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Madiel

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Everything posted by Madiel

  1. Questa sarebbe interessante, ma è solo in dvd o in video, e io non seguo il genere. Tra l'altro, è la stessa messa in scena ripresa nella brutta copertina dell'ultimo cd che ho preso. Già fa schifo così, figurarsi due ore di orrenda scenografia
  2. Scotto-Maazel, mmmmhhh.... Speriamo bene, perché merita proprio. Quando un grande compositore ne incontra un altro, si creano strane connessioni al di là dello stile e del tempo. E' famosissima! Vabbeh, me la segno
  3. Sì, è il poracciume che mi lascia sconsolato (in più sono in una fase della mia vita in cui avrei bisogno di sproni emotivi, che quell'opera non può darmi). Lo so, lo so, prima o poi ci cascherò dentro mani e piedi nella Butterfly, sto cercando di resistere alla tentazione Opera moderna e innovativa, inevitabile averci a che fare. Tra l'altro, ieri sono arrivato al capitolo che la riguarda. Oggettivamente, Sinopoli è eccellente in questo repertorio, direi sia inevitabile il suo acquisto se non si vuole sentire la solita incisione scatolare o gracchiante. Ecco, ci mancava... Intendo il fatto che nessuno, neanche uno ascoltatore del video, abbia messo una qualsiasi valutazione su quasi cinquantamila visualizzazioni (che sono un botto). Quasi una congiura del silenzio! Adesso devo prendere assolutamente una Turandot, ma non so quale edizione
  4. Sono facili da imitare e hanno molti allievi, per questo certi linguaggi hanno un discreto successo accademico al di là della validità intrinseca (se c'è). Comunque, se si guarda la situazione con realismo, anche i celebri signori che citi ormai sono in disarmo. Il minimalismo oggi ha perso completamente la sua carica rinnovatrice ed eversiva che ha mantenuto, all'incirca, fino alla fine degli anni Ottanta. A forza di girare sempre i soliti accordi, si sono esaurite le possibilità espressive e, infatti, i grandi minimalisti oggi fanno altro. Sciarrino è un'altra ombra di sé stesso, ripropone da alcuni decenni sempre la solita frittura, a forza di tratteggiare soffi, scricchiolii e ombre si è totalmente mimetizzato con il panorama circostante da diventare un fenomeno sonoro dell'ambiente Stendiamo un velo pietoso su Lachenmann, una delle fregature più incredibili dell'avanguardia - ma oggi chi lo ascolta uno così ? Più interessante Ferneyhough, ma ormai anche lui è entrato nella sua fase accademica. Trovo più eccitante la novantenne Gubaidulina rispetto a tutti costoro, ma credo non scriva più nulla da anni. Oggi vanno per la maggiore Rihm, Dun, Daugherty, Lindberg, ossia la metamorfosi continua unita alla pippa intellettuale.
  5. L'inizio di questo secolo è caratterizzato dall'eclettismo, non esiste più una "scuola" o una "tendenza". Spesso si fa un miscuglio di tanti elementi assolutamente distanti tra loro, a volte il pasticcio riesce, più spesso il risultato resta un pasticcio. Credo che esclusi pochi nomi storici, compositori che vanno per la settantina (se non oltre) nati e sviluppati in un'altra epoca storica, oggi ci sia ben poco di interessante o duraturo. Quando non ci sono più estetiche, o filosofie, e si è liberi di far qualsiasi cosa, nel più libero e totalizzante egocentrismo privo di entroterra culturale e tradizionale, ne consegue un appiattimento: tutto è lecito e tutto è a suo modo "bello". La musica classica di adesso è quasi tutta così, come la religiosità moderna: generica, buona e positiva, pressoché priva di messaggio spirituale, legata a tematiche dell'attualità che spariscono dall'oggi al domani ma che fanno tanto fico nell'immediato, impegnata a farsi capire anche dal volgo (anzi, insegue di proposito il volgo venendo a patti con la banalità), senza particolari significati intrinseci. Alla fine non tratta più dei massimi sistemi, se l'uomo è al centro di tutto perché cercare chissà dove ? La musica classica di oggi è superficiale come la società in cui viviamo, epidermica, per lo più innocua, ma in definitiva inutile, se non addirittura dannosa, al progresso spirituale delle persone. Come vedi, sono assolutamente pessimista!
