Io sono d'accordo con voi che Pollini prenda spesso degli stacchi di tempo decisamente più veloci del normale. Ma non nello studio 3 op. 10 di Chopin, che secondo me fa da Dio. Io parlo proprio delle sonate di Beethoven: anche l'ultimo tempo di Les Adieux lo corre ad una velocità impressionante, inumana. Poi, chiaramente, è pulito, preciso e ineccepibile.... ma sul piano interpretativo, nel mio piccolo (anzi nella mia insignificanza assoluta) ritengo di aver qualcosa da dire: se ascolti Michelangeli, come suona quegli stessi pezzi, ad esempio il primo tempo dell'op. 2 n. 3, ti accorgi che la cosa è diversa. Il tempo è più placido, ma il Maestro ti fa sentire ogni piccola sfumatura, ogni minimo dettaglio... e la scrittura di questo brano ne è piena! Se te ne vai a centotrenta, hai tempo di goderti il paesaggio... se vai a duecento, corri in modo inumano, magari guidi benissimo, ma qualche dettaglio te lo perdi...