55 minuti fa, Majaniello dice:
Pensavo a te gio, perché mi è venuto in testa il disco della Perrotta...
Se esistesse un box Chopin-Fiorentino sarebbe da prendere, sì.
Brava e originale la Perrotta, col suo uso creativo dello staccato.
Non c'è un box Chopin-Fiorentino (diversamente da Liszt e da Rachmaninov) e anzi le sue interpretazioni chopiniane sono un po' sparse e alcune ormai introvabili (i Notturni!)
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Succede sempre quando si parla di musica di altissimo livello con la quale si sono confrontati nel tempo i migliori interpreti: come si dice dalle mie parti "cento teste, cento cappelli". Alla richiesta specifica di "box" (e dunque di collezioni di una certa completezza e non di dischi singoli) io risponderei con la prima proposta di @Majaniello: Samson François. Al netto di una non perfetta quadratura delle mazurche e della mancanza della sola Berceuse (mai incisa dal grande pianista francese, parrebbe), si tratta di una raccolta nel complesso formidabile. Mentre mi entusiasma meno Rubinstein, che oltre tutto si rifiutò sempre di incidere gli Studi (e questo, secondo me, va a eterno disonore del pianista
).
A trovarlo, suggerirei anche (e qui @Majaniellomi scomunica) il vecchio box di Pollini, che a me piace moltissimo e trovo rivelatore in molte interpretazioni degli anni 70-90 (Studi, Preludi, Polacche, Sonate, Ballate, Scherzi).
Poi per piluccature sfuse prese qua e là le possibilità di scelta sono infinite e di enorme valore: da Sviatoslav Richter a Martha Argerich, da Sergio Fiorentino a Vladimir Ashkenazy, da Emil Gilels a Stanislav Bunin fino alle giovani e bravissime pianiste in attività suggerite da @Florestan
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Alexander ZEMLINSKY
Salmo 23 op. 14Coro filarmonico slovacco
SWR Sinfonieorchester Baden-Baden und Freiburg
Michael Gielen -
1 ora fa, Ives dice:
Dave's Faves: i dischi preferiti di Hurwitz. I concerti chopiniani con la Argerich (EMI con Dutoit).
Indubbiamente un gran bel disco.
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In questo momento (17:21 del 15.6.2022) JPC sta vendendo il box Bruckner-Karajan a soli 2 (due!) euro. Non so se sia un errore. https://www.jpc.de/jpcng/classic/detail/-/art/Anton-Bruckner-1824-1896-Symphonien-Nr-1-9/hnum/1827058
Ad ogni modo, oggi JPC ha tirato fuori un sacco di offerte molto interessanti.
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19 minuti fa, zippie dice:
stasera ho colto la differenza tra Singers e Choir, bastava dirlo
E cioè? ...non frequento quel tipo di repertorio e non mi ero mai posto il problema...
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17 minuti fa, Majaniello dice:
Io sapevo che De Cataldo era un melomane... Ricordo la recensione di un romanzo (non so quale) a sfondo musicale.
Ah, ignoravo. Non lo seguo come scrittore.
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Interessante presentazione, ieri, su Repubblica, di questa raccolta di recensioni di spettacoli musicali scritte da Antonio Gramsci nella sua giovinezza. Molte erano state pubblicate anonime e sono state attribuite a Gramsci dai curatori della raccolta sulla base di una accurata opera filologica. Finora si sapeva ben poco dell'interesse di Gramsci per la musica e invece pare che da questi articoli emerga uno spettatore/ascoltatore tutt'altro che sprovveduto, capace di rilievi critici non banali. Dall'indice (reperibile nell'estratto che si trova su amazon) si evince che gli articoli si occupano sia di lirica che di concerti sinfonici e cameristici (fra gli altri, dell'allora giovanissimo Mieczyslaw Horszowski).
Curiosità al quadrato, l'articolo di Repubblica è a firma di Giancarlo de Cataldo, altro scrittore che mai avrei accostato a temi di musica classica. L'articolo è leggibile per intero solo dagli abbonati, ma questo è il link: https://www.repubblica.it/cultura/2022/06/13/news/antonio_gramsci_melomane_inedito_critico_musicale_raccolta_recensioni_teatrali_musicali-353760263/?ref=RHBT-VS-I273288661-P5-S1-T1
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1 ora fa, superburp dice:
E' il n. 4? Quando l'ho studiato mia moglie ha vacillato anche lei effettivamente
.
No, è il breve e disperato n. 18. A usarlo come suoneria il minimo è che ti chiedano "è successo qualcosa di brutto?"
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2 ore fa, Ives dice:
Filologico anche nelle suonerie eh...😏😄 In realtà non c'era il file con la versione britteniana. Ottimo Monteverdi.
Anche il mio file non c'era e me lo son dovuto ricavare masterizzando la versione che mi sembrava più funzionale come suoneria. In proposito, sono dell'avviso che si debba ricordare a cosa serve: sentire il telefono che suona e riconoscerlo come il proprio. Inutile invece impostare una suoneria che non si sente bene sin dall'inizio (e alcune versioni della Toccata di Monteverdi esordiscono troppo piano) o che trasmette agli eventuali ascoltatori messaggi equivoci di tristezza o allegria che possono risultare inappropriati al contesto o alla telefonata che sta arrivando. Non riesco a convincere un mio collega sul fatto che il drammaticissimo preludio di Chopin che ha scelto come suoneria si sente benissimo sin dalla prima nota ma spinge tutti a domandarsi se lui sia stato appena piantato dalla moglie
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23 ore fa, Ives dice:
Leonid Kogan in un box.
Bellissimo, offre un quadro abbastanza ricco dell'arte suprema di Kogan.
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3 ore fa, Ives dice:
Più che altro mi risulta un pò angosciante come suoneria...😏 Io ho questa anche se in un'esecuzione più animata:
Interessante, forse però come suoneria vedrei meglio la più colorata versione di Britten. Io invece da anni uso la Toccata di apertura dell'Orfeo di Monteverdi, che desta sempre grande curiosità e mi è stata copiata da diverse persone.
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13 minuti fa, Majaniello dice:
Che poi non ho capito perché le dovrebbe superare..
Beh ragionava da professionista a cui cominciano a chiedere un po' di tutto e che non si trova ancora nella posizione di poter imporre il proprio repertorio di elezione. E poi è frequente che nell'arco della carriera si facciano scoperte, ripensamenti e simili. Leggevo giorni fa il divertente racconto che Sesto Quatrini, cresciuto come direttore eminentemente sinfonico e con un po' di puzza sotto il naso rispetto al melodramma, faceva del colpo di fulmine che ebbe per il belcanto grazie all'incontro con Fabio Luisi.
Hurwitz & co.
in Generale
Inviato
Ma credo che il senso sia "i dischi che ha gradito molto", senza alcuna necessità di classifiche o di restrizioni. Ovvio che, data la quantità smisurata di ascolti che ha fatto, per piacere personale o per ragioni professionali, la lista possa essere lunga.