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bruyland

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bruyland's Achievements

Io e pochi eletti

Io e pochi eletti (7/21)

  1. Salve, sono Rossella Furnari, studentessa alla Facoltà di Economia dell'Università di Catania. Sto conducendo una ricerca sulla dimensione esperienziale del comportamento di consumo del teatro d'Opera. Mi sareste di grande aiuto se mi deste la possibilità di pubblicare anche qui l'indagine. La vostra collaborazione è preziosa.

    Sono in attesa di una vostra ge...

  2. Auguro di cuore a te ed alla tua famiglia una serena Pasqua.

    L'Orfeo

  3. Auguri di un sereno Natale ed anno nuovo a te e famiglia!

    L'Orfeo ;)

  4. Cara Bruyland auguri di cuore a te e famiglia per un sereno Natale! Un forte abbraccio.

    L'Orfeo

  5. Zeffirelli non può che parlar male di una regia che si colloca esteticamente all'opposto della sua. Andrebbe sottolineato che l'esperienza di Zeffirelli con il teatro lirico non è paragonabile a quella di Emma Dante che è alla sua prima realizzazione, per cui si potrebbe essere un po' più indulgenti soprattutto quando si parla di una collega. Mia opinione personale: meglio rischiare una regia innovativa e magari brutta che la solita regia nazional popolare di Zeffirelli, per cui bene ha fatto Lissner a rischiare (con la Carmen di Zeffirelli non si rischia di certo, né in un senso, né nell'altro). In ogni caso se devo esprimere una preferenza vado a vedere Chereau, Stein, Carsen, Lepage... Almeno non mi annoio.
  6. Sono d'accordo praticamente su tutto. La regia di Emma Dante non è stata niente di che, ma sicuramente non ha giovato l'interpretazione di Baremboim - per me anche peggiore della regia -, fiacca e appesantita. Una Carmen davvero noiosa!
  7. Certo che no, non conosco un'estetica della noia No al massimo potresti dire che è una concezione artigianale della composizione. Un buon artigiano non scriverà mai una composizione noiosa, al massimo scriverà una composizione non molto profonda e originale. Ribadisco che un'estetica della monotonia non la conosco. Forse c'è stata un'estetica del "brutto", che suona un po' come un ossimoro, ma non certo della monotonia. La noia è legta alla percezione e non alla comprensione. Di conseguenza non serve capire il perché è noioso, basta annoiarsi. Questo lo disse Abramo a Dio... "Ma, forse, a Sodoma, non sono tutti malvagi; forse fra di loro ci sono cinquanta giusti ed allora, distruggerai essi pure?" Mica li dobbiamo bruciare i compositori mediocri Io ne ho sentiti davvero tanti, mi auguro che la loro musica si perda nell'oblio della storia... Brahms può piacere o non piacere, oggettivamente non credo abbia scritto musica noiosa. Prevenuto! O ci hai provato?
  8. La noia è una categoria contemplata dallo studio del contrappunto. L'imperizia tecnica genera noia. Dunque un pezzo non riuscito può risultare noioso. Risulta noioso anche a chi non è in possesso di competenze tecniche per dimostrare quello che afferma. Non ha il diritto di scrivere che gli sembra noioso? Certo che ce l'ha. Nulla, forse ho interpretato male il tuo discorso.
  9. La musica di Glass è veramente mediocre. Ma fondamentalmente è un compositore di successo, i suoi numeri sono da pop music...
  10. sarà, a me saint saens e rachmaninov continuano a farmi cadere le palle (pur riconoscendo loro una certa abilità tecnico-compositiva) Seguendo il tuo ragionamento comunque anche Stockhausen, Cage, Ligeti, Berio, Xenakis sono in ogni caso indiscutibili. Ormai sono dei classici
