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Riguardo l'assetto vocale di Salsi, Maja, volevo dire che un vero baritono deve avere il colore baritonale anche nei Fa e nei Sol acuti, note che Salsi fa benissimo: nitide, squillanti, ma di colore tenorile. Tornando poi all'"Andante mosso", rimprovero a Salsi una certa rozzezza interpretativa. Guardiamo bene Maja: l'aria è una sorta di informativa sullo stato psicologico-affettivo di Carlo, che Posa trasmette a Elisabetta, presente Eboli. Il migliore amico di don Carlo parla di lui alla presenza delle due donne che lo amano.Si è creato un clima affettivo intenso, carico di tensione. Guardiamo anche la prosodia. Il testo sono due strofe di novenari a rima alternata di eccellente fattura: intense, commosse, esaustive dello stato emotivo di Carlo. Premesso tutto ciò, il brano non può non essere cantato in modo commosso. Prima ho citato Gobbi che, in discografia, è di riferimento. Ma bravo è anche Piero Cappuccilli che in questa registrazione live sa trovare il giusto colore:
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Ockeghem, Missa Prolationum. Se c'è un autore che può esser pari (e forse superiore!) in capacità tecnica a Bach, questo è Ockeghem . A quanti debba controdediche.
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I Trii Op. 9 di Beethoven con un terzetto di superstars (BIS)...
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Lo Shosta più "imbarazzante": la dodicesima sinfonia...
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Qui dentro direi ci sono pregi e difetti dell'autore, mai piaciuto veramente. I concerti sono belli, pieni di freschezza, le invece passacaglie ruotano su un contrappunto atonale un pò stucchevole e le Fantasie di ogni giorno rimestano idee già sentite, esitando tra Mahler, Busoni e Stravinsky. Bene il desaparecido La Vecchia con la sua defunta orchestra romana. Buona domenica!
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Premetto, sono arrivato tardi alla diretta, diciamo alla Canzone di Eboli, e ho seguito quasi fino alla fine. Scene, costumi, regia: noia totale, davvero imbarazzante, quasi a livello del MET, sicuramente gli altri teatri europei ci mangiano in testa. Non è questione di fare una regia moderna, si può fare anche la regia "classica" con qualche straccio di idea, che qua non c'era. Poi questo clichè invecchiato malissimo del palco molto buio, mi ha ricordato certi broadcast di mutiana memoria. Chailly corretto, è un grande direttore ed è uno che le partiture le studia sul serio (non tipo Abbado), ma mi è mancata una visione inconfondibile (che Abbado aveva, ma pure Muti), mi sono mancati i momenti inquietanti o travolgenti, l'ultimo Chailly ha molta attenzione filologica ma ho sempre la sensazione che l'800 non sia il suo. Per diana è un'opera monumentale dove il direttore può fare tante cose. Comunque rimane meglio di molti altri, anche del passato, quindi bene alla fine. Cantanti: Garanca in difficoltà "nel giardin del bello", peccato, ma molti mezzo pasticciano quel numero a dire il vero... sì, sta invecchiando pure lei, me ne sono accorto anche io, però che interprete ragazzi! Per me uno dei grandi mezzosoprani degli ultimi 50 anni, probabilmente anche la più interessante sulla scena l'altra sera, diciamo che era anche mortificata dal contesto. Ascoltiamola solo pochi anni fa, quando in Eboli buttava giù i teatri: Salsi, non capisco Pink se la tua considerazione si riferisce all'estensione o al colore della voce, perchè lo stesso Salsi dichiara di avere una prima ottava così comoda che potrebbe affrontare Lombardi e Oberto, quindi ruoli da basso addirittura. Secondo me è che Salsi non è un baritono tonante, a tale proposito, più che Gobbi forse Salsi avrebbe dovuto ascoltare un po' di più Fischer Dieskau, ho la sensazione che per quello che vorrebbe far lui sarebbe un modello più efficace. Sicuramente è lontano dal naturale spessore umano che aveva Gobbi, e quindi dovrebbe cercare altre strade. Netrebko, ho da poco recuperato la sua Giovanna D'Arco scaligera, e 8 anni fa era ancora raggiante. Oggi bah, è una consumata professionista ultracinquantenne, con note un po' oscillanti, qualche