  6. @Majaniello da notare questo video, c'è da nove anni on line, ha 49mila (!!!) visualizzazioni e un solo "like" (il mio ) E' proprio vero, il pubblico degli appassionati di opera è composto per lo più da animali Guai a toccargli i miti.
  7. Era il solito pedante Kapellmeister krukko.
  8. Eehh, non sono pratico di questo autore, mi sono sempre limitato ad ascolti occasionali un po' perché ci sono delle opere che non mi sono mai piaciute per via dei soggetti (La bohème, Madama) un po' perché mi mancava il pretesto per occuparmene. Indubbio che lo ascolto come se fosse un contemporaneo, ma nel tempo ho sempre avuto la sensazione, al di là del suo languore e sentimentalismo fin de siècle, che sia stato un modernista "mascherato". Aspetto che direi sia confermato dagli ascolti e dalle letture che sto facendo ultimamente. Per ora dico solo, riguardo al finale sopra citato, che Berio ci ha messo diversi momenti per sola orchestra piuttosto avanzati per l'armonia del 1924, forse anche troppo con una dissonanza del tutto emancipata, e una timbrica caleidoscopica che all'epoca non esisteva (mamma mia, che meraviglia le percussioni !!! Ci sono pure le marimbe!), eppure fa il miracolo di creare un finale credibile. Proprio porta l'orchestrazione di Puccini a soglie inimmaginabili, come se l'autore avesse avuto voglia di rinnovarsi fino alle estreme conseguenze: chissà se l'autore avrebbe apprezzato tanta "avanguardia"! Soprattutto, Berio toglie tutta la patina straussiana e retorica di Alfano, e recupera una delle idee originali di Puccini per una conclusione lirica e intimista. Colpo di genio negli ultimi minuti con la citazione di "Nessun dorma" in una magnifica coda orchestrale. Te lo devi ascoltare, merita proprio! Il passaggio in cui Turandot si scioglie tra le braccia di Calaf è un vero e proprio orgasmo sonoro, l'orchestra ondeggia letteralmente in una tempesta di dissonanze di ogni genere con moto ascensionale, eppure è tutto verosimile! Berio che si mimetizza in un Puccini avanzato. C'è poco da dire, dirige tutto molto bene, anche i pezzi superficiali e i recuperi inutili: non si sentiva il bisogno delle marcette e degli inni occasionali! Mamma mia la Brusa, lascia perdere...
  9. Puccini: Turandot, finale di Luciano Berio (2001) Chailly E' bellissimo! Il canto del cigno di Puccini e Berio!
  10. Per le tendenze e i "capolavori" di questi primi vent'anni mi pare perfetto un bel Requiem Ah, ecco, giusto a proposito Puccini: Requiem per coro, viola sola e organo Coro di Milano G. Verdi e solisti, Chailly
  11. Madiel

    Necrologi

    Si è spento oggi un altro pezzo da novanta, Yuri Temirkanov a 84 anni, a San Pietroburgo
  12. Io, invece, in cd ne ho tre, Kondrashin, Jarvi padre e l'ultima di Durjan. Tutte ottime, ma l'ultima è, secondo me, la migliore.
