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Madiel

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Orione e Pleiadi

Orione e Pleiadi (21/21)

  1. Guarda, ho sentito proprio quel pezzo subito dopo il mio post! Raccapricciante!!! ---- Santoro: Sinfonia n.8 (1963) Goias PO diretta da Neil Thomson Che scoperta, Claudio Santoro ha scritto musica seriale! E anche per diversi anni! Conoscevo solo la produzione tonale giovanile degli anni cinquanta, una specie di Guarnieri accademico e neanche troppo personale, e poi quella degli ultimi anni, dove accanto a elementi accademici si presentano momenti più sperimentali in una vera e propria sintesi. Invece, nel corso degli anni sessanta ha scritto musica dodecafonica di buona qualità. Usa il sistema più che altro per ordinare la materia cromatica, ma la musica rimane direzionale e presenta anche una certa libertà espressiva. Niente a che fare con il post webernismo atomizzato di moda in quegli anni. L'Ottava Sinfonia dura circa quindici minuti, è in tre brevi movimenti e presenta nell'Andante anche l'intervento di un mezzosoprano vocalizzante. Ha carattere espressionista, soprattutto nel finale un po' stravolto e sincopato, e si nota la tendenza all'astrazione e all'impiego di un materiale molto limitato: in effetti ci sono pochi incisi per movimento, che vengono manipolati attraverso continue variazioni, ma l'autore punta soprattutto sulla differenziazione dei colori orchestrali. Aspetto messo ancora meglio in luce nelle Tres Abstraoes (1966) o nelle Interacoes Assintoticas (1969), contenute nello stesso cd, opere che potrebbe averle benissimo scritte Ginastera nel suo periodo più modernista. Una buon a sinfonia, ma non sembra proprio musica brasiliana!
  2. Sì, visto anche quel disco, ma c'è Polyansky, da evitare sempre come la morte! Ho trovato quest'altra, accompagnata da una Jazzmesse di tale David Timm, che sembra buona ma registrata con troppo riverbero
  3. E poi uno scopre questo... Allora Reger non ha scritto solo immani cag**** !! Gran bella edizione, piena di slancio eroico, che manca in altre edizioni che ho sentito on line (Stein, già Koch oggi nella Reger Edition DG). Peccato non esista in cd!
  4. Mah, io so che il suo Bruckner è ottimo, e molti dischi del periodo romantico tedesco idem. Non tutto perfetto e condivisibile, considerato il numero elevato di registrazioni e l'ampiezza del repertorio, ma meglio del carneade Slatkin o del settoriale Végh.
  5. Tanto valeva aggiungerci anche Chailly, che di dischi proprio brutti ne ha fatti di rado. Sicuramente meglio di Slatkin. Concordo. Da dimenticare.
  6. Cherubini: Ouverture in sol maggiore (1815) Filarmonica della Scala, Chailly
  7. Provo anche questo... Infatti, poi quella del Generale Hoche è già stata incisa! Conosco, ma troppo vecchio come suono, mi serve qualcosa di più moderno.
  8. Bellissimo e terribile! E adesso passo alla moderatamente celebre Sinfonia in re maggiore (1815) Orchestra da camera di Praga Non vorrei sbagliare, ma questa bella pagina è proprio mal servita in disco. Poche incisioni e quasi sempre mediocri. @Majaniello
  9. Cherubini: Messa da Requiem in re minore, per coro maschile e orchestra Coro cameristico di Praga, Coro e Orchestra Filarmonica Céca diretti da Igor Markevitch
  10. beh, messa così, direi che anche io posso dire lo stesso, anche se limitatamente a un certo momento della sua parabola artistica. Delle Sinfonie penso siano da salvare solo la 1a (che è piuttosto un assemblaggio di situazioni) e la 7a "Le sette porte di Gerusalemme", molto simile a un oratorio e forse per questo più nelle corde dell'autore. Il Penderecki più affascinante per me arriva alla fine degli anni settanta, poi ci sono pochi sprazzi qua e là, insufficienti per farmelo diventare un riferimento o suscitare qualche interesse. I limiti del nuovo stile sedicente "romantico" colpiscono tutta la sua produzione nel complesso. Se conosci un po' le opere oratoriali giovanili (Passio, Utrenia, Dies Irae ecc.), dove ci sono forse le gemme migliori, noterai che è tutta un prototipo dei pezzi in avvenire (Requiem Polacco in primis) e spesso di migliore qualità. Poi è subentrata l'elefantiasi formale, una certa rigidità espressiva tendente alla monotonia, l'ansia e l'ambizione di dare significati a testi religiosi o di carattere metafisico. Insomma, prevale l'artista pensante su quello producente. Penderecki, ossia un falso profeta.
  11. Sì, vero, considerato che ogni tanto bisogna aggiornare il catalogo, ma almeno scegliendo un direttore migliore e magari una orchestra, anche cinese, migliore. Sono dischi così così, non è che venderanno chissà cosa neanche sul mercato dell'Estremo Oriente.
  12. Madiel

    Necrologi

    Ci ha lasciati il violinista Felix Ayo, 90 anni, se non mi sbaglio.
  13. Quando ho visto questo disco sul sito Naxos, le perplessità si sono subito palesate: tenendo conto di una integrale ottima come quella con Petrenko già in catalogo, perché fare altro Shostakovich con un direttore di seconda fila. non proprio una volpe, e una orchestra di terza fila ?
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