vizio specie quando scende, ma mi pare addirittura il meno questo (ci siamo sorbiti dive ben più a pezzi)... c'era molto mestiere su un ruolo che forse non sente neanche suo, ecco. La verità? La prima Netrebko era molto efficace nei ruoli di fanciulla innamorata e smarrita, anche chi la scritturava sapeva che lì l'interprete avrebbe dato il meglio, di questa ultima invece non vedo la chiave, dovrebbe elaborare una cifra della maturità se non vuole fare la solita figura del vecchio soprano intrombonito. Sei la Netrebko, inventati qualcosa che non sia fare la Lady Macbeth incazzosa. Pertusi se l'è cavata alla grande, considerando l'annuncio dell'indisposizione. Non indimenticabile però sufficientemente comunicativo. Non posso dire la stessa cosa di Meli... il problema di Meli è che secondo me ha già cantato troppo e troppe cose diverse, io l'ho trovato davvero stanco (ed è il più giovane della truppa!), come eccessivamente preoccupato dell'intonazione e del fraseggio, insomma concentrato sul controllo e poco sul personaggio, a momenti mi è sembrato Carreras ma senza la sua spontanea generosità, e secondo me è (o era) più interessante di Carreras, anche solo come intenzioni nel fraseggio. C'è da dire pure che non ha la grandeur interiore che il personaggio richiede (per me non ce l'avevano neanche Bergonzi e Domingo, figuriamoci), l'ho trovato più adatto a certi stereotipi del primo ottocento che magari richiedono meno complessità psicologiche. Insomma, non orrido ma complessivamente una gran palla, come tutti i Don Carlo che hanno inaugurato la Scala dagli anni '60 ad oggi, ognuno per motivi differenti direi che non me ne piace nessuno. Dovrebbero finirla di allestire ciclicamente quest'opera (alla Scala almeno), tanto è chiaro che nessuno sa farla come Peppino comanda, il repertorio è grande (oggi più di ieri) e si possono fare tante belle cose con le risorse oggi a disposizione. Grande Vizzardelli (per chi ha bazzicato forum operistici un nome conosciuto). A margine, i miei Don Carlo del cuore... come cast direi questo di Bartoletti a Chicago, anche se si sente abbastanza di merda: Agli amanti del Verdi alla tedesca direi di dimenticare Karajan e prendere questo qui, che in compenso si sente bene: Come video sono rimasto abbastanza indietro, da ragazzo mi piaceva questo qui: In studio Solti, con molti se e ma, per quel che mi riguarda, sul piano della resa dei personaggi (sulla bellezza delle voci niente da dire).
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Madonna Witt, proprio da te che sei un fine analista un'intemerata qualunquista da loggionista frustrato non me l'aspettavo... quindi i professionisti che lavorano oggi nel mondo della lirica sarebbero pagliacci? dovresti fare un po' di nomi a questo punto. Che poi, non si sottolinea mai che oggi Handel si esegue molto meglio di 50 anni fa (non ne parliamo di 70 anni fa).
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L'ultimo CD acquistato (musica classica)
il viandante del sud replied to BaBi_YAR's topic in Generale
Ecco, più o meno ricordavo bene allora. Grante è un signor pianista, ho avuto modo anche di assistere di persona ad un suo concerto tanti anni fa (anche se all'epoca interpretò Schumann). -
capita la vita però è assai curiosa e si creano queste, come dire, "sovraimpressioni" Una deliziosa suite per orchestra d'archi dalle lande scozzesi: A chi ama perdersi nel melos popolare...
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Per fare solo un esempio, restiamo su Luca Salsi, che attualmente è il baritono italiano più accreditato. Ora, Verdi in un'opera la cui scrittura è alterna e contrastata ( mi si conceda l'eufemismo) scrive comunque qualche pagina memorabile per intensità melodica. Una di queste è l'"Andante mosso" del Marchese di Posa "Carlo ch'è sol il nostro amore". Purtroppo non è ancora disponibile sul tubo la registrazione di Salsi, che canta l'aria con poca espressione, in modo sbrigativo e monocorde. Ora io mi domando: possibile che Salsi non abbia ascoltato e tratto partito da questa esecuzione? ( il fatto che Gobbi, in chiusa faccia un acuto non bello come quello che fa Salsi in questo caso non ha molta importanza).