  11. Ha fatto il suo tempo anche Wagner. Del resto il gusto cambia, passano le mode. Poi ovviamente ciascuno ascolta ciò che gli pare, ma non si può ignorare che l'estetica, così come il gusto, sono cambiati. Non si può certo leggere la musica di oggi con l'estetica di Hanslick, anche se l'operazione è terribilmente postmoderna Oggi ci sono diverse tendenze riconoscibili e definibili secondo parametri geografici, a Parigi si scrive in modo estremamente accademico più o meno legato alle avanguardie, ad Amsterdam si scrive molto più liberamente, i compositori inglesi hanno un gusto molto diverso da quelli tedeschi. Gli austriaci sono più eclettici e contaminati con il jazz, Riceve sempre più consenso la musica dei compositori cinesi e sudamericani. Spulciando fra le radio europee in rete si può ascoltare qualcosa. Anche la nostra Radio3 trasmette ogni tanto ascolti sulla musica d'oggi.
  12. Sono considerazioni che hanno un fondamento di verità, almeno per quanto riguarda l'estetica dominante degli anni '50 e fino a buona parte degli anni '70. La parola "espressivo" in molti autori (non in tutti ovviamente) era tabù. La ricerca dopo Darmstadt, il serialismo e l'alea, si volge al suono-rumore, al bruitismo. Uno dei principali esponenti è Helmut Lachenmann, compositore che parte da un'estetica nichilista, che lo ha portato però oggi alla riscoperta attraverso il suono-rumore di una rinnovata espressività (soprattutto considerando il punto da cui era partito). Negli anni '80 c'è un ritorno al suono espressivo e anche a un certo lirismo, naturalmente non con le forme e le tecniche del passato. Basti vedere i concerti di Ligeti o autori materici come Wolfgang Rihm. C'è anche una nuova dimensione armonica, soprattutto nella scuola spettrale (Grisey, Murail). Fino al postmodernismo di oggi in cui si annulla quasi ogni coscienza storica. Secondo me si chiama semplicemente illuminismo, a cui si contrappone tanto il gusto barocco con gli affetti quanto l'inizio dell'era romantica con la scuola di Mannheim, Mozart e Haydn. Ovvio che c'è un diverso atteggiamento nei confronti della speculazione e dell'espressività. Ma non si può riunire la musica "espressiva" di secoli diversi e contrapporla una non meglio precisata categoria di musica "razionale" senza un grande sforzo filosofico-speculativo!
  13. Sono d'accordo solo su questo, visto che è la conclusione del tuo post evito di ribattere punto per punto E' chiaro che la musica seriale si contrappone alla musica atonale più che alla musica tonale. Il tuo ragionamento perciò mi risulta incomprensibile, a partire dalla dimensione "narrativa" della musica tonale. Schoenberg, come molti post wagneriani era già arrivato alla dissoluzione della sintassi tonale (il tema per quarte della Kammersymphonie - ma come non trovare analogie con il tema per terze della Quarta sinfonia di Brahms? Schoenberg è l'ultimo dei tardoromantici...) e si preoccupava di "ricostruire" una sintassi partendo da ciò a cui era giunto e cercando una sistematicità e un codice di regole mutuate dal contrappunto classico. La musica seriale si contrappone a questa esperienza di Schoenberg post-Pierrot indicando nella musica di Webern (forzandola) la strada da percorrere, tant'è che un famoso scritto di Boulez si intitola "Schoenberg è morto". Per cui non vedo nessuna logica di contrapposizione evidente tra la composizione a Darmstadt e la musica del periodo tonale. Ce l'avevano con Schoenberg e naturalmente con tutti i compositori che guardavano al passato con occhi (e mani) nostalgici. L'organizzazione e la struttura erano ovviamente i temi caldi di discussione, ma come potevano non esserlo visto che l'assunto di partenza era una tabula rasa? Questo fino all'arrivo di Cage... Francamente non invidio di quell'epoca l'eccessivo peso ideologico, ma invidio molto il pensiero e il dibattito estetico che oggi fra i compositori sembra essere l'ultimo dei problemi.
  14. Scusa, quando mai i compositori da Josquin Desprez in su hanno scritto musica senza curarsi dell'organizzazione formale, ritmica e delle altezze? Non credo proprio che il problema di certa musica seriale stia nell'organizzazione eccessiva (non è mai eccessiva). Inoltre anche se il sistema si è rivelato per lo più infecondo, per fortuna restano di quel periodo parecchie pagine di buona musica (Kontakte ad esempio)
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