  13. Direttore finlandese piccoletto e con le braccine corte
  14. La 12 è orrenda, su questo non ci piove! Però, a volte, l'esecuzione aiuta. Ci vuole un direttore che ci crede, e se ci crede il direttore possono illudersi anche gli ascoltatori. ---------- Shostakovich: Quartetto per archi n.14 idem
  15. Shostakovich: Quartetto per archi n.15 Fitzwilliam Quartet
  16. Non ho un buon rapporto con questo compositore. Ci sto riprovando di continuo da anni, ma senza apprezzarlo veramente. Il suo limite è una certa mancanza di fantasia, lo stile a tratti è generico. Vagamente post romantico che a un certo momento ha virato verso un neoclassicismo piuttosto grigio (mai citazionista, mai vicino al gusto francese, mai stravinskyano e mai hindemithiano). Né carne e né pesce. Il disco comprende un'operina di tredici minuti (Emilie und Egon, 1928), con un soprano che pigola di continuo contro un altro personaggio (il marito), che se ne sta seduto in poltrona leggendo il giornale e si degna di rispondere al suo sproloquio solo nell'ultimo minuto recitando un breve testo! I Five Pieces e il Quartet sono lavori tardi, del 1959 e 1964, scritti su commissione per motivi economici, appena interessanti per gli strani incastri timbrici degli organici, ma alla fine del tutto inutili. Il pezzo più interessante è il Flauto cinese (1922), una strana sinfonia da camera con alcuni movimenti cantati tratti dai testi ben noti di Bethge dai quali è venuto fuori anche il Das Lied von der Erde. Lavoro atmosferico e cristallino ma, stranamente, non suona affatto esotico perché non sono impiegate scale pentatoniche, l'autore preferisce piuttosto suggerire con una musica calligrafica i contenuti delle liriche. Emotivamente è musica reclinata su se stessa, perfino avvicinabile a certo espressionismo dello stesso periodo.
  17. Shostakovich: Sinfonia n.12 Uno sconosciuto direttore sovietico-armeno sul podio di una grandissima orchestra nel 1967, et voilà... capolavoro! La più bella 12a mai sentita, meglio perfino di quell'altra già eccellente di Kondrashin incisa a ridosso della première. Ci sono più dettagli, l'orchestra ha un suono spettacolare, la retorica è al massimo dei suoi giri e la sinfonia va al meglio, riesce perfino ad essere credibile nella sua assurdità. Ottima anche l'incisione. Completa la cantata Stepan Razin con il sempre eccellente Kegel, che scopro bravo anche in Shostakovich.
  18. Toch: Die chinesische Floete, una Sinfonia da camera per 14 esecutori e una voce di soprano (1922)
  19. Concordo, ha un qualcosa di troppo aristocratico e pulito, però la voce è bellissima. Prima di comprare il cd, mi ero ascoltato un po' di scene separate su youtube, notavo in effetti che Sinopoli fa un'analisi quasi maniacale del dettaglio orchestrale, vengono fuori particolari mai ascoltati prima e, in generale, la sua lettura ha una notevole freschezza. Fa sembrare nuova una partitura ormai logorata da quasi un secolo di repertorio (all'epoca di Sinopoli). Ma, soprattutto, la soddisfazione è che ci sono i librettoni!
  20. I cd pucciniani di Sinopoli hanno ottima fama critica. Io, poi, in genere ho sempre apprezzato questo direttore nell'opera. Di certo con Tosca non avrei ordinato Karajan
  21. eeehhhh, che capolavoro di cd! Uno dei mitici primi digitali della Bis inizio anni ottanta, e anche uno dei primi che comprai a suoi tempo di questa etichetta. Registrazione strepitosa! Il celebre Kroumata Ensemble con l'ancor più brava Wiesler, precocemente scomparsa dopo una carriera sfolgorante, in un programma interessantissimo e tutto eseguito alla perfezione. Credo che non ci sia concorrenza adeguata nella discografia. Grazie a questo cd ascoltai per la prima volta in vita mia lavori di Jolivet, Harrison e Cage.
  22. @Wittelsbach quando uno meno se l'aspetta la trova di seconda mano a una dozzina di euro
  23. Regina ha un gran librettone, perché privarsi delle cose belle ?
  24. La denominazione "Hollywood" forse è da far risalire alla residenza a Los Angeles di Schoenberg e a qualche sua frequentazione negli anni trenta con attori del cinema americano. Concordo su Mauceri, ho diversi suoi cd e posso confermare! Esatto, bisogna ristampare Regina di Blitzstein, lavoro singolare e importante, il primo vero tentativo di scrivere un'opera seria americana senza passare per la mediazione del jazz (Porgy and Bess risale a pochi anni prima). In giro non si trova e quando è disponibile qualche copia costa un botto.
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