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Sì, è una integrale che riguarda solo la produzione pianistica matura di Busoni, che, però, è anche quella di maggiore interesse. Busoni scrisse alcune centinaia di pezzi pianistici tra l'infanzia e la gioventù che, esclusi rari casi, hanno poca importanza essendo per lo più lavori imitativi o accademici. L'edizione Philips, sei cd mi pare, è costosissima. Dei pianisti elencati direi migliori gli ultimi due, anche se non stravedo per Hamelin. Intendiamoci, è un virtuoso bravissimo, però anche molto superficiale come interprete. Prende tutto con piglio macchinale, non lascia mai respirare la musica e nei momenti che richiedono lirismo è per lo più gelido, vitreo. Quando suona pezzi tipo Perpetuum Mobile o la Toccata è perfetto, con le Elegie è sempre troppo corrivo. Comunque, il cofanetto Hyperion è pur sempre da dieci e lode, la qualità delle esecuzioni resta altissima, unita a una magnifica registrazione. Unica nota dolente sul libretto, poco curato e di poche pagine, per il prezzo che richiedono mi sarei aspettato di più.
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Vero, ma non lo sapevo, semplice coincidenza! Il cd era appena arrivato e me lo sono ascoltato subito. ---- Puccini, Tosca, 2° e 3° atto La critica britannica ha fatto pelo e contropelo a questa edizione, secondo gli inglesi è troppo fredda. Soprattutto Ramey, uno Scarpia gelido (come se per essere cattivi bisogna fare il gigione per forza). Forse è anche vero, però i solisti cantano benissimo e, soprattutto, la parte orchestrale è meravigliosa - e si nota proprio dall'attacco dell'opera. Un Puccini scavato e analitico, che suona pienamente novecentesco.
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RIP Shane MacGowan (25 Dec 1957 - 30 Nov 2023) Quello della frequentazione di antiche tradizioni musicali (dall'etnico come si dice ora alla stessa classica per non dire l'antiqua) è un percorso inevitabilmente fluido e dagli esiti incerti, da un Alan Lomax alla NCCP fino alla Notte della Taranta, da un B. Bartok a un A. Dvořák al WOMAD... Di certo il talento l'estro l'impegno professionale sono gli elementi che più hanno pagato di volta in volta su un terreno, quello del vissuto artistico culturale umano, così sapido e impalpabile insieme.
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Anche loro si rendono conto che questa arte, con gli odierni pagliacci vestiti da cantanti, è in fase d’estinzione.
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a chiunque gradisca.
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Grazie, credo mai sentita. Ricambio sempre con Brahms: Spesso criticato qui in forum, e spesso non a torto, ma questa è per me una delle sue rese migliori: maturità d'approccio, equilibrio, suono cristallino, plasticità di fraseggio esemplari e con dinamiche variatissime e sempre coerenti col disegno formale e il carattere delle sinfonie. L'approccio è sicuramente tradizionale, nulla di rivoluzionario o fuori dagli schemi di una stagione concertistica di alto livello. E i Bostonians suonano divinamente bene! Registrazioni live si trovano su spotify...
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La Quarta e il Concerto per piano di Giannini, il disco Naxos diretto da Spalding... io, invece, lo annovero tra i miei "pacchi" americani targati Naxos...😐
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Le mirabili Metamorphoses di Holmboe, il disco BIS diretto da Hughes...
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Premesso che Chailly è stato eccellente, solo una breve nota sui cantanti: Pertusi con faringite comunque ne viene fuori, Meli corretto ma impersonale, Netrebko e Garanca in declino. Quanto a Salsi rimane il dubbio se sia un baritono "lungo" o un tenore "corto".
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Sai la cosa buffa? Di tutti quei pezzi ho ascoltato solo Ultime lettere (su YouTube), gli altri li conosco solo di nome, per quanto diversi di quei pezzi siano già in lista acquisti futuri (quando troverò però i cd fisici, perché delle Lettere e del Concerto di Ghedini credo non siano presenti su supporti fisici) Prego, in bocca al wolf...gang!
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L'ultimo CD acquistato (musica classica)
il viandante del sud replied to BaBi_YAR's topic in Generale
Si, tante gemme di grande valore. L'unica integrale in corso d'opera è quella della Naxos, quella di Madge non credo fosse un'integrale vera e propria, ma più un'ampia selezione. Io ho più o meno interpolato con cd della Naxos (Harden), Capriccio (Groschopp), Hyperion (Hamelin) e Music&Arts (Grante). Oggi: -
Grazie, sicuramente più gradito Busoni, anche se in futuro cercherò di ascoltare Messiaen un po' di più. Proprio ieri leggevo la biografia, spinto dalla visione di questo cd, ed il compositore è morto proprio il 6 Dicembre dell'anno scorso, coincidenza?
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Grazie a tutti per le risposte.
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Krieger: Variaçoes Elementares, per orchestra (1964)